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IL MMC/SC NELLA STORIA DELLE LOTTE CONTADINE BRASILIANE

3.6 Sfide attuali per i movimenti contadin

I movimenti sociali che sono nati negli anni della transizione democratica ancora oggi esercitano un ruolo essenziale nella vita pubblica brasiliana. In trenta anni di esistenza, si sono confrontati con mutevoli congiunture socio-politico-economiche (la fine della dittatura, l'affermazione di governi di origine popolare, la straordinaria crescita economica del Brasile, la seconda Rivoluzione Verde) che continuano ad esigere una costante riformulazione non solo degli obiettivi e delle strategie di lotta ma anche dei punti di vista interpretativi, per restare fedeli alla realtà e alle sue contraddizioni. In questo periodo, i movimenti contadini hanno dovuto fare i conti con un significativo calo della partecipazione, in parte dovuto ad un effettivo miglioramento delle condizioni di vita della classe popolare, in parte legato a fenomeni più strutturali, come l'esodo rurale e l'invecchiamento della popolazione della campagna. L'agroecologia, fulcro attuale delle lotte dei movimenti della campagna, che comprende le rivendicazioni storiche – in primis la riforma agraria – e le complessifica in un progetto popolare di agricoltura contadina, è negata costantemente dalle direzioni prevalenti dell'economia

97 L'espressione “minuzie” con cui sono designati i prodotti destinati all'alimentazione della famiglia

del paese. Il Brasile, infatti, ha abbracciato decisamente la strada dell'agribusiness, esportandone le ricette anche in altri paesi – soprattutto le ex colonie portoghesi in Africa. In questo paragrafo focalizzerò l'attenzione in particolare sulla sfida del rapporto tra movimenti contadini e potere governativo. Essa, infatti, mi sembra utile a comprendere, in un ampio scenario di questioni, i temi che ho nominato e che avrò modo di puntualizzare e approfondire nel corso della tesi.

Gli analisti concordano nel riconoscere che il processo quasi ininterrotto di crescita economica, miglioramento degli standard di vita e democratizzazione che vive il paese è frutto dell'impegno dei movimenti e delle organizzazioni della società civile. D'altra parte, come dichiarato dal Presidente Lula durante il Social Forum di Belém del 2009, le stesse vittorie elettorali del PT – protagonista fondamentale di queste trasformazioni – sono una conquista dei movimenti sociali (Lazzari, 2012). Da questo punto di vista, la traiettoria brasiliana rivela una tendenza più generale, che investe l'intero continente americano, in cui i movimenti sociali e le organizzazioni della società civile sono riusciti ad affermare istanze di maggiore equità, giustizia sociale e sostenibilità, anche attraverso l'elezione a presidente dei propri leader (ibidem).

In particolare, negli ultimi dieci anni, i due governi guidati dal Presidente Luiz Ignácio Lula da Silva (dal 2003 al 2010) e i successivi guidati dalla Presidentessa Dilma Rousseff (dal 2010 ad oggi), entrambi del Partito dei Lavoratori (PT), hanno garantito l'uscita dalla soglia di povertà di circa venti milioni di persone – la riduzione del tasso di povertà è stata più significativa nella realtà rurale – e la realizzazione di importanti programmi sociali e politiche pubbliche (Del Grossi, Da Silva, De França, 2010). In relazione all'agricoltura familiare, basti citare il PRONAF98 (Programma Nazionale di Rafforzamento dell'Agricoltura Familiare), il PAA99 (Programma di Acquisizione di

98 Istituito nel 1995, grazie alle pressioni delle organizzazioni degli agricoltori e delle agricoltrici,

soprattutto della Contag (Confederazione Nazionale dei Lavoratori dell'Agricoltura) e del DNTR-CUT (Dipartimento Nazionale dei Lavoratori Rurali della Centrale Unica dei Lavoratori), è la prima linea di credito destinata specificatamente all'agricoltura familiare. A partire soprattutto dal 2003, si è affermato come un programma prioritario del governo federale, come mostra l'inclusione di altre categorie di lavoratori e la loro suddivisione in base alla situazione economica, la semplificazione delle condizioni necessarie ad avere accesso al credito, l'istituzione di linee di credito specifiche per giovani e donne e dirette ad incentivare e sostenere l'agricoltura biologica, le agroindustrie, il turismo locale, la preservazione ambientale, la convivenza con il semiarido.

99 Il programma ha un duplice obiettivo: da un lato, promuovere il miglioramento delle condizioni

economiche degli agricoltori e delle agricoltrici familiari, attraverso la creazione e l'implementazione di canali di commercializzazione dell'eccedente della loro produzione e, dall'altro, garantire l'accesso delle popolazioni che si trovano in situazione di insicurezza alimentare e nutrizionale ad alimenti di qualità, secondo quantità e regolarità adeguate. Le modalità di realizzazione del programma sono molteplici:

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Alimenti dall'Agricoltura Familiare), il PGPAF100 (Programma di Garanzia dei Prezzi per l'Agricoltura Familiare), lo PNAE101 (Programma Nazionale di Alimentazione Scolastica).

Si tratta, tuttavia, di un processo pieno di contraddizioni. Le misure sociali dei nuovi governi popolari, infatti, hanno reso il consumo uno stile di vita accessibile anche alle classi più povere ma non hanno messo in discussione il modello neoliberista (Casella, 2012). Al contrario, soprattutto Lula ha saputo svolgere un abile ruolo di mediazione tra le due ideologie che attraversano – contrapponendosi – l’America Latina: il liberismo e il bolivarismo andino (Magri, 2014). I movimenti sociali sono stati protagonisti di un processo di istituzionalizzazione e di ongizzazione che ha permesso loro di partecipare negli spazi pubblici aperti dalla Costituzione del '88 come soggetti legittimi e di ricevere finanziamenti dai governi locali e federale per pianificare progetti di stampo sociale e culturale (Casella, 2012). Tuttavia, “la vicinanza ai governi e l'utilizzo di risorse che da questi provengono, ha comportato per loro una ridefinizione delle pratiche politiche e una rilettura, spesso radicale, dei rapporti col potere” (ivi, pp.244-246). In particolare, al fianco delle vecchie elite, che sono riuscite a mantenere i propri benefici, si è costituita una nuova elite politica, nata in seno ai movimenti sociali e organica al governo. Essa difende i suoi interessi usando le strutture del “sociale” e si auto-alimenta attraverso la retorica della democrazia diretta, che, non sostenuta da una pratica effettiva, finisce con l'escludere la partecipazione popolare, in un meccanismo che Quermes (2012) definisce “sociale contro il sociale”. Sul versante dei movimenti, il processo di cooptazione dei suoi leader ha favorito l'irrigidimento della struttura partecipativa, la centralizzazione del potere da parte dei gruppi dirigenti, il silenziamento delle posizioni contrarie alle tendenze maggioritarie e la riduzione delle organizzazioni a mere esecutrici delle politiche pubbliche (Lettera aperta di 51 militanti alla Via Campesina, www.passapalavra.info). Queste contraddizioni coinvolgono anche

comunitarie, ristoranti popolari, case di accoglienza etc.; lo stoccaggio di alimenti da parte di organizzazioni dei produttori; l'acquisto anticipato attraverso l'erogazione delle risorse durante il periodo della semina, pensato soprattutto per stimolare la produzione di agricoltori poveri, che generalmente non hanno accesso al credito.

100 È il programma grazie al quale il governo garantisce un prezzo minimo o di riferimento per

trentacinque prodotti fondamentali.

101 Garantisce l'impiego del 30% minimo delle risorse stanziate dal Fondo Nazionale di Sviluppo

dell'Educazione per le mense scolastiche nell'acquisto di prodotti dall'agricoltura familiare. L'acquisto deve rispettare i principi di un'alimentazione sana, adeguata e diversificata e privilegiare i produttori locali, specialmente gli insediamenti della riforma agraria e le comunità tradizionali indigene e

movimenti storicamente caratterizzati da una posizione radicale: in primis, il MST, sebbene i suoi intellettuali insistano nel sostenerne l'autonomia rispetto al governo del PT e alla politica partitica nel suo complesso (Fernandes e Stedile, 2012).

La possibilità che questa crisi apra nuovi percorsi dipenderà soprattutto dalla capacità di elaborare categorie interpretative coerenti con la complessità e la contraddittorietà del reale e di riconoscere e moltiplicare forme della politica che non si inquadrano nelle modalità più consolidate di partecipazione. In questa direzione e a partire da una prospettiva profondamente situata, la mia tesi vuole valorizzare delle pratiche politico-pedagogiche che, pur non esenti da problematicità, tentano di disegnare una diversa relazione con il potere.

II PARTE

PRATICHE