3.6 “Filosofia” della responsabilità
3.9 Cambiamenti vantaggios
3.9.1 Ridurre gli straordinari per migliorare il benessere lavorativo
Il lavoro straordinario, è quel “lavoro esercitato oltre l’orario normale di lavoro”118 che,
come previsto dall’art. 1 comma 2 del D.lgs 66/2003 è di quaranta ore settimanali. Il lavoro straordinario deve essere compensato con le maggiorazioni retributive previste dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro oppure, in alternativa o in aggiunta al compenso economico, con dei riposi compensativi.
Senza addentrarsi ulteriormente nella normativa che regola il lavoro straordinario, in Italia questa pratica è molto diffusa. Rispettare diligentemente il proprio orario di lavoro, viene additato come scarso attaccamento al lavoro e scarso spirito di sacrificio. Dietro questo retaggio culturale si nasconde una mentalità sbagliata che avvantaggia tutti quei lavoratori che si prestano frequentemente per ore di lavoro extra.
Ricorrere allo straordinario può significare che non è bastato il tempo giornaliero a disposizione per svolgere il lavoro che ci era stato assegnato.
Il lavoratore che durante l’anno ricorre a pochi straordinari, ha probabilmente saputo organizzare più efficientemente il proprio tempo a disposizione.
Detto questo, lo straordinario è un’arma utilizzata oggigiorno, dalle organizzazioni per fronteggiare situazioni di emergenza, cambiamenti repentini dell’economia mondiale, incertezza e imprevedibilità del mercato.
Quando lo straordinario diventa abitudine e si ricorre ad esso, 4 giorni su 5, questo sottintende dei problemi.
Partendo dal presupposto che prima di incorrere in generalizzazioni errate, si devono indagare le motivazioni che spingono i lavoratori a ricorrere al lavoro straordinario:
• incapacità di organizzare le ore lavorative con le attività da svolgere; • strumenti e tecnologie arretrate che rallentano il lavoro;
• pianificazione delle ore settimanali, incongruente con il dipendente e le sue esigenze;
• mancanza di personale.
118 Fonte: Decreto Legislativo 8 aprile 2003, n. 66,
173 Al Cescot, il motivo che determina il ricorso a straordinari è la mancanza di personale. Punto uno. Nei primi giorni di giungo 2017119, una tutor si è licenziata senza largo preavviso, lasciando le colleghe con una risorsa in meno. Le selezioni per la nuova tutor sono cominciate pochi giorni dopo e sono durate circa 20 giorni; successivamente il posto vacante è stato ricoperto. In più, la nuova assunta, ha necessitato, a buon diritto, di un paio di settimane per ambientarsi e riprendere il filo lasciato dalla collega precedente.
I giorni rimasti “scoperti” sono stati molto caotici ed impegnativi poiché le tutor hanno dovuto farsi carico del lavoro svolto dalla collega; i corsi formativi di sua competenza (per ragazzi drop out), sono stati momentaneamente affidati ad un’altra tutor.
Punto due. Come ampiamente spiegato nel capitolo due e in parte nel capitolo tre, al paragrafo 3.8, le attività di cui si occupa Cescot, sono numerose; le risorse umane che si occupano direttamente degli utenti sono:
▪ 2 coordinatrici; ▪ 4 tutor.
Le tutor gestiscono 2/3 classi ciascuna, più i corsi di formazione per gli adulti. Le coordinatrici impiegano tutte le mattina allo sportello front office e gestiscono la parte organizzativa di tutti i corsi di formazione per gli adulti e di tutte le classi di ragazzi drop out. Coordinatrici e tutor, lavorano da contratto otto ore al giorno dal lunedì al venerdì (escluse le ore di straordinario). Il carico quantitativo di lavoro, affidato ad ogni dipendente risulta eccessivo; di conseguenza il ricorso a straordinari avviene 2/3 giorni su 5 con una media di ½ ore di straordinario. A complicare la situazione subentra anche il fattore imprevedibilità degli orari lavorativi.
Nonostante questo le dipendenti del Cescot dimostrano un forte attaccamento al lavoro e un forte senso del dovere. Nelle ore di lavoro stabilite da contratto, si occupano degli utenti, che partecipano alle lezioni; successivamente quando i corsi sono terminati, recuperano il lavoro burocratico arretrato.
Punto tre. Le tutor e le coordinatrici sprecano tempo negli spostamenti da Pistoia a Montecatini, che potrebbero impiegare in attività utili; avvicinare le due sedi, però, è una soluzione improbabile nel periodo di questa analisi, per motivi di costi insostenibili. Gli effetti sulla vita del lavoratore sono:
174 • qualora lo straordinario si protragga per lunghi periodi, si rischia di ottenere l’effetto opposto: i dipendenti cominciano stanchi la giornata perché non hanno il tempo di recuperare le energie;
• gli orari imprevedibili interferiscono sulla vita privata dei dipendenti;
• il dipendente si porta il lavoro a casa, riducendo ulteriormente le ore di riposo; • il dipendente perde la motivazione e l’energia di affrontare le sfide quotidiane e si
innalzano i livelli di stress;
• il ricorso a straordinari frequenti (il tempo stimato massimo di resistenza ad orari imprevedibili è 1 anno e mezzo) rappresenta il motivo principale di turn over volontario. Tale fenomeno si verifica principalmente in dipendenti con famiglie a carico.
Dopo aver analizzato le cause e gli effetti, vediamone le possibili soluzioni da apportare al Cescot:
a) l’intervento più efficace per ridurre gli straordinari, sarebbe quello di assumere almeno un altro tutor e un altro coordinatore.
Inoltre assumere una risorsa part time che tutte le mattine presidi lo sportello front office; selezionando la risorsa tra i docenti/professionisti che già lavorano in Cescot. Per motivi di disponibilità economica del Cescot ma anche della Regione e degli enti preposti, al momento dell’analisi, non potevano essere incrementate le assunzioni. L’agenzia svolge un servizio prezioso alla comunità e le istituzioni dovrebbero investirci più risorse per garantire servizi migliori;
b) concentrare lo sportello front office a 3 mattine a settimana, lunedì, mercoledì e venerdì;
c) ridurre da due pomeriggi ad uno, il presidio dello sportello front office di Montecatini da parte della coordinatrice didattica;
d) ridurre al minimo gli spostamenti tra le due sedi, per coordinatrici e tutor, attraverso un’attenta analisi delle necessità e l’implementazione di sistemi di comunicazione (videochiamate ad esempio), che permettano una comunicazione più chiara e diretta tra i dipendenti delle due sedi;
175 e) adottare politiche di responsabilizzazione degli utenti su date, orari; poiché le tutor sprecano molto tempo a ristampare le dispense perdute, ricordare il giorno e l’ora di inizio della lezione;
f) predisporre una piattaforma digitale accessibile tramite nome utente e password, nella quale vengono inserite le informazione relative alle lezioni, le dispense, le comunicazioni urgenti, etc. Tale piattaforma dovrà essere collegata alla e-mail dell’utente e dotata di sistemi di avviso automatico;
g) trasferire l’attività di stampa e consegna dei certificati/attestati, dalle tutor ai docenti, così da recuperare tempo da dedicare ad altre attività;
h) impiegare i docenti (e non le tutor) nell’acquisto degli ingredienti utili per la lezione pratica nella scuola di cucina di Montecatini, così da lasciare più tempo alle tutor da dedicare ad altre attività;
i) impiegare i docenti per la preparazione delle aule (videoproiettore, computer, luci etc), per fare risparmiare tempo alle tutor;
j) incrementare il numero di consulenze specifiche con i docenti, per ridurre il tempo di permanenza degli utenti allo sportello front office gestito dalle coordinatrici; k) snellire le pratiche burocratiche relative al rilascio delle qualifiche ai ragazzi in
dispersione scolastica (questo punto viene affrontato nel paragrafo successivo).
Con le modifiche sopra elencate, si ridurrebbero i tempi dedicati ad alcune pratiche, permettendo di gestire al meglio il tempo a disposizione di tutor e coordinatrici.