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Siegel (2014) affronta i “problemi” degli adolescenti a partire dallo studio del cervello e dei cambiamenti che avvengono nel comportamento a causa dei nuovi equilibri neuronali e dei meccanismi connessi. L’Autore sottolinea che il cambiamento puberale, cui si imputa la maggior parte delle “intemperanze” dei e delle preadolescenti, non è così responsabile come si crede nel pensiero comune, perché la vera “rivoluzione” avviene nel cervello. Si individuano quattro principali cambiamenti nel comportamento adolescenziale, e lo scopo dell’Autore è mettere in rilievo come ciascuno di questi abbia degli aspetti positivi ed altri negativi. Gli adulti che hanno relazioni con i e le

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adolescenti potrebbero trarre da queste conoscenze dei motivi per riflettere su come indirizzare la relazione educativa, per incentivare gli aspetti di creatività e ridurre la componente di difficoltà e rischio. Il primo di questi cambiamenti è la ricerca di novità, legata strettamente ad una maggiore ricerca di gratificazione, causata dai cambiamenti che avvengono nei circuiti neuronali e in particolare modo ad un’alterazione del rilascio di dopamina. Questa caratteristica fa sì che il periodo adolescenziale si connoti come momento di apertura, di innovazione e di creatività; ma l’altra “faccia della medaglia” è una maggiore tendenza ad avere comportamenti rischiosi. Un ulteriore elemento importante è dato dall’intensificarsi delle relazioni e dei legami, soprattutto con i pari. Il

coinvolgimento sociale è uno dei fattori predittivi del benessere, ma se le relazioni significative escludono completamente gli adulti, che sono rifiutati dal/lla preadolescente è, al contrario, un fattore di rischio. Il/la adolescente vive con maggiore

intensità le emozioni, quindi ha da un lato una grande spinta alla vitalità ma il controllo potrebbe risultare molto difficile, rendendo le relazioni conflittuali in modo esasperato e, a volte, provocare la sensazione dolorosa di esserne in balìa. Le nuove capacità di pensiero concettuale e di ragionamento astratto aprono alla esplorazione creativa, che è una grande risorsa anche per il futuro ma che in una fase di costruzione della propria identità può essere anche causa di disorientamento, da bilanciare con una fuga nel conformismo.

Il comportamento degli/lle adolescenti è di difficile comprensione per il mondo adulto, e alcuni aspetti vengono vissuti come sfida, ribellione, provocazione. Siegel analizza alcuni aspetti legati a un meccanismo peculiare del cervello adolescente: la ricerca della gratificazione, causata da un livello “base” più basso che in altre età della vita, e un rilascio in reazione ad azioni compiute è maggiore: per questo motivo i e le adolescenti sono spinti a ricercare maggiormente delle gratificazioni, dato che si intensifica l’attività dei circuiti cerebrali che utilizzano questo neurotrasmettitore.

143 - aumento dell’impulsività, non si pone un momento di riflessione nell’agire per soddisfare un impulso, perché mancano anche le fibre nervose che occorrono proprio per la regolazione dell’impulso, che si creano proprio in questa fase per compensare il rilascio di dopamina e il meccanismo della ricerca della gratificazione. In questo caso si può sottolineare che la maturazione neuronale non è sufficiente per imparare a riflettere sull’opportunità delle proprie azioni, è necessaria anche una forma di educazione che aiuti il preadolescente, poiché lo stesso Autore indica che l’esperienza è fondamentale per rafforzare la maturazione neuronale.

- maggiore predisposizione allo sviluppo di dipendenze, perché la sostanza influisce direttamente sul meccanismo di rilascio della dopamina, e al termine dell’effetto la dopamina crolla, portando al bisogno di ripetere l’assunzione. Questo vale per le droghe e l’alcool, ma anche per gli zuccheri contenuti nei cibi “spazzatura”.

- un pensiero connotato dalla iper-razionalità, con cui l’Autore indica una forma di pensiero “letterale”, in cui una azione non viene valutata globalmente considerando anche i rischi, ma si focalizza l’attenzione sul solo aspetto gratificante e immediato.

Ovviamente, queste spiegazioni legate alla chimica cerebrale non vanno lette in una chiave di “determinismo” biologico, tale per cui, considerando le condizioni adolescenziali, allora non è possibile intervenire attraverso l’educazione e la relazione. Anzi, queste indicazioni possono essere utili nella misura in cui riducono la sensazione di avere di fronte un soggetto che deliberatamente scelte di avere comportamenti provocatori, e aprono alla possibilità di condurre il dialogo con maggiore empatia. Inoltre, proprio per la grande plasticità cerebrale degli/lle adolescenti, questa fase si rivela importantissima per costruire molte delle modalità cognitive ed emotive che si protrarranno nell’età adulta, e per questo una relazione fondata sull’ascolto e sul conflitto trasformativo produce anche la capacità del pensiero globale e creativo, che sono estremamente importanti per le fasi successive.

“Se entrambe le generazioni mostrassero una maggiore comprensione reciproca, forse questi anni importanti di innovazione e transizione potrebbero essere affrontati in modo

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più costruttivo, aiutando gli adolescenti a dare piena espressione alle proprie capacità e potenzialità….

…Rispettare non significa rinunciare a porre limiti. Significa, piuttosto, riconoscere l’intenzione alla base dell’azione. Sperimentare è nella natura dell’adolescenza” (pp. 100, 101)

L’Autore mette in luce come anche il comportamento sessuale sia legato alla maturazione cerebrale, perché l’aumento di ormoni sessuali influenza non solo la fisiologia del corpo ma anche il funzionamento del cervello: le sensazioni e le emozioni legate alla formazione dell’identità sessuale in questo periodo hanno una nuova intensità, e possono diventare travolgenti. Inoltre, la maturazione sessuale avviene soprattutto nelle ragazze prima degli 11 anni, e non è accompagnata da una maturazione di alcune aree cerebrali, deputate al controllo degli impulsi. Questo è, secondo l’Autore, uno dei maggiori rischi dell’adolescenza di oggi. Anche per questo motivo, una educazione alla sessualità e all’affettività che accompagni i soggetti adolescenti si configura come uno strumento di protezione importante, non solo dai rischi per la salute, ma anche per accompagnare e supportare le “rivoluzioni” in atto.