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Le politiche regionali a favore dell’agricoltu ra biologica

Nel documento Bioreport 2017-2018 (pagine 160-162)

Nel precedente periodo di programmazione l’agricoltura biologica è stata sostenuta e promossa dal Programma

di sviluppo rurale (PSR) 2007-2013, nell’ambito dell’Asse II “Miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale” e nello specifico dalla misura 214 “Pagamenti agroam- bientali” – azione E “Produzioni agricole biologiche”. L’azione, applicata sull’intera area regionale, ma con priorità nelle aree Natura 2000, nelle aree naturali pro- tette e nelle zone vulnerabili ai nitrati, ha avuto un peso contenuto in termini di superficie (8.088 ha di superfici fisiche oggetto di impegno - SOI) al 2015, rappresentan-

do il 35% del biologico regionale3. Secondo il documento

di valutazione ex post del PSR lombardo, la superficie delle aziende che hanno aderito all’azione “E” agricol- tura biologica poteva essere più elevata se paragonata all’universo delle aziende biologiche della Regione e in questo senso si sarebbe attesa una maggior adesione alla azione “E”.

3 “La scelta programmatica è quella di indirizzare la diffusione (Azione C ed F) nelle aree regionali per le quali se ne individua un maggior

“fabbisogno”, cioè la collina e la pianura (escludendo, quindi, opportunamente la montagna) o comunque di escluderne l’attuazione (Azione E) per le tipologie colturali nelle quali il “margine di miglioramento” rispetto alla situazione ordinaria risulterebbe modesto (es. la produzione

Tab. 3 – Distribuzione degli operatori biologici per provincia (n.) Produttori

esclusivi PreparatoriProduttori/ Preparatori e sclusivi Importatori Preparatori/ Importatori

Bergamo 83 44 104 2 Brescia 249 139 115 1 5 Como 31 15 35 1 Cremona 65 16 48 1 Lecco 17 14 30 1 3 Lodi 26 8 18 1 Mantova 176 34 64 3 Milano 76 32 251 2 32 Monza Brianza 18 8 45 Pavia 429 77 62 1 2 Sondrio 28 30 22 3 Varese 24 13 39 4

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Analogamente al passato, nella nuova programmazione 2014-2020, la Misura 11 del PSR della Regione Lombar- dia garantisce un sostegno alla conversione dall’agricol- tura convenzionale a quella biologica (11.1.01) e al man- tenimento del metodo di produzione biologica (11.2.01), attraverso la compensazione dei maggiori costi e del minore guadagno determinati dall’applicazione di que- sto metodo.

In Lombardia, i beneficiari, agricoltori singoli o associati, devono rispettare gli impegni, definiti ai sensi del reg. (CE) n. 834/2007, per un periodo complessivo di sei anni e per una superficie minima oggetto di impegno pari a 0,5 ettari di SAU nei comuni di collina o montagna e di 1 ettaro in quelli di pianura.

I pagamenti annuali a ettaro, differenziati per tipologia colturale sono riportati nella tabella 4.

Nell’attuale periodo di programmazione 2014-2020 il li-

vello dei pagamenti, nella maggior parte dei casi, è cre- sciuto a un tasso compreso tra il 30% e il 60% rispetto a quello del periodo precedente. L’unico caso di riduzione

è rappresentato dai prati permanenti4.

Entrambe le operazioni “Conversione all’agricoltura bio- logica” e “Mantenimento dell’agricoltura biologica” sono combinabili sulla stessa superficie con alcune operazio- ni relative alla Misura 10 Pagamenti agro-climatico-am- bientali, quali la 10.1.03 “Conservazione della biodiver- sità nelle risaie” e la 10.1.10 “Tecniche di distribuzione degli effluenti di allevamento o una loro combinazione”. Per quanto concerne i criteri di selezione, la Regione ga- rantisce una priorità alle aziende localizzate nelle aree Natura 2000, nelle aree naturali protette e nelle zone vulnerabili ai nitrati (ZVN), a quelle che scelgono di con- vertire l’intera superficie aziendale e che dispongono di sistemi di controllo per razionalizzare gli interventi fito- sanitari o di depuratori (biofiltri), con l’obiettivo di sal- vaguardare l’agricoltura nelle aree sensibili, evitando lo sviluppo di attività di tipo intensivo.

Complessivamente, la Regione ha programmato per gli interventi descritti una spesa di 38 milioni di euro fino al 2023, che rappresenta il 10% della spesa pubblica pia- nificata per la priorità 4 e il 3% dell’importo complessivo del PSR.

La Regione ha pubblicato due bandi relativi alla Misura 11. In particolare, il secondo bando uscito nel 2016 ha previsto per il 2017 una spesa di 12 milioni di euro e ha finanziato 261 domande su 278 presentate, una percen- tuale di ammissibilità (93%) maggiore rispetto a quella registrata nel 2015 (88%), ma a fronte di un calo conside- revole del numero di domande (nel 2015, 457 domande ammesse su 517 presentate).

Nel 2016 la superficie totale convertita al metodo biolo- gico ha raggiunto l’82% della pianificata, mentre quella in mantenimento si attesta sul 40% (tab. 5).

Lo stato di avanzamento della spesa al 31 dicembre 2016 si attesta al 19,4% (valore superiore alla media naziona- le pari al 7,7%), con una spesa in termini di valore pari a 7,4 milioni di euro per il sostegno al biologico regionale Tab.4 – Importi premio Misura 11 del PSR 2014-2020 e

confronto con programmazione 2007-2013

Conversione Euro/ha 2014-20 Euro/ha 2007-13

Seminativi 375 154 Orticole 600 290 Arboree 900 600 Prati permanenti 125 143 Foraggere per allevamenti 600 300

Mantenimento Euro/ha 2014-20 Euro/ha 2007-13

Seminativi 345 140 Orticole 540 290 Arboree 810 550 Prati permanenti 110 130 Foraggere per allevamenti 540 300

Fonte: Regione Lombardia, 2016.

di buone pratiche rivolte alla sostenibilità dei processi e alla biodiversità, nonché di formazione e informazione per il consumatore.

La spiccata propensione all’utilizzo di un metodo di pro- duzione sempre più dedito al modello biologico, l’utilizzo di una filiera corta e la necessità di lavorare in stretto rapporto con il territorio circostante consentono di rea- lizzare una produzione e un conseguente consumo cri- tico e solidale. Sono soprattutto le motivazioni etiche e ambientali, infatti, a consolidare lo stretto legame tra l’agricoltura sociale e quella biologica.

Al fine di supportare questo quadro in formazione, la Di- rezione Agricoltura della Regione Lombardia ha istitu- ito da qualche anno un tavolo permanente sull’AS, con l’obiettivo di approfondire maggiormente il fenomeno e poter incontrare gli attori del settore. Il punto centrale rimane la definizione di fattoria sociale. Proprio per la particolarità e la trasversalità delle differenti esperienze sul territorio lombardo, la questione è ancora aperta. Secondo l’indagine realizzata per conto di AIAB nel 2013 [7], sono 28 le aziende agricole biosociali in Lombardia,

contro le 21 censite in una ricerca omologa nel 2010 [8]6

e le 14 nel 2007.

Ai fini della ricerca sono state prese in considerazione solo aziende biologiche certificate e con un rapporto con il mercato. Il lavoro definisce le realtà osservate come significativamente innovative dal punto di vista sociale, ambientale e produttivo, determinando delle [6]. Secondo le prime risultanze del processo di valuta-

zione, l’adozione dei criteri di priorità citati in preceden- za si sta dimostrando efficace. Gli interventi a sostegno dell’agricoltura biologica, infatti, risultano localizzati per lo più nelle aree Natura 2000 e nelle aree di montagna e ciò rappresenta un valido supporto in alternativa alla diffusione dei metodi di agricoltura intensiva, che de- terminano perdita di biodiversità e depauperamento del paesaggio, specie in zone particolarmente sensibili.

Nel documento Bioreport 2017-2018 (pagine 160-162)