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CAPITOLO II La moneta di ghiaccio

2.3 La moneta di ghiaccio di Silvio Gesell

2.3.2 Denaro libero

Keynes valorizza il contributo di Gesell relativamente e limitatamente alla sua teoria della moneta e dell’interesse quale anticipatore della distinzione da lui esposta nella

Teoria generale tra tasso d’interesse monetario ed efficienza marginale del capitale, con il primo che, di natura esclusivamente monetaria, pone un limite alla crescita del capitale reale (J. M. Keynes, [1936] 2006: 493-494). Irving Fisher, invece, riprende da Gesell il suo progetto di libero denaro analizzando e sostenendo con entusiasmo le sue sperimentazioni empiriche, realizzate negli U.S.A. durante gli anni della Grande Depressione, nel suo volume Stamp script del 1933 a cui si deve la definizione di “moneta stampigliata” in relazione al meccanismo del demurrage ideato da Gesell (Vds. oltre).56

Tuttavia, diversamente da Gesell, per Fisher si tratta esclusivamente di una risposta pragmatica ed efficace in situazioni di grave depressione economica avente, pertanto, natura provvisoria e dimensione locale, senza alcuna possibile ripercussione sul sistema monetario nazionale che non viene in alcun modo messo in discussione. In sostanza per Fisher la moneta stampigliata costituisce un valido strumento anticongiunturale e complementare alla moneta legale. Una volta rilanciata la domanda di beni in forza della

55 Un elevato tasso d’interesse monetario riduce la convenienza dell’affittuario a investire per aumentare la produttività della terra a diretto beneficio del livello della rendita fondiaria ottenibile sulle terre più fertili, esito del rapporto conflittuale e simmetrico evidenziato nella teoria della rendita differenziale malthusiana. Esplicito al riguardo il recupero della tesi geselliana da parte di Keynes in merito al ruolo svolto dal tasso d’interesse nella determinazione della “artificiosa” scarsità del capitale nel Capitolo XXIV della Teoria Generale (Cfr. anche paragrafo successivo).

56 Fisher conobbe gli scritti di Gesell attraverso un suo assistente tedesco, Hans Cohrsen. Il suo apprezzamento delle teorie di Gesell è testimoniato in due sue pubblicazioni: Stamp scrip (Moneta stampigliata), scritto con Cohrsen nel 1933 e Mastering the Crisis. With Additional Chapters on Stamp scrip del 1934. Fisher promosse, inoltre, alcune iniziative legislative presentate al Congresso degli Stati Uniti a sostegno di tali pratiche che, però, non giunsero mai alla votazione in aula. Anzi, il timore manifestato dal governo federale di perdere il controllo del sistema monetario statunitense convinse il presidente Roosevelt a vietare, nel marzo del 1933, l’emissione di nuova moneta stampigliata (A. Kalajzic, 2015).

sua elevata velocità di circolazione sostenuta dalla sua svalutazione periodica praticata mediante l’affrancatura con una marca da bollo a scadenze pre-determinate, la moneta stampigliata ha assolto il suo ruolo e deve, pertanto, essere ritirata dal mercato (I. Fisher, 1933).

Una condivisione ed un apprezzamento del contributo di Gesell che si limita, in Fisher, allo strumento innovativo da lui proposto e che non si estende al suo progetto di riforma monetaria il quale, al contrario, è per Gesell passaggio obbligato per la realizzazione del nuovo ordine economico naturale. Una riforma che si deve concludere con l’abolizione del privilegio di emissione da parte della banca centrale della moneta legale una volta realizzata la sua completa sostituzione con la “moneta franca” (o “denaro libero”, definizione da noi preferita e qui utilizzata) la cui gestione diventa una questione di semplice amministrazione della quantità di moneta in circolazione che può essere svolta da un semplice ufficio, l’Ufficio Valutario Nazionale, deputato esclusivamente a soddisfare la domanda quotidiana di denaro manifestata dalla nazione in funzione della stabilizzazione dei prezzi delle merci (S. Gesell, [1911] 2014: 161).

La teoria del denaro libero di Gesell può essere sintetizzata nelle seguenti tre tesi: 1) la moneta in circolazione deve essere costantemente adeguata al valore delle transazioni di merci. In questo modo viene garantita la stabilità dei prezzi ed i correlati problemi dominanti nell’attuale sistema economico di inflazione e deflazione sono in tal modo banditi. Il controllo della quantità di moneta in circolazione è già alla base della politica monetaria delle banche centrali ma risulta del tutto inefficace in presenza di moneta tesoreggiata.

2) Il tesoreggiamento della moneta, originato dalla sua funzione di riserva di valore, è causa dell’instabilità del sistema economico.

3) Allo scopo di garantire alla moneta la sola funzione di mezzo di pagamento per il libero flusso del commercio, essa deve acquisire il carattere di deperibilità al pari delle merci così da obbligarla a circolare.

Per Gesell la questione principale da dirimere al fine di dare soluzione all’instabilità che caratterizza il sistema economico è quella di superare la caratteristica del denaro come strumento di potere che genera il pagamento di un interesse, senza al contempo eliminarlo come neutro mezzo di scambio. La non neutralità del denaro deriva da due sue caratteristiche: 1) quella di essere mezzo di domanda facilmente tesaurizzabile per ragioni speculative in quanto non soggetto a deperimento, diversamente dalla forza

lavoro e dalle merci (una chiara anticipazione del concetto di preferenza per la liquidità che Keynes sviluppò venti anni più tardi nella Teoria Generale); 2) quella di essere trasportabile facilmente da un luogo all’altro senza costi; una perfetta mobilità nel tempo e nello spazio.

Queste caratteristiche attribuiscono ai detentori di grandi capitali uno specifico privilegio: quello di esigere un compenso per la rinuncia all’immobilizzazione speculativa a beneficio della sua circolazione nell’economia reale nella forma dell’interesse monetario (W. Onken, 2000). Una questione essenziale per la prosperità economica che deve essere realizzata nel mercato ad opera delle due sue componenti fondamentali: da un lato l’offerta originata dalla divisione (capitalistica) del lavoro, grazie alla quale si realizza la crescita della sua produttività generatrice della ricchezza; dall’altro lato la domanda, costituita dal denaro in circolazione e disponibile per l’acquisto di merci. Tuttavia, se dal lato dell’offerta le merci sono soggette a deperimento e a costi di conservazione, dal lato della domanda il denaro non subisce alcuna alterazione. Questa asimmetria qualitativa tra offerta e domanda (o tra merci e denaro) determina un evidente squilibrio caratterizzato da una tutela eccessiva della domanda a scapito dell’offerta, situazione che facilita l’insorgere di crisi da domanda a danno di occupazione e benessere. Affinché ciò non si verifichi è necessario che il denaro permanga nel sistema il meno possibile o, detto diversamente, che sia massima la sua velocità di circolazione. Ne deriva la condanna definitiva, per Gesell come prima di lui per Proudhon, della speculazione finanziaria (della quale conosceva bene le potenzialità avendo saputo approfittarne abilmente durante il suo soggiorno in Argentina) dato che, in quanto rallenta lo scambio merce-denaro, ostacola l’efficienza del sistema economico (A. Cavalleri, 2016).

Non solo, il “privilegio” del denaro risulta ancor più accentuato dal fatto che esso derivi non soltanto dalla effettiva tesaurizzazione del denaro ma semplicemente dalla sua sola possibilità. In quanto in grado di determinare la potenziale interruzione della circolazione delle merci, il denaro è anche in grado di pretendere ed ottenere una remunerazione da tale privilegio nella forma di un interesse monetario indipendentemente dalla effettiva destinazione del denaro, cioè indipendentemente dal fatto che esso sia indirizzato verso attività produttive, che generano occupazione, o che affluisca in attività speculative, dove il denaro resta soffocato causando ristagno economico e disoccupazione. Ciò determina un’inversione della priorità nell’agire economico con la redditività che ottiene la precedenza sulla economicità mentre la produzione viene

orientata più verso gli interessi del denaro che verso le esigenze delle persone. In accordo con l’analisi aristotelica su natura e ruolo del denaro, Gesell ne riconosce il doppio ruolo contraddittorio, come mezzo di scambio al servizio del mercato e come strumento di potere che contemporaneamente domina il mercato. La sua critica dell’interesse si rivela conforme alla necessità di garantire la “sterilità” del denaro già sostenuta da Aristotele e si riflette nell’ipotesi di “neutralità” della moneta necessaria e per questo presupposta ma non verificata dalla Teoria Quantitativa della moneta (TQM) in quanto necessaria a garantire un equilibrio di piena occupazione in un’economia di mercato.

Se per la TQM la neutralità della moneta è un presupposto acquisito per definizione dalla natura stessa del denaro, per Gesell deve essere perseguita rimuovendo il potere e il privilegio che il denaro esercita per mezzo di un cambiamento istituzionale della moneta che neutralizzi i vantaggi della tesaurizzazione e della liquidità. Ciò contribuirebbe, inoltre, alla realizzazione delle condizioni di libera concorrenza che, come abbiamo già sottolineato, sono essenziali alla realizzazione del nuovo ordine economico, dato che è il privilegio riconosciuto al denaro che favorisce la concentrazione del capitale sia monetario che reale e la conseguente trasformazione del sistema economico da concorrenziale ad oligopolistico.

Una “moneta di ghiaccio” (come è metaforicamente definita dai suoi seguaci) che si scioglie con il passare del tempo a realizzazione del “denaro libero” nel quale si concretizza la sua proposta di riforma monetaria. Coerentemente con il suo percorso di avvicinamento allo studio della scienza economica, a partire cioè dalla sua esperienza diretta nell’ “economia reale” che tale scienza si pone lo scopo di spiegare, l’originale proposta di Gesell consiste nell’applicazione al denaro di una clausola in uso nel commercio internazionale, da lui ben conosciuta e praticata nello svolgimento della sua attività di import-export avviata in Argentina: il demurrage.57 L’adattamento di tale clausola al “denaro libero” si concretizza nell’applicazione di una tassa periodica necessaria a conservarne il valore nominale. Il denaro assume in tal modo una natura analoga a quella delle merci offerte diventando anch’esso “deperibile”, in termini di perdita del suo valore nominale, al pari di esse. In tal modo si raggiungono due scopi essenziali nel progetto geselliano: 1) si ristabilisce la simmetria tra domanda e offerta sul mercato dei beni; 2) il denaro non sarebbe più oggetto di tesaurizzazione svolgendo la

57 Il termine demurrage identifica una specifica clausola utilizzata nel commercio internazionale che prevede una riduzione nel prezzo della transazione commerciale, pre-definita contrattualmente e che scatta automaticamente a compensazione di un ritardo imprevisto nella consegna delle merci (J. Stodder, 2009: 81, nota 3)

sola funzione di mezzo di scambio, a beneficio della sua velocità di circolazione e perdendo così anche la sua capacità di moltiplicarsi all’infinito attraverso la riscossione dell’interesse (per di più nella formulazione finanziaria di interesse composto dato che gli interessi, nel momento in cui sono riscossi, assumono la natura di nuovo capitale finanziario).

Un denaro che perde valore debolmente ma costantemente, nel progetto di Gesell ipotizzato in ragione del 5,2% annuo mediante l’applicazione di una marca settimanale in ragione dell’1 per mille necessaria al mantenimento del suo valore nominale, ma che, più in generale, sarebbe stata determinata per approssimazioni successive dall’autorità governativa fino a giungere al livello di volta in volta necessario a conseguire l’obiettivo in termini di sua velocità di circolazione. Uno strumento la cui efficacia discenderebbe anche dalla stabilità che acquisirebbe la massa monetaria in circolazione in seguito al venir meno della convenienza alla sua tesaurizzazione a beneficio anche della stabilità dei prezzi e del conseguente venir meno delle ragioni della speculazione finanziaria (A. Cavalieri, 2016). 58 Solo così la moneta può diventare un buon mezzo di scambio in grado di:

1) assicurare il verificarsi degli scambi, che garantisce l’assenza di crisi e di disoccupazione;

2) accelerare gli scambi portando ad una riduzione delle giacenze di beni ma anche dell’intermediazione commerciale (da Gesell avversata risolutamente per l’artificiosa lievitazione nei prezzi delle merci che essa determina) a favore di un aumento della produzione grazie al terzo risultato ottenuto da una moneta che sia (solo) buon mezzo di scambio:

3) ridurre il costo degli scambi rendendo minima la differenza tra il prezzo pagato dal consumatore e quello ottenuto dal produttore. (S. Gesell, [1916] 2011: 307)

Un’analisi ed un metodo condivisi dallo stesso Keynes il quale integra il meccanismo del demurrage geselliano individuando il criterio per la definizione del valore della marca nel differenziale tra il tasso d’interesse monetario e l’ “efficienza

58 Nel meccanismo ideato da Gesell il pagamento periodico della marca ai fini della conservazione del valore nominale della moneta tesoreggiata graverebbe sempre su coloro che detengono materialmente i saldi monetari oziosi. Nel caso dei depositi bancari tale onere non ricadrebbe sui depositanti, che conservano il diritto di ricevere l’intero ammontare depositato, bensì sugli istituti di credito nella misura in cui tali depositi non si siano trasformati in prestiti concessi alla clientela. Le banche sarebbero in tal modo fortemente incentivate a prestare i fondi depositati nel più breve tempo possibile, in modo da limitare al minimo i costi di custodia dei depositi raccolti a beneficio della loro velocità di circolazione.

marginale del capitale corrispondente al livello dei nuovi investimento compatibili con la piena occupazione” (J. M. Keynes, [1936] 2006: 495), sebbene evidenzi un limite alla sua efficacia nella presenza nel sistema di surrogati della moneta in grado di soddisfare la preferenza per la liquidità (monete estere, gioielli, metalli preziosi, …). Una critica, tuttavia, che si rivela debole e leziosa come dimostra il progetto del bancor che Keynes elaborò nel 1943 (Cfr. paragrafo successivo) che si rivela una rielaborazione del progetto di Gesell in cui propone di confinare la funzione della moneta (internazionale) al solo mezzo di scambio e di pagamento senza l’attribuzione di alcun potere di emissione (detenuto in precedenza dall’Inghilterra e successivamente dagli USA in conseguenza del ruolo di moneta internazionale assunto nel tempo dalle rispettive valute nazionali) e l’equiparazione tra ruolo dell’offerta (creditore) e della domanda (debitore) all’interno di una International Clearing Union. Una struttura che richiama da vicino quella prevista dalla riforma monetaria nazionale ed internazionale di Gesell, compreso il ruolo in essa attribuito all’Ufficio Valutario Nazionale.

Il denaro reso libero nella sua disponibilità e nella sua circolazione grazie al tasso d’interesse negativo è per Gesell l’unica soluzione per uscire dalla trappola della liquidità in cui cadono periodicamente le economie monetarie di mercato: l'imposizione del

demurrage, è necessario in quanto “alla moneta deve essere impedito di fungere da ‘riserva di valore’, poiché ogni interesse applicato su di essa comporta che la moneta diventi fonte di rendita esattamente come le decime lo erano per i proprietari terrieri” (D. de Simone, 2011: 7). Una rivoluzione radicale per un sistema economico che, al contrario, si caratterizzava già allora per una predominante importanza assunta dalla rendita finanziaria.

Il tasso d’interesse monetario si configura, pertanto, come il principale ostacolo alla crescita del capitale reale e, di conseguenza, alla crescita economica di una nazione. Il suo azzeramento, in quanto forma originaria della rendita finanziaria riscossa dal sistema bancario e, a sua volta, generatrice a cascata delle altre forme di rendita quale modalità di trasferimento di tale plus iniziale pagato alle banche nei prezzi delle merci finali (G. G. Preparata, 2013) diviene, pertanto, una priorità perseguibile, come sopra descritto, sottoponendo la moneta al demurrage.

Il condizionamento esercitato sul sistema reale dal tasso d’interesse monetario è spiegata da Gesell con l’individuazione di tre cause che, determinando una corrispondente componente dell’interesse monetario, concorrono alla determinazione del suo livello:

1) un premio di liquidità che costituisce il tasso di interesse di base (Urzins) pagato per i “privilegi” insite nella natura del denaro così come si è affermata in termini di liquidità tesaurizzabile;

2) un premio per il rischio di credito;

3) un premio per la compensazione delle aspettative di inflazione. (A. Cavalleri, 2016).

Denaro libero, valuta tedesca (o qualsiasi altra unità decimale). Viene mostrato come apparirà questo biglietto da 100 marchi durante la settimana dal 4 all’11 agosto, con trentuno bolli da 10 centesimi (3,10 marchi) su di esso incollati, a cura dei diversi possessori, nel giorno stabilito allo scopo e negli spazi appositi, con il primo bollo settimanale a partire dall’inizio dell’anno. Nel corso dell’anno devono essere incollati 52 francobolli da 10 centesimi (5,20 marchi) sul biglietto da 100 marchi, il che, in altre parole, significa che viene svalutato del 5,20% all’anno a spese dei suoi possessori. Dato che i proprietari di merci hanno sempre fretta di scambiarle è cosa buona e giusta che anche i proprietari di denaro che è il mezzo di scambio ne abbiano altrettanta. L’offerta è sempre spinta da un obbligo di urgenza e quindi anche la domanda deve essere messa nelle stesse condizioni. L’offerta è qualcosa di diverso dalla volontà dei proprietari di beni, e quindi anche la domanda deve diventare qualcosa di diverso dalla volontà dei proprietari di denaro.

Fonte: S. Gesell, [1911] 2014: 151-152

Il tasso d’interesse così composto tende ad oscillare sempre tra un livello minimo, rappresentato dall’interesse di base, al di sotto del quale il denaro esce dalla circolazione inducendo una crisi da deflazione, ed un livello massimo oltre il quale l’economia regredirebbe a forme alternative di circolazione quali il baratto. L’individuazione del tasso d’interesse base come livello minimo dell’interesse monetario rende quest’ultimo autonomo e indipendente nella sua formazione dall’economia reale (dato che dipende esclusivamente dal “privilegio” riconosciutogli in quanto tesaurizzabile) alla quale impone, tuttavia, un livello minimo di rendimento richiesto ai progetti d’investimento realizzati.

Presenza e autonomia dal sistema reale del tasso d’interesse monetario rispetto ad un processo di accumulazione che determina, invece, una progressiva riduzione del tasso di rendimento del capitale reale è all’origine dell’instabilità del sistema capitalistico. Quando il rendimento del capitale scende al di sotto del livello del tasso di interesse monetario di base l’economia raggiunge una situazione ciclica di maturità, il processo di accumulazione si arresta in conseguenza della scelta speculativamente conveniente di preferenza per la liquidità. Corollario di questa analisi è l’incapacità delle autorità monetarie di controllare la circolazione monetaria e l’offerta di moneta dato che in presenza di un livello del tasso di interesse reale inferiore a quello del tasso di interesse monetario di base si verificherebbe quella situazione che successivamente Keynes identificherà nella “trappola della liquidità” (e che Gesell anticipa di due decenni) che neutralizza gli effetti reali di una politica monetaria. Ciò significa, anche, che crisi e disoccupazione dipendono dalla natura assunta dalla moneta nella nostra economia di mercato in cui, assolvendo non soltanto la funzione di unità di conto e di mezzo di pagamento ma anche quella di riserva di valore, essa non può svolgere un ruolo “neutrale” nei confronti del sistema reale.

moneta libera da interesse in quanto non accumulabile, permetterebbe di realizzare nel tempo il progressivo azzeramento del tasso d’interesse monetario attraverso la sua graduale sostituzione alla moneta legale. Una sostituzione resa ancor più necessaria dall’introduzione del gold standard che, prevedendone la convertibilità diretta in oro, ne aveva rafforzato la funzione di riserva di valore essendo l’oro storicamente riserva di valore per eccellenza.

Tale riforma non può certo ignorare il sistema bancario, principale creatore di moneta. Il meccanismo del demurrage, spingendo tutti i possessori di moneta a disfarsi al più presto, alimenta la sua canalizzazione in deposito presso il sistema bancario in quanto la riforma prevedeva che tale pratica trasferisse l’onere del demurrage in capo alle banche ma limitatamente alla quota dei depositi della clientela che non fosse trasformata in finanziamenti erogati. Una tale penalizzazione spinge il sistema bancario a trasformare il più rapidamente possibile i depositi in impieghi, rimettendo in circolazione nuovo potere d’acquisto e, a tale scopo, rendendosi giocoforza disponibile a ridurre il tasso d’interesse monetario richiesto innescando un processo che culmina con l’azzeramento del tasso d’interesse monetario in coincidenza con la definitiva uscita dalla circolazione della moneta-oro nel momento in cui lo Stato, al termine di un necessario periodo di transizione per permettere la “volontaria” conversione della moneta legale in denaro libero, riconosce solo a quest’ultimo la funzione di moneta legale in quanto riconosciuta dallo Stato. Nel momento in cui l’alternativa per il denaro diventa esclusivamente quella tra restare fermo e perdere valore o offrirsi sul mercato dell’investimento, il tasso d’interesse monetario non può che scendere per azzerarsi nel momento in cui l’offerta di