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1 IL BUSINESS PLAN STRUMENTO PER LA GESTIONE AZIENDALE

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MODALITÀ DI REDAZIONE DEL BUSINESS PLAN 188

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BUSINESS PLAN E CONTROLLO DI GESTIONE: LA VERIFICA DEI

RISULTATI RAGGIUNTI

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1 IL BUSINESS PLAN - STRUMENTO PER LA GESTIONE AZIENDALE

Nella sua funzione di strumento di sintesi prospettica economico-finanziaria e patri- moniale dell’impresa, il business plan costituisce il supporto fondamentale per la rappresentazione analitica degli assunti quantitativi e qualitativi posti alla base della strategia aziendale.

Non a caso l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili ha negli anni voluto dare una serie di Linee Guida alla redazione del business plan che racchiudesse la migliore prassi professionale in materia, illustrando un corpus di indicazioni operative utili ad affrontare in maniera organica e sistematica l’intero processo. A tale documento pertanto si rimanda per approfondimenti ed analisi puntuali sui vari temi trattati in questo capitolo.

Ai fini che qui rilevano è importante sottolineare la valenza del business plan sotto il profilo valutativo e di controllo dell’attività di pianificazione strategica, industriale e finanziaria secondo un approccio più multidisciplinare, quale quello tra il mondo bancario e l’impresa di piccole e medio-piccole dimensioni. Sono infatti le realtà aziendali meno strutturate, ancorché numericamente costituenti l’ossatura del tessuto imprenditoriale italiano, che maggiormente avvertono oggi la necessità di disporre di strumenti gestionali funzionali alla loro crescita, da condividere con gli istituti di credito nella loro veste di interlocutori fondamentali nel supporto finanziario all’impresa.

Da un punto di vista procedurale, il ruolo del professionista nell’accompagnare l’impresa verso il raggiungimento degli obiettivi di preparazione, gestione e condivisione del

business plan non può prescindere dai seguenti aspetti:

• generali; • tecnici; • funzionali.

Aspetti generali. È preliminarmente opportuno evidenziare alcuni principi-guida che

devono uniformare l’impostazione e la realizzazione di un documento aziendale a contenuto previsionale. Tali assunzioni – al di là delle varie definizioni terminolo- giche di business plan, dei destinatari e delle motivazioni che portano alla creazione dello stesso – devono ricondursi ai principi che seguono:

• rigore nella predisposizione del processo documentale;

• chiarezza e univocità terminologica nell’utilizzo dei vocaboli e acronimi impie- gati;

• completezza (sostanziale e formale) nell’esposizione analitica dei contenuti; • affidabilità delle assunzioni prese in considerazione nella redazione; • attendibilità dei dati quanti-qualitativi e loro congruità;

• trasparenza con un livello di dettaglio adeguato ai fini per cui il documento viene redatto;

• prudenza nell’elaborazione delle informazioni, tenuto conto dell’arco pluriennale preso a modello.

Aspetti tecnici. Il corredo di accorgimenti tecnici da seguire nella predisposizione di

un business plan può ricondursi ai punti seguenti:

• coerenza con il quadro giuridico e normativo di riferimento, così da non incorrere in criticità esogene all’impresa che potrebbero pregiudicare la fattibilità del piano;

• previsione temporale allineata ai tempi realizzativi del piano sia nel breve che nel medio termine;

• ciclo di vita dei prodotti-servizi dell’azienda compatibile con lo stato di sviluppo economico del mercato di riferimento;

• analisi di sensitività degli investimenti parametrata ai diversi scenari futuri presi in ipotesi;

• rischio paese e nuovi mercati con impatto (probabilistico) sulle assunzioni industriali e commerciali del piano;

• gestione ordinaria e straordinaria integrate a seconda della sostenibilità delle proiezioni sul capitale circolante netto e sul cash flow;

• sostenibilità finanziaria legata alla struttura ottimale mezzi propri - fonti esterne a sostegno del progetto;

• disponibilità di risorse finanziarie in funzione della situazione contingente del mercato del credito e della liquidità disponibile da parte di finanziatori terzi.

Aspetti funzionali. Rientrano in questa categoria gli elementi fondamentali e quali-

ficanti il piano prospettico, così come verrà poi concretamente articolato nelle singole aree tematiche (strategiche, commerciali e di marketing, industriali e da ultimo finanziarie):

• analisi critica delle motivazioni che portano alla redazione del business plan, in funzione della fase di vita dell’impresa (start up, in crescita, stabile o in crisi); • posizionamento competitivo che contraddistingue l’azienda rispetto al mercato

di riferimento, competitors e innovazione tecnologica;

• validazione del piano d’azione sottostante il progetto sia a livello di contenuti che nelle sue modalità di sviluppo temporale;

• ricorso a simulazioni econometriche legate alla verifica delle assumptions economico-finanziarie e patrimoniali per l’intero periodo preso in esame;

• processo di monitoraggio delle variabili chiave che incidono sugli andamenti prospettici stimati nel piano;

• condivisione delle scelte strategiche circa l’opportunità e la fattibilità del pro- getto ai vari livelli aziendali, al fine di assicurare un’unità di intenti nella gestione dei rispettivi ruoli funzionali nell’impresa;

• costante informativa con gli stakeholders esterni (banche, clienti, fornitori, P.A.), tramite un sistema di reportistica adeguato, al fine di assicurare la massima trasparenza anche in relazione all’emersione di elementi di discontinuità legati al piano.

Pur nella sostanziale schematicità dell’elencazione che precede, è buona prassi impostare il lavoro di redazione del business plan tenendo a mente le citate “linee di condotta”, quali elementi logici e di metodo alla base di una corretta elaborazione documentale.

Volendo schematizzare, possiamo rappresentare il processo sequenzialmente come: • definizione degli obiettivi strategici del progetto d’impresa;

• descrizione di un coerente piano operativo d’azione;

• condivisione delle ipotesi e dei presupposti inseriti nel modello previsionale; • sviluppo delle simulazioni per area funzionale (marketing e commerciale,

tecnico-operativa, organizzativa e finanziaria);

• valutazione del livello di fattibilità ed opportunità complessiva; • aggiornamento e verifica periodica mandamentale.

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MODALITÀ DI REDAZIONE DEL BUSINESS PLAN

Alla luce delle recenti novità in campo normativo e di consuetudine nella gestione aziendale, è oggi più che mai ineludibile acquisire un supporto decisionale efficace – quale il business plan – che sia idoneo a rappresentare il processo di pianificazione dell’azienda, a forte valenza informativa, per analisi di natura qualitativa e quantita- tiva del business.

Quanto alle modalità di preparazione e gestione del piano, esistono diverse metodolo- gie valide che, partendo da differenti configurazioni del Conto economico, dello stato patrimoniale e del rendiconto finanziario, forniscono uno strumento chiaro ed intelligibile ai fruitori del documento. Mentre sotto il profilo descrittivo la presentazio- ne non può prescindere dal contesto in cui l’impresa opera, così come il livello di attendibilità richiesto rispetto al mercato di riferimento, sotto il profilo dei contenuti numerici del piano occorre uniformare la redazione sulla base di criteri condivisi e di facile lettura a seconda dei destinatari del documento. Occorre considerare poi che la preparazione del business plan poggia tipicamente su rielaborazioni di bilancio costruite su dati provenienti dal controllo di gestione, più che dai bilanci civilistici (ai quali deve comunque correlarsi in sede di quadratura) e si articola su periodi pluriennali (di norma compresi in un intervallo di 3 - 5 anni ma, in taluni casi, può arrivare fino a 10 anni) in funzione della natura e delle caratteristiche del progetto. Possiamo quindi riassumere le fasi principali di redazione nei seguenti punti:

DESCRIZIONE DELLA SOCIETÀ

• storia, caratteristiche e natura giuridica, soci • missione della società

• attività attuale (se già operativa) o futura • prodotti e/o servizi offerti e relativa struttura • organizzazione interna e rapporti intrasocietari

• posizionamento di mercato e panorama concorrenziale • situazione economica andamentale della gestione • rapporti con il sistema creditizio (se già presenti) • nuovo/i progetto/i oggetto del business plan