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Ergatività morfologica e struttura articolata del “v piccolo” Tsedryk

5.3 Le analisi dei costrutti participiali nella letteratura

5.3.4 Ergatività morfologica e struttura articolata del “v piccolo” Tsedryk

Tsedryk (2006) adotta un approccio parzialmente simile a Lavine (1999; 2000) nel fare riferimento alla nozione di ergatività morfologica, ipotizzando ugualmente che -n-/-t- in NR sia ugualmente una testa sintattica che entra nella derivazione e che sia responsabile, in questo caso indirettamente, della marcatura obliqua dell’argomento esterno del verbo. Inoltre, differentemente dalla proposta di Lavine, -n-/-t- rappresenterebbe lo spell-out di una testa v speciale che introduce solo proprietà formali (i tratti-φ) e non proprietà tematiche (θ), che sarebbero invece introdotte da un’altra testa v immediatamente superiore. La proposta che l’autore presenta prevede infatti una differenziazione tra pattern accusativo e pattern ergativo74

74 Configurazione accusativa e configurazione ergativa non sono intese come proprietà parametriche assolute ma possono coesistere in una stessa lingua, come dimostrerebbero le costruzioni participiali in NR e le costruzioni con Esperiente in caso dativo in CSR (xxxv), anch’esse trattate nel lavoro in questione, e come del resto è ben noto da tutti i casi di split ergativity descritti nella letteratura (cf., p. es., Dixon 1994).

(xxxv) Otc-u nadoe-l rebënok

Padre-M.DAT annoiava.PFV-M.PST bambino.M.NOM

EPP/Caso (ERG)

V-to-v

come rispettivamente combinazione (una sola testa v) o separazione (due teste v) di proprietà formali e proprietà-θ, come illustrato in (131):

(131) a. configurazione accusativa vP ru Subj v' ru v √ {θ,φ} ru √ Obj b. configurazione ergativa vP ru Subj v2' ru v2 v1' {θ} ru v1 √ {φ} ru √ Obj I dialetti-NOM instanzierebbero la struttura più articolata con due teste v e, di queste, una introdurrebbe un argomento esterno in forma di un elemento PRO mentre l’altra, quella più bassa il cui spell-out è la flessione participiale -n-/-t-, sarebbe un v di tipo speciale, contenendo il φ-set ma con il solo tratto di persona interpretabile (vP) e gli altri tratti-φ non interpretabili.75 Avendo assunto che il licensing del caso accusativo avviene nei termini di una valutazione di un tratto non-interpretabile κ su D da parte di un tratto T oppure da un tratto eventivo in v, quindi sostanzialmente una relazione di Agree (Pesetsky & Torrego 2004), nella struttura proposta in (132) vP sale per movimento di testa a v e questo blocca l’accordo con l’oggetto (assegnazione di caso), non essendo più in relazione di c-comando con quest’ultimo: l’oggetto va quindi a ricevere caso di default, nominativo/assolutivo. Un indizio della presenza di

“Il padre si annoiava del figlio”

75 Una osservazione interessante che viene fatta è che in russo -n- e -t- marcano la terza persona, rispettivamente nel paradigma pronominale (o-n , o-n-a, o-n-o) e verbale (čita-e-t “legge”, čita-ju-t “leggono”) e quindi queste flessioni rappresenterebbero naturalmente lo spell-out di un tratto-φ di terza persona. Quello che però non viene argomentato è il fatto che questi si presentino come allomorfi, cioè il perché la distribuzione di due forme che lessicalizzano lo stesso tratto in un caso ha un un chiaro correlato sintattico (pronomi vs flessioni verbali), mentre nell’altro caso (flessione participiale) è regolata dalla classe flessiva e da proprietà fonologiche della base verbale (v. nota 60 per la distribuzione complementare di -n- e -t-). Di fatto, quindi, questa sembra più una coincidenza fortuita che una lessicalizzazione di uno stesso tratto su categorie diverse.

una testa v più alta nei dialetti NR sarebbe la compatibilità delle forme participiali con il riflessivo -sja, che verrebbe inserito proprio in questa posizione, denotando una proprietà tematica (θ) di v. La mutua esclusione tra participi -n-/-t- e -sja in CSR dimostrerebbe, corrispondentemente, la presenza nelle costruzioni participiali CSR della sola testa vP, che non induce un argomento esterno.

(132) ApplP ru PossP Appl' 5 ru u + NPGEN Appl vP ru PRO v' ru v vP ' ru vP √P | ru -n- √ Obj

Il sintagma locativo u + NP.GEN (in (132) indicato come sintagma possessivo

PossP), come elemento opzionale che può essere omesso, non viene ritenuto un argomento del verbo che viene marcato dal caso ergativo, ma un argomento “applicato” che viene introdotto da una testa ApplP (Pylkkänen 2002). Per questo in posizione soggetto deve allora venire postulato un elemento PRO che in assenza di ApplP assume interpretazione arbitraria, mentre se ApplP è inserita può legare PRO, dando l’interpretazione agentiva. In CSR (cf. struttura in (134)), in cui vi è solo vP che non introduce l’argomento esterno, il sintagma locativo-possessivo non può legare un PRO argomento del verbo, ma ha necessariamente portata sull’intero predicato. Da qui il contrasto nelle interpretazioni che sono possibili per la stessa frase (133), dove i dialetti NR permettono l’interpretazione del sintagma locativo sia come Beneficiario che come Agente, mentre in CSR la sua interpretazione è ristretta all’indicazione dell’entità che viene interessata dagli effetti dell’azione descritta dal predicato, cioè al solo Beneficiario.

(133) U otc-a nakoše-n-a trav-a

PREP padre-GEN falciata-PTCP-F.SG erba-F.SG

“Mio padre ha falciato l’erba" [padre=Agente] NR / #CSR “Mio padre ha avuto l’erba falciata" [padre=Beneficiario] NR / CSR (134) ApplP ru PossP Appl' 5 ru u + NPGEN Appl vP ru vP √P | ru -n- √ Obj

Un punto ritenuto fondamentale per il sistema è rappresentato dalla composizione in tratti della testa vP , che spiegherebbe la differenza tra dialetti-NOM e dialetti-ACC da un lato e quella tra dialetti-no e dialetti-n, dall’altro. Quest’ultima differenza sarebbe dovuta alla presenza/assenza di tratti-φ non interpretabili oltre a quello, interpretabile, di persona: nei dialetti-no i tratti non interpretabili vengono neutralizzati e il loro spell-out è una flessione di default -o, mentre se vP è difettivo, col solo tratto di persona interpretabile, lo spell-out è solo di quest’ultimo, e -o non viene inserito a PF. Nei dialetti-ACC i tratti-φ non interpretabili contengono un sottotratto [+EPP] che causa la salita dell’oggetto soggiacente a Spec,vPP: la morfologia accusativa rifletterebbe quindi la valutazione di [φ, +EPP] in vP .76

76 Secondo Tsedryk ciò spiegherebbe l’impossibilità della flessione -n/-t (senza -o) nei dialetti-ACC (cfr. f)ii.b.2 a p. 121), perché se vP è difettivo non ha tratti non-interpretabili e quindi non può

essere [+EPP]. Non è chiaro però il motivo per cui la morfologia accusativa sarebbe il riflesso di un tratto [+EPP] valutato. Sempre sulla base dello stesso argomento viene motivata l’assenza di accordo tra participio invariabile in -n e copula (che invece accorda con il DP) poiché una testa vP

difettiva non può entrare in accordo con nessuna testa e quindi la copula deve necessariamente accordarsi con il DP oggetto soggiacente. Questa affermazione però è semplicemente smentita da una frase come (126) (qui ripetuta come (xxxvi)) che esemplifica un’intera classe di varietà NR, i dialetti-n con accordo copula-participio.