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Tiberius Iulius Abdes Ritrovamento:

Catalogo delle Stele

17. Tiberius Iulius Abdes Ritrovamento:

Stele ritrovata tra il 19 e il 20 ottobre del 1859406 durante i lavori di costruzione del

ponte della ferrovia Rhein-Nahe, insieme alla stele di Hyperanor, con cui condivide l’unità di appartenenza e alle stele di altri soldati ausiliari, come Annaius, Bato e Breucus407.

Materiale: Calcare locale408.

Misure: la stele misura 1,60 m di altezza, 79 cm di larghezza e 30 cm di spessore. Iscrizione:

Tib(erius) Iul(ius) Abdes, Pant(era), Sidonia, ann(orum) LXII stip(endorium) XXXX, miles exs coh(orte) I Sagittariorum, h(ic) s(itus) e(st)409

Stato di conservazione:

La stele si conserva interamente fino al petto del defunto. Le spalle, la testa del soldato e l’avambraccio sinistro non si sono conservati. I montanti laterali si sono fortemente scheggiati e in parte sono andati perduti. Anche del coronamento della stele non abbiamo più traccia. La gamba destra del defunto è stata scheggiata e rasata. L’iscrizione dedicatoria, che si trova ai piedi del defunto e non presenta cornice, è perfettamente conservata. Sono presenti dei tasselli di risparmio del materiale lapideo che collegano la figura alla nicchia e che contribuiscono a dare alla figura un senso di

406 TABOR 2006, 76.

407 Cfr. Stele num. 15 di questo elaborato. 408 ESPERANDIEU 1922, n. 6137.

409 “Tiberius Iulius Abdes Pantera, originario di Sidone, morto a sessantadue anni dopo quaranta di

141 incompiutezza e di assenza del rilievo. Sono sopravvissute nell’iscrizione delle tracce di pittura rossa410.

Descrizione:

La stele è di forma rettangolare, con nicchia interna. I montanti della stele sono decorati per un quarto con un motivo a squama di pesce e per tre quarti con tre strisce verticali. I fianchi della stele invece presentano come motivo decorativo due figure di Attis di cui però non restano che le gambe incrociate, l’orlo della tunica e del mantello.

Il defunto è rappresentato in piedi, in posizione frontale. La gamba sinistra è quella portante, mentre la destra si allunga verso l’esterno della stele. Il braccio destro è ripiegato sopra il fianco e stringe uno o due oggetti non ben identificati di cui uno di forma allungata sul petto potrebbe essere una freccia411, oppure si tratterebbe della

striscia di cuoio che reggeva appesa sulla spalla destra la faretra contenente le frecce412. L’aspetto di questo oggetto, che sembra essere composto da due parti

tubolari, potrebbe anche rappresentare un volumen413. Viene anche interpretato come

la protezione in cuoio per il polso dell’arciere414. Nell’altra mano il soldato stringe l’arco

di cui, anche se questa parte è andata perduta, si vede sul laterale interno la parte finale arcuata.

Tib. Iul. Abdes indossa una tunica a manica corta che nella parte inferiore mostra la caratteristica forma bogenförmig geschürzt con una Kordenfalten questa volta decisamente schematica e piatta.

410 BOPPERT 2005, 86, n. 47. 411 RINALDI TUFI 1988, 22. 412 HOSS 2014, n. 25. 413 RINALDI TUFI 1984, 21. 414 RINALDI TUFI 1988, 22.

142 Il soldato porta alla vita due cinture incrociate. Entrambe sono decorate da placchette metalliche di forma rettangolare con al centro una rosetta a quattro petali. Il cingulum più in alto che scende in diagonale dal fianco sinistro regge sulla destra la spada, mentre l’altro sostiene il pugio che è a sinistra. Sotto le cinture sembra esserci una fascia, che si intravede dalle pieghe della tunica415. Dal cingulum che regge il pugio

pendono sei strisce di cuoio con otto rivetti circolari e piatti ciascuna. Le strisce terminano in una placchetta rettangolare a cui è attaccato un pendente di forma lanceolata anche se più tondeggiante degli esempi visti e con una punta che termina in un elemento di forma ovale. Della cintura del gladius si vede sulla sinistra dell’osservatore la fibbia a forma di D da cui pende una estremità che sembra terminare con un pendente a forma di cuore. Alla cintura del pugio invece, è attaccata una placca in metallo da cui pendono tutte le cinghie degli pteryges. Il fodero del pugio del soldato è decorato da due placchette metalliche con decorazione a forma di rosetta a quattro petali, mentre la parte finale del fodero presenta delle linee che convergono verso la punta a forma rotonda. Il gladius è molto rovinato, ma non sembra comunque aver avuto alcuna decorazione.

Il soldato, come il commilitone Hyperanor, appartiene alla cohors I sagittariorum, una coorte ausiliaria specializzata formata solamente da arcieri. La coorte, come si è già detto, ha militato probabilmente dall’età claudia o neroniana alla confluenza tra il Reno e il Nahe, presso Bingen, per poi spostarsi in Pannonia nel II secolo416. La coorte era

costituita prevalentemente da soldati provenienti dall’Oriente come Hyperanor che era di Creta e Tiberius Iulius Abdes di Sidone.

415 HOSS 2014, n. 25. 416 SPAUL 2000, 480 e ss.

143 Lo studioso Tabor417, nella sua indagine sulla genealogia di Gesù di Nazareth, propone

la tesi secondo la quale il soldato ritratto in questa stele sia il padre biologico di Gesù Cristo. Tabor ricostruisce la storia del soldato dalla sua nascita nella città di Sidone all’arruolamento nell’esercito romano, per poi teorizzare una sua permanenza in Palestina fino al 6 d.C. quando poi la sua unità era stata trasferita nella zona della confluenza tra il fiume Reno e Nahe, forse in occasione della battaglia di Teotoburgo del 9 d.C. Egli ipotizza quindi che il soldato abbia avuto in quel periodo più o meno l’età di Maria e che i due si siano incontrati quando lui era ancora in Palestina. Lo stesso Tabor riconosce che non c’è modo di provare che la sua teoria sia corretta, anche se dubita che possa trattarsi di sole coincidenze. Soprattutto proponendo delle fonti antiche come Celso, filosofo greco, e Origine, teologo, che riportano la notizia per la quale Maria era rimasta incinta di un soldato romano chiamato Pantera ed era stata cacciata dal marito come adultera.

Datazione:

La stele viene datata insieme a quella di Hyperanor, Annaius e alle altre ritrovate nella zona di Bingen-Bingenbrück, all’età tibero-claudia (14-54 d.C.). Secondo Boppert per alcuni dettagli epigrafici, come il tipo di abbreviazioni usate, la nomenclatura e per il periodo di servizio, pensa più ad una datazione della prima epoca claudia418.

417 TABOR 2009, 71 e ss. 418 BOPPERT 2005, 88.

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18. Brecus