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Dal Movimento di Donne Agricoltrici al Movimento di Donne Contadine a Santa Catarina

IL MMC/SC NELLA STORIA DELLE LOTTE CONTADINE BRASILIANE

3.5 Dal Movimento di Donne Agricoltrici al Movimento di Donne Contadine a Santa Catarina

A Santa Catarina, il Movimento delle Donne Contadine (MMC) nasce, con il nome di Movimento di Donne Agricoltrici (MMA), nel 1983, in quello che allora era il distretto di Nuova Itaberaba, nel municipio di Chapecò. Secondo Poli (2008), tuttavia, gli inizi dell'organizzazione si possono rintracciare già nel 1981, durante le discussioni per la sindacalizzazione delle agricoltrici, promosse dalle nuove liste di opposizione sindacale. Fino a quel momento i sindacati non incoraggiavano l'iscrizione delle donne

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a visitare dapprima la maggior parte dei municipi dell'Ovest, successivamente diverse regioni dello Stato, allo scopo di promuovere e rafforzare l'organizzazione del movimento.

A visita das representantes do movimento, normalmente, era precedida de alguma articulação local, de modo que nesse primeiro encontro já estivessem presentes representantes de várias comunidades do município. A principal articuladora dessa expansão do movimento na região oeste de Santa Catarina e mesmo no estado foi, sem dúvida, a igreja, embora o MMA tenha contado também com o apoio do Sindicato de Trabalhadores Rurais em diversos municípios84 (Poli, 2008, pp.125-

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La Chiesa della TdL ha un ruolo fondamentale nell'articolazione del MMA, non solo per il sostegno pratico nella realizzazione delle riunioni e nella facilitazione della comunicazione tra municipi ma soprattutto per il lavoro di formazione delle leader. Il percorso di coscientizzazione e militanza di molte donne che ancora oggi partecipano al movimento, infatti, comincia a delinearsi in seguito all'assunzione di un impegno con i poveri dentro la Chiesa e, in particolare, nelle cebs, nei gruppi di giovani, nei gruppi di riflessione, nelle pastorali sociali (soprattutto la pastorale della salute e la pastorale della terra).

A Igreja católica aqui em Quilombo passa a ter uma contribuição bastante grande e com uma atuação bem reflexiva, trabalhando essa questão da fé e a prática e que a fé sem obras é morta e mostrando a questão da opressão, quem eram os opressores, porque que a gente era oprimido, porque que existiam os pobres e porque que uns acumulavam riqueza, essas questões todas [...] tinha um padre, que chamava padre Nelson Nicolau, que foi um verdadeiro profeta [...] e que tinha toda uma prática de que as pessoas precisavam saber, que era necessária a formação, então junto com o padre Nelson tinham algumas irmãs também, tinha irmã Inés Grigolo, em seguida veio a irmã Sirlei, veio a irmã Zenaide [...] e a partir dos anos 80 [...] teve um programa de formação para lideranças, que durou 17 anos e que resultou em muitas lideranças, que você vai encontrar em todo o país [...] Esse programa de formação ele era principlamente coordenado pela parróquia, mas a parróquia conseguia envolver os sindicatos, conseguiu envolver os

84 La visita delle rappresentanti del movimento, di solito, era preparata a livello locale in modo che già

al primo incontro partecipassero le rappresentanti di diverse comunità del municipio. La principale animatrice dell'espansione del movimento nella regione ovest di Santa Catarina e anche a livello statale fu, senza dubbio, la Chiesa, per quanto in diversi municipi il MMA abbia contato anche sul sostegno del Sindacato dei Lavoratori Rurali.

outros atores sociais e em 80 então começam os primeiros debates do MMC85 (dall'intervista di Justina).

Alcuni autrici e autori (Boni, 2012; Casagrande, 1991) argomentano che il progressivo distanziamento del MMA dalla Chiesa è conseguenza dell'emergere di rivendicazioni legate alla salute riproduttiva, al controllo delle nascite o al diritto di famiglia, in contrasto con i principi della dottrina morale cattolica. Non condivido questo ragionamento per diverse motivazioni. Innanzitutto queste temi continuano ad essere controversi soprattutto per le donne che compongono la base del movimento. Inoltre, l'autonomia dalla Chiesa rappresenta un tratto originario del MMA, frutto, in parte, di una strategia della stessa TdL, in parte, del desiderio delle donne di circoscrivere uno spazio di partecipazione pensato da loro e per loro – anche perché, nelle organizzazioni miste, gli uomini concentrano il potere, la responsabilità e le decisioni (Cinelli, 2012). Al di là di questo, il legame tra Chiesa e MMA continua ad essere vivo sia nelle pratiche del movimento, in primis nella mistica, sia nella sensibilità delle donne che vi partecipano e che hanno seguitato ad impegnarsi come catechiste, ministre dell'Eucarestia e agenti di pastorale.

Nei primi anni di esistenza, il MMC concentra il suo impegno principalmente nella rivendicazione di diritti per le lavoratrici rurali: il riconoscimento della professione di agricoltrice, il diritto alla documentazione personale e professionale (la carta d'identità, il codice fiscale, il blocco delle ricevute e fatture fiscali, la tessera elettorale etc), la pensione a 55 anni d'età, l'indennità di maternità, l'indennità di malattia, l'indennità per infortunio, la pensione di invalidità, la pensione di reversibilità etc., che vengono regolamentati a partire dalle possibilità aperte dalla Costituzione del 1988 (Paulilo, 2003). Alcuni episodi segnano in modo particolare questa stagione: nel 1985 viene realizzata la prima assemblea regionale del MMA a Chapecò; il 12 agosto 1986,

85 La Chiesa cattolica qui a Quilombo inizia a dare un contributo molto grande e assume un modo di

agire molto riflessivo, lavorando su questa questione della fede e della pratica, che la fede senza opere è morta e mostrando la questione dell'oppressione, chi erano gli oppressori, perché eravamo oppressi, perché esistevano i poveri e perché alcuni accumulavano ricchezze, tutte queste questioni [...] C'era un sacerdote, che si chiamava Nelson Nicolau, che è stato un vero profeta [...] e che pensava che le persone dovessero sapere, che fosse necessaria la formazione e insieme a don Nelson c'erano anche alcune suore, suor Ines Grigolo, dopo è venuta suor Sirlei, dopo suor Zenaide [...] e a partire dagli anni '80 [...] c'è stato un programma di formazione di leader, che è durato 17 anni e che è risultato in molti leader, che puoi incontrare in tutto il paese [...] Questo programma di formazione era coordinato principalmente

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si riuniscono a Xanxerê 15.000 donne provenienti da 73 municipi e inviano una delegazione di agricoltrici a Brasilia per partecipare ad una mobilitazione nazionale; nel 1987 l'agricoltrice e leader del MMA, Luci Choinacki è la prima donna eletta come deputata statale in una lista del Partito dei Lavoratori (PT) (negli anni successivi sarebbe stata eletta come deputata federale per quattro mandati); nel 1988 nasce l'Articolazione delle Istanze delle Donne Lavoratrici Rurali del Sud (AIMTR-Sul); nel 1994, si realizza a Chapecò il primo Congresso statale del MMA. Gli incontri in occasione del giorno internazionale della donna diventano una delle principali attività del movimento e si costituiscono come uno spazio di discussione, sensibilizzazione dell'opinione pubblica e pressione sugli organi pubblici. Oltre alle manifestazioni, il movimento organizza incontri di studio, formazione e dibattito a vari livelli. Le principali tematiche affrontate riguardano la salute pubblica integrale, i diritti delle lavoratrici rurali, l'educazione liberatrice, la lotta contro la violenza, la partecipazione della donna nella società (Cinelli, 2012).

Alcuni autori (Casagrande, 1991; Paulilo, 2003; Boni, 2012) evidenziano l'iniziale priorità della dimensione di classe nelle rivendicazioni del MMA, sostenendo che la prospettiva di genere sarebbe stata incorporata in un secondo momento. A questo proposito Casagrande (ibidem) sottolinea la persistente distanza del MMA dal movimento femminista e l'attribuisce alla mediazione della Chiesa. L'analisi della documentazione prodotta dal movimento, tuttavia, mostra che il MMA, sin dalla sua nascita, ha come riferimento principale l'esperienza delle donne che vivono e lavorano nella campagna (Poli, 2008; Salvaro, 2010), nonostante abbia adottato l'autodefinizione femminista solo in tempi recenti e nonostante sia sorto in seno a mobilitazioni contadine. Per queste ragioni, mi sembra più corretto affermare che la prospettiva di genere e la prospettiva classista sono complementari nelle sue pratiche sin dall'inizio (Poli, 2008), per quanto tutt'oggi le militanti siano reticenti ad assumere pienamente i conflitti che derivano dall'adesione di un punto di vista di genere, in maniera complementare e non subordinata all'ottica di classe. La postura femminista, infatti, introduce una rottura in relazione all'idealizzazione dell'armonia della famiglia contadina, che, in alcuni casi, può rivelarsi controproducente: “para levar adiante as reinvindicações de classe, uma imagem da família rural como uma unidade coesa é muito mais eficiente que uma imagem de conflito86” (Paulilo, 2003, p.195).

Nel corso degli anni, all'interno del MMA diventa sempre più centrale la

86 Per portare avanti rivendicazioni classiste, l'immagine della famiglia rurale come un'unità coesa è

costruzione di una rete con altre organizzazioni e movimenti di donne. Durante il I congresso latinoamericano delle organizzazioni della campagna, realizzato in Perù, si afferma la necessità di promuovere un incontro di donne lavoratrici rurali del Brasile. L'incontro, che si concretizza effettivamente nel 1995, costituisce l'occasione per la creazione dell'Articolazione Nazionale delle Donne Lavoratrici Rurali (ANMTR), composta da rappresentanti di movimenti autonomi e misti. Il ANMTR rappresenta il primo germe del movimento autonomo nazionale, che si consolida nel 2004, con il nome di Movimento di Donne Contadine del Brasile. Justina racconta così il percorso che conduce dal ANMTR al MMC/Brasil:

O MMC em Santa Catarina é de fato uma das primeira células de um movimento autônomo de mulheres. Na década de 80, ele foi surgindo em diferentes locais, no Nordeste, no Centro-Oeste, no Norte, na região Sul, mas eram mais núcleos nos estados, uns com uma lógica mais autônoma [...] alguns dentro do movimento sindical e tal [...] Aqui na região Sul do Brasil, registrado na história tem que, em determinados momentos, lideranças de mulheres se reuniram nacionalmente para discutir a possibilidade da formação, da organização e das lutas e que depois em função de o pais ser um pais muito grande, ter uma extensão continental praticamente, então distribuíram em regiões, e aí aqui na região sul do Brasil se constitui uma instância [...] dos 4 estado do Sul, na época eram 5, estava São Paolo também [...] No início tinham as mulheres do movimento autônomo e também do movimento sindical e da Igreja [...] Se constituíram coordenações também a nível latino- americano e caribenho e tal e uma das coordenações que se constituiu foi a Cloc, que era a coordenação latino-americana e caribenha das organizações do campo. Num congresso, não lembro se é no I se é no II congresso, as mulheres que foram, que eram um número muito reduzido, discutiram da importância da organização das mulheres. Aí do Brasil foram duas companheiras nossas, uma era do MMA de Santa Catarina e retornaram muito motivadas porque a gente tentasse fazer um encontro das mulheres das diferentes organizações do campo. Daí essa instância dos cinco estados do Sul conseguiu então garantir, encaminhamos e fizemos um encontro nacional, em São Paolo, no Cajamar, aonde, nesse encontro foi avaliada a importância da organização das mulheres e o que orientou o debate foi a questão da luta de gênero e de classe que se entrelaçam [...] E deliberamos no encontro de constituir articulação nacional de mulher trabalhadoras rurais, seria uma articulação dos movimentos existentes [... que] contribuiu nos mais diferentes movimentos para fazer o debate da questão da luta de gênero e classe. Mas paralelo a isso também foi se construindo a Via Campesina aqui no Brasil, e aí a construção da articulação de mulheres foi meio esvaziando e a principal fonte de encontro e de articulação acabava sendo a Via Campesina como um todo. De 95 a 2000-2002 se manteve essa articulação, mas o trabalho de elaboração, de busca de recurso, era um trabalho muito da responsabilidade dos movimentos

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avaliação que era fundamental, como existia a Via Campesina, que nós consolidássemos um movimento nacional e que fosse um ator social e que a gente pudesse ir para Via Campesina como um outro movimento e não como uma articulação de todos que acabava não sendo respeitada. Iniciamos esse processo em 2002, fizemos um grande multirão de organização no país todo e [...] como fruto do multirão, nos consolidamos então um grande Congresso em Brasília. Consolidamos o MMC então como um movimento com caráter nacional, com a bandeira, com a simbologia [...] nossa missão, nossos objetivos, nossos valores e também com uma direção. Então em 2004 se consolida o movimento nacional, mas e le não nasce alí, ele é fruto de toda uma organização que vinha desde o período da década de 8087 (dall'intervista

di Justina).

Boni (2012) sottolinea che, pur essendo il risultato dell'unione di diversi

87 Il MMC a Santa Catarina è una delle prime cellule di un movimento autonomo di donne. Negli anni

'80 nacque in diversi luoghi: nel Nordest, nel Centro-Ovest, nel Nord, nel Sud ma si trattava soprattutto di nuclei organizzati a livello statale, alcuni con una logica autonoma, altri all'interno del movimento sindacale o simili [...] Qui nella regione Sud del Brasile, è stato registrato nella storia che, ad un certo punto, diverse leader si sono riunite a livello nazionale per discutere la possibilità di una formazione, un‘organizzazione e delle lotte comuni e che, successivamente, dal momento che abitiamo in un paese molto grande, di estensione continentale, l'organizzazione si è distribuita nelle varie regioni. Qui nella regione Sud si è costituita l'organizzazione dei cinque stati del Sud. All'epoca erano cinque, 'era anche San Paolo. All'inizio c'erano donne sia dei movimenti autonomi sia del movimento sindacale e della Chiesa [...] Anche a livello latinoamericano e caraibico si sono costituite varie coordinazioni, tra cui la CLOC, la Coordinazione Latinoamericana e Caraibica delle Organizzazioni della Campagna. Durante un congresso, non mi ricordo se il I o il II, le donne presenti erano molto poche e discussero l'importanza dell'organizzazione delle donne. Erano presenti due compagne brasiliane, una di loro era del MMA di Santa Catarina e ritornarono molto entusiaste e con la proposta di organizzare un incontro di donne delle differenti organizzazione della campagna. Così l'organizzazione dei cinque stati del Sud è riuscita a garantire, abbiamo organizzato e realizzato un incontro nazionale a São Paulo, no Cajamar. Durante questo incontro è stata valutata l'importanza di organizzare le donne e la questione del legame tra lotta di genere e lotta di classe ha orientato il dibattito. Durante l'incontro decidemmo di creare l'Articolazione Nazionale di Donne Lavoratrici Rurali (ANMTR), un'articolazione di movimenti già esistenti [...] che contribuì perché nei vari movimenti si discutesse la questione del legame tra lotta di genere e lotta di classe. Allo stesso tempo si andava costruendo la Via Campesina nel Brasile e, in questo senso, l'articolazione di donne perse un po' del suo peso: infatti, la principale occasione di incontro e articolazione era la Via Campesina nel suo complesso. Questa articolazione si è mantenuta dal '95 al 2000-2002 ma il lavoro di elaborazione, di ricerca fondi ricadeva spesso sui movimenti autonomi; le donne degli altri movimenti si limitavano a partecipare agli eventi. Successivamente in quanto movimenti autonomi, abbiamo iniziato a valutare che era fondamentale, poiché esisteva la Via Campesina, consolidare un movimento nazionale, che fosse un attore sociale e che ci permettesse di presentarci alla Via Campesina come un movimento e non come un'articolazione di tutti, che finiva con l'essere non rispettata. Iniziammo questo processo nel 2002, attraverso una campagna nazionale che generò il frutto di un grande congresso a Brasilia. Quindi abbiamo consolidato il MMC come un grande movimento di carattere nazionale, con una bandiera, una simbologia [...] la nostra missione, i nostri obiettivi, i nostri valori... e anche una nostra direzione. Dunque nel 2004 si consolida il movimento nazionale ma non nasce lì, è frutto di tutta un'organizzazione iniziata durante la decade degli anni '80.

movimenti di lavoratrici rurali di vari Stati del Brasile, il MMC deve la sua creazione soprattutto alla leadership del MMA di Santa Catarina e del Movimento delle Lavoratrici Rurali del Rio Grande do Sul. I due stati del Sud esprimono maggiore egemonia e concentrazione di potere, anche perché sul loro territorio la presenza del movimento è più radicata. Il I congresso nazionale del MMC, che si realizza a Brasilia del 2004, è attraversato da un'importante discussione circa il nome che avrebbe assunto il nuovo movimento. Tra le militanti di Santa Catarina il passaggio da “agricoltrici” a “contadine” non è di facile accettazione. Infatti, l'autorappresentazione in quanto agricoltrici e il conseguente riconoscimento della professione erano state un'importante vittoria del movimento: avevano permesso alle donne di prendere coscienza del proprio lavoro, che, fino a quel momento, percepivano nei termini di un supporto all'attività maschile, definendosi “casalinghe”. La scelta della categoria “contadine”, tuttavia, era motivata dalla necessità di creare un'identità politica comune, capace di comprendere e unificare esperienze diverse e, allo stesso tempo, di identificare un tipo di produzione familiare rivolta prioritariamente – anche se non in termini esclusivi – all'autoconsumo (Boni, 2014). Essa si riferisce, infatti, a una

unidade produtiva camponesa centrada no núcleo familiar a qual, por um lado se dedica a uma produção agrícola e artesanal autônoma com o objetivo de satisfazer as necessidades familiares de subsistência e por outro, comercializa parte de sua produção para garantir recursos necessários à compra de produtos e serviços que não produz. Neste sentido, mulher camponesa, é aquela que, de uma ou de outra maneira, produz o alimento e garante a subsistência da família. É a pequena agricultora, a pescadora artesanal, a quebradeira de coco88,

extrativistas89, arrendatárias, meeiras90, ribeirinhas91, posseiras92, bóia-

frias93, diaristas, parceiras, sem terra, acampadas94, asentadas95,

assalariadas rurais e indígenas. A soma e a unificação destas experiências camponesas e a participação política da mulher, legitima e

88 Lavoratrice rurale che vive della raccolta del cocco babaçu e dei suoi prodotti. 89 Lavoratrice rurale che vive della raccolta di risorse naturali.

90 Lavoratrice rurale che coltiva un terreno altrui, avendo diritto alla metà del prodotto.

91 Lavoratrice rurale che abita vicino a un fiume o ad un piccolo corso d'acqua, vivendo dei suoi prodotti. 92 Lavoratrice rurale che usufruisce di una terra attraverso un'occupazione.

93 Lavoratrice rurale temporaria che, espulsa dalla campagna, vive in una periferia urbana, prestando la

sua manodopera in varie proprietà.

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confirma no Brasil, o nome de Movimento de Mulheres Camponesas96

(www.mmcbrasil.com.br).

Bordalo (apud Boni, 2012), tuttavia, mette in luce come l'utilizzazione della categoria “contadine” possa essere indicativa di rotture più che di consensi, esprimendo forme distinte di azione politica. A conferma di ciò l'autrice fa riferimento alla scelta del Movimento della Donna Lavoratrice Rurale del Nordest MMTR-NE di non aderire al MMC, nonostante prima facesse parte dell'ANMTR. Sempre in questa direzione, Boni (ibidem) associa l'assunzione del termine all'ingresso del MMC nella Via Campesina, impegnata nel recupero e nella valorizzazione della categoria politica di ceto contadino. Storicamente l'utilizzo di questo concetto unitario non è stato comune in Brasile. Secondo Stedile (2012) si tratta di una parola di carattere sociologico o accademico, non assimilata dagli stessi attori sociali. Molto più frequente era l'utilizzo di espressioni di carattere regionale, quali colono, caboclo, sitiante, caipira, lavrador, caiçara, etc, generalmente caratterizzati da una connotazione dispregiativa, che li qualifica come rustici, arretrati, ingenui, tonti, pigri (Poli, 2008). Nelle parole di Martins (apud Poli, 2008) la vaghezza terminologica e l'inesistenza di un concetto che li identifichi socialmente in modo esaustivo esprime eloquentemente l'esclusione dei contadini dal processo storico brasiliano o la loro partecipazione in quanto subalterni. Durante la dittatura, tuttavia, e in seguito all'esperienza delle Leghe Contadine, le espressioni “contadini” e “ceto contadino” hanno cominciato ad essere usate dalla sinistra in un senso politico, in contrapposizione all'espressione “piccola produzione” che si diffondeva con un intento di de-politicizzazione (Boni, 2012). A partire dal 1970, con la modernizzazione dell'agricoltura, si è affermato, inoltre, il concetto di “agricoltura familiare”, che racchiudeva l'idea della scomparsa del ceto contadino e dell'agricoltura di sussistenza, in seguito allo sviluppo del capitalismo nella campagna e alla meccanizzazione (ibidem). Il concetto di agricoltura familiare era anche funzionale alle politiche pubbliche dirette al settore agricolo, per classificare gli agricoltori sulla base della loro produzione e del loro reddito in “periferici”, “intermedi” e “consolidati”. Il MMC, cosciente di questi usi discorsivi, si oppone alla categoria di “agricoltura

96 Unità produttiva contadina centrata sul nucleo familiare e che si dedica, da un lato, alla produzione

agricola e artigianale autonoma per soddisfare le necessità di sussistenza della famiglia e, dall'altro, alla commercializzazione di una parte della produzione, allo scopo di garantire le risorse necessarie ad acquistare i prodotti e i servizi che non produce. In questo senso, donna contadina è quella che, in un