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Caso quirky e soddisfazione del requisito EPP Lavine (1999, 2000)

5.3 Le analisi dei costrutti participiali nella letteratura

5.3.3 Caso quirky e soddisfazione del requisito EPP Lavine (1999, 2000)

L’intuizione che stava alla base del lavoro di Timberlake, il sintagma locativo

u + DP.GEN come vero soggetto dei costrutti NR, viene ripresa in ambito generativo in

un lavoro di Lavine (1999) che ha già fatto propri i postulati del programma minimalista di Chomsky (1995), e che prende in esame le configurazioni in cui il participio è invariabile al neutro72 e l’argomento interno compare in nominativo. I dialetti-NONAGR sono trattati unitariamente con il costrutto gerundivo in -vši, sempre dei dialetti NR, e con la forma participiale invariabile -ma/-ta del lituano, che dà luogo alla costruzione evidenziale.

Il problema centrale dell’analisi di Lavine è come il requisito EPP venga soddisfatto e l’ipotesi che viene avanzata al riguardo è che il DP argomento interno non sia coinvolto nella valutazione del tratto EPP, in quanto quest’ultimo può essere valutato da un altro DP, un cosiddetto “soggetto ergativo”, in modo simile a quanto avviene con i quirky subjects dell’islandese. Le frasi con -no/-to non sarebbero quindi dei passivi ma delle frasi attive, in cui semplicemente il soggetto non ha caso nominativo e accordo con la forma flessa del verbo. Il fatto che viene addotto come evidenza più probante che le costruzioni in -no/-to siano attive e non passive è la loro compatibilità con verbi inaccusativi o inaccusativi derivati (cioè verbi con il riflessivo -sja) poichè questi, come tali, non hanno un ruolo-θ esterno. Assumendo che la proprietà unica e fondamentale dell’operazione di voice-shifting che deriva il passivo sia la detematizzazione dell’argomento esterno della base verbale (come ampiamente argomentato nella letteratura, cf. Jaeggli 1986; Baker, Johnson & Roberts 1989) la

accusativo sono presenti in una lingua come l’ucraino, normalmente ritenuta a soggetto nullo come

il russo (cf. nota 70). Non esamineremo, in questa sede, il complesso sistema di opzioni parametriche introdotto da Franks, limitandoci ad osservare che, sui costrutti NR, egli stesso riconosce esplicitamente di non poter dare conto di tutti i fenomeni che li interessano, anche per alcune lacune sulla provenienza dei dati, che trae in toto dal lavoro di Timberlake (1976).

72 Anche se non presa in considerazione dall’autore, l’analisi è ugualmente applicabile alla configurazione con il participio maschile.

conclusione che ne segue necessariamente è quindi che in questo caso non si abbia a che fare con una voce passiva.

Lo status di soggetto del PP u + DP.GEN è argomentato essenzialmente facendo

ricorso agli stessi test utilizzati da Timberlake, mentre la marcatura obliqua del soggetto sarebbe una proprietà lessicale dell’affisso -no/-to:

“The oblique (or PP) ergative, then, is assigned as a selectional property of the

-no/-to and -ma/-ta derivational morphemes [...] Quirky case is assigned in the site of base-generation (i.e., at Merge). It enters the derivation [+interpretable]; there is no requirement that it be licensed in a structural position in the functional domain.”

(Lavine 1999:320–321) Il fatto che l’oggetto sia al caso nominativo viene giustificato ammettendo che esso non venga licenziato dalla finitezza (cioè da un tratto di caso astratto in T) ma adottando l’idea per cui la realizzazione del caso strutturale non sia collegata a teste funzionali specifiche ma sia invece una proprietà della proposizione nel suo complesso.73 D’altra parte il caso strutturale assegnato sarebbe un caso astratto, non necessariamente legato al caso morfologico in superficie, allo stesso modo in cui il soggetto ha caso astratto nominativo ma caso morfologico quirky.

Lavine propone quindi che il caso nominativo (astratto) possa essere valutato in una posizione intermedia tra vP e TP, come AgrO, secondo le ipotesi standard, e propone quindi la struttura in (128).

(128) [TP Spec T [AgrOP Spec AgrO [vP Subj v [VP Obj V]]]]

73 In questo senso, Lavine fa appello a a un meccanismo di assegnazione del caso che si fonda sul “caso dipendente” di Marantz (1992) e su proposte simili in altri lavori. Il ricordo al “caso dipendente” è previsto anche nella proposta che presento nel capitolo successivo, ma crucialmente interviene non nell’assegnazione del caso nominativo nei dialetti-NONAGR ma in quello dell’accusativo nelle varietà che hanno l’argomento interno in questo caso morfologico. Cf. 6.2.7.

In una struttura come quella proposta – come viene esplicitamente riconosciuto – rimane tuttavia il problema di come dare conto della proiezione di un tratto di caso morfologico nominativo in AgrO e contestualmente di elaborare un meccanismo che spieghi come la frase (e non T) valuti il caso.

Una teoria più elaborata viene proposta in Lavine (2000) dove vengono presi in considerazione anche i dialetti-ACC. La teoria di fatto non differisce molto da quanto proposto nel precedente lavoro, se non per un trattamento più ampio su alcuni punti e per la generazione dell’affisso -no/-to nel lessico già unito a V, postulata per motivare il fatto che la base verbale non deve avere un tratto di caso ACC di default per l’oggetto: se infatti -no/-to assegna caso ergativo come proprietà intrinseca, l’assegnazione del caso dell’NP rimanente rimane soggetta alla teoria del caso dipendente, e viene quindi assegnato NOM. L’affisso nel corso della della derivazione si escorpora quindi da V salendo a AspP, mentre V sale ulteriormente a T dando l’ordine voluto come in (129).

(129) TP ru NP(u+)GEN T' ru T AspP ru Asp-no/-to vP ru t NP:(u+)GEN v' ru [v V+t Af v] VP ru t V+Af NPNOM

Nei dialetti-ACC, invece, -no/-to verrebbe generato in AspP come testa indipendente e questo avrebbe la conseguenza di non inibire l’assegnazione di caso accusativo all’oggetto diretto da parte della radice verbale, mentre il caso ergativo continuerebbe a essere assegnato come proprietà della testa affissale -no/-to. La derivazione risultante sarebbe quindi quella in (130):

EPP

escorporazione assegnazione di ERG

(130) TP ru NP(u+)GEN T ru T AspP ru -no/-to vP ru t NP:(u+)GEN v' ru [v V – v] VP ru t V NPACC

5.3.4 Ergatività morfologica e struttura articolata del “v piccolo”. Tsedryk