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I disciplinari del marchio Donau Soja

Nel documento Bioreport 2017-2018 (pagine 168-170)

Nessun OGM - Nel mercato mondiale, circa il 70% del- la soia prodotta è geneticamente modificata; i maggiori produttori di soia OGM sono Brasile, Stati Uniti e Argen- tina, che sono anche i maggiori esportatori di soia verso il mercato europeo. La posizione dei consumatori euro- pei rispetto alla questione degli OGM sembra piuttosto chiara: secondo un recente sondaggio Eurobarometer, il 66% dei consumatori si dichiara infatti preoccupato del- la possibile presenza di organismi geneticamente modi- ficati all’interno dei loro cibi e bevande.

I disciplinari per l’utilizzo del marchio Donau Soja non ammettono l’uso di varietà di soia geneticamente mo- dificate e non permettono agli agricoltori che intendono ottenere la certificazione di produrre altre colture gene- ticamente modificate all’interno della propria azienda. Questa presa di posizione è particolarmente significativa per Paesi come l’Ucraina, nei quali le colture OGM sono consentite, o in Romania, dove lo erano sino a qualche anno fa.

Dal punto di vista normativo, la certificazione e l’etichet- tatura OGM-free del prodotto è armonizzata con il Codex Alimentarius austriaco e con la pertinente normativa slovena, ungherese e tedesca.

Visto dall’Italia, che è priva di una normativa per l’eti- chettatura OGM-Free (tranne l’Alto Adige, che ha una normativa provinciale), ciò rappresenta un’ulteriore op- portunità, potendo trarre profitto dal lavoro di armoniz- zazione internazionale già svolto, assieme all’associa- zione, degli altri Stati europei.

Deforestazione e rispetto della biodiversità - Un’altra tematica che sta a cuore all’organizzazione è quella del- la salvaguardia delle risorse naturali; per questo motivo Donau Soja ha attuato una politica di contrasto attivo al processo di deforestazione. L’aumento della richiesta ha portato all’espansione delle superfici destinate alla pro- duzione di soia per il mercato mondiale nei Paesi ameri- cani; questo ha innescato un processo di deforestazione che, di conseguenza, ha portato alla perdita di risorse naturali e di biodiversità. Donau Soja promuove non soltanto un sistema di produzione di soia che va a porsi come alternativa alla sua importazione, ma molto attiva- mente anche la salvaguardia di zone naturali. Per poter produrre soia a marchio, infatti, gli agricoltori devono dichiarare di utilizzare dei terreni agricoli che hanno assunto tale destinazione precedentemente al gennaio 2008; di conseguenza, la soia danubiana non può essere coltivata in zone derivate dalla recente distruzione di bo- schi, zone naturali protette e brughiere.

Per verificare il rispetto della norma, Donau Soja si affi- da anche a controlli effettuati attraverso l’utilizzo di si-

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stemi digitali che individuano l’eventuale coltura situata in una zona recentemente disboscata.

Tutto ciò assume un significato molto importante nei paesi dell’Europa dell’Est, soprattutto in quelli non ap- partenenti all’UE come, ad esempio, Serbia e Ucraina. In tali Paesi, infatti, ampie zone naturali sono minacciate dall’intensivizzazione e dall’espansione delle aree agri- cole, spesso per produzioni destinate all’export, come la soia, e non sono in vigore leggi che le tutelino.

Uso di fertilizzanti e fitofarmaci - I disciplinari prevedo- no anche una gestione razionale di fertilizzanti e fitofar- maci, qualcosa di molto vicino all’agricoltura integrata prevista nell’ambito dei Programmi di sviluppo rurale. Inoltre, dalla scorsa stagione, l’uso dei disseccanti sulla coltura è stato proibito. In questo senso, la certificazio- ne Donau Soja può offrire un’occasione di valorizzazione economica alla soia ottenuta in sistemi agronomici ele- gibili ai pagamenti ambientali di cui alla misura 10 dei PSR. Ciò potrebbe dare un futuro al piano di riduzione dell’uso dei fitofarmaci anche al termine del sostegno. Rapporti Est–Ovest - Un ulteriore aspetto considerato dall’Associazione è il sostegno allo sviluppo e all’integra- zione dei paesi dell’Europa orientale all’interno dell’UE. Infatti, la strutturazione di accordi di approvvigionamen- to della soia tra paesi occidentali (che ne hanno elevata richiesta per la propria zootecnia) e quelli orientali (im- portanti produttori di soia e con elevate potenzialità di in- cremento) ha fatto sì che investimenti rilevanti venissero fatti in paesi che sono ancora strutturalmente deboli: ciò ha portato alla creazione di posti di lavoro, al raffor- zamento delle aziende locali e allo sviluppo e migliora- mento delle infrastrutture a supporto della produzione, della trasformazione e del trasporto di soia e derivati. Lo sviluppo del mercato ha anche incentivato la ricerca scientifica e ha aiutato lo sviluppo dell’agricoltura locale attraverso investimenti considerevoli in sementi e in tec- niche di coltivazione all’avanguardia.

Inoltre, l’organizzazione e tutti i suoi membri agiscono in conformità delle leggi internazionali che regolano il lavo- ro e i diritti umani. Se questo può essere ormai dato per scontato in paesi come Italia, Austria, Svizzera e Germa- nia, nei paesi extra-UE lo standard richiesto assicura un livello di sostenibilità sociale alto.

Più proteine vegetali - Donau Soja promuove un consu- mo di proteine alimentari più sostenibile e un uso più efficiente delle proteine ad uso zootecnico attraverso l’u- tilizzo di soia prodotta in Europa.

La comunità scientifica ha ormai raggiunto un consenso nell’affermare che il consumo di carne debba essere li- mitato per contenere i rischi per la salute e per ridurre

l’impatto ambientale dovuto alle elevate emissioni di CO2

di cui il settore zootecnico è responsabile. Le proteine di origine animale dovrebbero essere in parte sostitui- te nella dieta da proteine di origine vegetale e anche su questo aspetto Donau Soja si rende parte attiva nel promuovere l’immissione sul mercato locale di proteine vegetali ottenute in modo sostenibile, dando al consu- matore un’alternativa alla carne e agli altri prodotti zo- otecnici.

Con la creazione di una filiera europea e sostenibile della soia, anche la produzione zootecnica diventa più soste-

nibile. Uno studio condotto2 dal Sustainable European

Research Institute (SERI – Schweinfleischproduktion in Österreich – Klimaauswirkungen und Ressourceneffi- zienz) ha infatti dimostrato come l’uso di soia prodotta localmente e in modo sostenibile per la dieta dei suini, rispetto a quello di soia importata da oltreoceano, garan- tirebbe una riduzione del 50% delle emissioni di anidride carbonica di questo tipo di allevamento.

Certificazione e tracciabilità - Per permettere ai consu- matori di essere informati e avere così la possibilità di scegliere, elemento importante per il sostegno dell’ini- ziativa, Donau Soja ha introdotto un sistema di etichet- tatura che, accanto al suo marchio, permette anche la

dicitura OGM-Free. I riferimenti legali per la qualifica di OGM-Free sono quelli del Codex alimentarius austria- co. Tali marchi appaiono non solo sulla materia originale (la soia) ma anche sui prodotti finiti, siano essi derivanti direttamente dalla soia, come il latte o il tofu, che indi- rettamente, attraverso la filiera zootecnica che sottende la produzione di carne, uova e latticini provenienti da al- levamenti che utilizzano soia certificata.

La verifica del rispetto dei disciplinari avviene attraverso un sistema di certificazione/controllo che garantisce la qualità e la tracciabilità del prodotto strutturato su tre livelli:

Ÿ

Ÿ il sistema di controllo qualità e relative ispezioni che

i membri di Donau Soja sono tenuti a implementare; Ÿ

Ÿ ispezioni e relativa certificazione di parte terza, ef-

fettuati da enti di certificazione accreditati secondo le norme ISO/IEC17065:2012 e riconosciuti da Do- nau Soja. Attualmente sono 12 nei diversi paesi; Ÿ

Ÿ ulteriore verifica in collaborazione con un ente di

certificazione direttamente incaricato da Donau Soja. Questo terzo livello di certificazione è imple- mentato secondo la valutazione del rischio su tutti gli elementi della filiera, e coinvolge circa il 10% del- la soia licenziataria (in volume).

Per assicurare un monitoraggio affidabile, tutti gli attori della filiera debbono essere certificati. Le aziende agri- cole produttrici vengono notificate attraverso il centro di raccolta e dichiarano il rispetto delle regole ma anche la disponibilità a farsi ispezionare e campionare in qualun- que momento dall’associazione.

I trasformatori primari (oleifici, tostatori o trasformatori del settore alimentare, ecc.) debbono firmare un con- tratto con l’associazione in cui dichiarano, tra l’altro, di: 1. conoscere e rispettare i disciplinari;

2. stipulare a proprie spese un contratto di ispezione e certificazione con un ente terzo accreditato;

3. accettare di essere campionati sulla base del livello di rischio nell’ambito della supervisione commissio- nata e pagata dall’associazione;

4. rispettare i pagamenti delle royalty a Donau Soja e le quote sociali (le royalty vengono pagate solo dal

trasformatore primario per tutta la filiera);

5. imporre il rispetto dei punti dall’1 al 3 ai propri for- nitori fino ai collettori primari.

Nel documento Bioreport 2017-2018 (pagine 168-170)