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Considerazioni di sintes

Nel documento Bioreport 2017-2018 (pagine 112-115)

La formazione e l’acquisizione di competenze giocano un ruolo di fondamentale importanza nel settore biolo- gico. Essendo le produzioni, sia di base sia trasforma- te, maggiormente soggette a divieti e vincoli rispetto ad altri metodi produttivi, infatti, apprendere tecniche e pratiche agronomiche e zootecniche preventive e di difesa, metodi innovativi di trasformazione, modalità di organizzazione dei fattori della produzione e di gestione dei prodotti biologici lungo la filiera specifici costituisce una condicio sine qua non per rispettare tali vincoli e ga- rantire al contempo un’adeguata produttività dei fattori della produzione.

Tuttavia, la situazione relativa al sistema della cono- scenza in agricoltura biologica si presenta critica per- ché, da un lato, le risorse stanziate per la ricerca in agricoltura biologica non sono sufficienti a soddisfare i fabbisogni del settore; gli obiettivi di ricerca, inoltre, non sono ancora sufficientemente condivisi tra ricercatori

e mondo operativo, sebbene si stia lavorando, a livello comunitario e nazionale, per appianare questo ostaco- lo, attraverso lo sviluppo di un approccio alla ricerca e alla diffusione dell’innovazione di tipo partecipativo. Dall’altro, sono ancora insufficienti i tecnici specializzati in grado di fornire consulenza e assistenza tecnica alle imprese biologiche, spesso sostituiti dai rappresentanti dei mezzi tecnici, per cui si riesce solo in piccola parte a soddisfarne la domanda di formazione e informazione collegata ai risultati della ricerca conseguiti [6].

La politica di sviluppo rurale intende fornire una parziale risposta a tali problemi mediante la Misura 1, riguardan- te la formazione professionale e l’acquisizione di com- petenze, analizzata in questo capitolo, e la Misura 16, in particolare le sottomisure 16.1 e 16.2, volte a sostenere la cooperazione per facilitare la diffusione delle innova- zioni nel settore agroalimentare e forestale.

Benché in questa fase di programmazione risulti estre- mamente difficoltoso acquisire notizie dettagliate sulle materie/argomentazioni previste nelle attività formative e informative, impedendo una valutazione sistematica delle azioni messe in campo e delle eventuali carenze rispetto alle esigenze espresse dal settore biologico e dal contesto territoriale di riferimento, la risposta delle Regioni deve essere giudicata in prima istanza positiva. Un primo aspetto riguarda lo stanziamento di risorse a favore della Misura 1, superiore del 39% rispetto a quel- lo relativo alle Misure 111 e 331 della passata program- mazione, sebbene vi siano ancora ritardi in alcune Re- gioni nell’attivazione dell’attuale misura di formazione e acquisizione di competenze. È stata ampliata, inoltre, la gamma di strumenti messi in campo, con l’introduzione del coaching e le visite e gli scambi aziendali per favori- re, da un lato, una formazione mirata a soddisfare i fab- bisogni delle singole aziende e, dall’altro, il confronto tra aziende e la diffusione di particolari innovazioni e buone pratiche.

Sebbene solo Friuli-Venezia Giulia, Umbria e Lazio abbia- no previsto l’obbligo di partecipare a corsi di formazione specifici per accedere alla Misura 11, nondimeno sono 15 le Regioni che includono interventi in materia di agricol-

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di nuovi processi produttivi può rivelarsi essenziale per il consolidamento delle posizioni italiane nel settore dei prodotti biologici, permettendo ad agricoltori e trasfor- matori del settore di avere maggiori possibilità di rima- nere sul mercato, offrendo prodotti di qualità remunerati a prezzi adeguati.

All’interno della priorità 4, tre Regioni, Lombardia, Um- bria e Sicilia, hanno previsto il sostegno alla sottomisura 1.1, Veneto e Marche alla sottomisura 1.2 e Valle d’Aosta ed Emilia-Romagna alla sottomisura 1.3. Gli interventi di formazione in questo ambito mirano a rafforzare la consapevolezza degli addetti del settore dell’importanza di mantenere in equilibrio gli agroecosistemi e la cono- scenza/attuazione di pratiche agricole a basso impatto ambientale. La relazione tra agricoltura biologica con tale priorità è immediata e andrebbe maggiormente in- centivata in considerazione dell’ormai indiscusso ricono- scimento degli effetti negativi sull’ambiente di pratiche agricole intensive, inclusa la specializzazione colturale, e dell’opportunità di diffondere l’approccio agroeco- logico, così da ridurre anche l’utilizzo di mezzi tecnici esterni all’azienda. Infine, come indicato nella tabella 4, solo la Sicilia prevede attività di formazione nell’ambito della priorità 5; si tratta di un dato deludente, alla luce dell’importanza che le tecniche agronomiche a basso impatto ambientale risultano avere per preservare le risorse naturali. Sarebbe quindi auspicabile incentivare attività formative nell’ambito delle relative cinque focus area, in particolare la quinta, incentrata sulla riduzione delle emissioni.

tura biologica all’interno della Misura formazione, alcune nelle schede di misura altre in fase di attuazione.

In particolare, la maggior parte degli interventi di forma- zione attinenti al settore biologico sono connessi al mi- glioramento delle prestazioni economiche delle aziende agricole e al ricambio generazionale. Si tratta di un col- legamento coerente sia con l’aumento, da un lato, dei consumi da oltre 10 anni e, dall’altro, della superficie biologica sia con la maggiore propensione dei giovani a gestire le aziende agricole con metodo biologico [10]. Si pensi, ad esempio, alla Calabria, dove, nel 2016, l’in- cidenza percentuale della SAU biologica sulla SAU to- tale raggiunge il 38%, mentre le risorse assegnate alla Misura 11 dalla Regione sfiorano i 240 milioni di euro (21,7% delle risorse del PSR), posizionandola al primo posto in Italia per entità dello stanziamento a favore di tale misura. La connessione tra agricoltura biologica e politiche a favore della redditività e della competitività delle aziende agricole, infatti, può concorrere al rilancio economico e occupazionale dei territori, ostacolandone l’abbandono. Un secondo gruppo di Regioni (Friuli-Vene- zia Giulia, Marche, Campania, Puglia) ha attivato la sot- tomisura 1.1 nell’ambito della priorità 1; l’accesso alla conoscenza di nuove tecniche attraverso la formazione può rivelarsi determinante, per esempio, nell’affrontare problemi come le rese o la scarsa competitività dei pro- dotti agricoli biologici sul mercato, dovuta anche al man- cato riconoscimento del loro più elevato livello qualita- tivo rispetto a quello dei prodotti convenzionali. In altri casi, l’accesso alla conoscenza di tecnologie innovative e

Bibliografia

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4. Carta V., Licciardo F. (2018), Le performance finanziarie e fisiche dei PSR, in Cristiano S. (a cura di), I principali risultati dei PSR 2007-2013: sintesi delle valutazioni ex post, Rete Rurale Nazionale 2014-2020, CREA, Roma, pp. 135-136, http://www. reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/17956.

5. De Leo S., Vaccaro A., Viganò L., L'apicoltura biologica, in Pierangeli F., Tarangioli S., Zanetti B. (a cura di), Gli effetti della politica di sviluppo rurale 2007-2013, Il bilancio dell’esperienza, Rete Rurale Nazionale 2014-2020, CREA, in corso di pubbli- cazione.

6. INEA (2013), Analisi del fabbisogno di innovazione dei principali settori produttivi agricoli, Mipaaf, Ufficio Ricerca della Di- rezione Generale dello Sviluppo Rurale, Roma, http://www.foragri.com/public/Section/Fabbisogno%20di%20innovazione%20 in%20agricoltura%202013.pdf.

7. ISPRA (2015), Annuario dei dati ambientali 2014-2015, Rapporto 59/2015, Roma, http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblica- zioni/stato-dellambiente/annuario-dei-dati-ambientali-edizione-2014-2015.

8. Mele G. (2008), Repertorio delle aziende biologiche licenziatarie di Basilicata, Regione Basilicata, Alsia, Editrice Cerbone, Cardito (NA), http://www.freshplaza.it/article/10861/ALSIA-presenta-Repertorio-2008-delle-aziende-biologiche-della-Basil- icata.

9. Mipaaf (2016), Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico, Romahttps://www.politicheagricole.it/flex/cm/ pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/10014.

10. Terra e vita (2018), I giovano scelgono l’agricoltura biologica, Terra e vita, 11 gennaio 2018.

11. Vaccaro A., Viganò L. (2018), L’agricoltura biologica nelle strategie regionali di sviluppo rurale, in Viganò L. (a cura di), L’agricoltura biologica nella programmazione 2014-2020, Rete Rurale Nazionale 2014-2020, CREA, Roma, https://www.reter-

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