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I programmi quadro per la ricerca europea in materia di agricoltura biologica

Nel documento Bioreport 2017-2018 (pagine 85-88)

Sin dai primi anni novanta, i programmi di ricerca euro- pea hanno finanziato sistematicamente progetti dedicati allo sviluppo e allo scambio di conoscenza scientifica in Nel merito, già nel 2009, McIntyre affermava che l’a-

gricoltura biologica, con le sue rigide regole sugli input esterni, è necessariamente più innovativa, in quanto im- plica la continua ricerca di soluzioni alternative e inno- vative che le consentano di produrre nel rispetto degli standard biologici [12].

Più recentemente, nel sottolineare come le imprese bio- logiche coniughino brillantemente la propria innovatività con i principi di sostenibilità dell’agricoltura biologica, la piattaforma europea TP Organics le descrive come “labo- ratori creativi di innovazione verde e intelligente” [14]. Si sottolinea, inoltre, come spesso nell’agricoltura biologica l’innovazione sia fondata sul know-how delle aziende, sul- la ricombinazione e riapplicazione di ciò che in letteratura viene definita “conoscenza esistente”, cioè tacita, derivan- te dall’esperienza pratica, che è propria degli agricoltori. In questo senso, si evidenzia come, in tale settore, siano più frequenti i processi innovativi di tipo incrementale, che lavorano proprio sulla conoscenza esistente (know-how, know-what) per produrre cambiamenti di tipo organiz-

7 Il concetto di funzionalità dei suoli riguarda la capacità produttiva dei suoli e il loro ruolo chiave per la mitigazione e l’adattamento a cambiamenti

climatici e per la resilienza degli ecosistemi.

Fig. 2 – Progetti di ricerca europea di rilevanza per agricoltura biologica

Fonte: elaborazioni su dati Organic-Research.net e Cordis.europa.eu.

Annualità programmazioni Contributo UE (mln euro) - 20 40 60 80 100 120 140 160 2nd FP-CAMAR (1987-1991) 3rd FP-AIR (1990-1994) 4th FP 1 8 2 13 7 13 32 (1994-1998) 5th FP (1998-2002) 6th FP (2002-2006) 7th FP (2007-2013) H2020 (2014-2017)

materia di agricoltura biologica8.

A partire da secondo programma quadro e fino al di- cembre 2017, sono stati complessivamente finanziati 76 progetti di ricerca europea sul tema, per un ammontare

complessivo di euro 228.056.866 (fig. 2)9.

Di questi stanziamenti si lamenta l’esiguità rispetto alle effettive esigenze degli operatori biologici e al budget dedicato alla ricerca, anche in considerazione dell’e- spansione dell’agricoltura biologica e del suo contributo alla sostenibilità ambientale dei sistemi agricoli e alla

mitigazione dei cambiamenti climatici [13], [8]10.

L’andamento delle risorse e della numerosità dei pro- getti finanziati nel corso dei vari programmi quadro dà evidenza, comunque, del crescente sostegno della po- litica della ricerca europea alla definizione dell’attuale quadro regolamentare e politico e delle pratiche dell’a- gricoltura biologica in Europa.

Nel corso degli anni, il sostegno della politica europea ha riguardato 4 macro-ambiti di ricerca: il coordinamen- to transnazionale; il sostegno alla definizione delle poli- tiche e della regolamentazione; il sostegno alle politiche di mercato e a favore dei consumatori; l’acquacoltura; le reti tematiche; il miglioramento delle pratiche agricole e degli allevamenti (fig. 3).

In particolare, nel quadro dello spazio europeo della ri- cerca, sono state finanziate cinque reti tematiche (4% del- le risorse complessivamente stanziate a livello europeo), tese al coordinamento transnazionale della ricerca, alla messa a sistema e all’avanzamento della ricerca europea e allo scambio di conoscenza ed esperienze in materia di agricoltura biologica e su temi per essa rilevanti.

Il primo network della ricerca europea in materia di agricoltura biologica fu istituito attraverso il terzo pro- gramma quadro, nel periodo 1995-1998, con gli obiettivi di raccogliere informazioni e stabilire collaborazioni tra organizzazioni attive nell’istruzione, nella ricerca, nella sperimentazione, nella dimostrazione e nell’informa- zione in materia di agricoltura biologica. In seguito, le reti tematiche, finanziate attraverso il quarto e il settimo programma quadro e H2020, hanno riguardato ambiti di ricerca più definiti: ricerca e scambio di esperienze tra ricercatori e consulenti in materia di salute e benessere animale degli allevamenti biologici (NAHWOA); istituzio- ne di un database europeo per la raccolta e lo scambio di dati sul mercato del biologico (OrganicDataNetwork); scambio di conoscenza ed esperienze tra esperti per l’aumento della produttività e della qualità delle coltiva- zioni biologiche al fine di soddisfare la domanda di mer- cato (OK-NET ARABLE); sviluppo sostenibile e competi- tivo dei sistemi agroalimentari basati su nuove varietà e popolazioni di cereali locali nell’ambito dell’agricoltura biologica o a basso input (CERERE).

Le azioni di coordinamento transnazionale sono state realizzate attraverso i progetti denominati “Core Orga- nic” e co-finanziati dagli stati aderenti nel quadro dello spazio della ricerca europea (ERA-Net), con la finalità di favorire il coordinamento e il miglioramento della quali- tà, della pertinenza e dell’utilizzo delle risorse della ri- cerca e l’allineamento delle politiche europee in materia di biologico. Per tali progetti, nel corso degli anni si è assistito a un consistente aumento dei partner aderen- ti, che sono passati da 11 a 25, provenienti da 19 Stati

8 Si fa riferimento, in particolare, ai programmi quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico, denominati anche programmi quadro e, con

riferimento al periodo di programmazione 2014-2020, a Horizon 2020 (H2020), finanziati dalla CE sin dal 1987, per sostenere e promuovere lo Spazio europeo della ricerca (ERA).

9 Il primo progetto fu lo “Studio sul potenziale e i limiti dei sistemi e delle tecniche di agricoltura integrata e alternativa”, finanziato dal II Programma

Quadro della Ricerca (CAMAR) e svolto nel periodo 1991-1993. Il secondo progetto fu lo studio “Sviluppo di una strategia di cooperazione sulla documentazione ottimale e fornitura di letteratura in materia di agricoltura ecologica”, finanziato dal III Programma Quadro della Ricerca (AIR) e chiuso nel 1998. Per entrambi non sono disponibili dati sul contributo UE.

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uso di mangimi a livello locale; iii) sistemi di allevamento appropriati e robusti: bovini, suini, pollame; iv) concetti e tecnologie per la lavorazione di alimenti biologici per garantire la qualità degli alimenti, la sostenibilità e la

fiducia dei consumatori11.

La ricerca tesa al miglioramento delle pratiche colturali e degli allevamenti biologici, nell’ottica di coniugare la valorizzazione delle biodiversità locali con il rafforza- mento della sostenibilità, dell’efficienza, della resilien- za, della sicurezza e della qualità delle filiere biologiche, è stata quella che più ha beneficiato di risorse UE (74%). membri in H2020. In totale, tali azioni hanno assorbito

il 7% delle risorse comunitarie stanziate a favore della ricerca europea (oltre 10 milioni di euro) e attivato fondi nazionali per oltre 22 milioni di euro, investiti in 45 pro- getti.

Nello specifico dell’ultimo Core Organic Cofund (circa 20 milioni di euro, inclusi 5 milioni di contributo UE), i dodici progetti selezionati dagli Stati membri (14 milioni di euro circa) riguardano le seguenti quattro aree tematiche: i) supporto ecologico a sistemi di produzione di piante specializzate e intensive; ii) produzione ecocompatibile e

Fig. 3 – Principali aree tematiche ricerca europea in agricoltura biologica, 1987-2017

11 Maggiori dati e informazioni sui progetti Core Organic sono disponibili dalle pagine web del portale: http://www.era-platform.eu/.

Nello specifico dei 36 progetti finanziati, quelli di ricerca a favore delle pratiche colturali vegetali sono 19 e perse- guono, principalmente, obiettivi correlati alla riduzione degli input esterni per la funzionalità del suolo (10%), all’avvicendamento colturale, al miglioramento della qualità e della sicurezza lungo le filiere e alla valorizza- zione della biodiversità delle colture e delle produzioni agroalimentari locali.

I sette progetti dedicati alla ricerca in materia di alleva- menti biologici (oltre 24 milioni di euro) mirano al mi- glioramento della sicurezza e della salute animale, alla valorizzazione delle razze, dei sistemi di produzione e dei prodotti derivati locali.

Altri progetti di ricerca (14%) riguardano il supporto alla definizione del quadro regolamentare e alle politiche a sostegno della valorizzazione dell’agricoltura biologica, anche attraverso la divulgazione di conoscenze, il miglio- ramento delle pratiche colturali e lo sviluppo di sistemi alimentari locali di alta qualità. Due progetti riguardano, inoltre, la realizzazione di programmi congiunti di ricer- ca internazionale per la sicurezza alimentare e nutrizio- nale e l’agricoltura sostenibile e per la riduzione delle importazioni di proteine (in particolare, da Africa e Cina). Le politiche di mercato e a favore del consumatore del biologico (4%) sono, inoltre, temi catalizzatori di otto progetti di ricerca orientati a supportare le strategie di marketing alimentare e migliorare la trasparenza e il controllo dei sistemi produttivi biologici.

Infine, in tema di acquacoltura biologica (1%) sono stati finanziati due progetti di ricerca (OrAqua, con il settimo programma quadro, e EASY con H2020), finalizzati a pro- durre raccomandazioni per il miglioramento del vigente quadro normativo dell’UE e allo sviluppo di una tecnolo- gia per la formulazione di mangimi innovativi.

La partecipazione italiana alla ricerca europea è consi-

stente per la numerosità sia dei progetti (72), sia delle organizzazioni coinvolte (70) e per il livello di parteci- pazione (126), sebbene si contino pochi coordinatori (6). Nello specifico, le organizzazioni italiane provengono

da diverse discipline scientifiche e di pratica12, e per al-

cune di esse si registra anche una rilevante frequenza nella partecipazione ai progetti di ricerca. È il caso, ad esempio, dell’Università Politecnica delle Marche, con 11 progetti di ricerca europea, e, a seguire, del CREA, dell’AIAB, dell’Università degli Studi di Pisa e dell’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna.

L’agricoltura biologica nella futura program-

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