4.3 Teorie della parametrizzazione recenti
4.3.3 Formato dei parametri e possibili grammatiche Le tendenze tipologiche.
4.3.3.1 Marcatezza e scelta di opzioni
Un formato dei parametri lessicali come (87) può allora essere sfruttato, secondo Roberts e Holmberg, per implementarli in una costruzione della variazione macro- parametrica (che secondo i due autori ha una validità euristica irrinunciabile) fondata anch’essa sul lessico e non più sulla specificazione di principi della Grammatica Universale. L’idea è quella che vede gli effetti macroparametrici come esito di
51 Le proprietà di clustering del parametro (inversione libera, assenza di effetti COMP-traccia, flessione ricca) seguirebbero quindi non come specificate in qualche modo in un componente innato, ma come conseguenza della configurazione strutturale che si viene a creare dato che non vi è più necessità di far salire il soggetto a Spec, TP in una lingua con D in T: il soggetto può rimanere nella posizione in cui è generato (inversione libera) e questo permette di ovviare alla proibizione di estrazione dalla posizione soggetto di una incassata (filtro COMP-traccia, cf. nota 42), mentre la flessione “ricca”, cioè un set di tratti-φ completo, è la precondizione perché il tratto D possa essere presente su T (Roberts 2010, cf. p. 59).
aggregati di valori di micro-parametri, intuizione già ampiamente circolante (cf. 4.2, p.73) che viene però arricchita, in modo cruciale, nell’includere considerazioni di marcatezza, che favorirebbero determinati aggregati di micro-parametri e non altri. Il primo passo per rendere questo possibile è la formalizzazione di un principio acquisizionale che viene chiamato Generalizzazione dell’Input e che sostanzialmente riflette una strategia dell’apprendente che lo porterebbe a settare i parametri nella maniera più efficiente possibile:
(88) Generalization of the input:
If acquirers assign a marked value to H, they will assign the same value to all comparable heads.
(Roberts 2007:275) La postulazione di un principio come (88) esplicita da un lato l’osservazione che gli effetti macro-parametrici sono verosimilmente dovuti a un complesso di micro- parametri e, d’altra parte, individua il motivo per cui agiscono armonicamente in ragioni di marcatezza: il valore di una proprietà di una determinata testa si estende ad altre teste di una stessa generica classe come valore non marcato.
Se a questo punto si pone in relazione tutto questo con una seconda fondamentale questione che concerne la natura dei parametri, cioè se tutti parametri siano applicabili a tutte le lingue (questione che, come abbiamo visto, rappresenta uno dei punti più controversi nelle teorie della variazione) è possibile allora derivare una teoria che unifichi finalmente, in senso esplicativo, micro- e macro-parametri, alleggerendo al contempo la Grammatica Universale dell’ingombrate inventario di elementi o proiezioni funzionali che deve essere postulato come innato per rendere conto della possibile variazione in ogni lingua.
Una proposta in tale direzione è quella di Gianollo, Guardiano e Longobardi (2008) che, tabulando un insieme ampio di parametri relativi a un dominio ristretto (la struttura interna del DP), ipotizzano che ciascuno di essi possa essere ridotto nella
forma data dall’interazione dei soli cinque schemi parametrici elencati in (89), dove F rappresenta un tratto funzionale e X e Y delle categorie:
(89) a. Un tratto F è grammaticalizzato?
b. Un tratto grammaticalizzato F viene valutato (checked) da una categoria X? c. Un tratto F è applicato a una categoria Y?
d. Un tratto F valutato da X è forte? (=attrae apertamente X?) e. Un tratto F viene valutato da una categoria X0?
(Gianollo, Guardiano & Longobardi 2008:119) L’idea di Gianollo, Guardiano e Longobardi è che, se gli schemi in (89) sono corretti, non sia più necessario supporre che la Grammatica Universale, come uno stato iniziale S0 della mente/cervello, contenga parametri del tutto specificati, ma possa essere composta semplicemente da un numero enormemente inferiore di soli schemi parametrici, dei quali il primo, crucialmente, specifica l’esistenza stessa di un determinato parametro rispetto a un tratto:52 i Dati Linguistici Primari con cui l’apprendente viene a contatto fungono allora da innesco per combinare questi schemi parametrici innati con gli elementi lessicali (tratti e categorie) decidendo tanto i parametri necessari (la domanda a.) che i loro valori (le risposte alle domande b.-e.)
Assumendo quindi che la Grammatica Universale specifichi unicamente schemi parametrici di questo genere, e integrando questa intuizione con l’asserzione di Roberts e Roussou (2003) per cui le opzioni disponibili per caratterizzare un tratto formale sono ordinate in modo gerarchico e disgiuntivo,53 la caratterizzazione che
52 Tratto che sembra intendersi, presumibilmente, di tipo semantico come determinatezza, topic/focus, etc. ed appartenente quindi al dominio dei sistemi concettuali-intenzionali, e non alla Facoltà del Linguaggio in senso stretto (Hauser, Chomsky & Fitch 2002). In questo senso quindi, la rimozione di primitive semantiche dalla Grammatica Universale è coerente con il concetto di Fattore III di Chomsky (2008) che abbiamo più volte chiamato in causa.
53 Roberts e Roussou (2003:213), discutendo la grammaticalizzazione come operazione diacronica che colpisce la realizzazione di categorie funzionali, propongono che un determinato tratto formale sia definito da un insieme di opzioni ordinate gerarchimente e disgiuntivamente come in (xxv): (xxv) a. Un tratto F è realizzato da (External) Merge? (= corrisponde a un elemento palese?)
Holmberg e Roberts propongono per la natura dei parametri è quella di opzioni che vengono settate dall’apprendente per definire un tratto formale, che assume la forma di uno schema parametrico ad albero come in (90), il quale è potenzialmente idoneo a definire ogni possibile tratto F che ha un correlato parametrico:
(90) F?
wo no sì
STOP F entra in accordo? wo no sì
STOP F ha un tratto EPP? qp
no TESTAINIZIALE sì TESTAFINALE
F causa movimento di testa? F è realizzato da External Merge? ru ru
no sì no sì
STOP POLISINTESI STOP AGGLUTINAZIONE
“ALTAANALICITÀ”
(Roberts & Holmberg 2010:48) Se si considera la struttura di (90), le opzioni che risultano più incassate sono allora quelle che sono più marcate, poiché necessitano di un numero maggiore di domande a cui deve essere data una risposta; in questo senso, quindi, la descrizione di un parametro (cioè delle scelte che riguardano un tratto) è tanto più marcata quanto più e lunga e le branche “STOP” sono quelle relativamente meno marcate. Lo schema di parametro si riduce allora a una rete di opzioni, con evidenti correlati acquisizionali, potendo naturalmente rappresentare un “percorso di apprendimento”: l’attitudine
b. F entra in una relazione di accordo?
c. Se sì, F attrae?
d. Se sì, F attrae una testa o un XP?
e. Se (c.) è sì, F attrae sia una testa che un XP?
f. La realizzazione di F combina External Merge e Internal Merge? g. Se sì, F attrae una testa o un XP?
L’insieme di opzioni (xxv) ha una evidente convergenza con il set di schemi parametrici di Gianollo, Guardiano e Longobardi in (89) e di fatto le due liste vengono integrate nella struttura ad albero in (90).
“conservatrice” dell’apprendente fa sì che la preferenza sia per l’opzione meno marcata (più corta, nei termini del network appena definito), a meno che l’input non dia indicazioni contrarie.54