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La lettura lacaniana della sessualità e della relazione tra i sessi può fornire alcune chiavi di lettura interessanti per affrontare la questione del consumo di pornografia, e più in generale la complessità del tema del desiderio, nella sua apparente contrapposizione al godimento.

“fare” l’uomo, “fare” la donna

Nel dibattito, affrontato anche in questo lavoro, sulla differenza sessuale e tra i generi, Lacan si pone in una posizione di integrazione tra le due principali teorie, quella essenzialista e quella in cui convergono teorie ispirate alle correnti culturaliste- costruzioniste.

Lacan non nega la componente “essenziale” del sesso di nascita, che definisce anatomicamente il soggetto. Riconosce anche la grande forza dei condizionamenti che agiscono sul soggetto nel definire i ruoli di genere, ma supera il problema su quale sia la componente centrale che determina il comportamento e la sessualità del soggetto.

In linea con la sua elaborazione teorica, attribuisce all’individuo un ruolo fondamentale, una possibilità di scelta, per quanto inconscia, che Lacan chiama processo di

sessuazione. La sessuazione è il movimento della soggettivazione nel campo della sessualità, la sessualità del soggetto è, perciò, la mediazione soggettiva tra il “destino” biologico e la componente culturale.

Il movimento della sessuazione è articolato in tre tempi distinti:

il primo è il tempo dell’oggettività biologico-anatomica, il secondo è il tempo del ruolo sociale. In questo secondo momento Lacan parla dell’incontro con l’Altro, cioè l’incidenza del discorso dell’Altro e del suo immaginario riguardo alla componente sessuale, in particolare fa riferimento al primo grande incontro con l’Altro del soggetto: i genitori.

“nel secondo tempo, che isola l’incidenza del discorso dell’Altro sul corpo pulsionale e sul suo orientamento sessuale, la differenza sessuale appare originariamente tracciata

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dall’Altro familiare. Il discorso dell’Altro forza così il sesso anatomico in certi campi semantici, gli attribuisce una significazione che non è però ancora la significazione del soggetto… L’organo sessuale si trasfigura così in puro significante; il reale biologico appare interamente ricoperto dal desiderio dell’Altro che tende a porre il soggetto su un versante o sull’altro della sessuazione” (Recalcati, 2012, p.480)

Per questo, Lacan attribuisce al momento dell’adolescenza un ruolo cruciale riguardo alla sessualità, poiché è la fase in cui la pubertà impone al soggetto di rettificare o ribadire la scelta della sessuazione infantile, operata dall’Altro, ed è questo che, secondo Lacan, rende questa fase della vita un momento critico, in senso anche etimologico.

L’identità sessuale secondo Lacan è sostanzialmente un’assenza, che si può più correttamente tradurre nel “fare l’uomo” o nel “fare la donna”, due modi che si distinguono in base alla propria relazione con il fallo (in quanto significante simbolico) e alle condotte relative alla posizione assunta. È opportuno sottolineare fin da ora che quando Lacan scrive “donna” o “uomo” parte da questo criterio definitorio, e non dalla connotazione anatomica del sesso.

Questa distinzione è centrale nella teoria lacaniana perché è il fondamento della relazione sessuale e della differenza/complementarietà di godimento e desiderio.

Lacan sostiene, nel Seminario XVIII, che il rapporto tra i sessi non può che essere deludente, poiché sorgendo sotto il significante fallico porta con sé la funzione simbolica della castrazione: l’uomo viene privato della sua potenza fallica, nel momento in cui la donna si appropria del fallo, in quanto ha suscitato il desiderio dell’uomo, ma non è riducibile al “tutto fallo”, esiste una parte della donna che non può essere raggiunta ne soddisfatta da alcun fallo. Infatti, la castrazione della donna è data proprio dalla mancanza del segno d’amore che ella cerca nel rapporto con l’uomo, che è però incapace di dare perché il fallo per l’uomo non rappresenta tale segno, ma è esclusivamente lo strumento del godimento.

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Questa delusione reciproca dei sessi sarà poi declinata nell’aforisma per cui “il rapporto sessuale non esiste”, intendendo ovviamente che l’atto sessuale non è capace di armonizzare il rapporto tra i sessi, perché da un lato il fallo è funzione del limite, che regola il godimento, dall’altro rende irriducibile la distanza tra l’Uno del godimento e il corpo dell’Altro:

“Il godimento fallico è l’ostacolo grazie al quale l’uomo non arriva a godere del corpo della donna precisamente perché ciò di cui gode è solamente il godimento dell’organo”

(Lacan,p.8).

Se il rapporto sessuale non esiste e non è possibile annullare la distanza tra l’Uno e l’Altro, la pornografia potrebbe essere un modo per assumere questa condizione, con ancora meno impegno sul piano relazionale. Se i bisogni dei soggetti si tramutano in domanda poiché il desiderio ha una natura intersoggettiva, altrimenti sarebbe godimento dell’Uno, è possibile che la pornografia sia utilizzata nella misura in cui il bisogno non si esprime in una domanda, ma piuttosto in un anonimo “click”. La reperibilità del materiale pornografico, la sua infinita varietà, la facilità della risposta eccitatoria la potrebbe definire come un modo di autoerotismo che disimpegna ancor più il soggetto poiché non è nemmeno necessario un investimento narcisistico, un’incursione nel proprio immaginario erotico; è una pulsione “acefala” del godimento con un’ulteriore connotazione di distanza del soggetto dall’Altro, un tipo di godimento fallico caratterizzato da un maggiore disimpegno, in cui lo schema prevalente è quello deterministico di “stimolo e risposta”, che si soddisfa grazie alla negazione dell’oggetto (ho sete-bevo).