La centralità del tema della formazione compare già nel trattato che istituisce la Comunità Europea del 1957, che al capo 3 disciplina “Istruzione, Formazione Professionale e Gioventù”. In particolare è l’art. 150 che afferma che:
“La Comunità attua una politica di formazione professionale che rafforza ed integra le azioni degli Stati membri, nel pieno rispetto della responsabilità di questi ultimi per quanto riguarda il contenuto e l’organizzazione della formazione professionale …”
Il Fondo Sociale Europeo ha avuto fin dal principio l’obiettivo di promuovere all’interno della Comunità, le possibilità di occupazione, in particolare attraverso la formazione e la riconversione professionale.
Esiste a livello europeo un nesso inscindibile tra formazione ed occupazione. Tuttavia in materia di occupazione, la cooperazione tra gli Stati membri si è sviluppata fino al 1997 come una tradizionale collaborazione tra governi, in seno ad organizzazioni internazionali.
Le difficoltà macroeconomiche degli anni ’90, hanno generato l’esigenza di una risposta coordinata a livello europeo, che è arrivata nel 1995 con il “Libro Bianco17 su istruzione e formazione – insegnare e apprendere. Verso la società conoscitiva”. Il Libro bianco, dopo aver delineato i tre “fattori di cambiamento che contribuiscono all’evoluzione verso la società conoscitiva” (ovvero la società della conoscenza, lo sviluppo della civiltà scientifica e tecnica e la globalizzazione dell’economia), afferma che la buona strutturazione di questa società dipenderà dalla capacità di apportare due grandi risposte alle implicazioni negative possibili. La prima risposta è incentrata sulla rivalutazione della cultura generale; la seconda risposta è volta a sviluppare l’integrazione fra accumulazione di conoscenze di base (per le quali è fondamentale il sistema di istruzione), di conoscenze tecnico-professionali (che possono essere acquisite in parte nel sistema d’istruzione, nella formazione professionale e nell’impresa) e di attitudini sociali (acquisibili nel contesto di vita e di lavoro).
17 Il Libro bianco (White Paper) è un documento ufficiale designato dalla Commissione Europea; la sua
funzione è quella di proporre azioni mirate ad un settore particolare dell'economia ed è in genere sottoposto al vaglio del Consiglio dell'Unione, al Parlamento Europeo e alle parti sociali. Fonte Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Libro_bianco_(Unione_europea).
32 L’accesso alla formazione per tutto l’arco della vita è posto tra le condizioni essenziali per garantire nuovi diritti di cittadinanza, ma anche garantire i livelli minimi di conoscenze e competenze a quella percentuale di popolazione adulta in possesso di bassi livelli di istruzione; inoltre la formazione permette di affrontare in modo adeguato le sfide della modernità all’interno di quelle che vengono definite società complesse. Il Consiglio Europeo di Essen del 9 e 10 dicembre 1994, identifica cinque obiettivi prioritari in materia di occupazione, tra cui lo sviluppo delle risorse umane tramite la formazione professionale; tali obiettivi però, sarebbero rimasti difficili da realizzare senza un fermo impegno da parte di Stati membri.
Così interviene il Trattato di Amsterdam del 1997, nel quale il diritto di formazione trova un riconoscimento formale in ambito europeo, inserendo nel preambolo dello stesso, il comma secondo cui gli stati membri si impegnano a “promuovere lo sviluppo al massimo livello di conoscenza […] attraverso un ampio accesso all’istruzione e all’aggiornamento costante”. Oltre al valore simbolico di questo atto, non si può fare a meno di notare come esso rifletta un cambiamento rilevante, in quanto la formazione e l’istruzione assumono il ruolo di politiche attive della cittadinanza.
Nella Dichiarazione di Amburgo, approvata dall’organizzazione scientifica, culturale ed educativa delle Nazioni Unite nel corso della V Conferenza internazionale (luglio 1997):
“L’educazione degli adulti (viene considerata) più di un diritto, […] una chiave per il ventunesimo secolo.”18
L’educazione permanente elimina le barriere tra educazione formale, educazione non formale ed educazione informale ed assicura a tutti la possibilità di proseguire la loro educazione al di là della formazione scolastica iniziale. Nel documento si assegna un nuovo ruolo allo stato che resta il veicolo essenziale per assicurare a tutti il diritto all’educazione; egli non è solo un fornitore di servizi ma anche un consulente, un finanziatore e controllore attraverso azioni di monitoraggio.
Successivamente il 23 e 24 marzo del 2000, il Consiglio Europeo, ha tenuto a Lisbona (da qui l’appellativo di Strategia di Lisbona), una sessione straordinaria dedicata ai temi economici e sociali dell’Unione Europea.
18Fonte: Dichiarazione finale della quinta conferenza internazionale sull'educazione degli adulti,
33 È con questo documento che viene fissato in maniera netta e decisiva come obiettivo strategico dell’Unione Europea per il nuovo decennio:
“Diventare l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale. Il raggiungimento di questo obiettivo richiede una strategia globale, (predisponendo) il passaggio verso un’economia ed una società basate sulla conoscenza […], modernizzando il modello sociale europeo, investendo sulle persone e combattendo l’esclusione sociale, (sostenendo) il contesto economico sano e le prospettive di crescita favorevoli (con) una adeguata combinazione di politiche macroeconomiche, (sullo sfondo) della piena occupazione in Europa nella nuova società emergente, maggiormente adeguata alle scelte di donne e uomini”19.
Per raggiungere tali obiettivi si punta sulle competenze, per questo il documento enuncia che:
“Occorre che ogni cittadino possieda le competenze necessarie per vivere e per lavorare in questa nuova società dell’informazione […], (che venga intensificata) la lotta contro l’analfabetismo (e contro l’esclusione, a partire da quella dei disabili)”20.
Da qui il “Documento di lavoro dei servizi della commissione - Memorandum sull’informazione e la formazione permanente”, redatto il 30.10.2000, che si propone di fornire un quadro concettuale per sviluppare una strategia globale e condivisa. Il documento ha lo scopo di favorire in tutti i Paesi dell’Unione Europea, la costruzione delle condizioni per la promozione dell’occupabilità e della cittadinanza attiva ed individua una serie di problemi e di questioni raccogliendone gli aspetti salienti in una tavola circostanziata di sei messaggi chiave21:
1. nuove competenze di base per tutti, per garantire un accesso universale e permanente alla società della conoscenza;
19 Fonte: Consiglio Europeo, Lisbona 23 24 marzo 2000, conclusioni della presidenza,
http://www.europarl.europa.eu/summits/lis1_it.htm.
20 Ibidem.
21 Fonte: Documento di lavoro dei servizi della commissione - Memorandum sull’istruzione e la
formazione permanente, https://archivio.pubblica.istruzione.it/dg_postsecondaria/memorandum.pdf, Commissione delle Comunità Europee, 2000.
34 2. maggiori investimenti nelle risorse umane, tesi ad assicurare una crescita visibile dell’investimento nelle risorse umane per investire nella più importante risorsa dell’Europa, le persone;
3. innovazione nelle tecniche di insegnamento e di apprendimento, volte a sviluppare contesti e metodi efficaci di insegnamento e di apprendimento;
4. valutazione dei risultati dell’apprendimento, per migliorare i modi con i quali sono valutati e giudicati la partecipazione ed i risultati delle azioni formative;
5. nuova attenzione all’orientamento, affinché sia garantito a tutti un facile accesso alle informazioni e all’orientamento di qualità sulle opportunità di istruzione e formazione in tutta Europa;
6. un apprendimento sempre più vicino a casa, con l’obiettivo di offrire opportunità di formazione permanente il più possibile vicine agli utenti della formazione.
La diffusione del Memorandum, ha richiamato l’attenzione di tutti, sui risultati degli apprendimenti e su coloro che apprendono, piuttosto che sull’attività dell’insegnare e sugli insegnamenti.
Il tracciato europeo sul tema delle strategie e delle politiche circa l’istruzione e la formazione rompe in maniera definitiva l’autoreferenzialità del sistema formativo di ciascuno degli stati membri, mettendo a nudo tagli negativi e positivi in uno scenario controllato dagli obiettivi strategici fissati per tutti.
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