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Catalogo delle Stele

18. Brecus Ritrovamento:

La stele è stata ritrovata il 7 luglio del 1859 a Bingen-Bingerbrück, presso il fiume Nahe. Nello stesso momento sono state rinvenute due parti che poi vennero riconosciute come appartenenti alla stessa stele, ovvero la parte inferiore di una stele con l’iscrizione e i piedi di un personaggio dentro una nicchia e la parte superiore con figura all’interno di una nicchia con il suo coronamento acroteriale. Le due parti sono state riferite l’una all’altra perché le larghezze dei due pezzi coincidono e coincide anche il luogo del ritrovamento419.

Materiale: Pietra arenaria420.

Misure: la parte superiore della stele misura 1,21 m di altezza, 85 cm di larghezza e

30 cm di spessore; la parte inferiore invece misura 69 cm di altezza, 82 cm di larghezza e 30 cm di spessore.

Iscrizione:

[B]reucus Blaedar[i f(ilius)] / miles ex coh(orte) I Panno(niorum) / natione Breucus / an(norum) XXXVI stip(endiorum) XVI h(ic) s(itus) e(st) h(eres) p(osuit)421

Stato di conservazione:

La stele si presenta spezzata in due parti con una lacuna corrispondente alla parte tra il busto e le caviglie del soldato. Il rilievo è molto rovinato e scheggiato in tutta la sua superficie. La testa del soldato è stata asportata da un netto colpo trasversale. Anche il busto è molto rovinato. La parte superiore si ferma all’altezza del ventre del soldato,

419 SCHMIDT 1860, 206 e ss. 420 Id., 207.

421 “Breucus, figlio di Blaedari, soldato dalla coorte I Pannoniorum, del popolo dei Breuci, morto a

145 tagliando gli avambracci del soldato, per questo possiamo soltanto ipotizzare che il destro fosse steso e il sinistro piegato forse appoggiato ad una lancia. I fianchi esterni hanno subito grossi danni, ma sono ancora riconoscibili due rilievi con figure di Attis. Anche il pezzo inferiore della stele presenta una serie di colpi e scheggiature anche se nel complesso è conservato in condizioni migliori rispetto al resto della stele. Al di sotto dell’iscrizione, sulla destra, si vede l’incisione di una R che probabilmente è di epoca recente.

Descrizione:

Una descrizione accurata di questa stele non è possibile a causa dello stato avanzato di deterioramento. Una ragione per spiegare ciò è fornita da Schmidt422, il quale

adduce questa condizione alla natura della pietra con cui la stele è stata realizzata, che è molto friabile. Il monumento funebre in questo caso doveva essere una stele di forma rettangolare, con nicchia a terminazione arcuata e che presenta la forma di una conchiglia di cui sono riconoscibili le linee interne della valva e l’umbone. La parte superiore della stele presenta una decorazione acroteriale che rappresenterebbe un serpente avvolto in spire. Questo animale usato come acroterio è estraneo alla tradizione renana e anche gallica423 . Nel mondo romano il serpente poteva

rappresentare gli spiriti benefici dei defunti ed era anche associato alla salute e alla fertilità, aveva anche delle qualità apotropaiche e profetiche424. La qualità del serpente

di cambiare pelle aggiunge alla simbologia dell’animale un significato di resurrezione. Forse esistevano anche due acroteri laterali in forma di leoni425. Per quanto riguarda il

pezzo inferiore della stele invece, oltre all’iscrizione, sono riconoscibili solamente i

422 SCHMIDT 1860, 207.

423 ESPERANDIEU 1922, n. 6151. 424 TOYNBEE 1973, 223.

146 piedi di una figura che però non presentano alcun tipo di decorazione né segno di calzatura. Il soldato è collocato all’interno della nicchia e da quello che si può riconoscere, indossa una paenula426 con cappuccio ripiegato visibile sul collo. Sotto il

mantello è una tunica a maniche corte.

Il defunto apparteneva alla tribù dei Breuci, la tribù più importante della Bassa Pannonia427. Egli era un soldato della cohors I Pannoniorum428, questa unità venne

creata nella odierna Ungheria; durante il I secolo però militò a Wiesbaden o Bingerbrück o in entrambi i campi, finché non venne mandata in Britannia dove rimase dalla morte di Traiano al regno di Settimio Severo (117-211). Della stessa unità facevano parte il soldato Licaius, la cui stele fu ritrovata a Wiesbaden429 e quella di

Scenus430 ritrovata invece nella stessa località di Breucus.

Datazione:

La stele viene datata come le altre del gruppo di Annaius all’età tibero-claudia (14-54 d.C.). 426 UBL 2013, 305, n. 47. 427 SCHMIDT 1860, 207. 428 SPAUL 2000, 334. 429 CIL XIII, 7582. 430 CIL XIII, 7511.

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19. Bato

Ritrovamento:

La stele viene pubblicata da Esperandieu431 in due numeri di catalogo differenti, uno

per la parte inferiore con l’iscrizione e uno per quella superiore con la figura del defunto e la nicchia. Le due parti non vengono considerate appartenenti alla stessa stele dallo studioso francese, che solo della parte inscritta riferisce il ritrovamento nel 1860 a Bingenbrück, mentre per la parte superiore scrive che la provenienza è ignota. Il resoconto dettagliato di Schmidt432 invece riporta la notizia secondo la quale la stele

venne ritrovata il 21 luglio del 1859 a Bingen-Bingerbrück, presso il fiume Nahe, all’interno di un pozzo a nord degli scavi per la costruzione del ponte della ferrovia sul Rhein-Nahe. Viene riferito che la parte superiore giaceva accanto a quella con l’iscrizione che era ancora infissa nel terreno.

Materiale: Calcare.

Misure: per la parte con l’iscrizione l’altezza misura 87 cm, la larghezza 72 cm e lo

spessore 29 cm. La parte superiore invece misura 1,20 m di altezza, 72 cm di larghezza e 27 di spessore.

Iscrizione:

Bato Dasantis fil(ius) / natione Ditio mil(es) ex / coh(orte) IIII Delmatarum a/nn(orum) XXXV stipendior(um) XV / h(ic) s(itus) e(st) h(eres) p(osuit)433

Stato di conservazione:

431 ESPERANDIEU 1922, n. 6141 per l’iscrizione, n. 6173 per la parte superiore della stele. 432 SCHMIDT 1860, 209-210.

433 “Bato, figlio di Dasantis, della tribù dei Ditiones, soldato ex IIII Delmatarum, morto a trentacinque

148 Della stele originaria si conservano due pezzi. Della parte inferiore della stele è stele è conservata l’iscrizione senza cornice ed i piedi del defunto. Della parte superiore invece si conserva la figura di un soldato fino all’altezza dell’orlo della tunica e in alto fino alla sommità della nicchia, la parte superiore è stata rasata distruggendo probabilmente degli acroteri. Gran parte dei montanti, soprattutto a destra sono andati distrutti. La superfice si presenta scheggiata in tutta la stele e nel complesso molti particolari non sono più visibili sia nell’armamento che nel volto e nel corpo del soldato. La superfice risulta anche annerita nella nicchia e sulle pieghe del mantello del soldato. La stele è stata restaurata inserendo le parti mancanti.

Descrizione:

Stele originariamente di forma rettangolare con sommità a spioventi in cui all’interno si inserisce una nicchia con estremità arcuata e fondo a conchiglia. Il defunto si trova all’interno della nicchia, in piedi, in posizione frontale. Il braccio destro reggeva forse delle lance, quello sinistro, se pensiamo alle soluzioni adottate per il gruppo di Annaius, forse reggeva lo scudo, ma non possiamo esserne certi perché non si conserva. Il soldato indossa una tunica del tipo bogenförmig geschürzt con presente anche la resa della pieghe a forma tubolare o Kordenfalten, che nella tunica non sono visibili chiaramente, mentre si possono osservare nel sagum che indossa il quale presenta la stessa piega ad arco sul petto di quello di Annaius. È certo che il soldato avesse un doppio cingulum alla vita, forse incrociato, ma dei dettagli più precisi non possono essere forniti. Così come possiamo solo supporre l’esistenza di pteryges. Attaccati ai cingula sono anche a destra il gladius e a sinistra il pugio.

I laterali sono decorati da una sfinge per lato ritratta mentre avanza verso lo spettatore, purtroppo entrambe sono molto danneggiate.

149 La stele di Bato differisce dal gruppo di Annaius per il fatto che sembra essere una stele a edicola con frontone triangolare, come quella del soldato Musius, più che una stele a nicchia434 e questa differenza architettonica comporterebbe anche una

differenza di cronologia portando a datare la stele di Bato prima di quella di Annaius. Il defunto era un soldato ausiliare della cohors IIII Delmatarum, ovvero la stessa unità militare a cui apparteneva Annaius Daverzus. L’unità doveva essere di stanza in Germania nel I secolo d.C. come queste due stele attestano. L’unità in sé, invece, venne costituita probabilmente con le altre tre Delmatarum prima del regno di Claudio, in Dalmazia435 per poi essere spostata in Germania e poi in Britannia. Sembra che

questa coorte sia stata poi fusa ad una coorte della Pannonia per formare la cohors I Pannoniorum et Delmatarum equitata cuium Romanorum che viene registrata nel II secolo in Germania Inferior, questa teoria sembra essere supportata dalla mancanza di prove di alcuna coorte IIII Delmatarum in quel periodo.

Schmidt riporta la notizia per la quale i Ditiones erano una tribù della Dalmazia436.

Plinio nella sua Naturalis Historia, ascrive la tribù dei Dizioni alla giurisdizione della città di Salona, al confine tra la Liburnia e la Dalmazia437.

Il fatto poi di trovare anche qui la preposizione ex prima dell’unità potrebbe significare un abbandono dell’unità a causa di una morte prematura438.

Datazione:

La stele di Bato per tutte le somiglianze stilistiche e per la comunanza nel luogo di ritrovamento deve essere datata come le altre stele del gruppo Bingen-Bingerbrück

434 BOPPERT 2005, 94. 435 SPAUL 2000, 307. 436 SCHMIDT 1860, 209.

437 Plinio il Vecchio, Storia Naturale, III, XXVI, 141-142. 438 BOPPERT 2005, 94.

150 ovvero tra l’età tiberiana e quella claudia (14-54 d.C.). Boppert ritiene che la stele appartenga più all’età tiberiana che claudia per la forma architettonica ancora arcaica che presenta439.

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20. Firmus