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La vite e il vino

Nel documento Rapporto 2008 (.pdf 3.1mb) (pagine 113-121)

L’andamento della vendemmia in regione ha fatto registrare un leggero ri-tardo rispetto all’andamento complessivo nazionale, per via del clima freddo

che ha influenzato le fasi fenologiche e ha influito sulla vitalità delle gemme e sulla qualità della ripresa vegetativa. Le abbondanti piogge primaverili hanno favorito l’insorgenza di attacchi di peronospora e botrite in modo decisamente superiore rispetto all’anno 2007; le grandinate di inizio luglio hanno infine completato il quadro degli eventi meteo climatici e fitopatologici ad incidenza negativa, contribuendo a motivare (soprattutto nell’areale emiliano) la riduzio-ne delle quantità prodotte. Nei vigriduzio-neti collinari è stata riscontrata in crescente aumento la presenza di cocciniglia.

Il dato produttivo del comparto (tabella 4.4) evidenzia una netta differenza tra le province più occidentali dell’Emilia e quelle orientali emiliane e roma-gnole. Se gli investimenti superficiali si sono mantenuti pressoché costanti in tutte le province (fanno eccezione Ferrara e Rimini, con una contrazione ana-loga delle superfici dedicate alla coltivazione: -3,86%), le quantità di uva da vino prodotta sono state, in Emilia, fortemente ridotte a causa degli eventi at-mosferici, facendo registrare un picco di decremento produttivo nella provin-cia di Parma (-23,8%) e cali compresi tra -15% e -20% per Piacenza, Reggio Emilia e Modena. Di conseguenza, hanno subito marcate riduzioni anche i quantitativi di vino prodotto, portando l’areale tipico di produzione dei Lam-bruschi a far registrare un bilancio fortemente negativo. Differente è il segno associabile al bilancio delle province orientali: la produzione di uva è stata su-periore a quella del 2007 (in alcune aree, in modo decisamente significativo), e ha portato ad un risultato assolutamente positivo anche in termini di vinifica-zione. In questo senso, spiccano i risultati produttivi delle province di Bolo-gna, Ravenna e Rimini, che a seguito di buoni incrementi nella produzione delle uve (rispettivamente, +10,1%, +13,5% e +35,6%) hanno messo in luce ottime performance di vinificazione (eclatante è il caso della provincia di Ri-mini, con +43,3% di vino prodotto).

Sotto il profilo qualitativo, l’annata ha fatto registrare buoni risultati. In al-cuni areali la produzione vitivinicola ha risentito del clima secco estivo in ter-mini di riduzione delle rese ma ha ottenuto risultati soddisfacenti per quanto riguarda la qualità e la gradazione alcolica dei vini prodotti.

L’analisi dell’andamento delle categorie vinicole regionali mette in eviden-za, per il 2007, un forte calo delle produzioni DOC/DOCG (-15%), a fronte di una sostanziale tenuta dei quantitativi prodotti di vino da tavola e di vino IGT.

Nel dettaglio, è possibile riscontrare che, rispetto al 2007, è in calo l’incidenza dei vini DOC/DOCG sulla composizione della produzione vinicola regionale complessiva (-3% circa); tale riduzione trova compensazione nell’incremento dell’incidenza, sul parco vinicolo regionale, dei vini IGT e del vino da tavola (+1,5% circa per entrambi). Nella composizione della produzione vinicola e nel bilanciamento tra vini rossi e rosati e vini bianchi, si deve registrare, per il

Tabella 4.4 - Superfici e produzioni della vite per uva da vino in Emilia-Romagna

Superficie in produzione (ha)

Produzione totale (100 kg)

Uva vinificata (100 kg)

Vino prodotto (hl)

Variazione % 2008/07 Province

2007 2008 2007 2008 2007 2008 2007 2008 sup. prod. vino

Piacenza 6.196 6.213 507.785 418.620 1.012.760 418.120 750.000 327.000 0,27 -17,6 -56,4

Parma 827 824 97.528 74.286 97.379 74.286 71.195 56.977 -0,36 -23,8 -20,0

Reggio E. 8.353 8.383 1.543.916 1.300.792 1.543.916 1.300.792 1.058.000 900.000 0,36 -15,7 -14,9 Modena 7.445 7.428 1.511.335 1.247.904 1.511.335 1.247.904 1.023.435 828.835 -0,23 -17,4 -19,0 Bologna 7.044 7.111 980.200 1.079.000 980.200 1.079.000 658.650 745.800 0,95 10,1 13,2

Ferrara 700 673 94.500 99.604 94.500 99.604 66.150 77.252 -3,86 5,4 16,8

Ravenna 16.405 16.459 2.688.000 3.050.000 2.688.000 3.050.000 1.773.000 2.109.500 0,33 13,5 19,0 Forlì 6.673 6.687 748.143 768.789 748.143 768.289 575.751 598.850 0,21 2,8 4,0 Rimini 2.853 2.743 208.706 282.959 208.706 282.959 146.000 209.389 -3,86 35,6 43,4 TOTALE 56.496 56.521 8.380.113 8.321.954 8.884.939 8.320.954 6.122.181 5.853.603 0,04 -0,7 -4,4 Fonte: Regione Emilia-Romagna - Direzione Generale Agricoltura.

4. LE PRODUZIONI VEGETALI

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2008, un incremento nella produzione dei secondi, che rafforzano il loro peso tra le tipologie vinicole prodotte in regione (+4% circa rispetto al 2007).

L’andamento del mercato del vino ha fatto registrare, complessivamente, una flessione delle quotazioni (-12,1%), dovuta sostanzialmente ad una ridu-zione dei consumi e a condizioni di staticità delle contrattazioni nella fase suc-cessiva alla vendemmia. Tuttavia, l’analisi permette di attribuire la maggiore responsabilità del calo di performance economica alle produzioni vinicole bianche (fortemente penalizzate dalla contrazione dei prezzi corrisposti alle uve), mentre per quanto riguarda il vino rosso le riduzioni delle quotazioni so-no risultate più contenute. Se si osservaso-no, poi, i risultati ecoso-nomici delle pro-duzioni DOC, si riscontrano buoni apprezzamenti dei prodotti vinicoli di qua-lità. Il quadro complessivo del comparto mette in luce un bilancio non positivo per l’annata 2008, che ha fatto registrare una riduzione della redditività consi-stente rispetto al 2007 (-16,1%) (tabella 4.5).

Il 2008 è stato l’anno di applicazione dell’OCM, entrata in vigore in ago-sto. Le condizioni di applicazione sono il frutto di un compromesso siglato tra

Tabella 4.5 - Prezzi alla produzione delle uve e dei vini rilevati sulle principali piazze regio-nali

Vino bianco da tavola gr. 11/12

(€/ettogrado) 2,98 3,71 24,5 3,10 3,85 Vino rosso da tavola gr. 11/12

(€/ettogrado) 2,70 3,27 21,1 3,00 3,35 Vino lambrusco di Sorbara D.O.C.

(provincia di Modena) (€/ettogrado) 4,99 4,99 0,0 4,80 5,20 Vino Sangiovese D.O.C.

(provincia di Forlì) (€/ettogrado) 4,05 4,18 3,2 3,50 5,00 Vino Trebbiano D.O.C.

(provincia di Forlì) (€/ettogrado) 3,18 3,70 16,2 2,90 4,40 Vino Reno Pignoletto D.O.C.

(provincia di Bologna) (€/ettogrado) 6,90 7,50 8,7 7,50 7,50 Fonte: Camere di Commercio dell'Emilia-Romagna.

le posizioni dei Paesi del bacino del Mediterraneo, produttori storici, ed i Paesi del nord europa, tradizionalmente meno vocati. Tale compromesso ha mante-nuto in vita la pratica dello zuccheraggio, ma parallelamente ha condotto all’ottenimento degli aiuti per i mosti e dell’estensione delle superfici soggette ad estirpazione sovvenzionata. La nuova OCM ha previsto lo stanziamento, a livello nazionale, di fondi destinati a misure di ammodernamento del settore, indirizzate specificamente all’adeguamento della filiera produttiva e alla ge-stione, al suo interno, degli aspetti legati alle prestazioni viniche e alle distilla-zioni di crisi. Il Piano Nazionale italiano ha recepito le disposidistilla-zioni della nuo-va OCM ed ha proposto linee di indirizzo per lo sfruttamento della dotazione di risorse destinate al comparto: non ha previsto l’adozione dello schema di pagamento unico; ha proposto la promozione dei prodotti vitivinicoli sui mer-cati di Paesi terzi; ha introdotto disposizioni sulla ristrutturazione e la ricon-versione dei vigneti; ha imposto obbligatoriamente la distillazione dei sotto-prodotti, e ha inserito la distillazione di crisi senza l’assegnazione di fondi (at-tivata solo su richiesta di ogni singola regione). Nell’anno 2008, ai fini dell’adeguamento al regolamento dell’Unione Europea, a livello ministeriale è stato firmato il decreto che prevede premi ai produttori per l’estirpazione dei vigneti (il plafond stabilito per l’Italia per il triennio 2009-2011 è di 58.435 et-tari). Maggiori dettagli sull’OCM vino sono riportati nel paragrafo 2.1.3.

Ulteriori modifiche sono previste per l’anno 2009, in virtù dell’entrata in vigore di alcuni provvedimenti della nuova OCM che riguardano designazione ed etichettatura. In particolare, è previsto il transito dei vini DOCG, DOC e IGT nel sistema delle DOP e delle IGP, ed è attribuito alla Commissione Eu-ropea il compito del riconoscimento delle nuove denominazioni.

A livello regionale, sono da segnalare per il comparto alcune interessanti iniziative. Nella provincia di Reggio Emilia è stato presentato il progetto di zonazione per il territorio collinare, volto ad ottimizzare il rapporto tra vitigno ed ambiente e a valorizzare la diversità dei vini ottenibili in un comprensorio viticolo, mettendo in evidenza la qualità innata presente nelle uve.

In materia di aggregazione di realtà produttive, si segnala la costituzione del polo cooperativo Cantine Cooperative Riunite-Civ per la zona dei lambru-schi, avente per obiettivo la creazione di economie di scala che conferiscano una maggiore competitività e consentano di affrontare più prontamente i mer-cati internazionali, i concorrenti storici e i nuovi competitors.

4.4. I cereali

L’andamento climatico dell’annata si è caratterizzato per la discontinuità

dell’andamento pluviometrico: la concentrazione delle precipitazioni in autun-no e primavera, se per alcune colture ha scongiurato il pericolo di gravi danni, ha invece inciso in modo marcato sulle colture cerealicole. Le piogge di mag-gio e giugno hanno depresso il risultato produttivo per i cereali, sia per via del-le malattie fungine indotte sia per i fenomeni di aldel-lettamento provocati, senza escludere le perdite di prodotto per via delle difficoltà indotte dalle precipita-zioni in fase di raccolta. Il frumento duro è parso particolarmente in difficoltà, perché le piogge, copiose in corrispondenza delle fasi dello sviluppo fenologi-co più sensibili all’umidità, hanno favorito gli attacchi di Fusarium sulle spi-ghe. Altre cerealicole (mais) si sono giovate dell’elevata disponibilità di acqua nella fase precedente alla immissione della spiga e della fioritura (le più esi-genti da un punto di vista di bilancio idrico), e non hanno risentito in termini di capacità produttiva.

L’analisi in dettaglio della performance quantitativa (tabella 4.6) mette in evidenza, per tutte le colture del comparto, un buon risultato in termini di rese.

Per quanto riguarda invece gli investimenti superficiali, a fronte dell’impennata del frumento duro (+61,1%) e di un incremento delle superfici a mais (+7,9%) e sorgo (+17,6%), le altre colture fanno registrare un risultato negativo. Il frumento tenero, influenzato dall’orientamento verso il frumento duro di molti operatori, ha fatto registrare una riduzione delle superfici investi-te (-6,7%), in controinvesti-tendenza rispetto al trend nazionale. Le rese medie, deci-samente superiori a quelle del 2007 (+23,7%), hanno comunque compensato tale riduzione e condotto ad una performance produttiva soddisfacente

Tabella 4.6 - Superfici e produzioni dei principali cereali in Emilia-Romagna

Superficie (ha)

Rese (100 kg)

Produzione raccolta (100 kg)

*Al netto del mais dolce.

Fonte: Regione Emilia-Romagna - Direzione Generale Agricoltura.

(+15,4%). Il frumento duro, sospinto dalle condizioni favorevoli dei prezzi dei cereali in fase di semina e dal completo assorbimento dell’impatto derivante dalla misura di disaccoppiamento della Pac (che aveva reso meno conveniente la coltura), ha visto incrementare notevolmente le superfici investite; tale risul-tato, congiuntamente alla notevole crescita delle rese per ettaro (+13%), ha fat-to quasi duplicare la produzione rispetfat-to al 2007 (+82%). Per il mais e il sorgo, il 2008 ha fatto registrare andamenti positivi sia per le superfici (incrementate rispettivamente del 7,9% e del 17,6%) che per le rese (+15,3% e +4,9%), an-nettendoli nel gruppo dei cereali a performance quantitativa totalmente positi-va (mais raccolto: +24,4%, sorgo raccolto: +23,3%); per il mais preme sottoli-neare che, a differenza dei frumenti, la coltura ha tratto giovamento dal parti-colare andamento climatico di inizio estate.

Meno positivo è il bilancio quantitativo per riso, orzo ed avena. Pur non avendo risentito dei problemi di infezioni fungine che hanno affetto le princi-pali aree risicole italiane, in regione il riso ha accusato la contrazione degli in-vestimenti superficiali (-9,9%), indotti dai prezzi maggiormente allettanti di al-tri cereali (mais), ad esso preferibili in zone a minor vocazione; la perdita di superfici è stata solo parzialmente bilanciata dalle buone rese (+6,7%), ed ha condotto ad un risultato produttivo in flessione (-3,7%). L’orzo e l’avena hanno subito, come il riso, una riduzione delle superfici coltivate (11,9% e -46,5%); le rese, in entrambi i casi migliori rispetto a quelle del 2007, hanno, solo nel caso dell’orzo, tamponato il decremento delle superfici portando a -6,4% la performance quantitativa rispetto al 2007. Nel caso dell’avena, il crol-lo negli investimenti è il primo responsabile del dimezzamento della produ-zione (-45,3%).

L’analisi della performance economica del comparto (-4,4% rispetto alla PLV 2007) mette in evidenza un crollo significativo delle quotazioni, contrat-tesi per via del generalizzato incremento dell’offerta globale in fase di raccol-ta. Si deve inoltre sottolineare che per molte delle colture cerealicole la valuta-zione della redditività per unità di superficie ha fatto segnare un andamento negativo; coniugato con l’incremento del prezzo dei mezzi di produzione, il dato riduce ulteriormente la redditività delle colture stesse, specie se necessi-tano di notevole impiego di mezzi tecnici e operazioni colturali (tabella 4.7).

Per quanto riguarda il frumento tenero, la riduzione dei prezzi corrisposti (-16,1%) è stata bilanciata da produzioni e rese in crescita, contribuendo a con-tenere la riduzione della redditività della coltura (-3,2%). Il frumento duro, colpito da fusariosi per via delle ingenti piogge in fase di maturazione e rac-colta, ha fatto registrare un andamento altalenante delle quotazioni, che anche per effetto della performance qualitativa non ottimale si sono attestate ad un livello decisamente inferiore a quello del 2007 (-14,9%). L’ottimo risultato

produttivo ha tuttavia permesso alla coltura di incrementare notevolmente la sua redditività complessiva (+55%).

Per mais, orzo e sorgo è da registrare, così come per i frumenti, una contra-zione marcata delle quotazioni (rispettivamente, -40% -27,6% e -27,4%), do-vuta, per il mais in particolare, da un lato al calo del frumento, dall’altro alle attese di crescita della produzione comunitaria. Il buon risultato produttivo delle tre colture ha in parte tamponato l’apporto negativo (mais: -25,4%; orzo:

-32,2%; sorgo: -10,5%) alla PLV. Il riso rappresenta la sola coltura cerealicola che ha visto incrementare le proprie quotazioni in modo significativo rispetto al 2007 (+58,2%); il dato ha permesso alla coltura di chiudere l’annata con un apporto positivo alla PLV regionale (+52,3%). Per il riso si deve ricordare che la Commissione europea, recependo le pressioni italiane, ha escluso la coltura dalla lista dei prodotti tropicali, per i quali il WTO propone l’esenzione da dazi all’importazione, ed ha scongiurato il pericolo della forte concorrenza del riso asiatico (che si sarebbe giovato dell’eliminazione della protezione tariffaria).

Nel 2007, la riduzione delle scorte cerealicole ha indotto un marcato in-cremento dei prezzi dei cereali. Tale inin-cremento di quotazioni ha provocato, per il 2008, la corsa alla semina di cereali, incentivata anche dalla rimozione del set aside obbligatorio nell’Unione Europea, ed ha innescato un processo di

Tabella 4.7 - Prezzi all'ingrosso dei cereali di produzione nazionale rilevati sulla piazza di Bologna (€/100 kg)

Fino nazionale prod. Nord (a) 28,58 36,71 28,4 37,74 26,93 -28,6 (lug.-dic.) (lug.- dic.) Mais

Nazionale comune (b) 19,49 19,48 -0,1 22,56 13,05 -42,2 (ott.-dic.) (ott.-dic.) Orzo

Nazionale pesante (b) 20,88 20,61 -1,3 24,12 16,59 -31,2 (lug.-dic.) (lug.-dic.) Sorgo

Nazionale bianco (a) 18,94 18,19 -3,9 20,76 13,02 -37,3

(ott.-dic.) (ott.-dic.)

(a) Franco partenza produttore.

(b) Franco arrivo.

Fonte: Associazione Granaria Emiliana-Romagnola.

lievitazione dei costi dei semi. Nell’annata agraria 2008 si è tuttavia assistito ad un’altalena dei prezzi, che ha fatto oscillare le quotazioni dei prodotti e ha indotto l’UE a reintrodurre i dazi all’importazione dei cereali, sospesi ad inizio 2008 per la presenza di una situazione diametralmente opposta (crescita delle quotazioni e scarsa disponibilità sul mercato).

Tra le iniziative riguardanti il comparto, si intende citare la collaborazione della regione alla stesura del Piano cerealicolo nazionale. Alla luce delle evo-luzioni che hanno interessato il comparto, il Piano mira alla definizione di in-terventi che risolvano le criticità del settore e alla predisposizione di strumenti (ad esempio, nuovi accordi) che apportino condizioni di stabilità ed affidabili-tà. La Regione risulta inoltre coinvolta nel processo attuativo del contratto di filiera “Frumento di qualità”. Il contratto, promosso da un gruppo di imprese, prevede investimenti per la costituzione di un sistema integrato di filiera in grado di valorizzare la produzione attraverso un costante contatto con il mer-cato ed un supporto sugli aspetti tecnici di coltivazione.

L’annata ha decretato la nascita dell’organizzazione Cereali Emilia-Romagna, la più grande organizzazione di produttori di cereali nazionale.

L’Op, che risponde alla necessità di aggregare l’offerta cerealicola regionale, intende definire, per i soci, comuni politiche dalla fase delle semine a quella dello stoccaggio, perseguendo l’obiettivo della qualità della materia prima conferita alla trasformazione. Lo sforzo profuso verso la qualità dei cereali, con particolare riferimento al grano duro, ha garantito il rinnovo, per il 2008, del contratto di filiera con Barilla (progetto “Grano duro di alta qualità”) per la fornitura di 100 mila tonnellate di materia prima. Preme sottolineare che il contratto di filiera ha fortemente contribuito all’incremento degli investimenti a grano duro in regione.

Si segnala, infine, la stesura del protocollo d’intesa finalizzato all’adozione di linee guida da adottare per la predisposizione di un piano di autocontrollo aziendale contro il rischio di contaminazione da micotossine.

Nel documento Rapporto 2008 (.pdf 3.1mb) (pagine 113-121)