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Le quote latte

Nel documento Rapporto 2008 (.pdf 3.1mb) (pagine 69-75)

2.2. Lo scenario nazionale

2.2.3. Le quote latte

La produzione di latte nel nostro Paese sembra essersi assestata stabilmen-te, nel corso degli ultimi anni, a poco più di 11 milioni di tonnellate (consegne più vendite dirette). La campagna lattiera 2007/2008 si è, infatti, conclusa con un quantitativo prodotto appena inferiore a quello del periodo precedente:

11.105.000 tonnellate, con una diminuzione di 34.000 tonnellate (-0,3%). Tut-tavia, anche se la produzione complessiva è rimasta invariata, si è registrata una variazione fra le due tipologie produttive: un calo di circa 54.000 tonnella-te per i quantitativi di lattonnella-te conferiti ai caseifici (consegne), e nelle venditonnella-te di-rette un aumento che ammonta a circa 21.000 tonnellate (tabella 2.2).

La tendenza produttiva in Emilia-Romagna non si discosta da quella osser-vata a livello nazionale. Il calo di produzione complessivamente registrato in relazione alla campagna precedente si aggira intorno alle 5.000 tonnellate (-0,3%). Analizzando in dettaglio la situazione, si nota che le consegne hanno subito una contrazione di circa 12.000 tonnellate, segnando il minimo storico da dieci anni a questa parte con 1.714.000 tonnellate, a cui si è in parte con-trapposto un incremento produttivo di 6.000 tonnellate nelle vendite dirette:

116.000 tonnellate, la produzione più elevata del decennio.

Le province nelle quali si è concentrata la produzione si confermano quelle emiliane del comprensorio del Parmigiano Reggiano: Parma (596.000 tonnel-late tra consegne e vendite dirette), Reggio Emilia (536.000) e Modena (318.000), che da sole arrivano a coprire quasi l’80% dell’intero prodotto re-gionale.

La minore produzione in regime di consegne ai caseifici, congiuntamente alla diminuzione dell’importo unitario del prelievo supplementare passato da 285,4 a 278,3 euro/tonnellata, ha originato un decremento della somma impu-tata all’Italia dalla UE per le eccedenze produttive. Dai 185 milioni di euro della campagna 2006/2007 si è passati, infatti, alla cifra, comunque cospicua, di 168 milioni imputati per la 2007/2008.

La ripartizione del prelievo fra le regioni ha rispecchiato, in linea di

Tabella 2.2 - Distribuzione delle quote e delle produzioni a livello nazionale - Campagna lattiera 2007/2008 (tonnellate)

Consegne Vendite Dirette

Quota

massima, la situazione dell’anno precedente. La Lombardia, con circa il 43%dell’intero importo e 417 aziende coinvolte, è risultata ancora di gran lun-ga la regione con la somma imputata più elevata, seguita da Piemonte (21%

con 230 aziende) e Veneto (19% con 292 aziende) (figura 2.1).

Su 40.895 produttori in attività 13.220 hanno superato la propria quota per un quantitativo pari a 873.025 tonnellate. Parte di questo quantitativo è stato assorbito dai meccanismi di restituzione/compensazione che operano, secondo criteri di priorità definiti dalla legge 119/2003, sulle aziende in regola, cioè che versano il prelievo mensile e che non superano la quota di oltre il 100%. I ri-sultati di queste operazioni hanno portato ad imputare il prelievo supplementa-re a 1.506 aziende (circa l’11% delle aziende con esubero) per un quantitativo pari a 606.000 tonnellate (oltre il 69% dell’esubero totale).

In Emilia-Romagna su 1.933 aziende con esubero, per un quantitativo pari a 89.482 tonnellate, solo 70 aziende sono risultate soggette a prelievo per un quantitativo pari a 26.793 tonnellate, quindi sul 3,6% delle aziende con esube-ro grava il 30% dell’eccedenza (tabella 2.3).

Questa situazione è il risultato di una tendenza alla regolarizzazione mani-festata da una gran parte di produttori, inclinazione seguita in regione già da diversi anni. L’Emilia-Romagna, infatti, pur essendo la seconda regione più produttiva (16% del totale nazionale), risponde per un prelievo di 7.457.000 euro, pari solo al 4,4% dell’intera somma nazionale, rimanendo, per esempio, al di sotto di regioni come la Puglia che pure rappresentando solamente il 3%

dell’intero prodotto italiano é chiamata a pagare un prelievo di quasi 10

milio-Figura 2.1 - Incidenza percentuale delle regioni in produzione e prelievo supplementare - Campagna lattiera 2007/2008

Fonte: Elaborazioni Regione Emilia-Romagna - Direzione Generale Agricoltura su dati AGEA.

ni di euro (5,8% del totale).

Considerando che nella campagna precedente il prelievo regionale ammon-tava a 9.542.000 euro, la diminuzione percentuale ha sfiorato il 22%.

A livello provinciale si è assistito ad un consistente calo per Parma (2.659.000 euro, -34% rispetto alla campagna precedente), Reggio Emilia (784.000 euro, -41%) e Modena (584.000 euro, -21%). L’unica provincia che ha accusato un aumento del prelievo è stata Piacenza, con 2.968.000 euro (+9%).

Per le attività di riscossione delle somme dovute, la Regione Emilia-Romagna, di concerto con le Amministrazioni provinciali e con l’Agenzia re-gionale per le erogazioni in agricoltura (AGREA), ha messo in atto le opera-zioni sancite dalle disposiopera-zioni in materia, vale a dire la riscossione coattiva oppure le procedure previste dalle Intese Stato e Regioni del 14 dicembre 2006 e del 14 giugno 2007; queste ultime prevedono l’iscrizione nel Registro dei debitori da parte di Agea, con conseguente compensazione degli importi dovu-ti con i premi comunitari desdovu-tinadovu-ti alle aziende debitrici, e l’eventuale riscos-sione coattiva del debito residuo.

Dei 7.017.000 euro risultati esigibili nella nostra regione in quest’ultima campagna lattiera, 516.000 sono stati segnalati ad Agea per il recupero dei premi; per 3.331.000 euro si è proceduto alla riscossione coattiva; per ulteriori 3.170.000 i produttori sono stati iscritti a ruolo coobbligati in solido con la propria ditta acquirente, dalle Regioni nelle quali è ubicata l’azienda di tra-sformazione.

Tabella 2.3 - Sintesi delle operazioni di restituzione - Campagna lattiera 2007/2008

Italia Emilia-Romagna

Aziende in produzione 40.895 4.350 Produzione rettificata (tonn.) 10.804.456 1.676.599 Aziende con esubero 13.220 1.933

Esubero (tonn.) 873.025 89.482

Aziende soggette a prelievo 1.506 70 Esubero a prelievo (tonn.) 606.102 26.793 Prelievo supplementare imputato

(migliaia di euro) 168.678 7.457 Aziende escluse dalla compensazione per

produzione superiore al 100% della quota 646 31

Esubero (tonn.) 456.713 21.705

Fonte: Elaborazioni Regione Emilia-Romagna - Direzione Generale Agricoltura su dati AGEA.

Dalla campagna lattiera in corso, 2008/2009, è presumibile che la somma destinata all’Unione Europea a titolo di prelievo supplementare possa subire una considerevole riduzione. Infatti, l’aumento del 2% dei quantitativi di rife-rimento nazionali, introdotto dal Regolamento (CE) n. 248/2008 del Consiglio del 17 marzo 2008, porterà ad un incremento delle quote italiane pari a oltre 210.000 tonnellate, che saranno utilizzate nelle operazioni di compensazione di fine campagna. Dalla campagna 2009/2010 le quote dovrebbero essere di-stribuite ai singoli produttori.

A tale proposito è opportuno ricordare che assegnazioni integrative, prove-nienti dalla riserva nazionale e da aumenti comunitari (Agenda 2000), sono state effettuate dalle Regioni fin dalla campagna lattiera 1999/2000, e che, da allora, la quota B ridotta è stata reintegrata, nella nostra regione, con quantita-tivi che si aggirano intorno alle 80.000 tonnellate. A questi quantitaquantita-tivi devono aggiungersi oltre 85.000 tonnellate attribuite con criteri diversi come giovani agricoltori, istituti di studio e di ricerca, ecc. Complessivamente la Regione, fino alla campagna 2008/2009, ha attribuito quote integrative per un totale di oltre 171.000 tonnellate, con oltre 15.000 assegnazioni effettuate.

A partire dal 2005 è operante una graduatoria regionale, costituita secondo i criteri previsti dalla legge 119/2003 e divisa in sei tipologie: secondo il cana-le di commercializzazione (consegne o vendite dirette) e secondo la zona alti-metrica (montagna, svantaggiata e pianura). Ogni anno, prima dell’inizio della campagna, vengono distribuiti i quantitativi disponibili nella riserva regionale alimentata dalle revoche di quota per mancato raggiungimento del limite mi-nimo di produzione del 70%.

Questa procedura ha consentito di ripristinare la quota “B” ridotta a 223 a-ziende, con oltre 3.000 tonnellate distribuite, nonché di assegnare quasi 4.000 tonnellate a 161 aziende di montagna. Le province che più di tutte hanno bene-ficiato di queste assegnazioni sono state Parma (2.642 tonnellate a 145 produt-tori), Reggio Emilia (2.048 tonnellate a 105 produttori) e Modena (1.605 ton-nellate a 80 produttori).

Il 2008 si è chiuso con un avvenimento europeo di rilevante importanza: la definizione del negoziato di revisione della Politica Agricola Comune, tra cui l’OCM latte. Tale accordo si è concluso per l’Italia con un aumento, a partire dalla campagna 2009/2010, del quantitativo nazionale pari al 5% (547.881 tonnellate). Lo stesso aumento percentuale è stato concesso a tutti gli altri Pae-si, ma verrà distribuito nel corso dei prossimi 5 anni (1% all’anno). In fase di negoziato l’Italia ha assunto l’impegno di destinare tale quantitativo “a quei produttori che sono stati responsabili del superamento delle quote nazionali di latte” al fine di coprire le produzioni e di non superare il quantitativo prodotto nel 2007/2008.

Anche dai dati relativi all’ultima campagna lattiera sopra riportati emerge che l’aumento (547.881 tonnellate) non uguaglia gli esuberi individuali, pari invece a 873.000 tonnellate, ai quali andrebbero aggiunte le quote affittate nel corso del 2007/2008, acquisite per coprire esuberi produttivi, consistenti in circa 418.000 tonnellate.

Per ridurre ulteriormente il divario fra quota e produzione il Governo ha previsto di utilizzare a tale scopo anche le 210.000 tonnellate destinate all’Italia dal già citato Reg. (CE) 248/2008; quantitativi, invece, che dovevano essere attribuiti ai produttori attraverso le Regioni secondo criteri stabiliti dalla normativa vigente.

E’ evidente quindi che per definire procedure e criteri per l’assegnazione dei nuovi quantitativi è necessaria una modifica alla legge 119/2003. E’ altret-tanto evidente che, in considerazione della particolare situazione nazionale in materia di quote latte, aggravata dal perdurare di una profonda crisi generale e del settore in particolare, la discussione politica è molto forte e accesa.

A tale proposito la Regione Emilia-Romagna, in accordo con i rappresen-tanti del mondo agricolo e le altre amministrazioni regionali, proprio in consi-derazione delle diverse posizioni dei singoli produttori nei confronti del rispet-to della normativa, ha avanzarispet-to proposte tecniche che definiscono requisiti per l’assegnazione, vincoli e priorità finalizzate ad operare secondo criteri di equi-tà e giustizia nei confronti dei produttori che, con grandi sacrifici, hanno lavo-rato nel rispetto delle regole.

3.1. L’andamento congiunturale dei redditi agricoli nell’Unione

Nel documento Rapporto 2008 (.pdf 3.1mb) (pagine 69-75)