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UN'ETNOGRAFIA COLLABORATIVA CON IL MMC/SC

2.2 Fare ricerca e scrivere: come?

2.4.2 Condivisione dell'impegno politico

Il riconoscimento di autorità mi ha motivato a leggere la storia delle donne coinvolte nella ricerca non solo in termini di oppressione, subalternità, violenza, ma

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attribuendo rilevanza soprattutto al contributo politico-pedagogico della loro lotta (Tommasi, 1995). Il mio sforzo in questa direzione si è espresso non solo attraverso la scrittura della tesi ma anche prendendo parte attiva ai processi di cambiamento per cui il MMC/SC si impegna. Questo atteggiamento è in sintonia con un approccio di ricerca orientato a produrre azioni, oltre che testi accademici e a proporre delle restituzioni significative per i soggetti coinvolti, per i quali non sempre la lettura e la scrittura costituiscono pratiche quotidiane.

Concretamente, in diverse occasioni e su richiesta delle mie ospiti, ho rilasciato interviste a giornali e radio comunitari e locali57 e sono intervenuta in dibattiti pubblici58, allo scopo di raccontare la mia esperienza di ricerca e soprattutto di testimoniare il mio interesse teorico-politico per il MMC/SC. Sempre in questa direzione, ho concordato con le mie interlocutrici modalità non accademiche di elaborazione dei dati emersi dalla ricerca. Con l'aiuto di alcune militanti del MMC ho realizzato il documentario “Come un seme nella terra: um olhar sobre o Movimento das Mulheres Camponesas em Santa Catarina”59, a partire dai filmati raccolti durante la ricerca di campo. Inoltre mi sono impegnata a favorire l'accesso del movimento al contesto universitario, non solo indirettamente attraverso le mie attività accademiche ma anche direttamente, promuovendo forme di cooperazione tra il MMC e le istituzioni in cui sto realizzando il mio percorso di dottorato. Il mio riconoscimento pubblico di autorità, in alcuni casi, ha generato un essenziale effetto politico, contribuendo a far sì che le ricchezze prodotte dal movimento, circolanti nel corpo sociale sotto un segno neutro, acquisissero il segno della parzialità femminile (Libreria delle donne di Milano, 1998) e contrastando un problema molte volte identificato dalle mie interlocutrici: l'appropriazione delle loro pratiche e conquiste da parte di soggetti presunti neutri, che finiscono con il tacitarne l'origine femminile.

Il posizionamento politico della ricercatrice, seppure importante per qualsiasi tipo di indagine, è una questione di particolare rilevanza quando si studia un movimento sociale. Anche se le decisioni su come situarsi nei confronti degli attori sociali possono variare notevolmente (Koensler e Rossi, 2012), tuttavia, il coinvolgimento delle

57 Ho rilasciato almeno un'intervista in ogni municipio in cui sono passata. A São José do Cedro, il centro

più importante della regione che ho visitato e sede delle emittenti radiofoniche e delle redazioni dei giornali locali, sono stata intervistata cinque volte. Inoltre è apparso un articolo sulla mia ricerca nel bollettino del MMC/SC e nel giornale “Grito da Terra” della Cooperativa “Coperoeste” del MST.

58 Sono intervenuta nel I Incontro Nazionale del MMC/Brasile e nelle celebrazioni dell'anniversario dei

30 anni del MMC/SC, inoltre, in ogni dibattito pubblico cui ho preso parte mi è stato chiesto presentarmi e raccontare brevemente la mia ricerca.

etnografe si dà in molti casi attraverso un impegno diretto nell'attività di produzione culturale (Rossi, 2008). Molto spesso la condivisione da parte della ricercatrice dell'impegno politico con i soggetti della ricerca viene giudicata ideologicamente come un limite ideologico (Freire, 1971), causa di una riduzione dello spirito critico e della capacità problematizzante propria dello sguardo scientifico. Nel mio caso, l'identificazione con le lotte del MMC ha rappresentato una condizione di possibilità per la realizzazione stessa dell'indagine. In parte perché mi ha offerto una fondamentale motivazione per dedicarmi a questo progetto; in parte perché ha rappresentato un'assunzione implicita e una richiesta delle persone che mi hanno autorizzato ad entrare nelle reti del movimento, come rivelano le parole di Justina:

Tem momentos que o movimento se questiona: se dedica um tempão [...] mas qual retorno vai ter isso para a vida dos grupos que se dispõem a receber os estudantes, a dar alimentação, a hospedar nas casas, a dedicar seu tempo e tudo mais? Que ritorno tem dos estudantes para contribuir com a organização, com a luta, com a mobilização [...] Tem muitos que têm uma visão utilitarista, de utilizar o movimento para ter algo para pesquisar: é uma fonte de informações prontas, às vezes pegam os materiais, as fotos, as imagens e tudo mais e às vezes o retorno... [...] Qual é a contribuição que se leva para dentro da universidade, por exemplo, a luta contra os trangênicos, contra os agrotôxicos, a importância da alimentação saudavél, a questão da construção de relações de igualdade, mas também a compreensão da luta camponesa e feminista. Como é que consegue construir essa questão do debate de lá na ponta do movimento para dentro da universidade? Esse vai e vem? [...] Eu acho que é um desafio nosso para quem sonha a educação popular60.

È importante chiarire, tuttavia, che adottare un atteggiamento impegnato nella ricerca non si traduce meramente nell'adesione al punto di vista dei soggetti. Lo scopo

60 A volte il movimento si interroga: si dedica un gran tempo [...] ma che tipo di ritorno esiste per la vita

dei gruppi che si mettono a disposizione per ricevere gli studenti, dare loro da mangiare, ospitarli nelle case, dedicare il proprio tempo e altro ancora? In che modo contribuiscono all'organizzazione, alla lotta, alla mobilizzazione? Ci sono molti che hanno una visione utilitarista, usano il movimento per avere qualcosa da ricercare, perché è una fonte di informazioni pronte, a volte prendono materiali, foto, immagini e altro ancora ma a volte la restituzione… [...] Qual è il contributo che si porta dentro all'università, ad esempio, la lotta contro transgenici, contro gli agrotossici, l'importanza dell'alimentazione sana, la questione della costruzione di relazioni di uguaglianza, ma anche la comprensione della lotta contadina e femminista. Come si può costruire questo dibattito dalla base del

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dell'antropologia interpretativa, infatti, consiste nel raggiungimento di una comprensione diversa rispetto all'immediato intendimento dell'attore (Malighetti, 2008). Per Lawless (1991) non si tratta di difendere l'idea in base alla quale i soggetti della ricerca sarebbero i censori dei nostri lavori ma di dare spazio ad un dialogo tra posizioni persino discordanti o contrapposte, come espressione della polifonia che sta alla base della costruzione della conoscenza. Dunque considerare i soggetti della ricerca autentici

interlocutori implica persino assumere, e non negare, un certa componente di conflittualità nei loro confronti (Scheper-Hughes, 1995). Nell'articolare il mio impegno con il MMC/SC mi sono lasciata guidare da un orientamento che Catiane ha ben espresso nel rispondere alla mia domanda circa le caratteristiche che dovrebbe avere una ricerca per essere rilevante per il movimento:

Para nos sempre é importante ter quem pesquisa, até porque isso coloca o movimento na sociedade, mas para nos é importante uma pesquisa que ajude nos a construir o movimento, que dê uma visão do movimento mas no sentido da construção. Então por exemplo […] nós temos pesquisadores na universidade, que se colocam como a estrela ou como quem sabe tudo ou como o melhor, se colocam no sentido de que vai ensinar o movimento fazer algo […] de que tem que orientá-lo […] e aí quando se faz esse tipo de pesquisa da a entender que o movimento não sabe fazer a luta. Então isso não contribui para a construção do movimento61 (dall'intervista di Catiane).

Dunque, ho rifiutato una postura di ricerca meramente decostruttiva e ho adottato l'umiltà e il rispetto come fondamentali prerequisiti etici e pratici nel rapportarmi alla lotta del movimento (Boccagni, 2009). Soprattutto quando le mie interpretazioni esprimevano disaccordo o divergenza nei confronti delle prospettive del MMC/SC, ho proposto occasioni di confronto e discussione con le donne coinvolte nella ricerca e con i coordinamenti (Pacheco, 2012). Un esempio di questo tipo si è verificato rispetto al tema delle relazioni interculturali nel contesto dell'indagine e nel MMC/SC, rispetto al

61 Per noi è sempre importante che ci sia qualcuno che fa ricerca, anche perché questo colloca il

movimento nella società, ma per noi è importante che una ricerca ci aiuti a costruire il movimento, che ci dia una visione del movimento ma nel senso di una costruzione. Allora, per esempio, […] abbiamo ricercatori nell'università che si pongono come una star o come chi sa tutto o come chi è migliore, cioè si pongono come se dovessero insegnare al movimento a fare qualcosa, […] come se dovessero orientarlo […] quando si fa questo tipo di ricerca si lascia intendere che il movimento non sa lottare. Allora questo non contribuisce alla costruzione del movimento.

quale ho sviluppato delle ipotesi che problematizzano i discorsi ufficiali del movimento. Inizialmente non avevo immaginato di focalizzare l'attenzione sulla complessità culturale; mi ha motivato a farlo l'importanza che ha giocato la mia identificazione in quanto Italiana nella costruzione del percorso della ricerca. In particolare la mia accoglienza positiva era rafforzata dalla valorizzazione di cui gode l'identità di “origine” europea nella realtà sociale attraversata dalla ricerca (de Oliveira, 2001). Tuttavia, ogni volta che nelle conversazioni giornaliere o durante l'intervista proponevo delle domande circa le relazioni tra persone “di origine” e Caboclos62 nelle comunità in cui vivono, le

mie interlocutrici mi offrivano delle risposte per lo più reticenti. Non menzionavano i conflitti per la terra tra migranti e popolazioni locali che avevano accompagnato la costituzione della piccola agricoltura nell'Ovest di Santa Catarina. Inoltre, in relazione alle modalità attraverso cui il MMC/SC affronta il tema delle differenze etnico-culturali, dichiaravano genericamente che il movimento promuove la partecipazione di tutte le donne e favorisce il rispetto tra le sue militanti incentivando gli scambi tra “tradizioni culturali” diverse.

La generale reticenza che suscitavano le mie domande mi ha invitato a ragionare sulla possibilità di costruire un percorso politico-educativo capace di schivare i termini del confronto che dialetticamente oppone donne discendenti di migranti e Caboclas, analizzando il conflitto da un altro punto di vista. In particolare è emersa l'ipotesi che proprio l'agroecologia, intorno alla quale attualmente si concentrano le lotte del MMC, potrebbe offrire delle direzioni di pensiero utili a riformulare la relazione con “l'Altra”. Così ho deciso di discutere le mie riflessioni con le mie interlocutrici e sondarne la rilevanza per il movimento, negoziando l'organizzazione di alcuni momenti di restituzione-discussione-formazione63. Lassiter (2005) identifica nei focus group un efficace strumento per discutere degli aspetti della ricerca insieme alle partecipanti, specialmente quando loro non hanno tempo, energie o interesse per impegnarsi in un esame più approfondito dei testi prodotti dalla ricercatrice. In effetti, lo strumento del

focus group si è rivelato utile ad aggirare l'ambiguità generata dalle mie domande dirette nelle interviste individuali e nei colloqui informali, prendendo in considerazione e

62 Secondo il vocabolario Aurelio della lingua portoghese, Caboclo è il meticcio del bianco con

l'indigeno, tuttavia, negli autori consultati e in relazione al contesto oggetto della mia ricerca la parola è impiegata per indicare genericamente i meticci.

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problematizzando le categorie con cui si osservano e si interagisce con gli altri (Cima, 2009)64.

Anche se la possibilità che queste provocazioni generino un percorso più articolato sul tema della relazione con “l'altra” dipenderà soprattutto dall'interesse del MMC/SC, il mio desiderio di creare le condizioni per una discussione comune ha voluto esprimere un impegno critico ma dialogico nei confronti del movimento e la tensione a costruire la conoscenza etnografica secondo modalità più condivise.