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La struttura dell’industria alimentare

Nel documento Rapporto 2008 (.pdf 3.1mb) (pagine 195-199)

I dati disponibili nella banca dati delle Camere di Commercio consentono di fotografare la situazione strutturale in termini di numero di imprese e nume-ro di Unità Locali, distinguendo tra imprese artigiane e industriali in senso stretto, senza però fornire un qualsiasi indicatore attendibile sulle dimensioni aziendali.

Nel 2008 risultano iscritte negli appositi registri delle Camere di Commer-cio dell’Emilia-Romagna 58.142 imprese manifatturiere, delle quali 9.513 (il 16,4%) appartengono al settore alimentare e delle bevande (tabella 7.3). Le informazioni relative al periodo 2000-2007 evidenziano una flessione dell’1,9% della numerosità delle imprese manifatturiere. Il 2008 segnala, in-vece, un +1,2% riportando il valore al livello di 4 anni prima. Di contro, il numero delle imprese alimentari cumula, dal 2000 al 2008, un incremento su-periore al 15%.

La quota nazionale delle imprese alimentari sul totale delle imprese manifatturiere risulta di due decimi di punto percentuale maggiore rispetto a quella regionale, mentre la tendenza delle prime ad aumentare è ancora più evidente a livello nazionale (+24,8% dal 2000). Il numero delle imprese mani-fatturiere in Italia oscilla senza mostrare un andamento ben definito.

Numericamente, sia l’industria manifatturiera sia quella alimentare regio-nali rappresentano l’8,9-9,0% dei corrispondenti aggregati nazioregio-nali. Vi sono comparti che vedono l’Emilia-Romagna certamente protagonista quali quello delle carni, con poco meno del 22% delle imprese nazionali, il mangimistico con oltre il 15% e il lattiero-caseario, che concentra in regione poco meno del 14% delle imprese nazionali. Importante è pure la presenza di mulini con l’8,9% del totale nazionale e delle imprese pastarie (9% del totale nazionale).

Utilizzando la codifica Ateco-3 le imprese alimentari sono state suddivise in 10 comparti, la cui composizione numerica si presenta molto varia.

L’aggregato ovviamente più numeroso è quello definito “altri prodotti” (pro-dotti di panetteria e di pasticceria fresca, paste alimentari, cuscus e pro(pro-dotti fa-rinacei e simili, fette biscottate, biscotti, prodotti di pasticceria conservati,

zucchero, cacao, cioccolata, caramelle e confetterie), con il 65,2% delle impre-se del impre-settore a livello regionale. Esso rappreimpre-senta anche il comparto più dina-mico essendo cresciuto dal 2000 di ben oltre un quarto. Il comparto

lattiero-Tabella 7.3 - Evoluzione del numero delle imprese attive iscritte nel ”Registro delle Impre-se”delle Camere di Commercio

15.50 Lattiero-caseario 1.536 16,1 1,5 0,2 2,5

15.60 Molitoria 150 1,6 2,0 -10,7 -26,8

Manifatturiera 58.142 1,2 -0,4 -0,7

Italia

15.50 Lattiero-caseario 11.026 10,4 3,1 9,5 28,4 15.60 Molitoria 1.681 1,6 -2,9 -13,5 -27,1

15.70 Mangimistica 632 0,6 1,9 0,2 2,6

15.80 Altri prodotti 76.388 71,8 3,0 13,0 35,4

di cui:

* Quota percentuale Alimentari e bevande / Manifatturiera.

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Registro delle Imprese - Camere di Commercio.

caseario regionale conta ben 1.536 ragioni sociali, il 16,1% del numero delle imprese alimentari dell’Emilia-Romagna. In regione la numerosità delle im-prese di questo comparto sembra abbastanza consolidata, mentre a livello na-zionale l’incremento dal 2000 supera il 28%. L’altro comparto numericamente molto rilevante è quello della carne: 1.102 imprese, l’11,6% dell’alimentare regionale. Nel loro complesso questi tre comparti assommano il 93,2% delle imprese alimentari della regione.

L’osservazione dei dati relativi al numero delle imprese non consente la separazione tra artigiane e industriali in senso stretto, cosa che invece diviene possibile con i dati relativi alle Unità Locali (tabella 7.4). Alle 9.513 imprese alimentari emiliane corrispondono 11.700 Unità Locali delle quali 8.266 (il 70,6% del totale) risultano iscritte nel registro delle realtà artigianali – riferi-mento Legge 8 agosto 1985, n. 443 «Legge-quadro per l’artigianato» – e 3.434 appartengono all’aggregato dell’industria in senso stretto. Nella figura 7.1 si riporta l’evoluzione dell’indice numerico delle Unità Locali artigianali e non nel periodo 2000-2008 (2000=100). La quota di Unità Locali manifatturiere artigiane è di 10 punti percentuali inferiore rispetto al dato per l’alimentare:

60,5% contro 70,6%. La situazione nazionale appare molto simile a quella re-gionale, con le Unità Locali artigiane a rappresentare rispettivamente il 71,2%

e il 59,4% dei due comparti.

Alcuni comparti, poi, si presentano più industrializzati di altri nell’ambito del territorio regionale e in taluni casi questa situazione muta se analizzata a livello nazionale. Facendo riferimento alle Unità Locali, il comparto dello zucchero risulta di natura completamente industriale in Emilia, mentre a livel-lo nazionale compare una piccola componente artigiana (3,8%); quellivel-lo delle

“acque minerali e bibite” vede la componente industriale al 93,2% in regione e all’89,6% in Italia; il comparto vini risulta all’86-87% a carattere industriale sia in Emilia che a livello di sistema Paese, l’aggregato “generici” è rappresen-tato da Unità Locali industriali per il 91,6% in regione e per il 90,3% a livello nazionale. Il comparto del Pesce risulta di struttura industriale nella Regione per l’84% circa, mentre scende al 71% a livello nazionale; le “conserve vege-tali” sono per l’83% costituiti da Unità Locali industriali in Emilia-Romagna e per il 78% a livello nazionale.

Il settore dell’industria dei mangimi presenta identica struttura sia a livello locale che a livello di Paese (76,4%); “oli e grassi vegetali” annoverano il 69%

di Unità Locali industriali in regione e l’80% a livello nazionale; il comparto molitorio si divide quasi alla pari tra realtà industriale e realtà artigianale indi-pendentemente dal riferimento geografico considerato; infine, il peso delle U-nità Locali industriali nella lavorazione delle carni vale il 59% a livello nazio-nale e il 55% in regione.

Tabella 7.4 - Evoluzione del numero delle Unità Locali attive in Emilia-Romagna iscritte nel

”Registro delle Imprese”delle Camere di Commercio

Ateco

Manifatturiera 43.575 -0,9 -1,8

Industriali

Manifatturiera 28.409 5,5 6,2

Artigiane + Industriali

Manifatturiera 71.984 1,5 1,2

* Quota percentuale Alimentari e bevande / Manifatturiera.

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Registro delle Imprese - Camere di Commercio.

L‘evoluzione nel tempo del numero di Unità Locali non è dissimile dall’andamento delle imprese analizzato in precedenza.

Di un certo interesse può, invece, risultare una misura dimensionale grezza quale il rapporto tra numero di Unità Locali e numero di imprese (tabella 7.5).

Il rapporto cresce nel tempo per quasi tutti i comparti – ad esclusione di “con-serve vegetali” e “acque e bibite” –, sia a livello regionale che nazionale, e in-dica dimensioni maggiori per la realtà regionale rispetto al totale Italia ad ec-cezione di tre soli comparti: carni, lattiero-caseario e bevande, quest’ultimo so-lo nel 2008.

7.3. Flussi occupazionali e fabbisogno professionale nell’industria

Nel documento Rapporto 2008 (.pdf 3.1mb) (pagine 195-199)