Il metodo biodinamico si basa su un sistema di produ- zione che mira a riprodurre nell’azienda un modello agro-ecologico caratterizzato da ridotto impatto sul ci- clo della materia e sul consumo di energia, in grado di raggiungere elevati livelli di efficienza ambientale e red- ditività economica. Il metodo nel suo complesso prevede un sistema di produzione concepito come un organismo a ciclo chiuso che produce secondo ritmi coerenti con i processi terrestri. Gli obiettivi del processo sono la pro- duzione di alimenti e di beni e servizi pubblici per la con- servazione dell’ambiente, basati fra l’altro su standard che vengono verificati dall’ente certificatore (aumento
della biodiversità, aumento quali-quantitativo dell'hu- mus, ecc.) e tendono a rafforzare il ruolo multifunzionale del settore. Gli standard riconosciuti in Italia dal meto- do biodinamico sono 6 (produzione agricola, apicoltura, vinificazione, trasformazione, etichettatura, cosmesi) e in aggiunta 3 linee guida: (frutticoltura, olivicoltura e vi- ticoltura). È opportuno evidenziare che i disciplinari di produzione Demeter sono stati fonte di ispirazione per la genesi della normativa europea per l’agricoltura bio- logica come evidenzia l’indicazione in ambedue i disci-
plinari2 delle stesse pratiche e dei medesimi input. An-
che se il numero di sostanze ammesse nell’agricoltura biodinamica è inferiore a quello previsto nel disciplinare dell’agricoltura biologica. Inoltre, il biodinamico prevede limitazioni per diverse pratiche fra le quali la sterilizza- zione e solarizzazione dei suoli, i diserbi che non sia- no meccanici (quindi sono bandite pratiche come il piro diserbo e la vaporizzazione e l'uso di sostanze erbicide anche naturali). È inoltre vietato l’impiego di rame per quasi tutte le colture, ammesso in deroga solo in viti- coltura e frutticoltura, ma in quantità ridotta del 50% rispetto al valore massimo consentito nei disciplinari europei del biologico. Le restrizioni sono rese necessa- rie dalla declinazione agroecologica dell'azienda biodi- namica, concepita come un organismo integrato nell’e- cosistema naturale di appartenenza. Per questo, ancor prima che la PAC prevedesse le misure di greening [3] imponendo la creazione di aree ecologiche aziendali, il disciplinare biodinamico imponeva di dedicare almeno il 10% della superficie aziendale totale ad aree ecologiche per la conservazione della biodiversità a garanzia dell’e- spletamento delle funzioni ambientali riconducibili al ruolo multifunzionale dell’agricoltura. Inoltre il modello a ciclo chiuso impone in tutte le aziende biodinamiche la presenza di allevamenti (in Italia minimo 1 UBA ogni 5 ettari), per i quali è prevista l’alimentazione con foraggi provenienti per almeno il 50% dall'azienda stessa; allo stesso tempo le concimazioni aziendali devono proveni- re solo da materia organica aziendale, adeguatamente
2 Nel Box 1 è possibile consultare l’elenco dei concimi, i provvedimenti e principi attivi consentiti per la cura e il trattamento delle piante ammessi
compostata. Nei casi in cui le condizioni aziendali non consentano la chiusura del ciclo, si ricorre a forme di cooperazione tra aziende biodinamiche presenti sul ter- ritorio che, integrandosi, riproducono un unico sistema in grado di chiudere il ciclo. Ciò determina un impatto positivo sul tessuto sociale locale ed un recupero del ruolo multifunzionale delle aziende coinvolte.
Le aziende biodinamiche ricevono almeno una volta l'an- no le visite ispettive da parte degli organismi di controllo autorizzati dal MIPAAF ai sensi del regolamento (CE) n. 834/2007. Inoltre ricevono almeno una volta l'anno la vi- sita di controllo da parte degli ispettori incaricati da De- meter. A queste ispezioni si aggiungono ulteriori visite Demeter a cura di tecnici specializzati, che effettuano prelievi di campioni analizzati poi presso laboratori auto-
rizzati che verificano il rispetto degli standard specifici3.
Durante i controlli vengono svolte verifiche in azienda per accertare e valutare non solo l’effettiva applicazione del disciplinare di produzione e quindi l’assenza di sostanze e pratiche non ammesse, ma anche il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità ambientale riferiti alla salu- brità dell’organismo agricolo che deve mostrare: minore incidenza di patologie sia nelle coltivazioni sia negli al- levamenti, maggiore stabilità della struttura dei suoli e incremento quali-quantitativo dell’humus. I risultati po- sitivi del metodo biodinamico sono evidenziati anche in ambito scientifico, dove alcune ricerche sottolineano un miglior impatto ambientale dell’agricoltura biodinamica anche rispetto a quella biologica [1].
Negli ultimi decenni la ricerca internazionale si è oc- cupata dell'agricoltura biodinamica in relazione al con- tributo multifunzionale che il processo produttivo con- segue grazie alle pratiche agronomiche adottate che consentono di ottenere beni pubblici e privati (cibo, pa- esaggio, conservazione della biodiversità e della ferti- lità del suolo, ecc.). In particolare, gli aspetti messi in evidenza dalla letteratura scientifica sono tecnico-agro- nomici, relativi alla qualità degli alimenti, agli aspetti socio economici, ambientali e agro-sistemici. L’agricol- tura biodinamica viene quindi rappresentata come un
processo produttivo in grado di massimizzare la qualità dei processi e dei prodotti sotto il profilo ambientale, sa- lutistico e della qualità organolettica. Dalla letteratura scientifica emerge che il metodo biodinamico è in grado di migliorare le condizioni dei suoli per quanto riguar- da gli aspetti biochimici e biologici [3, 10, 11, 13, 15, 20, 23, 24]. In particolare, alcuni articoli dimostrano che il metodo biodinamico garantisce un aumento per numero e biomassa dei lombrichi presenti nel suolo rispetto a quanto rilevato negli altri metodi di coltivazione (biolo- gico e convenzionale). Ulteriori studi basati su osserva- zioni pluriennali hanno evidenziato che i suoli sottoposti a pratiche biodinamiche hanno una maggiore biodiver- sità nella microflora e microfauna rispetto a quelli con coltivazioni biologiche o convenzionali e che mostrano minori condizioni di stress in termini di parametri chi- mici [3, 10, 11, 16, 21, 24]. In altri articoli si riconosce all’agricoltura biodinamica la capacità di migliorare la sostanza organica del suolo e di sequestrare maggio-
ri quantità di gas climalteranti (C02, CH4 NOx) [11, 12,
18]. Per quanto riguarda la presenza nel suolo di azoto totale, la letteratura scientifica rileva che con il metodo biodinamico si riscontrano maggiori concentrazioni di questo prezioso nutriente [10]. L’efficienza ambientale dell’agricoltura biodinamica è riconosciuta da numerosi lavori che attestano anche un ridotto consumo energe- tico rispetto agli altri metodi di coltivazione (biologico e convenzionale), con il 20% in meno di energia impiegata per unità di prodotto secco e il 56% in meno per unità di superficie coltivata [13]. Per tutti questi aspetti, all’agri- coltura biodinamica è riconosciuto un importante ruolo nella mitigazione dei cambiamenti climatici [12].
Alcuni casi di studio condotti per valutare l’agricoltu- ra biodinamica si sono protratti nel tempo dimostran- do differenze di impatto tra l’agricoltura biodinamica e quella convenzionale. In Australia, studi condotti per 8 anni su 16 aziende hanno dimostrato che le aziende biodinamiche hanno suoli con maggior contenuto di so- stanza organica, migliore struttura, attività microbica incrementata e un numero più elevato di lombrichi [18].
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Altri casi di studio con ricerche decennali confermano questi risultati rilevando in aggiunta una maggior quan- tità di acqua disponibile nei suoli delle aziende biodi- namiche [9]. Le pratiche di coltivazione dell’agricoltura biodinamica hanno effetti positivi sulla qualità dei pro- dotti, come è dimostrato nel caso del vino, in cui molti produttori di prestigio mondiale hanno scelto l’agricol- tura biodinamica che garantisce più vigoria alle vigne e migliore composizione chimica delle uve [17]. Il ruolo dell’agricoltura biodinamica viene riconosciuto anche nella conservazione di ambiente e paesaggio grazie al rapporto armonioso che il processo produttivo instaura con gli elementi naturali circostanti (foreste, praterie, corpi d’acqua superficiali o sotterranei) e con la loro biodiversità [2], [22].