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Segnali positivi di risignificazione e riappropriazione del territorio Nonostante tutte le difficoltà dette vi sono esempi positivi da cui trarre

La difficile autodeterminazione territoriale in Calabria Stefano Aragona

3. Segnali positivi di risignificazione e riappropriazione del territorio Nonostante tutte le difficoltà dette vi sono esempi positivi da cui trarre

insegnamenti di interessanti casi di organizzazione dal basso. Esempi positivi che dovrebbero essere seguiti per evitare la scomparsa di migliaia di testimonianze storiche materiali e non del territorio. Insediamenti sparsi e diffusi che rappresentano la trama sociale e fisica del paesaggio italiano, quello dei ‘100 Campanili’, così particolarmente rilevante per questa Regione. E che, al tempo stesso, sono esempio di convivenza multietnica. Che vedono come soggetti – forse quelli a cui pensa Barca nel Rapporto del 2009 quando parla di uno sviluppo placed based – che si organizzano in modo originale e cercano soluzioni.

Riace, centro famoso perché luogo di ritrovamento dei due bronzi di guerrieri greci, è in tal senso un emblematico caso di collaborazione tra vari attori locali che ha portato come esito la rinascita di un paese che in pochi anni aveva visto dimezzare la popolazione da 3000 a 1500 residenti. Uno dei tanti Comuni italiani distanti almeno 75 km dai centri urbani maggiori, che ha negli stranieri un’opportunità di salvezza, come ricordato nel rapporto CENSIS

(2017) Senza stranieri il rischio è il declino. È infatti grazie al ricorso ai migranti che Riace, diventando Paese dell’accoglienza avvia la sua rivitalizzazione.

Domenico Lucano, tra i fondatori di Città Futura e Sindaco di Riace dal 2004 ad oggi, nome ispirato dalla ‘Città del sole’ di Tommaso Campanella, sia per la vicinanza con il luogo d’origine del filosofo19, sia per la realtà utopistica,

17 Riprendendo la terminologia di Raffestin (1987). 18 Per ulteriori approfondimenti si veda Aragona S. (2012).

19 Cosa che non deve sorprendere considerando che è tra Cosenza e Stilo (RC) che il moderno il

moderno pensiero ecologico trova la sua origine. Dalla prima viene Bernardino Telesio che dalla metà del secolo XVI, a più riprese, scrive De rerum natura (La natura delle cose secondo i propri principi), di cui l’edizione completa composta da 9 libri è del 1586, segue la prima pubblicazione del 1565. Mentre lo stillitano Tommaso Campanella, suo discepolo, nel 1602 è autore de La città del sole, la prima edizione, in

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all’epoca, che volevamo creare, ebbe l’idea di chiedere agli emigranti in giro per il mondo l’utilizzo delle case abbandonate di Riace Superiore. “Ci fu subito un’adesione spontanea e furono riaperte case rimaste chiuse per 40/50 anni, di emigranti che erano in Australia, Argentina e Canada”, racconta il Sindaco

Domenico Lucano (ARAGONA, 2014). Una città aperta, una comunità che

guardava al mondo e che era pronta ad accogliere chiunque ne avesse bisogno. Con Giancarlo Bregantini (oggi arcivescovo di Campobasso), che invitava i fedeli a non piangersi addosso, che si legò con persone laiche ed insieme tentarono di costruire il riscatto sociale di una comunità. In Fig. 3 il sindaco Lucano e l’assessore comunale alla cultura e al turismo Cosimo Meli montano l’insegna della città all’entrata del paese, il 19 settembre 2007 (DOMINAIJANNI,

2016).

Fig. 4 - Riace Paese dell’accoglienza (Fonte: BORZONI M., TerraProject/Contrasto in Dominaijanni,

2016), sinistra, Afp in S. Montella, 2017, destra).

Creando sinergie istituzionali ed operative poiché nel medesimo periodo, la Regione Calabria approvava, all’unanimità, la legge regionale sull’accoglienza e l’integrazione dei rifugiati politici.20 “Abbiamo sempre creduto in questa

politica che mira a trasformare la presenza degli immigrati e dei rifugiati – ha detto Loiero – in un’opportunità per il territorio, quella della crescita economica e del ripopolamento dei centri storici abbandonati” (essa è stata)

volgare fiorentino, con forti influenze di pensatori quali Thomas More con Utopia del 1517, è poi seguita da Civitas Solis idea republicae philosophica edita a Friburgo nel 1623. L’autore risale a Platone, cioè al V sec. AC. ed è coeva dello scritto di Francis Bacon (Francesco Bacone) New Atlantis (Nuova Atlantide) pubblicato nel 1627 ma scritta nel 1624. Mentre San Francesco di Paola crea un Ordine di fatto vegetariano.

20 Un possibile modello da seguire in tutt’Italia per una legge nazionale grazie ai risultati conseguiti ed al

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messa in pratica anche in altri due comuni della Locride, Stigliano e Caulonia (PRESIDENZA, 2009). In tal modo la Calabria riacquista una sua caratteristica

storica, ovvero la multietnicità che ne è ha disegnato il territorio. Infatti, ai popoli italici antichi, poi si sono aggiunti i greci, latini, normanni, spagnoli, arabi, valloni, arbish, e grande è stata la presenza di popolazioni di origine ebraica tanto che una delle frasi più diffuse e belle dei tanti dialetti calabresi è ‘ni scialamu’, ovvero ci divertiamo, deriva da ‘shalom’, pace, in ebraico.

Passati ormai 13 anni dall’avvio di questa esperienza i risultati sono più che buoni. Non solo molti edifici antichi sono stati recuperati ma anche attività artigianali che sembravano perse sono state rivitalizzate. Così sono nati laboratori di ceramica, per la lavorazione del vetro, per il ricamo. La Comunità che si sta creando, dopo iniziali diffidenze dei riacesi soprattutto più anziani, è multietnica. Come riporta Montella (2017) a febbraio per l’esperimento di Riace il sindaco Lucano ha ricevuto il Premio per la Pace di Dresda 2017 ed è al 40° posto nella classifica Fortune 2016 dei 50 personaggi più influenti al mondo. Wim Wenders nel corto Il volo ha raccontato la storia di Ramdullah, 8 anni, che rifugiato a Riace sapeva ed insegnava fare aquiloni agli altri bambini e grazie a ciò ha ritrovato il padre che stava in Norvegia. Tutto ciò grazie a questi nuovi abitanti che sono di origine non italiana, o sarebbe più esatto dire extracomunitari o di alcuni Paesi della Ue. Chi scrive pensa che non vi sia diversità di nazionalità nell’essere persone. Questo tema diverrà sempre più centrale nel tema dell’abitare21.

Parlando della Calabria e dei suoi centri minori e/o fragili, ma come si è visto, gran parte del territorio regionale può essere considerato fragile, non si può evitare di parlare di criminalità organizzata. Anche in tal senso, nonostante le enormi difficoltà, vi sono ottimi esempi di autorganizzazione e resilienza sociale22. La Calabria che resiste è Comunità Progetto Sud fondata dal bresciano

Don Giacomo Panizza. Nasce come comunità del movimento di Capodarco nel 1976.

[…] Il gruppo iniziale era composto da 20 persone tra handicappati fisici e volontari. L’obiettivo iniziale era quello di dare risposte alternative alla istituzionalizzazione e deportazione degli handicappati calabresi negli istituti del nord. Col tempo la Comunità ha affrontato altre problematiche sociali (minori, tossicodipendenti, disagio giovanile, Aids,

21 Si ricorda che grazie ai 5.186.000 immigrati legali lo Stato incamera ca. 1,5 mld di euro differenza tra

entrate e costi secondo il Dossier Statistico 2013 a cura del Centro Studi e Ricerche Idos, in collaborazione con l’UNAR come scrive Polchi (2013).

22 Come mostrato in un recente reportage televisivo della RAI (DIACONA, 2017) utile ad evidenziare

come la televisione, in primo luogo quella pubblica, possa svolgere un ruolo molto rilevante nel fare in/formazione. Cioè contribuire alla crescita del cum cives prima detto.

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immigrati, Rom) dando vita ad un insieme di gruppi diversificati nelle finalità e sempre tendenti al rispetto dei principi della legalità, della giustizia e dei diritti umani

(PROGETTO COMUNITÀ SUD, 2015).

Attualmente è composta da varie Cooperative che si occupano di vari ambiti, dal sociale all’alimentare e che danno lavoro a 150 persone a tempo indeterminato, nella zona di Lametia Terme.

La Cooperativa Valle del Marro, creata nel 2004 a Polistena (Piana di Gioia Tauro) con 100 ha di terre confiscate alla ‘ndrangheta e dove, da qualche anno23, è affidataria anche di un palazzo sequestrato alla criminalità organizzata

ed in cui Emergency ha realizzato un ambulatorio. “Coltiviamo la terra degna di uomini liberi, che con i suoi frutti di giustizia dà il sapore di uno sviluppo sano ed equo” (VALLE DEL MARRO, 2014): questa frase è emblematica della

natura e del senso di questo bell’esempio di riappropriazione del territorio e ricerca di costruzione di identità locale da parte degli abitanti. Domenico Fazzari, Presidente della Cooperativa, ricorda che quando la ‘ndrangheta ha incendiato 400 ulivi secolari a Castellace, frazione di Oppido Mamertina, loro hanno reimpiantato 2500 giovani ulivi.

Mentre a Chiaravalle Centrale (CZ), vi è il Consorzio GOEL formato da

Cooperative sociali di artigianato che spaziano dalla ristorazione al turismo, alla tessitura a telaio, antica sapienza produttiva calabrese (con forte influenza delle conoscenze ricevute dalla presenza ebraica). Essa fattura 5 milioni di euro all’anno, con 200 occupati a tempo indeterminato. “La differenza tra noi e loro (l’andrangheta) è che noi produciamo ricchezza e la ridistribuiamo al territorio per farlo crescere, loro la portano all’estero nelle grandi città europee… la vera differenza è la grande quantità dei normali”24. Scopo del Consorzio25 è il

cambiamento e il riscatto della Calabria, avendo come criteri: l’affermazione piena della libertà da poteri oppressivi e logiche clientelari, la democrazia effettiva attraverso la pratica diffusa della partecipazione e della sussidiarietà, l’equità sociale ed economica, la meritocrazia, la pari opportunità delle persone e fasce sociali più deboli e marginali, la pari dignità per tutti, il bene comune delle comunità locali e dei territori, la solidarietà tra territori e tra gruppi

23 “L’origine della cooperativa affonda le radici più lontane nelle storie di alcuni giovani che in famiglia,

nell’associazionismo, nel cortile dell’oratorio, maturano la scelta di combattere la mentalità mafiosa. Successivamente, cogliendo l’opportunità offerta dalla legge 109/96 e da un progetto di Libera, decidono d’intrecciare i loro percorsi di vita e di radicarli ancora di più nella terra d’origine: la Calabria. Quel gruppo dà così vita, nel Dicembre del 2004, alla Valle del Marro – Libera Terra, accomunando nel lavoro cooperativo idee, passioni e competenze, per metterle a frutto, con spirito pionieristico, sui terreni agricoli confiscati alla ‘ndrangheta nella Piana di Gioia Tauro” (VALLE DEL MARRO, 2014).

24 Così come dice il presidente Vincenzo Linarello a Presa Diretta. 25 Dal Manifesto del GOEL.

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sociali, la nonviolenza attiva come via maestra di risoluzione dei conflitti, la salvaguardia dell’ambiente e dell’ecosistema in funzione dell’umanità, la libertà di mercato e la sua effettiva accessibilità, la libertà di concorrenza, non vincendo ma con-vincendo. Anche nei territori che videro gli impianti industriali di cui si è scritto, soprattutto grazie all’impegno dell’ACAI

(Associazione Calabrese Archeologia Industriale) che ha sede nel Comune di Bivonci, c’è un sentimento di recupero di un passato diverso. Così nel 1984 si formula la proposta dell’EcoMuseo delle ferriere e fonderie di Calabria, Parco archeologico, monumentale, ambientale delle comunità e delle testimonianze

della prima industrializzazione Meridionale (FRANCO, 2017). Di una storia che

dipende dalle scelte politiche che indirizzano le traiettorie di sviluppo dei territori. Le vocazioni sono un connubio tra queste e le condizioni locali da trasformare in opportunità, in projectum di Comunità e spazio.

4. Spunti conclusivi: verso un inedito assetto ecologico territoriale

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