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1.11 Analisi della domanda ed erogazione della risposta

1.11.3 Il campo di intervento

La fase di intervento, che di seguito verrà descritta, fa riferimento all’attuazione del servizio, nella quale si attivano e si pongono in essere le azioni previste nel piano di lavoro contenuto nel Progetto di dettaglio.

Il segmento iniziale costituisce il momento fondante del percorso, nel quale vengono poste le basi per la costituzione del gruppo che parteciperà all’evento formativo; inoltre viene formulato il patto relativo ai risultati attesi ed alle modalità logistico-organizzative con cui strutturare l’itinerario.

In questa fase la presenza del formatore risulta assolutamente indispensabile poiché egli è l’unica persona in grado di soddisfare da un lato la domanda dei clienti e dall’altro le caratteristiche dell’intervento formativo. Il formatore deve tenere presente che uno dei suoi scopi principali riguarda la socializzazione dei singoli soggetti nel gruppo; egli deve perciò prevedere e gestire l’attivazione dei momenti a ciò destinati.

La funzione dei docenti consiste essenzialmente nell’esporre i contenuti effettivi del percorso e gli obiettivi prestazionali da conseguire.

71 È bene che essi evidenzino nella presentazione, un collegamento forte tra i contenuti da apprendere e le esperienze dei singoli.

Il coordinatore tutor illustra gli aspetti organizzativi-logistici di tutto il percorso; chiarisce il proprio ruolo e ribadisce che la funzione più importante è quella di fare sì che lo sviluppo attuativo del progetto contenga e valorizzi tutti i fattori che facilitano il processo di apprendimento. Il segmento iniziale si conclude con la formulazione del patto formativo.

La fase attuativa centrale consiste nell’interazione formativa e nello sviluppo del processo di apprendimento. In questa fase il formatore si colloca fuori dalla scena poiché sulla scena ci sono i docenti, il coordinatore-tutor d’aula e gli esperti. Il formatore utilizza le informazioni riportate dal tutor per gestire gli interventi di monitoraggio. Il tutor, infatti, raccoglie dati e informazioni relative alle modalità con cui si sviluppa l’interazione formativa ed il processo di apprendimento; trasmette regolarmente al formatore tali informazioni con modalità più o meno formalizzate; discute con il formatore e gli altri soggetti interessati sulle caratteristiche di qualità. La figura del formatore in questa fase corrisponde a quella del responsabile controllo qualità.

In questa fase il formatore e il tutor dovrebbero tenere sotto controllo:

• il rispetto del progetto formativo nei suoi punti organizzativi; • la coerenza tra i contenuti trattati e quelli previsti dal programma;

• la coerenza delle metodologie didattiche e dei relativi supporti con quanto predisposto nel progetto di dettaglio e con i contenuti/obiettivi dell’apprendimento; • lo sviluppo del processo di apprendimento;

• la soddisfazione dei clienti-utenti;

• la coerenza tra i materiali didattici forniti dai docenti e il contesto di apprendimento.

Nella fase di monitoraggio i docenti osservano e registrano le modalità attraverso le quali i clienti-utenti reagiscono alle proposte formative e raccolgono i dati sullo sviluppo del processo di apprendimento. Il coordinatore tutor osserva e registra le modalità con le quali i docenti attivano i processi di apprendimento ed instaurano il dialogo con gli utenti; osservano e registrano le modalità con le quali gli utenti

72 reagiscono alla domanda formativa; raccolgono i dati sulla soddisfazione dei clienti; analizzano i materiali documentali e didattici.

I clienti-utenti riportano in modo informale e formale la loro opinione sui vari ambiti della proposta formativa.

Il segmento finale e conclusivo riguarda essenzialmente due ambiti: il livello di apprendimento e le modalità con cui il servizio formazione è stato percepito dai clienti- utenti.

Per quanto riguarda la prima dimensione, i corsi di formazione prevedono una prova finale o sommativa, con un test ed esercitazioni finalizzate a rilevare il grado di acquisizione delle competenze poste come contenuto dell’intervento. I risultati delle prove costituiscono l’oggetto della discussione nel segmento finale. La seconda dimensione prevede la sintesi delle informazioni raccolte durante l’evento formativo, tenendo presente che esse costituiscono il bilancio finale, dopo il quale non è possibile apportare ulteriori modifiche e integrazioni.

A questo punto del percorso non dovrebbero presentarsi sorprese; se tutto il percorso è stato attivato con le procedure illustrate sopra, l’esito finale corrisponderà ai criteri di qualità, volti a soddisfare le attese e i bisogni del cliente.

Il segmento finale costituisce un’occasione di riflessione estremamente importante per il formatore; egli ha modo di ripensare a tutto il percorso, fin dal momento in cui ha raccolto la prima domanda di formazione dei clienti, pesando e valutando la maggiore o minore coerenza delle scelte fatte e delle soluzioni adottate. Diventa quindi un’opportunità di apprendimento anche per il formatore, in vista di progetti futuri. Gli incontri di follow up non possono essere previsti in fase di progettazione, ma sono resi possibili solo dopo che il formatore ha raccolto da parte dei clienti-utenti, informazioni precise e dettagliate riguardanti l’incidenza di quanto appreso nei confronti del lavoro e del suo contesto. Non è possibile prendere in esame tutte le criticità e le problematiche che possono emergere dalle informazioni fornite dai clienti-utenti; ma ci sono piccole avvertenze che il formatore deve rispettare. La prima consiste nell’evitare che i partecipanti riducano l’analisi alla semplice evidenziazione dei fattori negativi e di criticità, magari dipendenti da soggetti esterni; la seconda consiste nell’aiutare i partecipanti ad individuare con precisione le cause delle criticità ed il loro intreccio; la terza consiste nel favorire nei partecipanti il processo di assunzione delle responsabilità personali.

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