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IL MMC/SC NELLA STORIA DELLE LOTTE CONTADINE BRASILIANE

3.4 La ripresa delle lotte contadine negli anni della transizione democratica

3.4.3 Un nuovo soggetto politico: i movimenti contadini degli anni '

I fermenti di rinnovamento politico-educativo promossi dal lavoro di base della TdL e l'indignazione per le conseguenze dell'imposizione della Rivoluzione Verde si

79 Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica.

80 Sono stati estremamente diseguali nei termini della loro distribuzione: i più grandi e più ricchi

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articolano, nei primi anni '80, in una vigorosa ripresa delle mobilitazioni, sia nel contesto urbano, sia nel contesto rurale. In questo periodo, infatti, il rientro degli esiliati politici e i segnali di apertura democratica riaccendono in tutto il paese le speranze di protagonismo popolare bloccate dalla dittatura. Gli stati del Sud – e, in particolare, l'Ovest di Santa Catarina, il Sudest del Paranà e il Nordest del Rio Grande do Sul – costituiscono la culla di alcuni grandi movimenti contadini, che, da questa regione, si diffondono e organizzano in tutto il Brasile (Stedile, Fernandes, 2012).

In relazione a diverse forme di espansione capitalista nella campagna, variamente legate ad un doppio processo di espropriazione e sfruttamento, Grzybowski (1987) individua quattro fronti di lotta, distinti dal punto di vista sociale, geografico e per tipologia di lavoratori rurali coinvolti:

• le lotte contro le espropriazioni, che a loro volta comprendono: molteplici movimenti di posseiros, generalmente locali, legati a conflitti specifici e per questo più fragili; il Movimento dei Lavoratori Rurali Senza Terra (MST), che presenta il maggior grado di articolazione interna e omogeneità quanto a forme di lotta; il Movimento dei Danneggiati dalle Dighe (MAB) che si caratterizza per la critica alla legittimità dello Stato, dal momento che sono statali le imprese che causano gli spostamenti forzati, in nome dello sviluppo e della pubblica utilità; le lotte degli indigeni, per i quali il possesso della terra è condizione della stessa riproduzione materiale ed etnico-culturale. Le lotte contro l'espropriazione rendono possibile l'unione di rivendicazioni diverse e di molteplici categorie di lavoratori e lavoratrici rurali e urbani;

• Le lotte contro forme di sfruttamento, che si oppongono alle modalità con cui il “proletariato agricolo” è integrato nel processo di produzione capitalista. Questi movimenti usano gli scioperi come principale strumento di lotta e sono responsabili di conquiste importanti in termini di salario e condizioni lavorative. In questo senso, mantengono una relazione molto intima con i sindacati e sono prevalentemente corporativi;

• Le lotte contro la subordinazione del lavoro al capitale sono promosse soprattutto dai sindacati e si focalizzano principalmente sulla discussione intorno al prezzo dei prodotti e alle politiche agricole. Esse coinvolgono specialmente la frazione di lavoratori rurali più moderna e integrata nel sistema di industrializzazione e internazionalizzazione dell'agricoltura, generalmente localizzata nel Sud del paese. Sono espressione, dunque, delle contraddizioni della “modernizzazione dolorosa”, del processo di differenziazione sociale del ceto contadino e della nuova situazione di confronto diretto tra piccola proprietà e capitale;

iniziative: i movimenti autonomi di donne, piccoli gruppi che praticano forme di produzione alternative e i movimenti che rivendicano politiche di previdenza sociale per i lavoratori e le lavoratrici della campagna.

Nell'Ovest di Santa Catarina, la prima grande manifestazione del periodo della transizione democratica viene realizzata a Chapecò nel 1979. La protesta si scaglia contro l'episodio che inizia ad essere identificato come “farsa della peste suina”.

Com a morte de alguns suínos que se alimentavam com restos de alimentos de um aeroporto, começou a ser divulgada , nos noticiários, a existência de uma doença nos suínos, chamada Peste Suína Africana, que poderia espalhar-se por todo o pais. A partir de então passaram a ser identificados supostos focos da doença em vários pontos da região Sul, inclusive no oeste catarinense. Diante da suspeita da existência da peste, a propriedade era interditada o os suínos eram exterminados a tiros de fuzil por pelotões do exército e depois queimados em valas abertas por retro-escavadeira. Também eram exterminados os suínos das propriedades mais próximas [...] Há indícios bastante evidentes de que, em vez de uma doença de suínos, a suposta peste foi uma estratégia para a eliminação definitiva da produção autônoma de suínos da região [...] Em vários casos, os camponeses, ao saber do extermínio, separavam os leitões e suínos menores e os ocultavam em local seguro ou em outras propriedades distantes e depois prosseguiam sua criação, o que atesta que não havia contaminação81 (Poli, 2008, pp. 88-89).

La manifestazione è organizzata dalla FETAESC (Federazione dei Lavoratori dell'Agricoltura dello Stato di Santa Catarina) e dalla Chiesa e riunisce più di 20.000 persone, scatenando un processo di partecipazione che avrebbe condotto alla formazione di alcuni importanti movimenti sociali. Mi soffermerò brevemente sul Movimento dei Danneggiati dalle Dighe (MAB), il Movimento dei Lavoratori Rurali Senza Terra (MST), le lotte indigene, il movimento di rinnovamento sindacale e il Movimento dei Piccoli Agricoltori (MPA) (nonostante quest'ultimo sia sorto successivamente rispetto agli altri movimenti citati). In seguito, dedicherò uno spazio più ampio al Movimento delle Donne Agricoltrici (MMA) oggi MMC/SC.

81 Con la morte di alcuni suini che si alimentavano con i rifiuti alimentari di un aereoporto, cominciò ad

essere diffusa nei telegiornali la notizia dell'esistenza di una malattia dei suini, chiamata peste suina africana, che si sarebbe potuta diffondere per tutto il paese. A partire da allora hanno iniziato ad essere identificati presunti fuochi della malattia in diversi punti della regione Sud, tra cui l'Ovest catarinense. Di fronte al sospetto dell'esistenza della peste, la proprietà era interdetta e i suini erano sterminati a colpi di fucile da plotoni dell'esercito e poi bruciati in fosse aperte da scavatrici. Erano sterminati anche i suini delle proprietà vicine [...] Esistono indizi abbastanza evidenti del fatto che, invece che una malattia di suini, la presunta peste fosse una strategia per eliminare definitivamente la produzione autonoma di suini

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