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LA QUANTIFICAZIONE DEL COSTO DEL FINANZIAMENTO DAL PUNTO DI VISTA

DELL’IMPRESA

La quantificazione del costo del debito è di fondamentale importanza per guidare le scelte sulle fonti di finanziamento che un imprenditore deve effettuare. Piccoli accorgimenti gestionali possono far la differenza di diversi punti percentuali sul costo globale.

Al tal fine, è bene comprendere a fondo tutte le componenti che costituiscono costi per un’impresa che ricorre al debito. Nei paragrafi precedenti sono state descritte, in tutti gli aspetti, le variabili che rientrano nel costo globale di un finanziamento:

• interessi;

• commissioni (spese di istruttoria, commissione di affidamento, commissione di istruttoria veloce, ecc.);

• imposte e bolli;

• costo delle garanzie (fidejussioni, ipoteche, confidi, ecc.); • costi di intermediazione creditizia.

Il debitore deve inoltre considerare l’esistenza di altri costi “impliciti” legati alla gestione del rapporto con i creditori. I costi amministrativi per produrre la documenta- zione contabile periodica e per il controllo dei flussi finanziari, i costi interni o esterni legati alla produzione di documenti come il business plan, il tempo speso per mante- nere i rapporti con i creditori assorbono significative risorse dell’impresa nel corso dell’anno e dovrebbero rientrare nel calcolo per il semplice fatto che tali oneri non sono sostenuti da un’azienda senza debito.

La prassi comune, di fronte alla difficoltà oggettiva nell’identificazione puntuale di tali costi ed al loro carattere indiretto, esclude questi elementi nel processo di valutazione dell’onerosità di un finanziamento. Tuttavia è bene non ignorarne l’esistenza e la complessità dal punto di vista gestionale: imprese che trascurano tali attività funzionali alla gestione del debito, spesso incorrono in costi diretti di interessi e commissioni maggiori rispetto alle aziende più attente.

In un simile contesto, è evidente che la risposta alla domanda sull’onerosità effettiva del debito dipende dalle variabili di costo che l’impresa considera ai fini della quantifi- cazione. La scelta di quali includere, aldilà di quelle comunemente considerate negli indicatori trattati nei precedenti paragrafi, dipende dal livello di precisione che si desidera ottenere e dalla valutazione costo-beneficio tra ricercare un’informazione di dettaglio e l’impatto sul costo che questa nuova informazione può avere.

La buona notizia per l’impresa è che il meccanismo di calcolo è sostanzialmente il medesimo, indipendentemente dal perimetro di variabili selezionato.

Il principio alla base è che l’onerosità di un finanziamento può essere espressa tramite un unico indice percentuale che fornisce l’indicazione di quanto i costi impattano me- diamente all’anno sul debito finanziario dell’impresa. La percentuale così ottenuta offre la possibilità di confrontare effettivamente le diverse opzioni a disposizione dell’impresa e di prendere decisioni sulla struttura finanziaria.

Il metodo di puro buon senso che porta a dividere il valore dei succitati costi annuali sullo stock di debito può certamente fornire una macro-stima del costo globale sostenuto

dell’impresa nell’anno; è un esercizio tanto semplice quanto poco praticato dalle imprese fino al momento in cui la sostenibilità del debito comincia a scricchiolare.

Tale metodologia, seppur indicativa, paga due rilevanti imprecisioni: la prima è che lo

stock di debito fluttua nell’anno (soprattutto quello a breve termine), la seconda è che

alcune spese sono sostenute una tantum su finanziamenti che hanno durata plurienna- le. Occorre quindi trovare un metodo che concili l’esigenza di avere un unico indicatore percentuale del costo medio totale con quella di considerare l’evoluzione del debito e il tempo in cui si sostengono le diverse spese accessorie.

Tali esigenze conducono ad una precisa domanda a cui rispondere: qual è il costo percentuale (tasso) che l’impresa dovrebbe pagare annualmente sul debito residuo se tutti gli oneri legati al debito fossero sintetizzati in un’unica voce di costo? Semplifi- cando ancora di più la domanda: qual è il tasso di interesse che applicherebbe il finanziatore se l’azienda chiedesse di racchiudere tutti i costi nella voce interessi? Il seguente esempio illustra i passaggi per giungere alla risposta, indipendentemente dal perimetro di costi che si vuole considerare. Si supponga che l’azienda debba calcolare il costo di un finanziamento che ha le seguenti condizioni:

Importo finanziamento € 100

Tempo di rimborso 5 anni, a quote capitale costanti a fine anno

Tasso di interesse 5%

Spese di istruttoria € 2

Commissioni annuali € 1

Costi di garanzia: 0,7% sul capitale ottenuto Costi intermediazione 0,8% sul capitale ottenuto

La distribuzione dei flussi di denaro per l’impresa si configura nel seguente modo:

Debito Residuo 100 80 60 40 20 0 tempo 0 1 2 3 4 5 Quota Capitale 100,0 –20,0 –20,0 –20,0 –20,0 –20,0 Interessi (5% x D) –5,0 –4,0 –3,0 –2,0 –1,0 Spese istruttoria –2,0 Commissioni –1,0 –1,0 –1,0 –1,0 –1,0 Costi di Garanzia –0,7 Intermediazione –0,8

Costi del debito –3,5 –6,0 –5,0 –4,0 –3,0 –2,0

Flusso di Cassa 96,5 –26,0 –25,0 –24,0 –23,0 –22,0

Come è possibile notare, il metodo del buon senso non conduce ad un risultato affida- bile, in quanto il primo anno si otterrebbe un tasso dell’11,9% dividendo tutti i costi sostenuti di euro 9,5 (interessi 5, spese istruttoria 2, commissioni 1, garanzie 0,7 e interme-diazioni per 0,8) per il debito residuo di euro 80, mentre si otterrebbe il 9,5% utilizzando il debito iniziale. Anche risolvendo la questione dello stock di debito, vi sarebbe un secondo errore dovuto alla presenza di costi (garanzie, intermediazioni, spese di istruttoria) di competenza di tutti 5 gli esercizi.

Per risolvere la complessità dovuta alla presenza di un debito che fluttua, di costi pluriennali in un orizzonte di 5 anni, occorre utilizzare una tecnica che permette di “muovere” i flussi di cassa nel tempo ad uno stesso anno. Tale tecnica, detta attualizza- zione, afferma che il valore attuale al tempo t0 di un flusso di cassa al tempo t, è pari al flusso di cassa moltiplicato il fattore di attualizzazione:

VA = Flusso di cassa × 1 (1+i)t

dove il fattore di attualizzazione dipende dal tempo t in cui si registra il flusso di cassa e dal tasso “i” utilizzato. Applicando il meccanismo di attualizzazione all’esempio sopra riportato si ottiene una serie di flussi di cassa riportati tutti allo stesso periodo “t0”:

VA = 96,5 + –26 + –25 + –24 + –23 + –22 (1+i)0 (1+i)1 (1+i)2 (1+i)3 (1+i)4 (1+i)5

Ponendo uguale a zero il valore attuale e risolvendo l’equazione di quinto grado per l’unica incognita rimanente “i”, si ottiene la risposta alla domanda, l’indicatore percentuale che sintetizza il costo annuale del debito.

La complessità dell’equazione è facilmente risolvibile mediante l’utilizzo di un foglio di calcolo elettronico.

Tempo 0 1 2 3 4 5

Costi del Debito –3,5 –6,0 –5,0 –4,0 –3,0 –2,0

Flusso di Cassa 96,5 –26,0 –25,0 –24,0 –23,0 –22,0

Flusso Attualizzato a t0 96,5 –24,1 –21,4 –19,1 –16,9 –15,0

Somma flussi attualizzati 0,0

Costo % Finanziamento 8,0%

L’8% è il tasso che il finanziatore applicherebbe all’impresa se chiedesse di sintetizzare tutti i costi relativi al debito nella voce interessi. Nella tabella che segue si dimostra come applicando il tasso dell’8% si ottiene lo stesso risultato:

Debito Residuo 100 80 60 40 20 0

tempo 0 1 2 3 4 5

Quota Capitale 100,0 –20,0 –20,0 –20,0 –20,0 –20,0

Costi del Debito

(Costo % * Debito Residuo) –8,0 –6,4 –4,8 –3,2 –1,6

Interessi Spese istruttoria Commissioni Costi Garanzia Flusso di Cassa 100,0 –28,0 –26,4 –24,8 –23,2 –21,6 Flusso attualizzato a t0 100,0 –25,9 –22,6 –19,7 –17,1 –14,7

Somma flussi attualizzati 0,00

Tasso 8,0%

Nella pratica tale meccanismo può essere applicato velocemente ad un qualsiasi finanziamento con scadenze predefinite nel rimborso delle quote capitale.

La complessità cresce nel tentativo di quantificare il costo del debito a breve termine (scoperti di conto corrente, linee autoliquidanti, ecc.), perché è soggetto a variazioni, anche significative, su base giornaliera. Per questo motivo, oltre che a tassi di interesse solitamente maggiori rispetto ai finanziamenti a scadenza, una parte significativa degli oneri finanziari si determina nel modo in cui l’azienda utilizza le linee di credito in essere.

Ne consegue quindi che il monitoraggio e l’utilizzo disciplinato delle linee a breve è una di quelle attività funzionali che può portare ad un significativo risparmio all’impresa, a partire dalla corretta canalizzazione dei flussi di anticipi.

La capacità di quantificare e monitorare periodicamente gli oneri finanziari consente all’imprenditore di fare scelte ponderate sulla corretta struttura finanziaria dell’impre- sa, ovvero sulla quantità corretta di debito che l’azienda può sopportare.

La consapevolezza del costo effettivo del debito è chiave per un tema strategico per l’imprenditore, quello della creazione di valore. L’azienda infatti crea valore e soprav- vive nel medio-lungo periodo solo se genera stabilmente una redditività operativa superiore al costo globale delle fonti di finanziamento, proprie e di terzi.

La redditività operativa è facilmente calcolabile dal bilancio come il rapporto tra il risultato operativo e il capitale investito necessario all’azienda per operare, mentre l’onerosità globale delle fonti di finanziamento è la media ponderata tra il costo del debito e quello del capitale proprio. Quest’ultimo è il rendimento sul capitale proprio che l’imprenditore si attende dall’investimento di pieno rischio nell’azienda.

Tale semplice esercizio, ancora poco praticato dalle aziende, permette di verificare se l’azienda sta generando una reddito atto a remunerare in modo soddisfacente i porta- tori di capitale. Qualora l’equilibrio non fosse rispettato (ROI < costo delle fonti di finanziamento), l’imprenditore può decidere se ottimizzare la redditività operativa incrementando i margini e riducendo il capitale investito, oppure minimizzare il costo delle fonti di finanziamento che dipende dal livello di debito, dal suo costo e dal costo del capitale proprio.

La capacità di quantificare il costo del debito è dunque di fondamentale importanza per una corretta gestione dell’impresa. La comprensione delle dinamiche dei costi globali ed il costante monitoraggio del livello del debito rappresentano il miglior modo per ottimizzarne il costo, sia nel breve periodo tramite una riduzione degli oneri finanziari, sia nel medio-lungo periodo, grazie ad un miglioramento del rating che consente di migliorare l’accesso al credito.

PARTE IV

IL RAPPORTO BANCA-IMPRESA