3.6 Approcci minimalisti
3.6.1 L’EPP
In Chomsky (1981) viene formulata la stipulazione che esista un requisito per cui ciascuna frase deve avere un soggetto, condizione che nelle regole di struttura sintagmatica della Teoria Standard viene espressa come (48), in cui un NP è richiesto come necessaria espansione di S, in una posizione che viene anche associata con il Caso (nominativo):
(48) S → NP Infl VP
Il “Principio P”, necessario per rendere conto delle costruzioni con espletivo in una lingua come l’inglese, viene collegato da Chomsky con un altro requisito, il Principio di Proiezione, che assicura l’integrità del criterio-θ tra i vari livelli di rappresentazione, evitando, per esempio, che nel corso di una derivazione un ruolo
tematico possa scomparire o che due ruoli tematici siano attribuiti a un solo elemento. Il principio composito così ottenuto viene denominato Principio di Proiezione Esteso (Extended Projection Principle, EPP) e con lo sviluppo della teoria X-barra e l’analisi della frase come struttura a testa I(nfl), viene ulteriormente specificato come il requisito che lo Spec di IP (o di TP, data la split-Infl hypothesis (Pollock 1989)) debba essere obbligatoriamente riempito, non solo in lingue come inglese o francese, ma verosimilmente in tutte, come proprietà universale. Da qui quindi la necessità di licenziare un elemento pro per soddisfare il requisito EPP in lingue in cui l’omissione del soggetto è lecita.
Generalizzando ulteriormente, nel modello G&B la proprietà di richiedere un soggetto viene poi estesa da IP/TP alle altre categorie sintattiche, assumendo che il requisito di avere uno specificatore riempito sia potenzialmente attribuibile a qualunque sintagma in generale, permanendo però la differenza che per IP/TP l’EPP sia obbligatorio, mentre per le varie altre categorie questo possa essere opzionale in dipendenza da fattori diversi.
Nel passaggio al minimalismo l’EPP cambia e assume, in un certo senso, uno status ontologico – da principio generale che si applica alla frase (o ad altre categorie sintattiche diverse da IP/TP) a entità presente nelle categorie funzionali. In Chomsky (1995:232–235) l’EPP viene infatti implementato come un tratto D di definitezza universalmente presente in I che, essendo un tratto “forte”, deve essere valutato da un tratto categoriale corrispondente per essere soddisfatto prima che la derivazione raggiunga le interfacce, attirando così una categoria,23 in questo caso un DP, a Spec,T. In modo del tutto analogo il movimento-wh palese viene ridotto alla presenza di un tratto D forte di C.
Nel sistema delle categorie e dei tratti della immediatamente successiva teoria delle fasi, in cui le operazioni sintattiche sono guidate dal meccanismo sonda- obiettivo (Chomsky (2000; 2001) e seguenti, cf. 2.3.3), l’EPP viene quindi
23 Va notato che una formulazione di questo genere, in cui compare l’indicazione esplicita che ad essere attirata allo Spec è una categoria, e non il Caso o i tratti-φ, ha l’effetto di separare definitivamente l’EPP da proprietà di Caso e accordo.
naturalmente assimilato a un tratto non-interpretabile di una testa (la sonda) che cerca un obiettivo appropriato, causandone il movimento al proprio Spec. Il tratto D in questo framework è collegato con l’EPP ma non è più coincidente di fatto con esso (come in Chomsky (1995)), anche in conseguenza dell’introduzione della possibilità di Long-distance Agreee, che permette operazioni di valutazione dei tratti a distanza senza necessità di innescare un movimento obbligatorio (a meno che non vi sia – appunto – un tratto EPP sulla categoria funzionale che agisce da sonda). Di conseguenza l’EPP rimane inteso come il requisito che lo Spec di una testa sia riempito, ma in dipendenza da altri tratti non-interpretabili, nello specifico, per T, i tratti-φ:
“For movement of a nominal to T, for example, the φ-set and EPP-feature of T serve the functions (a) and (b), respectively:
(a) to select a target/probe P [=T] and determine what kind of category K [=a nominal] it seeks;
(b) to determine whether P [=T] offers a position for movement [i.e. its Spec].” (Chomsky 2001:4, adattato)
“Note that the EPP-feature alone is not sufficient to identify a target; the φ-set (or comparable features, for other probes) is required to determine what kind of category K is sought.”
(Chomsky 2001:42) Come nota Sheehan (2006:141) il tratto EPP definito in questo modo è in effetti un tratto di un altro tratto, poiché per identificare un obiettivo deve associarsi a un altro tratto presente sulla stessa testa.
Non senza indurre una certa confusione terminologica (e in un certo senso anche sostanziale), l’EPP “generalizzato”, cioè per le categorie funzionali in generale e non solo per per I/T, in Chomsky (2008:144) viene ridotto a una istanza della Edge
Edge Feature permette infatti genericamente a un elemento del lessico LI (lexical item) di essere inserito nella computazione e di potersi combinare tramite (External) Merge con un altro LI o con un oggetto sintattico SO (syntactic object) già formato,
che ne diviene il complemento. Dato l’assunto che solo le teste delle fasi possono innescare delle operazioni, l’opzione di Internal Merge, (Merge di un SO con la copia di un elemento già presente in SO) può soddisfare unicamente la Edge feature delle fasi, cioè C e v*, anche se T, pur non essendo la testa di una fase, “eredita” da C (la testa della fase a cui appartiene) la sua Edge Feature e i tratti di accordo, producendo così gli effetti dell’EPP “classico”. Il principio del soggetto, il misterioso EPP – suggerisce Chomsky – potrebbe quindi seguire come effetto di una primitiva del sistema, la Edge Feature, quando questa si trova ad agire nel contesto di T:
“Suppose that E[dge]F[eature] can be inherited from the phase head along with the Agree-feature. Not being a phase head, T need have no option for second-Merge by I[nternal]M[erge], but rather inherits it from C, and by some kind of feature-spread, this extends to all T’s in the phase. Operations then proceed as before. If there is no accessible NOM[inal], then T will have default morphology, as in Icelandic and the Slavic constructions discussed by Lavine and Freidin; or null morphology, as in Miyagawa’s Japanese examples. And there are a few other options. If nothing is raised, then the inherited edge feature of T must be satisfied by E[xternal]M[erge], necessarily of an expletive since no argument role can be assigned.”
(Chomsky 2008:157)