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Ciò che Lacan introduce è la possibilità di un godimento agganciato al desiderio, attraverso il percorso di soggettivazione, quindi secondo un percorso etico che implica una scelta del soggetto. Lacan utilizza le figure di Kant e di Sade per mettere in luce come una posizione non integrata fra Legge e godimento, sia espressione della

79 medesima spinta a un godimento mortifero, che Lacan teorizza muovendo i passi dalla pulsione di morte freudiana e dal lavoro sull’erotismo di Bataille. Infatti:

“Lacan ci indica una corrispondenza inaudita tra il godimento della Legge

sovraindividuale e il godimento incestuoso della Cosa. L’illusione libertina dell’emancipazione del desiderio da ogni Legge genera il suo sprofondamento nelle spirali incestuose della Cosa, così come l’asservimento ascetico della Legge genera il sacrificio del desiderio singolare nel nome della ragione universale. Entrambe queste derive mostrano il fallimento della dimensione etica del desiderio” (Recalcati, 2012, p. 303)

Lacan propone un percorso di soggettivazione capace di agganciare il godimento al desiderio, poiché il soggetto accetta il lutto del godimento impossibile e perduto della Cosa, si sottomette alla Legge (della castrazione) e in questo modo è possibile la creazione di uno spazio per il desiderio che ha una natura intersoggettiva, e quindi diventa desiderio dell’Altro, desiderio del desiderio dell’Altro in un movimento continuo (ma generativo e non mortifero come nella coazione a ripetere) di desiderio d’Altro. Se la sessualità è soggettivazione (sessuazione) del corpo a livello inconscio, il terreno in cui Lacan individua la possibilità di agganciare il godimento fallico con il desiderio (dell’Altro) è quello dell’amore:

“L’amore implica certamente il corpo sessuale, ma si soddisfa attraverso il segno e il segno è innanzitutto segno di riconoscimento di due singolarità che si incontrano come uniche e insostituibili…

Nella soddisfazione del godimento c’è qualcosa dell’urgenza materiale del bisogno che ritorna nel reale, mentre nella soddisfazione dell’amore – che è una soddisfazione del segno – si gioca l’istanza simbolica del desiderio come desiderio dell’Altro”.

(Recalcati, 2012, p.509).

L’eros Lacaniano, l’amore, è e può essere soltanto se capace di amore per l’eteros. Scostandosi dalla concezione freudiana e dalla sua visione narcisistica del sentimento

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d’amore, Lacan propone la possibilità che il soggetto possa scegliere di rinunciare al godimento totalizzante e appropriativo, accettando e abitando l’inesistenza del rapporto sessuale perché capace di provare desiderio verso l’Altro, nella sua differenza irriducibile:

“L’amore è antimetonimico e metaforico in quanto sostituisce all’inesistenza del

rapporto sessuale la possibilità di una supplenza simbolica. per questa ragione l’amore resta aperto all’Altro nella sua alterità reale” (Recalcati, p.516)

Il consumo di pornografia è un modo “disincarnato” di agire la sessualità, senza alcun legame con il retaggio istintuale alla riproduzione, che si tende a collegare sempre all’atto sessuale. In questo specifico caso, essa risponde esclusivamente al piano della pulsione. Seguendo il ragionamento di Lacan, la pornografia è la risposta al godimento del “discorso del capitalista”, un concetto importante della teoria lacaniana perché traccia il contesto in cui si muovono i soggetti. A partire dal tema dell’evaporazione del Padre, Lacan sostiene che la mancanza della legge paterna non apre la via del desiderio poiché solo la legge della castrazione simbolica, impedendo il godimento incestuoso e consentendo la comparsa del limite, consegna al soggetto la possibilità di costruire uno spazio di desiderio e non una coazione al godimento “mortifero”, rappresentato dalla figura sadiana.

Lacan offre una lettura del desiderio molto diversa da quella legata al tema della trasgressione e della violazione della Legge, teoria centrale del pensiero di Bataille, di cui non riconosce la natura di dispendio inutile. Per Lacan esiste una Legge del desiderio, che umanizza la vita nel momento in cui essa fa esperienza dell’impossibile e quindi del limite del godimento: da allora inizia il processo di soggettivazione in cui l’individuo si allontana dal godimento ripetitivo e mortifero per giungere all’impegno con il proprio desiderio.

La dimensione metonimica del desiderio, se non incontra la Legge, non può che diventare Iperedonismo e quindi fermarsi allo stadio del godimento. I portali del porno

81 sono una rappresentazione emblematica di questa spinta a una pulsione acefala e inesauribile, il cui imperativo è “godi!”:

“L’abbaglio sostenuto astutamente dal discorso del capitalista consiste nel fare brillare

illusoriamente l’oggetto non per rendere possibile la soddisfazione, ma per mostrare il carattere avido, impossibile da soddisfare della spinta a godere” (Recalcati,2011, p. 43)

Il discorso del capitalista si poggia su due cardini fondamentali: il primo è la forclusione della castrazione, intesa come l’impossibilità di accedere al desiderio perché è preclusa l’esperienza del limite; il secondo è l’esclusione delle “cose dell’amore”, poiché il soggetto non riconosce la mancanza che lo contraddistingue (che dovrebbe sorgere dalla castrazione simbolica) e la spinta al desiderio che ne deriva, per cui il rapporto con l’Altro è evitato, nel suo essere rischioso ed inevitabilmente portatore di turbamento.

Ancora una volta, il prodotto pornografico non si rivela come una causa prima delle problematiche del desiderio, ma piuttosto un “rivelatore” di un contesto e il suo consumo una strategia con cui i soggetti possono coniugare la paura dell’incontro con l’Altro, con la soddisfazione della pulsione, accedendo con facilità a sempre nuove forme di performance, senza dovere mettere in gioco né il proprio immaginario né il proprio corpo, ma solo un organo.

D’altra parte questo non è necessariamente un indicatore di una devianza o, come scrive Recalcati, la presenza di nuovi soggetti “senza inconscio” (2010) teorizzato da Freud. Soprattutto se usato dai preadolescenti e dagli adolescenti, potrebbe essere un modo per sperimentare la sessualità senza “rischio”, prima di iniziare una relazione con l’Altro che implica paura e per cui si sentono impreparati, poiché immersi nel “discorso del capitalista”. Anche in questo caso, il compito degli adulti potrebbe essere quello di accompagnare con il pensiero critico e con l’esempio a un modo diverso di vivere le proprie pulsioni, tenendo conto del cambiamento storico per cui non è più possibile (né auspicabile) esercitare l’autorità, censurando e reprimendo. Probabilmente, il desiderio di questi “nuovi” soggetti non si farà strada dalla castrazione simbolica introdotta dalla

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Legge del Padre edipico, ma da un’introduzione del senso del limite e del confine che dovrà essere più legato ai modi dell’autorevolezza e dell’esempio. Un modo inedito di costruire il linguaggio dell’inconscio ma che non ne determina la fine, non in quanto dato “ontologico” dei soggetti ma come risultato dell’introduzione nel mondo del linguaggio diversa da quella precedente, ma comunque capace di formare uno spazio per il desiderio.

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