• Non ci sono risultati.

POLITICO-PEDAGOGICHE

LE PRATICHE POLITICO-PEDAGOGICHE DEL MMC/SC

4.3 O meu sonho era estudar 125 La lotta del MMC/SC per l'educazione formale

4.3.1 O Movimento foi uma faculdade de grande valor 144 Problematizzando

l'educazione formale a partire dalla partecipazione al MMC/SC

Anche se la proposta pedagogica dei movimenti sociali non mira a sostituire l'educazione formale che, al contrario, promuove e dalla quale è, a sua volta, supportata e approfondita teoricamente, in alcune circostanze, le mie interlocutrici hanno sottolineato delle significative differenze tra l'educazione ricevuta sui banchi di scuola (o dell'università) e quella vissuta all'interno del MMC/SC, caratterizzando il movimento come un luogo privilegiato a partire dal quale leggere e problematizzare l'educazione scolastica e universitaria.

Un primo elemento messo in luce dalle donne coinvolte nella ricerca riguarda la dialogicità tra i soggetti educativi all'interno del movimento: “não tem faculdade melhor do que você viver o que a gente vive dentro do movimento, aonde se coloca não o individualismo e sim o partilhar das coisas, aonde a gente aprende [junto], uma aprende também um pouco da cultura, da forma de cada um viver145” (intervento di Zenaide al

focus group realizzato ad Anchieta). Zenaide sembra giudicare l'esperienza vissuta nel MMC/SC come più formativa rispetto ai processi di apprendimento che si realizzano nei percorsi universitari e che, generalmente, incoraggiano l'autosufficienza, atteggiamenti competitivi o meramente egoistici. “Na faculdade cada um, ele sabe para si, pode ser que tem um que explica para outro, mas é meio difícil e no movimento a

impersonale della ragione. In particolare, Diotima ha ragionato sull'autorità a partire da una pratica politica vissuta, la “pratica della disparità tra donne” nata in risposta al riconoscimento della necessità di una fonte sessuata come legittimazione del desiderio femminile. Tommasi (1995) esplora il rapporto tra autorità e desiderio: “il riferimento a una persona autorevole consente di far fare un pezzo di strada al proprio desiderio, ed ogni crisi di autorità è una tappa nella chiarificazione a se stessi dei propri desideri […] Il desiderio, infatti, benché sia un'energia, può anche rimanere ineffettuale, velleitario, se non c'è qualcosa fuori di noi che lo mette in forma e lo e-duca, lo fa venire allo scoperto. La persona a cui riconosco autorità è ciò che fuori di me corrisponde al mio desiderio, che mi offre la possibilità di ancorarlo al reale: ogni autorità dà ponti al desiderio, ne consente la canalizzazione, la spendibilità; ma l'autorità non è costruttrice di ponti se non è riconosciuta dentro di sé, poiché solo il riconoscimento consente di inventare le mediazione che legano il desiderio alla realtà” (pp.86-87).

144 Il movimento è stato un facoltà di grande valore (dall'intervista di Adiles).

145 Non esiste una facoltà migliore di vivere quel che noi viviamo dentro al movimento, dove si colloca

non l'individualismo ma la condivisione delle cose, dove noi impariamo [insieme], una impara anche un poco della cultura, del modo di vivere di ciascuna.

gente até receita está se passando146” (intervento di Onorabile al focus group realizzato ad Anchieta). Nel MMC, le relazioni educative sono ispirate all'amicizia: un amore reciproco, partecipativo e liberatore, che assume non solo le necessità dell'altra ma anche le sue risorse e la sua capacità di dare (Girardi, www.amistrada.net). Questa disposizione, peraltro, non conduce ad ignorare le asimmetrie. Al contrario, l'apprezzamento della disparità tra donne è una pratica comune nel MMC/SC, che va al di là del rispetto per i ruoli di leadership istituzionalmente codificati. Essa non si accompagna ad atteggiamenti autosvalutanti ma si fonda sull'affermazione di riferimenti femminili come via per legittimare il desiderio di ognuna di crescere e di incidere sulla realtà (Libreria delle donne di Milano, 1998).

Nella prospettiva pedagogica del MMC/SC, lo stile di condivisione si coniuga con il radicamento delle proposte formative nell'universo esistenziale delle militanti, secondo un principio fondamentale della pedagogia popolare (Freire, 1973): “cada uma vai partilhando a sua experiência e eu acho que é essa partilha que faz a formação da pessoa [...] É a realidade mesmo, não é o estudo em si, mas a experiêcia da vida, a vivência entre as mulheres147” (intervento di Raquel Nunes al focus group di Guarujá do Sul). Si deve al pensiero femminile la messa al fuoco del valore politico della “pratica delle relazioni”, intesa come creazione di relazioni di fiducia e di affidamento con altre, come condizione della costruzione del sapere, attraverso una continua interrogazione del proprio agire (Mortari, 2003). Il passaggio dai vissuti al sapere, tuttavia, è piuttosto complesso. Perché vi sia conoscenza, infatti, è necessario che i soggetti educativi si approprino consapevolmente del tessuto di eventi che si snodano in una condizione preriflessiva e diano esistenza simbolica a ciò che altrimenti rimarrebbe nella muta immediatezza dell'accadere delle cose (ibidem). In particolare, sono i gruppi di base i luoghi specifici in cui l'ordinario vissuto quotidiano è assunto come oggetto di riflessione condivisa (ibidem), anche se, come ho già argomentato, la loro funzione pedagogica in questa direzione può essere potenziata, con l'intento di allargare il campo dell'esperienza futura (Dewey, 1993). Per il MMC/SC, infatti, l'esperienza non è solo il punto di partenza ma anche il fine dell'educazione:

o movimento oferece essa formação e [...] é uma educação muito maior e mais densa do que as nossas escolas oferecem [...] é muito valida para

146 Nella facoltà ciascuno sa per sé, può essere che ci sia qualcuno che spiega a qualcun altro ma è

158

o nosso trabalho, o nosso desenvolvimento, porque o que a gente aprende, o que a gente houve lá, não fica só lá, a gente consegue fazer em casa também, tem uma amplitude no nosso pensamento148

(intervento di Raquel Nunes al focus group realizzato a Guarujá do Sul).

Le mie interlocutrici mettono in luce anche come un legame più intimo tra esperienza ed educazione si rifletta in una maggiore integrazione tra le diverse dimensioni del sapere: “se você vai numa faculdade, lá vai estudar um tema específico e no MMC não é um tema especifíco, é tudo que envolve a nossa vida como trabalhadora, como mãe de família, como mulher dona de casa, como agricultora, de tudo”149 (intervento di Mirian al focus group di Anchieta). La capacità di scoprire interazioni e scorgere nessi tra il particolare e l'insieme favorisce il passaggio da una visione magica ad una visione critica della realtà (Freire, 1971).

Eu estudei, fiz faculdade [...] às vezes, lá onde a gente estudava, mesmo os professores, a gente não se perguntava muitos questionamentos e depois como eu comecei participar do movimento, das reuniões de formação [...] comecei participar recém formada, a maneira de você ver as coisas, de você analizar, por esemplo, como que a sociedade é formada, então isso tu acaba tentando ver o que tem por trás das coisas [...] eu, muitas coisas eu tivesse aprendido antes, eu tinha sido melhor no banco escolar, eu acho. Não que não fui bem, fui bem e tudo mas tinha me ajudado mais para ser mais crítica150 (intervento di Angela de

Deus al focus group realizzato a Dionísio Cerqueira).

Le parole di Angela sembrano evocare le provocazioni di pensatrici e pensatori contemporanei che insistono sulla necessità di una riforma del pensiero che sappia coniugare le operazioni di separazione ed analisi, privilegiate dalla modernità, con

148 Il movimento offre questa formazione ed è un'educazione molto più grande e più densa di quello che

le nostre scuole offrono, è molto valida per il nostro lavoro, il nostro sviluppo, perché quel che noi impariamo, quel che ascoltiamo là, non rimane solamente là, riusciamo a farlo in casa anche, c'è un'ampiezza nel nostro pensiero.

149 Se tu vai in una facoltà, là studierai un tema specifico e nel MMC non è un tema specifico, è tutto ciò

che coinvolge la nostra vita come lavoratrice, come madre di famiglia, come casalinga, come agricoltrice, di tutto.

150 Io ho studiato, ho fatto una facoltà. A volte, là dove studiavo, persino i professori, non ci facevamo

molte domande e dopo, come ho iniziato a partecipare al movimento, alle riunioni di formazione, ho cominciato a partecipare che mi ero laureata da poco, il modo in cu tu vedi le cose, in cui tu analizzi, per esempio, come la società è formata, allora tu tenti di vedere cosa c'è dietro le cose. Se avessi imparato prima molte cose, sarei stata migliore nei banchi di scuola, penso. Non è che non sono andata bene, sono andata bene e tutto ma mi avrebbe aiutato di più ad essere più critica.

quelle dell'interconnessione e la sintesi (Morin, 2000). Lo sviluppo dell'intelligenza generale e dell'attitudine a contestualizzare e a problematizzare, infatti, non solo favoriscono le competenze specifiche ma permettono anche di rapportarsi meglio ai problemi fondamentali dell'attualità (ibidem). “Eu para mim, se eu continuasse como eu vivia, eu não ia ter nem noção de como que era as coisas”151 (intervento di Zenaide al

focus group realizzato ad Anchieta).

A partire da un confronto tra la loro esperienza scolastico-universitaria e la partecipazione nel movimento, le mie interlocutrici hanno individuato alcuni elementi che contraddistinguono l'approccio politico-pedagogico del MMC/SC e che giudicano come più rilevanti da un punto di vista formativo. In particolare, uno stile di relazione tra i soggetti educativi che valorizza l'interdipendenza e la reciprocità senza scivolare nell'egualitarismo; un intimo legame tra esperienza e conoscenza, nel quale la prima si configura come punto di partenza e necessario approdo della seconda; l'integrazione tra diverse dimensioni del sapere come condizione di una visione complessa della realtà che si articola con l'intervento trasformatore su di essa. L'analisi di queste dimensioni intimamente interconnesse, che avrò modo di approfondire ancora, non ha l'obiettivo di sostenere l'inconciliabilità tra l'educazione che si realizza nel movimento e quella scolastico-universitaria, né l'impossibilità di concretizzare iniziative di educazione popolare negli spazi dell'educazione formale, come a volte si è creduto. Piuttosto quest'analisi è orientata a identificare il MMC/SC come un contesto a partire dal quale problematizzare l'educazione formale, riconoscendone l'irrinunciabilità ma anche la necessità di importanti trasformazioni.