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Frammento di stele con soldato Ritrovamento:

Catalogo delle Stele

13. Frammento di stele con soldato Ritrovamento:

La stele è stata pubblicata da Esperandieu322 una prima volta nel 1918 e una seconda

nel 1922. Nella descrizione più antica viene scritto che la stele era stata trovata a Mainz. Successivamente però, Esperandieu si accorge dell’errore e ripubblica la stele tra quelle di Bonn. Purtroppo, un luogo di ritrovamento più preciso per questa stele non è registrato323.

Materiale: Calcare.

Misure: il frammento conservato della stele misura 83 cm di altezza, 70 cm di

larghezza e 16,5 cm di spessore.

Iscrizione: l’iscrizione non si è conservata. Stato di conservazione:

La stele si è conservata solo nella sua metà superiore. All’altezza dell’orlo della tunica del soldato rappresentato nella stele vi è una frattura trasversale abbastanza netta. La superfice ha subito vari urti e scheggiature, soprattutto nel volto del defunto che non si è conservato. Nella parte sinistra del bordo superiore c’è una crepa. La stele è stata integrata aggiungendo le parti mancanti. Tale integrazione ha ricostruito in maniera arbitraria la spada del defunto, che appare molto lunga. Vennero totalmente ricostruite le gambe e anche la parte inferiore della nicchia, nonché il campo dell’iscrizione.

Descrizione:

322 ESPERANDIEU 1918, 5797; ESPERANDIEU 1922, 6252. 323 LEHNER 1918, n. 642 propone un generico ritrovamento a Bonn.

120 La stele presenta una caratteristica a lei peculiare, ossia la presenza nel bordo a destra del defunto di una decorazione realizzata con girali di steli e foglie di edera. Questa striscia decorata è presente soltanto lì, mentre il bordo a sinistra è liscio ed è occupato solo dalla lancia del defunto. In alto, sia a destra che a sinistra, sono delle decorazioni fitomorfe formate da quattro spirali una accanto all’altra. La stele presenta al centro un arco ribassato con una cornice dai bordi sottili. Al centro di questa cornice c’è un ornamento vegetale, probabilmente un giglio molto semplificato324. Anche questo

espediente ornamentale è nuovo e va a sostituire la più comune terminazione della nicchia con conchiglia. All’interno della nicchia si trova il defunto in piedi, in posizione frontale e braccia piegate. La mano destra si appoggia al pilum, quella sinistra tiene tra le dita l’impugnatura del pugio. Il pilum è costituito da un’asta in legno a cui si attacca un elemento di forma troncopiramidale che si restringe nella punta acuminata del giavellotto che tocca il margine superiore della stele, sovrapponendosi alla decorazione a spirali. Il defunto indossa una tunica bogenförmig geschürzt, ben riconoscibile per le numerose e fitte pieghe che si accavallano l’una sull’altra abbastanza schematicamente, sotto i due cingula. Sopra la tunica il defunto indossa una corazza liscia interpretata come lorica hamata325 o un Lederpanzer326. Intorno al

collo è il cappuccio della paenula, che in due strascichi scende dalle spalle in numerose pieghe ad arco, fermandosi all’altezza delle cinture. Una paenula molto simile, indossata nel medesimo modo (anche se con strascichi più lunghi), si trova anche nella stele di Titus Calidius da Carnuntum, indossata da un calo327. I due cingula

incrociati sono formati da placchette alternativamente decorate da rosette o quadrati con al centro un cerchio. È riconoscibile la cinghia della cintura inferiore che ha una

324 BAUCHHENSS 1978, 29. 325 RINALDI TUFI 1988, 40. 326 LEHNER 1918, n. 642. 327 UBL 2013, n. 42, imm. 85.

121 forma a D con la punta rivolta verso la sinistra del soldato. Dalla cintura superiore cadono le tre cinghie degli pteryges che sono molto corte, rivestite da sei rivetti rotondi e terminanti in rivetti rettangolari e pendenti a forma di lunula. Il pugio è appeso alla cintura superiore e pende sulla sinistra. Il gladius invece a quella inferiore ed è a destra. La spada presenta un grande pomolo ovale, impugnatura con almeno tre riconoscibili intacchi per le dita e una guardia ombrelliforme. La lama però non è perfettamente centrata rispetto all’impugnatura.

Il ritratto del defunto purtroppo non si è conservato. L’acconciatura invece è abbastanza visibile. Sembra di poter riconoscere una pettinatura in gradus formata328.

Questo tipo di acconciatura, che consiste in una serie di onde sul capo e sulla fronte, fu portata da Nerone per gran parte del suo principato. L’origine di questa pettinatura è collocata nei primi decenni del I d.C., diventando già popolare durante gli anni del principato neroniano329. Ma la sua popolarità si protrae anche in età flavia, traianea e

adrianea con piccole differenze di forma. Per esempio, una fase preneroniana presenta ciocche sulla fronte ma senza una forte ondulazione come, invece, si vede nell’età già propriamente neroniana in cui si aggiungono anche ciocche frontali a virgola verso sinistra e capelli lunghi fino al collo. Con Domiziano la frangia diventa più corta, l’ondulazione meno accentuata e con Adriano le ciocche diventano più mosse finché non si perde la forma originaria della pettinatura330. Il soldato di questa stele

presenta una frangia compatta abbastanza retta sulla fronte su cui si appoggia una calotta di ciocche di capelli ben definite, una ciocca di capelli si intravede anche sul

328 Svetonio, Vita di Nerone, 51 «Circa cultum habitumque adeo pudendus, ut comam semper in gradus

formatam peregrinatione Achaica etiam pone verticem summiserit» “Riguardo la cura del corpo e

l’aspetto esteriore (Nerone) era così poco dignitoso, che portava sempre i capelli in forma di onde e dopo il viaggio in Grecia li lasciò crescere fino al collo”.

329 REBAUDO 2005, 79 e ss. 330 Id. 84.

122 collo. Secondo Bauchhenss si tratterebbe di un’acconciatura di età neroniana o flavia331.

La resa della figura non è naturalistica. Lo scalpellino non riesce a dare alle pieghe della tunica la giusta inclinazione per adattarsi al corpo del defunto, esse appaiono statiche e piatte, senza alcuna tridimensionalità. Le braccia sono piegate in modo tale da far risultare tozza la sinistra e troppo lunga la destra. Le dita che stringono il pilum appaiono gonfi rettangoli tutti della stessa dimensione. Il volto e il collo del defunto sembrano un tutt’uno.

Datazione:

Secondo Lehner 332 la stele dev’essere datata alla metà del I secolo. Per

Bauchhenss333 le pieghe della stele fanno pensare all’età tiberiana o claudia, mentre

lo stile dell’acconciatura è neroniano-flavio.

331 BAUCHHENSS 1978, 30. 332 LEHNER 1918, n. 642. 333 BAUCHHENSS 1978, 30.

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14. Frammento di stele con soldato in paenula Ritrovamento:

La provenienza precisa non è conosciuta334, forse la stele proviene dal distretto di

Mörs335, nelle vicinanze di Xanten ed era conservata prima nella Clevischen

Sammlung e in seguito spostata al museo di Bonn, dove si trova tutt’ora. Materiale: Calcare.

Misure: quanto rimane della stele misura 1,03 m di altezza, 85 cm di larghezza e 30

cm di spessore.

Iscrizione: l’iscrizione non si è conservata. Stato di conservazione:

La stele si conserva solo nella sua metà superiore. L’estremità inferiore del pezzo conservato presenta una frattura diagonale dalla cornice laterale destra fino a quella sinistra, tagliando la figura del defunto all’altezza delle cosce. La parte inferiore con le gambe e il campo dell’iscrizione non si è conservata rendendo impossibile l’identificazione. Altri cospicui danni sono evidenti nel volto del defunto in cui la zona della bocca e del mento è stata del tutto asportata, mentre della parte superiore del viso si riconoscono appena i solchi delle palpebre. Inoltre, una frattura verticale è presente sulla spalla destra del soldato ed ha distrutto l’oggetto che il defunto teneva in mano. L’angolo sinistro della stele è spezzato e anche tutto il margine superiore presenta forti scheggiature. Nel bordo laterale destro e sinistro della stele sono presenti, all’altezza del collo del soldato, due fori quadrangolari. Sulla figura e sulla nicchia sono incise diversi graffiti di età moderna.

334ESPERANDIEU 1925, n. 6601; RINALDI TUFI 1988, n. 31. 335 LEHNER 1918, 711.

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Descrizione:

La stele doveva essere originariamente di forma rettangolare, all’interno della quale viene risparmiata una nicchia con terminazione superiore triangolare, in cui è inserita la figura del defunto. Questa forma architettonica non si ritrova nelle stele analizzate finora, dove invece si preferisce inserire il defunto in una nicchia con sommità arcuata. L’unica stele che ha un timpano triangolare, tra quelle esaminate, è quella di Luccius Faustus336, ma in questo caso il timpano è anche la terminazione della stele, mentre

nel nostro caso il timpano triangolare è solo la nicchia all’interno di una stele di forma rettangolare. Le parti risparmiate dal timpano a destra e a sinistra sono decorate con delle incisioni in cui è possibile riconoscere un motivo di foglie disposte a ventaglio. Nelle due strisce laterali invece è presente un ornamentalo di foglie stilizzate di quercia e ghiande337. Il defunto è rappresentato in piedi, all’interno della nicchia. La mano

destra si appoggia sul petto stringendo quello che potrebbe essere un lembo della paenula, anche se questa parte è stata asportata. Secondo Esperandieu338 si

tratterebbe di una mappa, un panno usato nei rituali che viene forse ritrovato anche nella stele di Quintus Petilius Secundus339. Nel pugno destro tiene ben in vista un

oggetto curvilineo che per Lehner340 sarebbe una fionda. I funditures erano coloro che

nell’esercito romano aveva il compito di lanciare dei sassi o glandes contro il nemico. In Tacito341, vediamo che frombolieri e sagittari combattono fianco a fianco, avendo il

compito di lanciare pallottole di piombo (glandes) per diffondere il terrore nell’esercito nemico. Vegezio342 spiega come fossero i più giovani tra i soldati quelli a cui veniva

336 Cfr. supra n. 6. 337 LEHNER 1918, 711.

338 ESPERANDIEU 1925, n. 6601. 339 Vd. supra n. 11.

340 LEHNER 1918, 711. 341 Tacito, Ann., XIII, 39.

125 insegnato a lanciar pietre sia con le mani che con le fionde. In tutte le battaglie erano presenti dei frombolieri. Il lancio delle pietre tramite le fionde era molto più utile delle frecce, perché permetteva di arrecare fratture e danni letali anche nelle parti coperte dalla corazza, non comportava spargimenti di sangue e non richiedeva al soldato di avvicinarsi troppo, infatti si potevano colpire uomini e cavalli dell’esercito avversario anche a grande distanza, prima che si potessero utilizzare le lance e la spada. La fionda era costituita da una doppia striscia di cuoio o da una doppia corda al cui centro veniva ricavato un alloggiamento per il proiettile. Nel nostro caso il tipo di oggetto non è facilmente riconoscibile, la sua forma curvilinea potrebbe anche indicare che si tratti di un manico o di una generica impugnatura. Il defunto indossa una tunica a maniche lunghe coperta in gran parte dalla paenula, di cui è facilmente riconoscibile il tipico colletto/cappuccio. I due indumenti sono caratterizzati da una serie continua di pesanti e fitte pieghe di tessuto. Sul lato destro è appesa la spada, a sinistra è il pugnale, ma entrambe le armi sono posizionate molto in alto rispetto gli esempi precedenti e non sembrano attaccate ad alcun cingulum, piuttosto si pensa ad un balteus343.

Per quanto riguarda l’abbigliamento del defunto, Bauchhenss344 ha voluto vedere un

confronto con la stele del signifer Oclatius ritrovata a Neuss345, il quale indossa una

paenula con cappuccio che scende a fitte pieghe longitudinali.

L’utilizzo della quercia come ornamento dei laterali della stele potrebbe essere stato influenzato dalla corona civica che originariamente adornava gli altari degli dei Lari ed era donata ai più valorosi346.

343 BAUCHHENSS 1978, 31. 344 Id.

345 ESPERANDIEU 1925, n. 6575. 346 STRONG 1915, 185.

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Datazione:

La provenienza incerta, la mancanza dell’iscrizione, lo stato di conservazione non ottimale sono tutti fattori che rendono complessa la datazione. Bauchhenss347 la

considera di epoca traianea (98-117).

127 6.3 Stele da Bingium

15. Annaius Daverzus