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Cescot: rilevazione dei punti di forza ed indagine sulle incongruenze

3.5 Cultura della comunicazione

Il leader o il top management diffondono la cultura aziendale. La cultura aziendale attecchisce tra i dipendenti, solo se alle belle parole, seguono i fatti, cioè se il leader dà l’esempio, quotidianamente. La direttrice del Cescot si comporta in maniera tale da diffondere una cultura della comunicazione libera, orizzontale e franca. Questo atteggiamento viene preso ad esempio da tutti i dipendenti.

Se si ha la possibilità di passare qualche ora al Cescot, si percepisce subito questa tendenza. È vero che una comunicazione franca richiede uno sforzo maggiore, ma a lungo andare porta a dei benefici.

Analizzando la figura della direttrice, si riesce a spiegare il comportamento dei dipendenti. La direttrice lascia la porta del proprio ufficio sempre aperta, poiché vuole che, nonostante le pareti, il contatto con i dipendenti non venga ostacolato. È un leader molto presente, collaborativo e sincero. Spesso ripete “fate girare le informazioni” oppure “meglio dirsi le cose una volta in più che una in meno”, oppure “come mai non avete informato le vostre colleghe sull’esito del colloquio orientativo con l’utente x ?”. La direttrice mantiene un dialogo costante con le tutor, infatti a fine giornata, le tutor si recano nell’ufficio del management e comunicano i fatti più significativi della giornata. Il leader dimostra un grande interesse e potendovi assistere, si percepisce la naturalezza degli stili di comunicazione.

In Italia, la riunione è vista come perdita di tempo e spesso i lavoratori non sono ben disposti a parteciparvi fuori dall’orario lavorativo (se solo si pensa ai circoli di qualità giapponesi, si denota una grande differenza!); solitamente le riunioni terminano non con la soluzione del problema ma con nuovi problemi. Per questo al Cescot, si preferisce segnalare l’errore, quando lo si commette, o riportare il dubbio quando nasce, per evitare che il piccolo problema diventi grande ed irrecuperabile; si preferisce affrontare le questioni quando si presentano, senza rimandare.

Quando l’informazione non viene fatta girare e si dà per scontata, si verificano degli inconvenienti, come il seguente. Ogni tutor dispone di un registro di classe114, ed è obbligatorio che nelle ore di lezione i registri si trovino in classe, sia per motivi

113 Espressione ripresa da Bellandi, G., Giannini, M. La gestione integrata delle risorse umane nelle

organizzazioni, 2016, p.80.

114 Nel registro vengono registrate le assenze/presenze, il programma didattico della giornata, le firme in

152 pratici/tecnici sia per motivi di controlli da parte della Regione Toscana. Tali registri sono considerati documenti ufficiali e periodicamente la coordinatrice didattica li ritira per registrare le assenze/presenze e altri dati e comunicarli alla Regione Toscana. Solitamente la tutor e la coordinatrice si organizzano in modo tale che l’una utilizzi il registro quando non serve all’altra e successivamente si mettono d’accordo per riportarlo in aula, in tempo per la lezione. Quel giorno le due dipendenti non si sono messe d’accordo perché l’una ha dato per scontato che l’altra riportasse il registro all’inizio della lezione in questione. A poche ore dall’inizio della lezione, quando la tutor solitamente prepara l’aula, si è accorta che il registro non era stato riportato alla sede di Montecatini. Così la tutor ha dovuto raggiungere in tempi ristretti la sede di Pistoia, prendere il registro e riportarlo a Montecatini, in tempo per la lezione.

Questo episodio, può sembrare banale, ma nell’arco di una giornata lavorativa può far disperdere energie e risorse inutili e può provocare malintesi, tensioni e stress.

Al Cescot la comunicazione rappresenta la prevenzione ai fraintendimenti, agli errori e allo stress. Quando la comunicazione è priva di ostacoli fisici e ideali, le relazioni tra superiori e dipendenti sono più distese e i rapporti sono collaborativi e leali. Al Cescot non si ha timore di esprimere un parere.

Questo stile di comunicazione, origina dal leader e si diffonde nei rapporti interpersonali.

Lo strumento principe utilizzato per erogare formazione al Cescot, come in tutte le agenzie formative, è la parola. È solo attraverso di essa che si trasmette la conoscenza. La competenza della comunicazione è una competenza trasversale in grado di orientare i processi di apprendimento. Docenti, tutor e coordinatrici si servono della parola e dei gesti per diffondere un messaggio.

Più il messaggio, sottoforma di codice, è chiaro, lineare e diretto e migliore sarà la ricezione da parte dei riceventi/utenti. Parallelamente più la comunicazione verbale è in linea con quella non verbale e migliore sarà l’efficacia del messaggio.

La complessità e la centralità dell’azione comunicativa è resa esplicita nel momento in cui i docenti propongono lezioni “alternative”, cioè propongono agli utenti di diventare docenti per qualche minuto. Lo scambio di ruolo permette agli utenti di comprendere la fatica e l’impegno che tale lavoro richiede, insegna loro il rispetto del silenzio e la partecipazione attiva. Ad esperimento concluso, gli utenti sono ben contenti di tornare al proprio posto, poiché hanno compreso la grande responsabilità che si detiene stando seduti sulla cattedra.

153 Tutor e coordinatrici dichiarano di sentirsi più affaticate quando si occupano delle classi e degli utenti rispetto a quando svolgono attività di ufficio al computer. Il contatto diretto con gli utenti, come ribadito più volte nei paragrafi precedenti, implica l’impiego di molte energie fisiche e mentali.

I docenti del Cescot sono abili nell’utilizzo della parola durante le lezioni; essi sono propositivi con gli adulti e motivatori con i giovani.

Una classe costituita da utenti attenti e che seguono si riconosce; non ci sono rumori di sottofondo, si prendono appunti, si fanno domande, non si ricorre a distrazioni.

Per il ruolo che ricoprono, le tutor sono abili nel trasmettere, attraverso la parola e i gesti, messaggi di incontro e compromesso, le coordinatrici di serietà e professionalità. La parola diventa testimonianza di successo; l’impegno premia gli utenti volenterosi. Gli utenti che superano con successo gli esami, passano a trovare le tutor e i docenti, raccontando la loro esperienza lavorativa successiva al corso formativo. Le loro parole e il loro entusiasmo, sono un mezzo molto efficace per motivare le nuove leve, che ascoltano con attenzione.

Questi semplici esempi testimoniano la preparazione di docenti, tutor e coordinatrici e testimoniano l’investimento che il Cescot fa sui propri utenti.

Il processo formativo è molto complesso e la sua pianificazione comincia dall’utilizzo esperto e mirato della parola.

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