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I bovini e la carne bovina

Nel documento Rapporto 2008 (.pdf 3.1mb) (pagine 131-136)

Dopo un 2006 in cui si era vista, per la prima volta da diversi anni, una te-nuta della produzione vendibile, e un 2007 che aveva invece riproposto le ten-denze negative, il 2008 si è rivelato un anno particolarmente pesante per la zo-otecnia bovina da carne emiliano-romagnola: con un calo della quantità vendi-bile del 5,9% sul 2007, infatti, l’anno appena trascorso si porta nettamente so-pra la tendenza negativa dell’ultimo decennio, che si traduceva in una diminu-zione media annua del 3,1% (tabella 5.2). Si conferma quindi che la tendenza al ridimensionamento della bovinicoltura da carne regionale ha caratteri strut-turali, mostrando che il comparto non reagisce sempre allo stesso modo anche a fronte di situazioni di quotazioni di mercato interessanti.

Se, infatti, nel 2006 la tenuta della produzione vendibile era una risposta a una crescita generalizzata dei listini, considerati nei loro valori medi in con-fronto con l’anno precedente, mentre le flessioni delle quotazioni nel 2007 si erano accompagnate al calo del valore produttivo, per contro nel 2008 l’osservazione che le medie sono per la maggior parte dei capi e dei tagli sopra quelle dell’anno precedente, con la sola eccezione dei vitelli e dei relativi tagli, che peraltro avevano avuto un aumento molto marcato l’anno precedente, non basta a evitare il calo del valore della produzione.

5.1.1. L’evoluzione strutturale

I dati strutturali degli allevamenti confermano il graduale ridimensiona-mento del comparto bovino regionale: infatti l’indagine sulla struttura e pro-duzione delle aziende agricole del 2007, in confronto con quella condotta due anni prima, mostra per l’Emilia-Romagna un calo del 2,4% del numero di capi allevati, e ben del 7,1% del numero di allevamenti (tabella 5.3). Il peso della zootecnia bovina da carne emiliano-romagnola sul totale nazionale si è pro-gressivamente ridotto, in termini di capi, dal 10,3% del Censimento 2000 al 9,8% dell’indagine 2007, mentre se analizziamo il numero di stalle, l’incidenza regionale è scesa nello stesso periodo dal 7,0% al 5,9%.

Entrando più nei dettagli dell’evoluzione strutturale nel comparto bovino, in assenza dei dati aggiornati sulle consistenze delle varie categorie, è possibi-le analizzare la ripartizione strutturapossibi-le per classe di dimensione dell’allevamento. La classe più rappresentativa è quella tra 100 e 500 capi, in cui rientrano oltre il 21% delle stalle e circa il 55% dei capi allevati; si tratta

Tabella 5.2 - Le produzioni e i prezzi nel comparto bovino da carne dell’Emilia-Romagna, 2001-2008

Prezzi mensili 2008 2001 2005 2006 2007 2008 Var. %

08/07 Var. %

08/06 Var. %

08/01

Var.% media

1998-2008 Minimi Massimi

QUANTITA’ VENDIBILE (.000 t)

Carni bovine 116,06 105,71 105,20 100,80 94,89 -5,9 -4,2 -18,2 -3,1

PREZZI DEI BOVINI DA MACELLO E DELLE CARNI BOVINE €/kg

Vitelli 3,49 3,38 3,54 3,88 3,61 -6,9 9,7 3,5 0,1 3,14 (nov.) 4,29 (gen.) Vitelloni maschi - Limousine 1,96 2,35 2,45 2,29 2,66 16,2 -6,6 35,6 1,6 2,55 (nov.) 2,81 (dic.) Vitelloni maschi - Charolaise e incroci

1° qualità 1,79 2,12 2,27 2,03 2,34 15,7 -10,7 30,7 0,8 2,18 (nov.) 2,47 (dic.) Vacche razza nazionale 0,80 1,33 1,38 1,35 1,46 7,9 -2,2 82,2 1,3 1,35 (gen.) 1,53 (set.) Selle di vitello 1° qualità 7,53 6,41 8,26 9,09 8,49 -6,6 10,0 12,8 2,0 7,60 (nov.) 9,68 (gen.) Quarti post. Vitellone 1° qualità 4,67 5,64 6,50 6,37 6,55 2,9 -2,0 40,3 2,8 6,04 (gen.) 6,93 (set.) Mezzene di Vitellone 1° qualità 3,35 3,85 4,51 4,47 4,94 10,5 -0,8 47,6 2,7 4,81 (lug.) 5,33 (dic.)

Fonte: Assessorato all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna e C.C.I.A.A. di Modena.

IL SISTEMA AGRO-ALIMENTARE DELL’EMILIA-ROMAGNA. RAPPORTO 2008

Tabella 5.3 - Evoluzione della struttura degli allevamenti bovini in Emilia-Romagna, 2000-2007

2000 censimento 2005 2007 Quota % su Italia: 2007

Quota % su Italia: 2000

Var. % 2007/2005

Var. % 2007/2000 Classi

n. di capi N.

aziende N. capi N.

aziende N. capi N.

aziende N. capi Aziende Capi Aziende Capi Aziende Capi Aziende Capi 1-9 3.641 15.942 2.647 11.301 2.691 10.109 4,5 3,9 4,7 5,1 1,7 -10,5 -26,1 -36,6 10-19 1.804 24.958 1.327 20.395 960 13.966 3,7 3,8 5,9 6,0 -27,7 -31,5 -46,8 -44,0 20-49 2.921 93.392 1.887 60.459 1.866 57.898 6,0 6,2 8,7 9,0 -1,1 -4,2 -36,1 -38,0 50-99 1.956 134.291 1.482 105.522 1.108 81.479 8,0 8,6 12,2 12,3 -25,2 -22,8 -43,4 -39,3 100-499 1.556 272.264 1.754 325.336 1.792 324.091 12,9 12,8 12,3 11,8 2,2 -0,4 15,2 19,0 oltre 500 82 80.901 78 85.457 105 106.044 10,4 10,2 9,0 9,3 34,6 24,1 28,0 31,1 Totale 11.960 621.748 9.175 608.470 8.522 593.587 5,9 9,8 7,0 10,3 -7,1 -2,4 -28,7 -4,5

Fonte: Istat, Censimento Generale dell'Agricoltura 2000 e Indagini sulla struttura e produzioni delle aziende agricole 2005 e 2007.

131 5. LE PRODUZIONI ZOOTECNICHE

anche della tipologia dimensionale per cui l’Emilia-Romagna ha il maggior peso sul totale nazionale, avvicinandosi al 13% sia in termini di aziende che di capi e mostrando anche un leggero progresso di tale incidenza. La classe di dimensione superiore ai 500 capi, pur avendo un peso assai minore (vi rientra-no in regione poco più dell’1% delle aziende e merientra-no del 18% dei capi), è quel-la che mostra quel-la crescita più consistente anche in requel-lazione al contesto naziona-le, con un peso in significativa crescita. Tutte le altre classi di dimensioni mo-strano cali più o meno marcati rispetto sia al Censimento 2000 che all’indagine 2005, e per esse l’incidenza della regione sul totale Italia è in sen-sibile calo: si osserva quindi un processo di ristrutturazione della zootecnia bovina regionale più rapido di quanto avviene in media nell’intero Paese.

5.1.2. Gli andamenti di mercato

Venendo ad analizzare l’andamento di mercato dei capi da macello nel cor-so dell’anno, è possibile meglio interpretare l’osservazione dell’aumento me-dio dei listini annuali per le diverse categorie, ad eccezione dei vitelli. I vitel-loni da macello avevano, infatti, mostrato un 2007 mediamente in calo rispetto al 2006, ma che in realtà si era aperto nel segno del proseguire delle tendenze negative precedentemente in atto, salvo poi invertirle a partire da luglio, cosic-ché l’anno si era chiuso su note più positive di quanto non si potesse formulare dodici mesi prima. Diversamente, il 2008 si è aperto su valori molto alti, ma subito è stato contrassegnato da un movimento discendente che ha caratteriz-zato quasi tutto l’anno, salvo invertirsi poi alla fine.

I vitelloni di razza Limousine a luglio 2007 erano scesi fino a 2,15 € per kg, livello che non si toccava dalla fine del 2004; a partire da questo punto, e fino a gennaio 2008, recuperavano quasi 60 centesimi, superando i 2,70 € (fi-gura 5.1). Di lì prendeva l’avvio una fase di lento ma costante calo, fino ai 2,55 € di novembre, salvo poi riguadagnare 26 centesimi, e toccare un nuovo punto massimo, con il solo mese di dicembre. Andamento simile, ma un po’

meno favorevole, mostravano i vitelloni di razza Charolaise e incroci francesi, i cui listini mantenevano nell’anno un differenziale negativo, rispetto ai capi della razza più pregiata, che si situava a 28,5 centesimi per i primi mesi dell’anno, cresceva poi fino a 37,5 centesimi a novembre, rientrando poi a 34 centesimi a dicembre.

I listini dei vitelli da macello, pur seguendo uno schema di fondo non mol-to dissimile (2007 in crescita, anche se in quesmol-to caso già dai primi mesi, 2008 in calo fino fine anno) assumevano valori molto diversi: tra febbraio e dicem-bre 2007 si era assistito ad un incremento superiore all’8%, arrivando così al massimo dell’ultimo anno e mezzo; da qui iniziava un costante e intenso

de-cremento (anche se in qualche caso con piccole correzioni in positivo), cosic-ché dai 4,44 € per kg di dicembre 2007 si arrivava ai 3,26 € dello stesso mese del 2008.

Le vacche a fine carriera hanno avuto, come d’abitudine, un’evoluzione più graduale e, questa volta, in controtendenza: ad un 2007 complessivamente po-sitivo, con un guadagno di 4,7 centesimi tra dicembre 2006 e dicembre 2007, faceva seguito un 2008 che ripercorreva un analogo cammino, marcando una crescita del listino in dodici mesi di ulteriori 14 centesimi.

L’andamento di mercato dei principali tagli di carni riflette in generale l’evoluzione osservata per i capi vivi, ma presenta alcune eccezioni (figura 5.2). E’ questo il caso delle mezzene di vitellone, che in media tra il 2007 e il 2008 mostravano un incremento considerevole, ma assai meno sensibile in confronto ai corrispondenti capi vivi. Verso la fine del 2007, particolarmente in ottobre e novembre, si era verificata in questo caso una forte caduta delle quotazioni, rispetto alla quale si verificava un recupero tra dicembre 2007 e febbraio 2008. A partire dal livello allora raggiunto di 4,98 € per kg, il listino manteneva una certa stabilità per buona parte dell’anno, segnava ancora un ca-lo a ottobre e novembre, ma molto più limitato dell’anno prima, e cresceva poi decisamente a dicembre, chiudendo l’anno a 5,33 €, +19% rispetto ad un anno prima. I quarti posteriori seguivano uno schema abbastanza simile quanto ai

Figura 5.1 - Prezzi medi mensili all’ingrosso dei bovini da macello: gennaio 2000-dicembre 2008

0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 4,50

gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 gen-08

Euro/kg

Vacche razza nazionale Vitelloni maschi: Limousine

Vitelloni maschi: Charolaise

Vitelli

Fonte: Nostre elaborazioni su dati della C.C.I.A.A. di Modena.

punti di svolta, ma con sbalzi molto più rilevanti: dopo un progresso del 18%

tra novembre 2007 e settembre 2008 vi era infatti una flessione quasi del 6%

nel bimestre successivo. L’anno si chiudeva con un progresso del 13,3% tra dicembre 2007 e 2008, mentre a livello di prezzo medio la variazione tra i due anni era appena del 2,9%. Infine, le selle di vitello mostravano un andamento molto simile a quello dei corrispondenti capi da macello: si era assistito ad una forte crescita tra febbraio e settembre 2007, quando si arrivava a superare i 10

€ per kg, poi subentrava un andamento decrescente che caratterizzava l’ultimo bimestre del 2007 e tutto il 2008, riportando così il prezzo di dicembre persino sotto il punto di partenza di due anni prima. Nel complesso il prezzo medio del 2008 era inferiore del 6,6% rispetto al 2007, percentuale molto simile a quella dei capi vivi.

Nel documento Rapporto 2008 (.pdf 3.1mb) (pagine 131-136)