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Catalogo delle Stele

10. Pintaius Ritrovamento:

Il CIL277 afferma che questa stele venne ritrovata nel maggio del 1755 insieme ad altre

quattro nel giardino annesso al Kurfürstliches Palais di Bonn (antica Bonna). Di queste quattro stele, una non presentava iscrizione, un’altra è la stele a figura intera del soldato Quintus Petilius Secundus278¸ l’ultima è la stele di Lucius Piperacius279 che è

la più rovinata perché era finita murata nel cortile nuovo del Palazzo.

Materiale: Calcare della Lorena.

Misure: 1, 94 m di altezza, 62 cm di larghezza, 22 cm di spessore. Iscrizione:

Pintaius Pedilici / f(ilius) Astur Trans/montanus castel(l)o / Intercatia signifer / c(o)ho(rtis) V Asturum / anno(rum) XXX stip(endiorum) VII / h(eres) ex t(estamento)

f(aciendum) c(uravit) / ave280

Stato di conservazione:

Stele rotta trasversalmente all’altezza dei fianchi del soldato, ma riattaccata insieme, così come l’angolo inferiore destro281. I bordi della stele sono molto rovinati. Il volto del

defunto è abraso e non si conservano i tratti fisiognomici. Presenta delle scheggiature

277 CIL XIII, 8098.

278 CIL XIII, 8079; ESPERANDIEU 1922, n. 6253; vd. Infra. 279 CIL XIII, 8080; BAUCHHNENSS 1978, n. 44.

280 “Pintaius, figlio di Pedilici, originario del castello Intercatia nelle Asturie trasmontane, signifer della

coorte V Asturum, di anni trenta, sette di servizio, gli eredi posero questa tomba secondo il suo testamento.” Rese a graffito e probabilmente già in antico sono le ultime tre lettere in basso A V E.

108 anche nelle gambe e in alcuni tratti dell’epigrafe. La figura del soldato è comunque interamente conservata e sono ben riconoscibili i dettagli dell’armamento.

Descrizione:

Stele rettangolare con defunto in posizione frontale all’interno di una nicchia con terminazione superiore arcuata. Il bordo della nicchia nella parte superiore è decorato da un motivo dentellato e da una sottile striscia più esterna. Gli angoli superiori sono occupati da foglie di acanto282 o da quella che Rinaldi Tufi definisce «rosetta

triangolarizzata»283. Il signum del soldato è scolpito nel bordo sinistro della stele che è

per questo più largo del destro. Il soldato è rappresentato con la gamba destra portante e la gamba sinistra flessa, entrambe le braccia sono piegate, la destra regge il signum, la sinistra si appoggia sul pomolo della spada. L’anatomia del soldato è resa con parecchia approssimazione e rigidità, il busto è molto lungo, le spalle poco definite e troppo large, le braccia si piegano in modo innaturale e sono molto sottili rispetto al resto del corpo. Anche se molto rovinato, si riconoscono sul volto del soldato le palpebre incise e le guance paffute; si delineano anche molto bene i para-guancia, l’elmo e la sua copertura in pelle di orso. La pelliccia scende sul petto dove sono incise le zampe dell’animale dotate di lunghi artigli. Il defunto indossa sicuramente una tunica a maniche corte con bordo inferiore arcuato del tipo bogenförmig geschürzt. Al di sopra di essa vediamo un indumento liscio a mezze maniche da cui sulle braccia e sulle cosce si vedono delle frange rese con sottili e ravvicinate incisioni ondulate. Da Lehner284 viene interpretato come un Lederpanzer, ovvero una corazza in cuoio rigido.

Robinson285 pensa che il defunto indossi una lorica hamata coperta da una tunica

282 PETRIKOVITS 1965, 66. 283 RINALDI TUFI 1988, 54. 284 LEHNER 1918, 658. 285 ROBINSON 1975, 169.

109 aderente con delle frange sulle braccia e sulle gambe e senza spallacci di protezione. Se l’armamento di Pintaius fosse come quello di Musius286, come Robinson ritiene,

allora dovremmo vedere la tunica superiore non in tessuto come quella inferiore, ma in pelle. Secondo Petrikovits287 il defunto indossa sopra la tunica un corpetto con

frange in lana sulle braccia. Sopra questo indumento, il soldato indossa due cingula paralleli, decorati da placchette rettangolari con piccole gobbe centrali288. Del cingulum

superiore si riconosce fibbia a forma di D che punta a sinistra da cui pende una linguetta, alla cui estremità poteva esserci un ciondolo ma il danneggiamento della stele non ne rende possibile la verifica. Dal cingulum inferiore, proprio nella parte interessata dalla frattura longitudinale, pendono le cinghie degli pteryges che terminavano in lunulae di cui due ancora riconoscibili. Gli pteryges raggiungono quasi l’orlo delle frange della corazza. Alle cinture sono attaccate il gladius, a sinistra e il pugio, a destra. Il fodero del pugio è decorato da un anello per lato che servivano per tenerlo fissato al fianco del soldato, la parte finale del fodero invece termina con un elemento a forma di dischetto, il Dosenortband. La parte esterna del fodero ha delle placche decorate che probabilmente hanno dei motivi vegetali. Del fodero del gladius si vede la fascia superiore terminante in un anello per lato, la guardia con forma scampanata, l’impugnatura con intacchi per le dita e il pomolo che anche se fortemente rovinato sembra essere circolare. Ai piedi porta delle caligae di cui è visibile solo la fascia centrale.

Per quanto riguarda il signum che Pintaius stringe nella mano destra, esso consiste in una lancia su cui sono dall’alto verso il basso: la punta della lancia, una corona di foglie, una barra trasversale di legno con quelle che sembrano forse ghiande appese

286 Cfr. nel Catalogo la stele n. 1. 287 PETRIKOVITS 1965, 66. 288 HOSS 2014, n. 29.

110 ai lati289, una phalera con umbone centrale, l’aquila con le ali spiegate che negli artigli

stringe un fascio di fulmini, una mezza luna, un oggetto a forma di uovo, una nappa di tessuto, una presa per estrarre il signum dal terreno, e infine la punta della lancia. Secondo Ubl290, i signa con una sola phalera sono tipici nelle coorti ausiliare del primo

secolo. Pintaius fu signifer nella coorte che aveva la sua stessa origine etnica, inoltre raggiunse il suo titolo in soli sette anni di carriera, mentre generalmente si raggiungeva questa prestigiosa posizione dopo almeno quindici anni di carriera291. L’origo del

soldato era Intercatia, un castellum nelle Asturie292, nella Spagna nord-occidentale. La

Cohors V Asturum293, creata intorno all’inizio del primo secolo, fu posta sul Basso Reno

per assicurare meglio la zona del Limes forse già dopo il disastro di Varo (9 d.C.) e la sua nuova sede fu il forte ausiliario vicino a Bonna, dove risiedette nel periodo claudio- neroniano. Dopo la rivolta dei Batavi nel 68 d. C. le tracce di questa unità ausiliaria scompaiono, è quindi molto probabile che essa fu distrutta in questa occasione o che fu sciolta da Vespasiano dopo il tumulto dell’anno dei quattro imperatori294.

Datazione:

La stele è datata dal terzo al sesto decennio del primo secolo295 per la rigida frontalità

della figura e la resa goffa e imprecisa delle braccia piegate. Secondo Alföndy296, la

stele di Pintaius è opera della stessa officina di Quintus Petilius Secundus297 ed è

databile come questa tra gli anni 40 e 70 d.C.

289 BAUCHHENSS 1978, 27. 290 UBL 2013, 218. 291 HOLDER 1980, 94. 292 RINALDI TUFI 1988, 73. 293 ALFÖNDY 1968, 44. 294 FRÖHLICH 2003, 652. 295 PETRIKOVITS 1965, 67. 296 ALFÖNDY 1968, 194, 91. 297 Vd. Infra.

111

11. Quintus Petilius Secundus