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Considerazioni sulle risorse di sistema

In generale, all’interno della Sua organizzazione sono previste delle procedure standard per gestire i “casi”? E per individuare eventuali segnali di allarme per prevenire situazioni critiche?

Consideri il sistema politico-istituzionale trentino in generale: secondo lei, il fenomeno della violenza giovanile è affrontato nel modo migliore in termini di risorse destinate, di rete, ecc.?

Quali potenzialità intravede? Quali carenze da colmare?

Cioè, cosa il contesto (Provincia di Trento) potrebbe attivare (o valorizzare) per gestire al meglio la situazione? E per prevenirla?

Infine: se dovesse indicare 3 azioni prioritarie per il contesto locale, cosa citerebbe?

Tracceperfocusgroupcon sTudenTI

Ringraziamenti e presentazione del progetto in cui indicare: il soggetto titolare della ricerca;

gli obiettivi generali del progetto; il coinvolgimento degli studenti (motivazione); le forme di restituzione dei risultati; la garanzia della tutela della privacy e dell’anonimato (anche all’in-terno della scuola di appartenenza) degli intervistati.

1. Esempio di intro: Vorrei parlare con voi di come passate il vostro tempo libero e scolastico e delle persone con cui lo condividete. Per cominciare: se vi dico “amici”, quali sono le prime cose che vi vengono in mente pensando alla vostra vita, a chi sono i vostri amici, quanti sono, cosa fate con loro, quando li vedete, dove…?

Potrebbe essere utile preparare dei fogli e delle matite e far scrivere loro: dei nomi, un luogo, un orario, un’attività… che associano all’amicizia. Solo per cominciare a raccogliere dei ri-chiami e cercare di ricostruire con loro quali sono i contesti di amicizia.

2. Richiamare la dimensione del gruppo: personale o dei coetanei. Pensate agli amici che vede-te più spesso: quando li avevede-te conosciuti? Dove? Classe, associazione, luogo di incontro e ritrovo, esperienza estemporanea… Come li avete conosciuti e perché? Li vedete spesso?

Quando, dove, come…

3. Come vivete all’interno del gruppo? Cosa fate? Come vivete, cosa fate all’interno del vo-stro gruppo? Indagare luoghi, tempi, attività

4. Cos’altro fate nel vostro tempo non di scuola, quando non siete con i vostri amici e non siete a scuola? Compiti? Seguite corsi (sport, musica, arte…)? Accudite fratelli? Frequen-tate gruppi formali (catechismo, ecc.)?

5. Tra di voi, c’è qualcuno che è più bravo a organizzare le cose da fare insieme? Oppure ad avere idee su cosa fare? O a consigliare nel vestire o altro? C’è un “leader” o no? Uno che propone, uno che decide, quello che trascina, quello che esegue, quello che invita sempre, quello che guida per tutti, che porta novità di stile di vita (musica, moda…). Indagare le eventuali differenze di genere e di età, in caso di individui più grandi.

6. E pensando ai vostri amici e alle cose che fate con loro, quali emozioni sentite di provare più spesso? Compagnia? Divertimento? Aiuto? Confidenza? Sostegno? Affetto? Adrena-lina? Emozione? Noia? Solitudine? Ansia? Ecc. Per questa domanda potrebbe essere utile prevedere fogli e penne come sopra.

7. In una scala da 1 a 10, per voi i vostri amici quanto sono importanti? È solo per avere un input da cui partire. E cosa sareste disposti a fare per loro?

8. Vi è capitato di fare o di vedere fare delle cose illegali (sbagliate) come rompere qualcosa, offendere… o altro? Avete visto altri farlo? Quando è successo? In che modo?

9. Ci sono stati dei momenti in cui avete avuto paura perché i vostri amici volevano fare delle cose pericolose? Oppure perché le vedevate fare ed eravate vicini alle persone che agivano?

10. E vi è mai capitato di trovarvi in situazione di scontro (litigio, conflitto) tra gruppi diversi?

11. E voi avete mai avuto voglia di fare qualcosa di rischioso per voi o per altri o contrario alle regole?

Tracceperfocusgroupcon docenTI

Ringraziamenti e presentazione del progetto in cui indicare: il soggetto titolare della ricerca;

gli obiettivi generali; il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche e formative trentine nei diversi moduli; le forme di restituzione dei risultati; la garanzia della tutela della privacy e dell’anonimato degli intervistati.

Esempio di intro: Il motivo per cui vi abbiamo invitato a partecipare a questo incontro è che avete un punto di osservazione privilegiato rispetto ai giovani studenti e al loro modo di agire e relazionarsi tra pari e con il mondo adulto scolastico. Obiettivo è proprio quello di dialogare e confrontarci attorno alle relazioni che gli studenti che vedete tutti i giorni costruiscono e vi-vono nella loro quotidianità scolastica e, per quanto possiate vedere e sapere, extra-scolastica.

1. In prima battuta, vorrei sottoporvi una riflessione generale sul clima scolastico. Negli ultimi tempi si è assistito a una crescita di attenzione da parte dei media sia nazionali sia locali verso atti di devianza e trasgressione adolescenziale e giovanile a scuola che hanno portato, non di rado, a parlare di emergenza giovanile in relazione a bullismo (anche nelle sue versioni più moderne e tecnologiche come il cyberbullismo). Cosa ne pensate? Secon-do voi siamo veramente di fronte a nuove emergenze?

2. Consideriamo ora l’ambito che vivete più da vicino: questa scuola e questa classe ancor più in dettaglio. Secondo voi, si può parlare di emergenza nella gestione della quotidianità in aula e nella scuola in generale? Vi trovate di fronte a dinamiche nuove rispetto al pas-sato? È cambiato qualcosa negli ultimi anni e decenni che fa parlare di “nuovi fenomeni”?

Se sì, cosa?

3. Nel corso del vostro lavoro, ci sono stati casi di rilievo e manifesti di devianza o violenza di gruppo con cui avete avuto a che fare? Se sì, che idea vi siete fatti dell’episodio (cause, elementi scatenanti, incalzanti…)? Dalla vostra esperienza, perché questi giovani hanno aderito a condotte devianti? Quali sono stati gli input incalzanti e scatenanti sui singoli?

Che ruolo hanno giocato e in che modo i pari o i più grandi nel facilitare o inibire l’azione (l’aiutante, il sostenitore, il difensore dell’eventuale vittima, gli indifferenti….)?

4. In base alla vostra esperienza diretta, è possibile prevedere con ragionevoli margini di probabilità la nascita di episodi di devianza e violenza? Sulla base di quali elementi?

5. Secondo voi ci sono, ed eventualmente quali sono, contesti che facilitano l’emergere di devianti e trasgressori (e eventuali vittime) e quali invece inibiscono il fenomeno? Ad esempio: controllo da parte di adulti, presenza di leader positivi tra pari, inclusioni in reti di socializzazione (associazionismo), presenza di una famiglia stabile…

6. Ci sono target più a rischio (sia autori sia vittime) in termini di caratteristiche personali e fattori socio-ambientali? Quali caratteristiche?

7. Secondo voi, i ragazzi che vedete tutti i giorni (e in particolare quelli di questo gruppo classe) nel loro tempo libero frequentano prevalentemente gruppi con pochi amici (2-3) oppure gruppi e compagnie più ampi (7-8-10 ragazzi)? E sono gruppi distinti tra maschi

e femmine - solo di maschi e solo di femmine - oppure sono gruppi misti?

Qui è utile capire se la classe è di fatto un gruppo oppure se è costituito da soggetti che partecipano di più gruppi o altro ancora… A seconda delle risposte, si adegueranno le domande successive.

8. E ci sono dei leader o dei ragazzi più in vista per particolari gusti o abilità, nel gruppo?

Come riescono a emergere tra gli altri? C’entra l’età? Altre caratteristiche? C’è un capo o no? Uno che propone, uno che decide, uno che trascina, uno che esegue, uno che invita sempre, uno che guida per tutti, uno che porta novità di stile di vita (musica, moda…)… e le differenze di genere? Ci sono? In cosa si vedono? Quando?

9. Pensando ai ragazzi di questa classe, secondo voi cosa fanno quando vivono il loro tempo libero tra pari? Lo sapete dai racconti? Lo immaginate? Indagare luoghi, tempi, attività.

10. Secondo voi, quale funzione svolge il gruppo di amici per questi ragazzi? Compagnia?

Divertimento? Aiuto a scuola? Sostegno? Confidenza? Goliardia? Può essere anche occa-sione di noia? Solitudine? Ansia? Ecc.

11. Pensate che il gruppo possa in qualche modo condizionare i ragazzi? E pensate che questi ragazzi siano in qualche modo dipendenti dal gruppo? E questo è preoccupante? Il grup-po secondo voi ha grup-potere sui ragazzi? Perché?

12. Secondo voi, considerando questi aspetti, da certi punti di vista, il gruppo può diventare un fattore di rischio?

13. Secondo voi ci sono gruppi o soggetti della nostra società che possono facilitare senti-menti di odio o astio da parte dei giovani d’oggi? Avete mai sentito dai vostri figli o dai loro amici espressioni o atteggiamenti di critica verso particolari soggetti o gruppi di soggetti?

14. Pensando a come vivono e a quello che fanno in concreto nella vita di tutti i giorni, avete qualche timore per loro? Quale? In relazione a cosa?

15. Ci sono stati dei momenti precisi in cui avete avuto paura per qualche vostro studente? E in base a quali “segnali”, in loro o in qualche racconto? Secondo voi esistono dei “campa-nelli d’allarme” che sono particolarmente significativi e che vanno tenuti sotto controllo?

Parole, racconti, atteggiamenti, comportamenti, cambi di stile…

16. Ci sono secondo voi dei momenti e delle situazioni che mettono i ragazzi più a rischio di compiere azioni negative: danneggiamenti, dispetti, offese, assunzione di droghe…?

Quando? Come? Dove?

17. Ci sono secondo voi dei momenti, situazioni, attività e relazioni che al contrario proteg-gono i ragazzi dal commettere azioni negative e pericolose?

Tracceperfocusgroupcon genITorI

Ringraziamenti e presentazione del progetto in cui indicare: il soggetto titolare della ricerca;

gli obiettivi generali; il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche e formative trentine nei diversi moduli; le forme di restituzione dei risultati; la garanzia della tutela della privacy e dell’anonimato degli intervistati.

Esempio di intro: Il motivo per cui vi abbiamo invitato a partecipare a questo incontro è che siete accomunate dall’essere madri/padri di figli adolescenti (indicare l’età e la scuola di riferi-mento, per evitare che considerino altri eventuali figli). Obiettivo è dialogare attorno alle re-lazioni che i vostri figli costruiscono e vivono nella loro quotidianità al di fuori della famiglia.

Pensate per qualche minuto agli amici maggiormente frequentati da vostra figlia/da vostro figlio; quelli cui sono più legati dal punto di vista relazionale (lasciare del tempo per consentire ai partecipanti di fare mente locale sull’argomento e richiamare contesti, volti… magari inserire qualche frase che favorisca il recupero di tali informazioni. Esempio: non pensate solo alla scuola ma anche allo sport, alla parrocchia, al paese…; a quando i vostri figli escono di casa, in che orari, per andare dove…).

1. Innanzitutto: secondo voi, i vostri figli frequentano pochi amici (2-3) oppure gruppi e compagnie più ampi (7-8-10 ragazzi?

2. E sono gruppi distinti tra maschi e femmine - solo di maschi e solo di femmine - oppure sono gruppi misti?

3. E ci sono dei leader o dei ragazzi più in vista per particolari gusti o abilità, nel gruppo? C’è un capo o no? Uno che propone, uno che decide, uno che trascina, uno che esegue, uno che invita sempre, uno che guida per tutti, uno che porta novità di stile di vita (musica, moda…)… e le differenze di genere? Ci sono? In cosa si vedono? Quando?

4. Ricordate quando si è formato questo gruppo di relazioni? Dove? E a che titolo? Cortile, classe, associazione, luogo di incontro e ritrovo, esperienza estemporanea, Internet e so-cial network… E come si è evoluto e sviluppato nel tempo? Si vedono da molto o da poco?

Ha una sua storia? È appena nato?

5. Come vivono attualmente? Cosa pensate facciano quando sono insieme e lontani da voi?

Indagare luoghi, tempi e orari, attività.

6. Secondo voi, quale funzione svolge il gruppo di amici per i vostri figli? Compagnia? Di-vertimento? Aiuto a scuola? Sostegno? Confidenza? Goliardia? Può essere anche occasio-ne di noia? Solitudioccasio-ne? Ansia? Ecc.

7. Secondo voi, considerando questi aspetti, da certi punti di vista, il gruppo può diventare un fattore di rischio per un adolescente e per i vostri figli in particolare?

8. Pensate che il gruppo possa in qualche modo condizionare i ragazzi? Pensate che i vostri figli siano in qualche modo dipendenti dal gruppo? E questo è preoccupante? Il gruppo secondo voi ha potere sui ragazzi? Perché?

10. Secondo voi ci sono gruppi o soggetti della nostra società che possono facilitare senti-menti di odio o astio da parte dei giovani d’oggi? Avete mai sentito dai vostri figli o dai loro amici espressioni o atteggiamenti di critica verso particolari soggetti o gruppi di soggetti?

11. Pensando ai vostri figli che vivono la loro vita relazionale e sociale lontano dai vostri oc-chi, avete qualche timore? Quale? In relazione a cosa?

12. Ci sono stati dei momenti precisi in cui avete avuto paura per i vostri figli? Ci sono o ci sono stati dei “segnali”, nei vostri figli o negli amici o in qualche racconto, che secondo voi sono particolarmente significativi e che vanno tenuti sotto controllo? Parole, racconti, atteggiamenti, comportamenti, cambi di stile…

13. Ci sono secondo voi dei momenti e delle situazioni che mettono i vostri figli e i loro co-etanei a rischio di compiere azioni negative: danneggiamenti, dispetti, offese, assunzione di droghe…? Quando? Come? Dove?

14. Ci sono secondo voi dei momenti, situazioni, attività e relazioni che al contrario proteg-gono i vostri figli e i loro amici dal commettere azioni negative e pericolose?

QuesTIonarIodIrIgenTI

Trento, 19 settembre 2012 Gentilissimo Dirigente, Gentilissimo Direttore,

il breve questionario che chiediamo di compilare a Lei o alla persona da Lei ritenuta più idonea (soprattutto nel caso in cui sia appena avvenuto il Suo insediamento), si inserisce tra le azioni di un progetto di ricerca IPRASE realizzato con la supervisione scientifica del Prof. Gustavo Pietro-polli Charmet. Tale progetto è nato all’interno del Piano d’azione di prevenzione dei fenomeni di violenza giovanile (Delibera di Giunta Provinciale nr. 1866 del 20.8.2010) e vuole cominciare a indagare la reale entità di alcuni fenomeni. Sono già stati realizzati alcuni moduli qualitativi con interviste a Dirigenti scolastici e Osservatori privilegiati e focus group con studenti, docenti, ge-nitori. Questo questionario mira a fornire informazioni più puntuali circa alcuni aspetti specifici.

Parte dei dati richiesti potrebbero risultarle delicati per l’oggetto e il tema trattati, ma vorremmo evidenziare l’importanza delle Sue risposte per poter ricostruire un quadro realistico del contesto trentino, rassicurandola al contempo sul trattamento delle informazioni da Lei fornite: i risultati non saranno in alcun modo analizzati e diffusi in modo da essere ricondotti a Lei o all’Istituto da Lei diretto, bensì unicamente aggregati. Le anticipiamo fin da ora che è prevista la restituzione di tutte le azioni di ricerca attraverso una pubblicazione ad hoc e alcuni interventi pubblici.

Per qualsiasi informazione o chiarimento può rivolgersi alla ricercatrice referente IPRASE del progetto, la D.ssa Arianna Bazzanella al numero telefonico 0461494382 o all’indirizzo di po-sta elettronica arianna.bazzanella@iprase.tn.it. Nei prossimi giorni sarà comunque contattata da un membro dell’équipe di ricerca per risposte più precise in caso di dubbi sulla compila-zione o elementi di difficoltà che dovessero emergere.

Alcune note per la compilazione:

• nel caso in cui diriga più ordini scolastici, Le chiediamo di compilare un questionario per ciascuna realtà in modo da fornirci un documento per ogni ordine da Lei diretto tra scuo-la secondaria di primo grado, scuoscuo-la secondaria di secondo grado, Centro di formazione professionale. La scuola primaria non è dunque inserita nell’indagine;

• le domande si riferiscono all’a.s. 2011/2012 già concluso;

• in alcuni casi, il testo della domanda si riferisce genericamente a “Suoi studenti” o a “Sua scuo-la”: specifichiamo che con queste etichette sintetiche intendiamo riferirci rispettivamente a “gli studenti e le studentesse che frequentano la scuola da Lei diretta” e a “la scuola da Lei diretta”;

• laddove Le chiediamo quantificazioni, La invitiamo a fornirci almeno una stima in base alla Sua percezione o di chi per Lei compilerà il documento.

Attendiamo i questionari compilati entro lunedì 22 ottobre 2012, lasciando a Lei la scelta della modalità di consegna alla referente Arianna Bazzanella:

• posta cartacea tradizionale da inviare c/o IPRASE Via Gilli 3, 38121 Trento;

• posta elettronica: arianna.bazzanella@iprase.tn.it

• fax da inviare al numero IPRASE 0461 49 43 99.

Ringraziandola per l’attenzione e per la preziosa collaborazione, restiamo a disposizione per qualunque informazione o chiarimento.

Cordiali saluti L’équipe di ricerca

Questo questionario è rivolto a Dirigenti di scuole secondarie di primo e secondo grado e a Direttori di Centri di formazione professionale. Nel caso in cui la Sua funzione di Dirigente riguardi più ordinamenti o più plessi tra questi, Le chiediamo di compilare un questionario distinto per ognuno di essi.

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