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Emilia-Romagna

Nel documento Rapporto 2008 (.pdf 3.1mb) (pagine 190-195)

6.2. L’impiego dei fattori produttivi

7.1.1. Emilia-Romagna

La regione Emilia-Romagna, secondo Unioncamere, presenta per il 2008 una sensibile contrazione della produzione dell’industria manifatturiera pari a -1,5%, quale risultato di una progressione negativa cumulatasi trimestre dopo trimestre, che riporta alle situazioni proprie del lustro antecedente il 2006; la situazione della produzione regionale si presenta comunque ben più rosea di quella manifestata dal Paese nel suo complesso che evidenzia un -3,0% (tabel-la 7.1). La contrazione del(tabel-la produzione nazionale si è pure sviluppata, trime-stre dopo trimetrime-stre, con un aggravamento progressivo che ha trovato la sua massima intensità in finire d’anno (-6,4%).

In relazione a quanto previsto per lo sviluppo nazionale è ragionevole im-maginare quantomeno il mantenimento della situazione di relativo privilegio dimostrata negli anni dall’Emilia-Romagna. Si è spesso affermato che la chia-ve di successo dell’industria si trovi nell’evoluzione strutturale dell’industria e risulta evidente che i momenti di difficoltà mettono molto più intensamente al-la prova le imprese tanto più queste sono piccole. La tipologia dimensionale che sembra avere meglio reagito alla globalizzazione è quella che impiega ol-tre 50 dipendenti; naturalmente analizzando settore per settore questa dimen-sione di soglia può subire correzioni sia al ribasso che al rialzo.

In Emilia-Romagna l’artigianato manifatturiero assume un peso molto rile-vante e solitamente dimostra una notevole vivacità: nel 2008 questa tipologia di imprese ha registrato un forte rallentamento nella produzione realizzando un -1,0% aggravato dalla netta contrazione del fatturato pari a -2,6%, andamenti ancorché positivi se confrontati con i valori medi nazionali rispettivamente pa-ri a -2,5% e -4,1%.

Dall’analisi dell’andamento dell’industria alimentare regionale si rileva che la fase di crescita, partita nella seconda metà del 2005, prosegue senza brillare per tre trimestri del 2006, che conclude con un notevole picco (+2,9%); nel 2007 la crescita prosegue e, altalenando, anticipa il picco (+2,7%) al terzo tri-mestre; si conclude l’annata con un flebile +0,1% che si ripropone nel primo trimestre 2008. L’annata prosegue con il picco relativo al trimestre subito suc-cessivo, rallenta a fine estate e chiude l’anno con un +1,4%. La crescita com-plessiva, nel 2008, della produzione alimentare della Regione, secondo Union-camere, è pari a +0,8%, mentre l’andamento nazionale, secondo Federalimen-tare, è in calo dell’1,5% (tabella 7.2).

Il dato descrittivo del grado di utilizzo degli impianti non è disponibile, ma essendo strettamente correlato con l’andamento della produzione industriale,

Produzione

E.R. Italia E.R. Italia E.R. Italia E.R. Italia E.R. Italia E.R. Italia E.R. Italia E.R. Italia E.R. Italia 2003 -1,6 -2,0 74,8 73,1 -1,9 -2,0 46,5 41,9 14,6 18,2 -2,1 -2,3 -0,3 -0,3 3,1 3,3 2,6 0,9

Tabella 7.2 - Evoluzione dei dati sulla congiuntura dell’Industria alimentare e delle bevande dell’Emilia-Romagna

possiamo stimare che dovrebbe, per l’intero Paese, avvicinarsi mediamente al 70%, mentre per l’industria manifatturiera regionale potrebbe avvicinarsi al 75%.

La voce “fatturato” dell’industria manifatturiera nazionale presenta varia-zioni negative nel corso di tutto il 2008, ma si intensificano nella seconda metà dell’anno, e in media d’anno registra una flessione del 2,5%; analogo ma ca-ratterizzato da minore intensità si presenta l’andamento per l’Emilia-Romagna, i valori sono sempre al di sopra di quelli nazionali ora molto più, ora meno di un punto percentuale e totalizza un complessivo -1,0%. Il fatturato del settore alimentare dell’industria regionale è caratterizzato, nel 2008, da variazioni po-sitive per tutti i trimestri e manifesta un minimo molto prossimo allo zero nel terzo; il valore complessivo annuo della variazione è pari così a +1,3%.

La quota di fatturato che le imprese manifatturiere nazionali realizzano all’estero vive una sostanziale tenuta nel 2003 e 2004, subisce una sensibile contrazione nel corso del biennio successivo, per riprendersi molto bene nel 2007 e 2008 ed, in particolare, dalla seconda metà del 2007, quando supera quota 46%; in base d’anno supera comunque il 42%. Questo massimo associa-to alla sensibile contrazione del fatturaassocia-to associa-totale indica la tenuta delle vendite sui mercati esteri. La quota regionale di export diminuisce nel 2005, recupera in parte nel 2006, nel 2007 perde poco meno di 4 punti e nel 2008, pur realiz-zando un lieve incremento, non giunge ad eguagliare il valore nazionale; or-mai sembra annullato il tradizionale vantaggio di 4-6 punti percentuali che l’Emilia-Romagna mediamente aveva sul dato nazionale.

La parte di fatturato realizzata all’estero dalle imprese emiliano-romagnole che operano nell’alimentare è cresciuta sensibilmente nel 2004 (28,7%), si è ridimensionata nel corso del 2005 (21,7%), per arrivare a fine 2006 su un valo-re molto prossimo al 23%, per scendevalo-re ulteriormente nel 2007 al 18,4%; nel corso del 2008, soprattutto in seguito al significativo crollo dell’ultimo trime-stre, con poco meno del 18%, la quota di fatturato estero è scesa ai livelli del 2003.

Il numero di imprese manifatturiere che si affacciano sui mercati esteri è andato tendenzialmente crescendo a partire dal 2004, anche se con un anda-mento caratterizzato da notevoli fluttuazioni. Tuttavia, nel 2008 prosegue l’andamento negativo che aveva caratterizzato l’anno prima e la percentuale di imprese attive sui mercati esteri si attesta al 20,5%: in due annate tale quota si è ridotta di circa 7 punti percentuali. Le imprese manifatturiere emiliano-romagnole attive nell’export hanno, al contrario, mantenuto la posizione con-quistata negli anni, manifestando una leggera riduzione nel corso del 2008; la strategia di presenza sui mercati esteri coinvolge, potremmo affermare struttu-ralmente, un quarto del totale.

Il numero di imprese alimentari regionali che operano sui mercati esteri, nel 2007, ha raggiunto un quarto del totale mostrando una situazione del tutto rinnovata rispetto alla minor propensione all’esportazione che da sempre con-notava il comparto e nel 2008 ha subito la medesima contingenza vissuta dalle altre imprese manifatturiere della regione. Nella lettura delle strategie e dei ri-sultati dell’attività di esportazione dobbiamo comunque tenere sempre presen-te che le imprese stanno operando in presenza di un valore forpresen-te dell’Euro, quindi in situazione decisamente sfavorevole.

Gli ordinativi manifatturieri complessivi, al pari del fatturato e della produ-zione, globalmente in diminuzione sia a livello regionale (-1,9%) che naziona-le (-3,4%), mostrano variazioni quasi perfettamente sovrapponibili e, anche in questo caso, la situazione migliore è quella presentata dalla Regione che entra nella fase negativa con due trimestri di ritardo rispetto al Paese. Al contrario l’industria alimentare regionale chiude il 2008 con un incremento pari allo 0,6% degli ordinativi.

Se osserviamo cosa accade a carico delle esportazioni, l’Emilia-Romagna manifesta dal 2004 alla prima metà del 2008 una costante tendenza all’incre-mento, la seconda metà dello scorso anno si caratterizza per incrementi pros-simi allo zero, ma comunque positivi; l’annata si chiude con un incremento complessivo pari all’1,3%, positivo, ma ridotto ad un terzo se rapportato ai va-lori realizzati nelle due annate precedenti. Le esportazioni manifatturiere na-zionali chiudono il 2008 con un incremento pari allo 0,4%, un settimo se rap-portato al risultato del 2007; la caduta inizia nel secondo trimestre per divenire negativa nei due trimestri finali. Le esportazioni di prodotti alimentari dell’Emilia-Romagna seguono negli anni una linea di tendenza positiva e ca-ratterizzata da una ben definita stagionalità; si chiude il 2008 con un incremen-to (+2,9%) di appena uno 0,1% inferiore a quello del 2007.

Il numero di mesi di produzione che il portafoglio ordini è in grado di assi-curare all’industria manifatturiera, regionale o nazionale, varia tra il 3,2 e 3,5;

mentre flette leggermente nel caso dell’industria alimentare emiliano-romagnola (2,7), soprattutto nel terzo trimestre dello scorso anno.

I dati Istat descrivono la situazione occupazionale complessiva della Re-gione con un +1,3% e con un tasso di disoccupazione medio per il 2008 pari al 3,2%, contro il 2,9% dell’anno prima. I dati che descrivono la situazione oc-cupazionale dei dipendenti dell’industria manifatturiera evidenziano per la Regione una sensibile battuta d’arresto, sulla base delle informazioni relative ai primi nove mesi infatti si registra una riduzione dell’1,4%. Dopo un 2005 che ha visto l’occupazione regionale e nazionale giungere comunque al mede-simo risultato (+0,8%), ha fatto seguito un 2006 in cui a fronte di una contra-zione dell’occupacontra-zione (-0,2%) a livello nazionale, si riscontra un ottimo

risul-tato, pari a +1,4% in ambito regionale; il 2007 riconferma con maggiore e po-sitiva intensità l’andamento dell’anno precedente sia per il sistema Italia che per la Regione. Infine, nel confronto Emilia-Romagna/Paese, nei primi nove mesi del 2008, si evidenzia una migliore, seppur negativa, situazione a favore del secondo: l’occupazione nel manifatturiero cala, infatti, rispettivamente dell’1,4% e dello 0,9%.

Nel documento Rapporto 2008 (.pdf 3.1mb) (pagine 190-195)