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Spunti conclusivi: verso un inedito assetto ecologico territoriale Fermo restando la positività e necessità di iniziative di autorganizzazione,

La difficile autodeterminazione territoriale in Calabria Stefano Aragona

4. Spunti conclusivi: verso un inedito assetto ecologico territoriale Fermo restando la positività e necessità di iniziative di autorganizzazione,

auto poiesi, locale però da quanto fin qui illustrato si evidenzia la grande responsabilità che ha l’attore pubblico. In questo contesto regionale ancor più rilevante per le molte fragilità diffuse di cui si è detto. In un Meridione che ha molto meno sperimentato la ‘responsabilizzazione’ derivante dall’epoca dei Comuni e Signorie, e si è sempre stati sotto un’istituzione centralistica, Romani, Normanni, Aragonesi, Angioini o Borbone fossero, fino ad arrivare allo Stato unitario. In tal senso segnali positivi sembrano venire dagli incontri organizzati dall’Assessore all’Ambiente Pianificazione territoriale ed urbanistica con

l’Associazione che raggruppa i GAL e con le Comunità locali per l’avvio delle

procedure dei Contratti di fiume. Potrebbe essere un primo passo per andare verso una responsabilizzazione ‘sistemica’ della Regione, degli Enti Locali26 e

delle loro popolazioni27.

Da quanto scritto emerge che scelte e comportamenti debbano essere in linea con quello che da anni si sta proponendo come ‘approccio ecologico integrato’ al territorio, accennato in pagine precedenti. Basato sulle risorse locali e su di una crescente consapevolezza di esse28, considerandone le

26 Ricordando la pedagogia della città di cui parla Gennari (1995).

27 Si noti che la Calabria è stata la prima Regione del meridione ad adottare questo nuovo strumento di

compartecipazione nella trasformazione del territorio.

28 Cosi come Magnaghi e Paloscia già nel 1992 enfatizzano la questione delle comunità locali che devono

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condizioni contestuali non vincoli ma suggerimenti ‘di progetto’: testimonianza di ‘sapienza’ e responsabilità sociale ed ambientale. È una sfida aperta poiché oltre ad interessi materiali locali si confrontano diverse visioni, sta a noi come panificatori territoriali esser capaci di spiegarne i motivi e la necessità, così come richiede Settis nella sua Lectio Magistralis L’etica dell’architetto e il restauro del paesaggio29. Ed è un percorso che tenta di seguire le indicazioni della Carta di

Lipsia (2007, p.3) che richiede strategie integrate di pianificazione, ovvero:

Coordination at local and city-regional level should be strengthened. An equal partner- ship between cities and rural areas as well as between small, medium-sized and large towns and cities within city-regions and metropolitan regions is the aim. We must stop looking at urban development policy issues and decisions at the level of each city in isolation. Our cities should be focal points of city-regional development and assume responsibility for territorial cohesion (CARTA DI LIPSIA 2007, 3).

Quindi la fragile Calabria può proporre un inedito paesaggio della contemporaneità trasformando questa caratteristica in opportunità basata sulla ‘alleanza tra uomo e natura’ di cui parla nel 1995 Scandurra e che nel 2015 è uno dei capitoli dell’Enciclica Lauudato Sii per La Cura della Casa Comune30

incentrata sul termine ‘ecologia umana’, lo stesso termine proposto da Appold e Kasarda nel 1990.

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L’Ecomuseo del Paesaggio di Battir - Pianificazione

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