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Formazione professionale e agenzie del territorio

Agenzia formativa Cescot

2.1 Formazione professionale e agenzie del territorio

La formazione professionale in Italia è soggetta a cambiamenti continui ed è caratterizzata da un’ampia gamma di esperienze e proposte formative, che rivela grande vitalità e capacità innovative. Oggi, sono numerosi i protagonisti e gli attori che forniscono itinerari formativi.

In Italia si occupano di formazione professionale:

• Lo Stato (nelle istituzioni del Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale), attraverso iniziative di ricerca, sperimentazione, progetti per aree con grande squilibrio tra domanda e offerta e con convenzioni con le Regioni. Lo Stato collabora con ISFOL (Istituto per la formazione dei lavoratori), che a sua volta è l’organismo tecnico del Ministero del Lavoro. ISFOL si occupa di coordinare ricerche e sperimentazioni, valutare i piani di innovazione dei sistemi dei processi e delle metodologie didattiche.

• Le Regioni, mediante le molteplici attività dei propri centri.

• Le aziende, in particolare le grandi e le medie imprese, che attuano interventi formativi per i neo assunti; oppure propongono a chi già lavora, iniziative di aggiornamento e/o riconversione, legate agli aspetti riguardanti l’introduzione di nuove tecnologie; o che dedicano molte risorse allo sviluppo dei manager e dei quadri intermedi.

• L’industria della formazione come enti privati, Associazioni, Studi specializzati, che offrono una vasta gamma di opportunità e quantità di servizi orientati al “cliente”, attraverso la somministrazione di proposte formative aderenti al mercato del lavoro. • Le associazioni professionali, che sostengono i propri membri con iniziative di

formazione iniziale o permanente, valorizzando la formazione specialistica.

• I sindacati, che contribuiscono alla richiesta di politiche attive del lavoro e dell’occupazione, legate a processi di formazione e di riqualificazione professionale. • I produttori di tecnologie, che offrono corsi di formazione in concomitanza

all’installazione di nuove strumentazioni o tecnologie.

99 In un medesimo territorio esistono una serie di risorse formative che possiamo classificare in agenzie educative formali, non formali ed informali55, le quali collaborano sinergicamente e che incidono sul reale processo formativo dei soggetti. Esse veicolano saperi e influenzano il processo di apprendimento che si sviluppa nell’esperienza quotidiana degli abitanti di un territorio.

Le agenzie educative formali, ed in particolare le agenzie formative professionali sono quelle con maggiore rilevanza per la discussione in atto.

Le categorie di utenti che giornalmente ricorrono alle agenzie formative per richiedere interventi specifici sono:

▪ giovani, che escono dalla scuola dell’obbligo o che abbandonano la scuola secondaria superiore, ovvero giovani che, pur avendo completato con difficoltà la scuola dell’obbligo, trovano ostacoli sia nella ricerca di un lavoro, sia nella ricerca di un possibile nuovo tipo di studio. Per questi giovani sono necessari progetti particolari di formazione professionale e anche strutture di orientamento scolastico professionale;

▪ giovani o meno giovani, occupati in lavori precari: con un lavoro molto dequalificato che li mette in una posizione di “professionalità bloccata” (come molti contratti di apprendistato o di formazione-lavoro);

▪ giovani con bassa scolarità, ma con interesse a migliorare la propria formazione all’interno di un posto di lavoro;

▪ donne che si ripresentano nel mercato del lavoro dopo periodi di lavoro domestico, familiare o informale. Con questi soggetti si manifesta l’esigenza di formazione professionale e orientamento;

▪ persone in avanti con l’età ed esposte a rischi di emarginazione dai processi produttivi: con livelli di istruzione bassi, formazione di base remota e senza adeguate capacità di adattamento;

▪ immigrati con problemi di formazione professionale, di lingua italiana e con problemi di lavoro, con percorsi formativi strettamente collegati ad un lavoro;

▪ lavoratori occupati che, con cadenza pluriennale, devono sottoporsi per legge a corsi di aggiornamento in materia di sicurezza, igiene, utilizzo di attrezzature e macchinari, etc.;

55 Per maggiori dettagli sulla suddivisione dei tipi di apprendimento, si rimanda al primo capitolo,

100 ▪ soggetti che decidono di aprire nuove attività/imprese;

▪ titolari di micro-imprese ed artigiani, che sono messi a confronto con problemi di gestione aziendale e devono far fronte ad una concorrenza più agguerrita dei mercati locali, che un tempo erano più sicuri.

Il problema di fondo che condiziona il sistema formativo è quello della separatezza tra cultura e lavoro e tra sapere teorico e sapere pratico. Questo ha legittimato l’esistenza di due canali, originati sulla base di una gentiliana concezione classista della scuola e della società, in base a cui abbiamo avuto una scuola, che si è appropriata dell’obiettivo di far acquisire la vera cultura, disinteressata e destinata alle classi superiori e una cultura della formazione professionale, di natura quasi interamente addestrativa e destinata alle classi subalterne.

Per costruire una società democratica, nella quale tutti possano godere dei diritti di cittadinanza, occorre dare formazione poliedrica a tutti quanti, in modo tale che tutti coloro che saranno -diretti- e non -dirigenti- avranno gli strumenti per poter vivere coscientemente.

Il sistema istruzione, con tutte le sue potenzialità e i suoi limiti, si avvale di strutture e pratiche consolidate da tempo, mentre il sistema di formazione è meno diffuso e risente della localizzazione geografica.

La proposta dell’alternanza scuola-lavoro, può risultare valida, se gestita in un’ottica formativa e non di semplice addestramento.

Attualmente il sistema della formazione professionale appare comunque debole in quanto frastagliato e dipendente dalla volontà politica e dalle diverse risorse disponibili di ogni regione. Occorre un rinnovato impegno per la ridefinizione della formazione professionale, per tutto ciò che può dare nell’immediato e anche per quello che potrà dare in futuro.

Nell’immediato occorre pensare ai contenuti culturali aggiunti alla dimensione professionalizzante della formazione, con un lavoro di ricerca e di riflessione che potrà contribuire anche al rinnovamento della scuola e delle pratiche didattiche che essa adotta.

Nel futuro invece, la prospettiva non è chiara, ma quello che è chiaro è che la preparazione al lavoro non potrà più essere di carattere addestrativo, in quanto l’impegno professionale richiesto non sarà più semplicemente ripetitivo, ma necessiterà di una capacità riflessiva.

101 L’esperienza insegna che se si cambia un sistema organizzativo consolidato, con l’introduzione di nuovi servizi e attività, il personale addetto deve possedere le competenze adeguate, altrimenti il cambiamento organizzativo fallisce e anzi la costituzione di nuove strutture organizzative diventa un elemento dannoso. Il vantaggio diretto della formazione professionale, che sviluppa le competenze nel soggetto, è quello di attivare i processi di cambiamento nei lavoratori.

Per quanto riguarda i risultati indiretti della formazione professionale, va considerato lo sviluppo di una mente educata al pensiero articolato e multidimensionale, per gestire il sistema organizzativo complesso (Orefice, 2011, p.197)56.

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2.2 Centro di Sviluppo Commercio Turismo e Terziario (Cescot) di