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173 i pensatori è marcata la convinzione dell’origine umana e non divina dello stato che comporta una drastica separazione tra politica e teologia: gli argomenti agostiniani che riconducevano qualsiasi forma di potere, anche quello politico, a Dio per cui chi governa esercita una missione in Suo nome, non sono neppure accennati. Sembra invece che la spiegazione politica e sociale sia in stretta relazione con quella antropologica: Marsilio è convinto che in ciascun essere umano vi sia una naturale tendenza a creare comunità; per Machiavelli, l’indole dell’uomo è violenta e tende alla sopraffazione tuttavia vivendo isolato l’uomo si rivela incapace. Da questi presupposti antropologici ne derivano due visioni diverse riferite alla nascita delle istituzioni politiche: per Marsilio, la comunità, frutto delle tendenze naturalmente socievoli dell’uomo, che si identifica col vero legislatore, si struttura delegando la propria rappresentanza ad un governante il cui scopo consiste nel mantenere la pace servendosi di quelle leggi stabilite dall’unico legislatore. Queste, dotate di forza coattiva, sono svincolate dalla legge di natura. Per Machiavelli è impensabile che il popolo possa auto organizzarsi senza una guida che riesca a strutturare il tessuto sociale e impedisca al conflitto tra gli umori di degenerare. Questa guida stabilisce quali siano le leggi migliori da imporre attraverso la paura della pena e dei castighi eterni. Machiavelli subordina completamente la teologia alla politica sostenendo che sia lo stesso legislatore il fondamento della legge divina, utile ai fini del governo; la legge e la religione sono le armi migliori nelle mani di chi governa. Marsilio invece, pur avendo inserito la legge divina negli ordinamenti civili, le riconosce l’origine sovrannaturale e la piena autonomia nell’ambito delle questioni spirituali. Anche se la legge divina può esser fatta rientrare negli ordinamenti giuridici positivi e il sacerdozio ridotto a funzione gestita dallo Stato tuttavia non perde il suo carattere ultraterreno dal momento che solo questa indica la strada che conduce alla felicità eterna. Marsilio non smette di riconoscere al cristianesimo lo status di fede rivelata distinguendola dalle religioni frutto dell’ingegno umano per la tutela del governo.
Dall’analisi e dal confronto descritto in queste pagine, si può notare come al centro dell’attenzione di entrambi i pensatori sia sempre la realtà effettuale e per questo motivo il Defensor pacis, grazie al suo carattere realistico, prende le distanze notevolmente dal carattere idealistico tipico degli specula e si pone così sulla stessa linea della filosofia machiavelliana.
Dal confronto con le fonti medievali e umanistiche emerge come le radici della filosofia del Machiavelli affondino nell’humus del pensiero a lui precedente anche se il Segretario è riuscito a conferire una svolta che ha influito sulla riflessione politica successiva. Purtroppo la portata di questo pensiero è stata travisata poiché alle sue opere sono state apportate interpretazioni che hanno completamente stravolto l’autentico messaggio contribuendo così a divulgare degli stereotipi non esatti. Nel 1559 le opere di questo autore vengono inserite nell’Indice dei libri proibiti (stessa sorte subita da quelle del Patavino) e da questo momento la confutazione delle sue tesi diviene prassi
174 comune alla pubblicistica cattolica che lo considera come il teorizzatore di uno Stato assoluto.
L’interesse esercitato dalle opere del Machiavelli sugli intellettuali è evidente considerando le edizioni: tra il 1768-69 compare un’edizione veneziana mentre qualche anno dopo ne compare un’altra a Firenze. Nel corso di questo secolo grande ammirazione per il pensiero machiavelliano viene dal grande economista Antonio Genovesi e nel corso dell’800 il dibattito sulla sua opera è ampio, le interpretazioni filosofiche date da Fichte ed Hegel contribuiscono a forzare il pensiero di Machiavelli in senso statolatrico ed autoritario. Tanti sono stati coloro che lo hanno ammirato ed esaltato, come tanti sono stati quelli che lo hanno disprezzato e rifiutato, di questo è stato ben consapevole Pasquale Villari il quale scrive in modo molto schietto:
“Si passa continuamente dal più profondo disgusto, qualche volta anche orrore, alla più sincera ammirazione, senza potersi mai fermare, e senza potersi render chiaro conto di questa nostra continua alternativa, quasi patente contraddizione. […] Ci ripugna la immoralità dei suoi precetti, ci affascina e ci lascia ammirati la verità delle sue osservazioni”477.
477 P. Villari, Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, Milano, Hoepli 1912, vol. II pp. 332-334
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Indice generale
Introduzione ... pag. 9
1. Gli Specchi del principe medievali
1.1 Caratteristiche del genere letterario ... pag. 12 1.2 De regno ad regem Cypri di Tommaso d’Aquino ... pag. 13 1.3 Il De regimine principum di Egidio Colonna ... pag. 16 1.3.1 Libro primo ... pag. 16 1.3.2 Libro secondo ... pag. 20 1.3.3 Libro terzo ... pag. 21
2. Marsilio da Padova e il Defensor pacis
2.1 Introduzione ... pag. 25 2.2 Discorso primo ... pag. 27 2.3 Discorso secondo ... pag. 37
3. Gli Specchi nel periodo umanistico
3.1 Breve introduzione all’Umanesimo ... pag. 46 3.2 Erasmo da Rotterdam ... pag. 49 3.3 Pontano, Alberti: De Principe e De Ichiarchia ... pag. 51 3.4 Conclusione ... pag. 59
4. Contesto storico-politico al tempo del Machiavelli
4.1 L’Italia e L’Europa tra il 1454 e il 1516 ... pag. 60 4.2 Il tempo di Carlo V e Francesco I ... pag. 64
176 4.3 La Chiesa nel Rinascimento ... pag. 65 4.3.1 Il pontificato di Alessandro VI ... pag. 66 4.3.2 Giulio II della Rovere... pag. 68 4.3.3 Leone X ... pag. 70 4.3.4 Clemente VII... pag. 71
5. Firenze: tra storia e politica
5.1 Le istituzioni tra il governo mediceo e quello repubblicano ... pag. 74 5.2 Girolamo Savonarola... pag. 76 5.3 Aristocrazia e ceto medio ... pag. 78
6. Niccolò Machiavelli: vita e opere minori
6.1 Dalla formazione intellettuale ai primi incarichi politici ... pag. 82 6.2 Dalla legazione presso Luigi XII alla strage di Sinigallia ... pag. 83 6.3 Dalla morte di Alessandro VI a quella del Valentino ... pag. 87 6.4 Dalla nuova legazione in Francia a quella presso Giulio II ... pag. 90 6.5 L’imperatore Massimiliano e la conquista di Pisa ... pag. 95 6.6 La caduta e le grandi opere………...pag. 99 6.7 Gli ultimi anni ... pag. 107 6.8 Machiavelli poeta e diplomatico ... pag. 110
7 Il Principe: breve scritto rivoluzionario
7.1 Introduzione ... pag. 114 7.2 Manoscritti e stampe ... pag. 118 7.3 De Principatibus: Principati ereditari e nuovi ... pag. 118 7.4 Sulle maniere di acquistare un principato ... pag. 122 7.5 Aspetti militari ... pag. 129 7.6 Comportamenti e qualità del principe nel governo ... pag. 132 7.7 Condizione dei principati italiani. Virtù e fortuna ... pag. 140 7.8 Conclusione ... pag. 146
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8 I Discorsi
8.1 Introduzione ... pag. 150 8.2 Il proemio ... pag. 152 8.3 La categoria del conflitto ... pag. 153 8.4 Il ruolo della religione ... pag. 157 8.5 Il ruolo della legge ... pag. 161 8.6 Le armi e le fortificazioni ... pag. 166 8.7 Repubblica e principato ... pag. 168
Conclusione ... pag. 172
Bibliografia ... pag. 178
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