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Tra passato presente e futuro Il territorio come ‘bene comune’ e come ‘opera d’arte corale’

Scenari di ricerca, innovazione, pianificazione, valorizzazione del patrimonio culturale, produttivo e identitario nella Majella

4. Tra passato presente e futuro Il territorio come ‘bene comune’ e come ‘opera d’arte corale’

Nel dibattito contemporaneo sta acquisendo centralità la concezione del patrimonio paesaggistico come componente determinante nella produzione di ricchezza, per cui le iniziative di promozione e comunicazione sono funzionali alla crescita economica del territorio, perché ne aumentano la visibilità e il valore. L’attenzione al paesaggio e la sua valorizzazione ne consolidano la

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‘reputazione’ che, secondo la definizione dell’economista Giacomo Becattini, costituisce ‘il vero capitale sociale dei luoghi’ (BECATTINI, 2015, 71): è

condivisa dagli abitanti, che ne traggono benefici in termini di consapevolezza identitaria ed è trasmessa ai visitatori, che la recepiscono come ‘marchio produttivo’ (o brand) caratterizzante e riconoscibile sul mercato e come stimolo al turismo di qualità. La strada da percorrere, segnalata da Alberto Magnaghi (MAGNAGHI, 2010), risiede nel rifondare un’autentica coscienza di luogo e nel

rinsaldare la relazione fra abitanti-produttori e territorio, concepito come ‘bene comune’ e come ‘opera d’arte corale’ costruita nel costante dialogo tra uomo e natura, attraverso un lungo processo di coevoluzione fra attività antropica e ambiente. Per far questo occorre ‘risvegliare’ le potenzialità insite nei paesaggi e nei luoghi, riconoscere e ricreare le molteplici connessioni spazio-temporali, incentivare il sapere multidisciplinare e adottare un approccio multiscalare che coniughi la visione complessiva del territorio all’analisi dei singoli elementi che lo costituiscono. Questa ‘filosofia’ è alla base delle ricerche in corso nel massiccio del Majella. La partecipazione delle comunità locali alla fase conoscitiva, alla pianificazione, alla riproduzione e al recupero funzionale delle risorse ‘dormienti’ assicura la rivitalizzazione e la patrimonializzazione dei paesaggi; ne conseguono processi di riterritorializzazione e sviluppo socioeconomico rispettoso delle identità territoriali.

Si è più volte ribadito che la regione Abruzzo gode di condizioni vantaggiose ai fini di uno sviluppo autosostenibile, in quanto la forte impronta naturalistica ha determinato negli anni l’istituzione di numerosi parchi e riserve che vivono in stretta simbiosi con le realtà ecomuseali e con una rete di musei tematici distribuiti nel territorio, talvolta legati anche a siti archeologici5. I

parchi, fra i quali si segnala quello della Majella, fungono da ‘contenitori’ e da collante istituzionale per rendere meglio fruibile un’offerta culturale ricca e variegata. Espressione concreta di questa offerta culturale è l’insieme di paesaggi e di itinerari tematici che si relazionano dal punto di vista scenico e progettuale; la disponibilità di informazioni e servizi consente, infatti, al visitatore di costruire consapevolmente la propria esperienza e di diventare egli stesso attore e ‘creatore di paesaggi’. Queste forme di offerta sembrano la risposta più efficace alla visione corale che si va sostituendo al concetto di

5 All’interno del Parco Nazionale della Majella l'Ecomuseo della Majella occidentale si configura come un

distretto con sue proprie specificità, mentre l’Ecomuseo della Valle Giumentina o del Paleolitico ha carattere tematico, etnografico e storico-archeologico: sorge in corrispondenza di un giacimento preistorico del Paleolitico e si struttura in un percorso conoscitivo, incentrato sull’evoluzione geologica della Valle Giumentina e sulle relazioni uomo-territorio, con una particolare attenzione per l’età preistorica. Nell’area circostante sono state ricostruite alcune capanne in pietra a secco, che ripropongono una forma di architettura povera, tipica dell’ambiente agropastorale abruzzese.

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‘patrimonio diffuso’. Le “coralità produttive” (BECATTINI, 2015), che hanno

plasmato il territorio si affiancano, infatti, alle “coralità paesaggistiche” (DEMATTEIS, 2016), entrambe testimonianze storiche ed elementi su cui si

fondano le identità di luogo. Lo sviluppo autosostenibile non può, quindi, prescindere dalla valorizzazione integrata dei paesaggi e dal loro inserimento in circuiti economici vitali, che coinvolgano le comunità sia nella riscoperta delle vocazioni produttive del territorio sia nella promozione del turismo culturale. Nell’ottica di una lettura globale e flessibile del territorio i percorsi tematici interrelati costruiti all’interno del Parco e offerti ai ‘turisti del paesaggio’ riflettono concretamente questo approccio strutturale e sistemico, in quanto forniscono diversi livelli interpretativi-conoscitivi, permettono di associare i luoghi nella loro configurazione attuale a quelli vissuti e disegnati nella durata storica, puntano sugli aspetti della conoscenza e della percezione, articolano unitariamente sguardi diversi e riportano ad unità le molte prospettive e le esperienze connesse al territorio. Sui concetti di conoscenza, percezione, interrelazione insiste, del resto, la stessa Convenzione Europea del Paesaggio. Tale documento definisce il paesaggio come “una determinata parte del territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni” (capitolo I, art. 1, comma a). I paesaggi sono realtà composite, ma sono soprattutto realtà in divenire, da curare nei loro vari aspetti pianificando azioni ‘lungimiranti’ volte alla riattivazione delle risorse e dei processi produttivi che permettono loro di continuare a vivere.

Riferimenti bibliografici

AGOSTINI S. (2010), “Paesaggi di geologia, archeologia e storia”, in

CAMPANELLI A. (a cura di), La Montagna di Celestino – Maiella Madre,

Edizioni MAC, Ferrara, pp. 12-18.

AA.VV. (2017), Terra Celeste. Ipotesi e percorsi per la realizzazione di un parco culturale

ecclesiale nell’arcidiocesi di Chieti-Vasto, Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia

Meridionale, Sambuceto di San Giovanni Teatino (CH). BECATTINI G.(2015), La coscienza dei luoghi, Donzelli, Roma.

CLÉMENT G.(2014), Manifesto del Terzo paesaggio, Quodlibet, Maerata.

COLECCHIA A.,AGOSTINI S. (2014),“Economie marginali e paesaggi storici

nella Maiella settentrionale (Abruzzo, Italia)”, European Journal of Post -

Classical Archaeologies, 4, pp. 219-258.

DEMATTEIS G. (2016), “Dal paesaggio al paese, con Biamonti”, in MORENO

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L’eredità culturale di Francesco Biamonti, Oltre edizioni, Sestri Levante (GE),

pp. 69-72.

MAGNAGHI A. (2010), Il progetto locale. Verso la coscienza di luogo, Bollati

Boringhieri, Torino.

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La difficile autodeterminazione territoriale in Calabria

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