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una diversa crescita di territorio e comunità Andrea Marçel Pidalà

2. La formazione del ‘Biodistretto dei Nebrodi’

In Italia il Biodistretto viene inteso come politica territoriale proposta dai vari sistemi di governance e trova linfa nell’interpretazione che vede un territorio naturalmente vocato al biologico e dove produttori, cittadini, amministratori pubblici stringono un ‘patto etico’ sulla gestione sostenibile delle risorse, secondo i principi dell’agricoltura biologica e dell’agro-ecologia5. Su queste

premesse è stato avviato, ovviamente non senza difficoltà, il Biodistretto dei Nebrodi grazie ad una forte sinergia e condivisione di intenti tra alcuni soggetti locali e promotori della governance locale, quali: il ‘GAL Nebrodi Plus’6,

4 Patti, Capo d’Orlando e Sant’Agata di Militello svolgono una funzione di attrattività molto forte grazie

ai servizi di rango offerti ed in essi collocati.

5 <http://biodistretto.net/> (ultima visita: Settembre 2017)

6 Denominata ‘G.A.L.Gruppo di Azione Locale Nebrodi Plus’. L’associazione è iscritta nel registro

delle Persone Giuridiche della Regione Sicilia giusto D.D.G. n. 575, Dipartimento regionale interventi infrastrutturali per l’agricoltura, Servizio IV interventi di sviluppo rurale ed azioni leader, del 25 maggio 2011. L’associazione è costituita quale gruppo di azione locale (GAL), così come previsto dall’iniziativa comunitaria in materia di turismo rurale (Leader Plus), istituita dall’art. 20, paragrafo 1, lettera C del regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio dell’Unione Europea recante disposizioni sui fondi strutturali e dal programma regionale elaborato ed attuato sulla base degli orientamenti adottati dalla Commissione delle Comunità europee nella comunicazione agli Stati membri del 14 aprile 2000 (pubblicata in GUCE C 139 del 18.05.2000, p. 5) e del programma operativo Leader + della Regione Siciliana, approvata dalla Commissione Europea con Decisione C (2002) 249 del 19.02.2002. Il GAL

Nebrodi Plus partecipa alle politiche, ai programmi e alle azioni di sviluppo comunitari, statali e regionali per il territorio dei Nebrodi attraverso Piani di Sviluppo Locale. Per ulteriori approfondimenti sul GAL

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l’‘Associazione città del bio’7 e il ‘Comune di Mirto’8. Nella fattispecie il

Biodistretto nasce come tentativo9 ‘progettuale’ per un modello di sviluppo

diverso da quello attuale e rivolto prevalentemente alla eco-sostenibilità, caratterizzato dal coinvolgimento delle comunità locali e da una progettualità fortemente partecipativa. I tre soggetti promotori si pongono l’obiettivo di valorizzare l’economia, le tradizioni locali tipiche di questi luoghi e contemporaneamente avviare un percorso di crescita virtuoso e alternativo per le aree più interne fortemente penalizzate da molte discontinuità spaziali, ma ricche di potenzialità inespresse. Il Biodistretto dei Nebrodi è soprattutto l’esperimento evidente per avviare un modello di crescita diversa, autosufficiente, basato sull’auto-sostenibilità (sociale, economica, ambientale, culturale) dei sistemi urbani e territoriali che coinvolga fattivamente gli abitanti dei luoghi ad una partecipazione reale per il territorio e le comunità presenti.

L’imput è stato in questo caso dato dal GAL Nebrodi Plus che, da anni,

svolge una forte azione di analisi, partecipazione e inclusione sociale sulle politiche di sviluppo per il territorio10. Il monitoraggio sul territorio effettuato

da parte del GAL, ha messo più volte in evidenza di come, perfettamente in

linea con il resto degli scenari siciliani, si presenta il quadro socioeconomico del territorio nebroideo e da cui emerge un quadro chiaro che si contraddistingue per: la perdita di attività tradizionali soprattutto legate all’artigianato; la perdita di processi autoctoni nel campo agricolo e silvo- pastorale; l’inconsistenza della capacità commerciale e quindi della relativa rete; l’inesistenza di filiere corte soprattutto per sostenere i prodotti tipici di nicchia; la non correlazione tra potenzialità territoriale e attività poste in essere, alle

<http://www.galnebrodiplus.eu/index.php?option=com_content&view=featured&Itemid=101> (ultima visita: Settembre 2017).

7 L’Associazione ‘Città del Bio’ favorisce una forte sinergia tra realtà anche molto diverse tra loro ma

dalla cui relazione nascono opportunità per promuovere la conservazione dell’ambiente e la qualità della vita. Associa i Comuni e le città che vogliono condividere il vantaggio di far parte di una rete internazionale per ricevere e offrire conoscenza, per realizzare un progetto in comune e dare più valore ai territori. Per un approfondimento si veda il sito web <http://www.cittadelbio.it/> (ultima visita: Settembre 2017).

8 Il Comune di Mirto fa parte della Bioregione dei Nebrodi (all’interno della Città Metropolitana di

Messina). Comune di circa un migliaio di abitanti è conosciuto per le potenzialità agricole, biologico e silvopastorali, fa parte del Parco Regionale dei Nebrodi e svolge una forte attività di sensibilizzazione ambientale.

9 Si sottolinea il termine ‘tentativo’ poiché ancora siamo di fronte ad un delineamento delle potenzialità

strategiche del progetto di territorio che ancora dovrà essere pienamente condiviso da tutti gli attori.

10 L’importanza sociale e politica crescente delle reti, intese come interazioni tra individui e/o

organizzazioni (comunità, collettività regionali e locali, imprese, amministrazioni, centri di ricerca, ...), in una maniera non gerarchica, nelle quali ciascun partecipante controlla una parte delle risorse necessarie alla realizzazione di un obiettivo. In tal senso l’azione del GAL NEBRODI PLUS risulta perfettamente in aderenza alle condizioni proposte dal ‘Libro Bianco’ sulla governance.

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quali si aggiunge un deficit infrastrutturale legato alla mobilità interna e ai collegamenti esterni, alla mancanza di qualità nel governo delle trasformazioni urbane, e quindi all’incapacità di difendere i sistemi rurali ed il patrimonio architettonico con una complessiva dequalificazione del paesaggio come ci ha

ricordato più volte Vincenzo Consolo (CONSOLO, 1990).

Per avviare le prime fasi propedeutiche alla costituzione del Biodistretto è stato necessario comprendere, prima di tutto, il territorio nella sua organizzazione complessiva mediante la costituzione, da parte dei soggetti promotori, di un Tavolo Tecnico Scientifico11 che consentisse di avviare le

prime analisi sul territorio ed indicare strategie e azioni per l’elaborazione delle ‘Linee Guida per la formazione del Piano Strategico per il Biodistretto dei Nebrodi’. In tal senso è apparsa sin da subito fondamentale l’elaborazione di un set di analisi (formulate con il contributo dell’approccio Territorialista) che ponessero in evidenza l’intreccio complesso tra territorio e sviluppo, tra le questioni ecologiche, economiche e delle relazioni spazio-temporali.

A tal proposito il Tavolo Tecnico ha formulato l’ipotesi di avviare le analisi mediante le specificità intellettuali ma indicando una Vision condivisa elaborata sulla ricognizione dei valori che contribuiscano alla definizione di un’ipotetica immagine complessiva del territorio, pensata per rendere visibili diverse linee di sviluppo e di predisporre azioni nella prospettiva di un futuro auspicato.

Tra le numerose e complesse analisi compiute per comprendere al meglio la questione legata alla produttività agricola risulta quella rilevante l’analisi socioeconomica che è avvenuta mediante la conoscenza dettagliata e la classificazione delle attività economiche e delle imprese locali presenti sul territorio dei Nebrodi. In tal senso solo definendo in modo preciso le tipologie di attività svolte dagli operatori, infatti, se ne possono definire i comportamenti economici e, conseguentemente le prospettive di sviluppo sulla base delle quali

11 Indicato dai tre soggetti promotori e insediatosi in data 11.02.2017 presso il Comune di Mirto (Me). Il

Tavolo Tecnico è stato costituito per seguire l’attuazione del Biodistretto dei Nebrodi promosso dal GAL

Nebrodi Pus, dall’Associazione Città del Bio (Torino) e da alcuni Comuni dei Nebrodi. Fanno parte del Tavolo Tecnico’, oltre a chi scrive i seguenti componenti: Pietro Mazzola, (Docente Ordinario di Botanica Università di Palermo), Tiziano Caruso (Docente Ordinario di Scienze Agrarie e Forestali e Presidente del Distretto tecnologico Sicilia AgroBio e Pesca), Maria Antonietta Germanà, (Docente Associato in Arboricoltura generale e coltivazioni arboree, Università di Palermo) e Anna Rizzo Catania (Ricercatrice in Design industriale, dell’Università di Palermo), Vincenzo Antonucci del CNR di Messina.

Per l’Istituto di tecnologie avanzate per l’energia è presente al Tavolo Tecnico Emma Schembari (Esperta di politiche ambientali e di gestione di rifiuti in qualità di coordinatrice regionale del COMIECO il

Consorzio Nazionale del riciclo e riuso del cartone), Pippo Ricciardo (Esperto agronomo e responsabile dell’Ufficio intercomunale di S.Agata Militello) Giuseppe Contiguglia del Consiglio Regionale dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU-SICILIA), Giuseppe Mazzullo (Direttore del GAL Nebrodi Plus) e Luigi

Ialuna (Vice-Sindaco di Mirto ed Esperto di comunicazione e componente del Consiglio Nazionale dell’Associazione Città del Bio).

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andare a delineare le adeguate strategie di intervento. La tipologia di analisi intrapresa fa riferimento ai dati prodotti dall'ISTAT nell'ambito delle rilevazioni

nazionali di carattere economico e resi visibili attraverso il sistema di classificazione delle attività economiche ATECO12. Tale analisi ha rappresentato

uno strumento indispensabile per comprendere e organizzare al meglio le strategie per il Biodistretto dei Nebrodi.

Fig. 2 - Estratto dalla Tavola 7b delle ‘Linee Guida per l’elaborazione del Piano Strategico per il Biodistretto dei Nebrodi’. L’analisi evidenzia la gerarchia dei centri urbani presenti nei Nebrodi con i settori di attività svolti nei centri stessi. Il settore di attività proviene dal Codice ATECO fissato dalle

Camere di Commercio. Tale geografia consente di analizzare i sistemi economici portanti, è evidente che è del tutto parziale (ma perfettamente integrato) rispetto al plenum degli elaborati di analisi.

L’analisi ha dimostrato che la categoria ‘commercio e altre attività’ costituisce il settore trainante per il territorio, tuttavia vi è uno stretto legame tra l’agricoltura e le attività dei servizi di alloggio nella ristorazione che presentano un capitale territoriale di nicchia e forniscono l’identità dei luoghi nell’immaginario collettivo. In questo territorio la valorizzazione dei prodotti biologici si coniuga inscindibilmente alla qualità ambientale e alla promozione del territorio e delle sue peculiarità, per raggiungere un pieno sviluppo delle potenzialità economiche, sociali e culturali anche delle aree più penalizzate. I Nebrodi da sempre sono caratterizzati da un comparto biologico per la coltivazione, l’allevamento, la trasformazione e la preparazione alimentare sia

12 L’ATECO (ATtività ECOnomiche) è una tipologia di classificazione adottata dall'Istituto Nazionale di

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artigianale che industriale13 delle produzioni tipiche. Altro punto cardine è la

presenza di un’elevata qualità ambientale, testimoniata dalla presenza di certificazioni di qualità, dal numero di aree protette e (con l’ausilio fornito dal Parco Regionale dei Nebrodi), più in generale, dallo stato di salute del territorio.

A seguito di queste indagini sul territorio dei Nebrodi14 e dalle riflessioni

scaturite attorno a questi aspetti il GAL Nebrodi Plus ha potuto compiere la

tessitura (coinvolgendo mediante la partecipazione altri soggetti) dei fili e dei nodi della rete culturale dei soggetti pubblici e privati15.

Così il telaio del Biodistretto nasce da alcune relazioni fondamentali su cui avviare la politica di crescita alternativa che dovrà basarsi in modo chiaro e condiviso, su:

la relazione tra prodotto e territorio: ponendo in primo piano l’attenzione al riferimento territoriale della produzione, con l’obiettivo della valorizzazione delle specificità dell’ambiente, dove il termine ambiente va inteso nella sua più pregnante accezione di contesto di vita della comunità locale;

la relazione tra agricoltura e turismo sostenibile: il turismo costituisce uno dei canali principali di diffusione della conoscenza e della immagine di prodotti che fanno riferimento ad aree molto circoscritte e spesso poste al di fuori dei normali percorsi turistici; in linea generale sono evidenti i vantaggi reciproci di una sinergia fra turismo e valorizzazione delle produzioni tipiche – ed in particolare agroalimentari – di un territorio. Il turismo sostenibile costituisce una opportunità per le imprese che operano nella filiera delle produzioni tipiche;

13 Si pensi alla produzione del Suino Nero dei Nebrodi, del Salame di Sant’Angelo, delle Nocciole dei

Nebrodi, giusto per fare qualche esempio di rilevanza.

14 Le analisi condotte sono concretizzate in 13 elaborati progettuali di area vasta e la redazione di un

documento articolato di analisi. Nella fattispecie i seguenti elaborati: T1 – Sistema di Governance; T2 – Inquadramento territoriale; T3 – Sistema costiero; T4 – Sistema delle fiumare; T5 – Sistema antropico- culturale; T6_a – Sistema delle infrastrutture; T6_b – Sistema della mobilità; T7_a – Sistema produttivo; T7_b – Sistema produttivo; T8 – Sistema dei beni paesaggistici; T9 – Quadro della pianificazione comunale ; T10 – Quadro della pianificazione e della programmazione in atto; T11 – Sistema del rischio e della pericolosità geomorfologica e idraulica; T12 – La Vision olistica per il Biodistretto dei Nebrodi. Tutti questi elaborati, (curati, per conto dei soggetti promotori, dall’Atelier Marçel Pidalà & Partners www.amp-p.com ), costituiscono Le Linee guida per l’elaborazione del Piano Strategico del Biodistretto dei Nebrodi.

15 È da chiarire che la fase di adesione al Piano Strategico per il Biodistretto dei Nebrodi è ancora del tutto

da formalizzare tant’è che ancora le Linee Guida sono state adottate formalmente dalla Città Metropolitana di Messina, dal GAL Nebrodi Plus, dall’Associazione Città del Bio, dal Comune di Mirto in

data 26. 02.2018 presso la sede di Palazzo dei Leoni a Messina, ma ancora non sono state presentate al territorio.

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la relazione tra produzioni tipiche e qualità: si tratta di una tematica dall’intreccio particolarmente delicato, non solo all’interno dell’ambito delimitato dai due termini, ma anche per l’evidente e ramificata intersezione con quelli delineati nei due paragrafi precedenti, determinando l’insorgere della seguente rete relazionale.

Sulla base di queste relazioni appare più che mai necessaria una nuova territorializzazione che sia frutto di una partecipazione alle scelte da parte delle comunità locali; una ri-teritorializzazione delle cittadine nebroidee che richiede, per ciascuna di esse, uno scenario strategico progettuale del tutto nuovo coerente con una vision che deve essere sorretta da una progettualità concreta e realizzabile, ma soprattutto pienamente sorretta dalla condivisione.

Sulla scorta di queste riflessioni maturate dai soggetti promotori è lapalissiano che anche per i Nebrodi, così come altre parti della Sicilia. Si riscontra la necessità di un intervento straordinario che riguardi l’area più vasta (non solo per i Comuni e i territori del Parco Regionale dei Nebrodi, ma per tutto il comprensorio esteso anche ai Comuni attorno al Parco che non ricadono in esso) con l’attivazione di strategie e di rilancio di tutti i centri urbani (costieri, collinari e montani) e le attività presenti nell’area dei Nebrodi.

3. L’elaborazione delle Linee Guida per l’elaborazione del Piano

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