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Il contesto storico

Il Giappone, rimasto per secoli totalmente isolato dai Paesi non asiatici, non sentì l’esigenza di creare un sistema complesso di diritto internazionale privato fino a quando non riaprì i porti agli stranieri intorno alla metà del 1800, come anticipato nel primo capitolo di questa trattazione. In quel periodo, gli Stati Uniti convinsero Cina e Giappone a firmare i c.d. trattati ineguali404, poi

conclusi anche con altre potenze straniere, cioè trattati commerciali che contenevano delle clausole di extraterritorialità non reciproca (da qui la dicitura “ineguali”). Questi trattati furono poi usati come modelli dal Giappone per stipulare a sua volta trattati con la Corea. Secondo tali clausole, gli stranieri presenti nel territorio giapponese non sottostavano al diritto vigente in Giappone, ma godevano della protezione consolare, per cui era il console del loro Stato a occuparsi della giurisdizione.

I trattati ineguali furono aboliti negli anni 90 del 1800 dopo lunghe trattative405, dunque erano

404 GONG, Gerrit. The standard of civilization in international society. Clarendon Press, 1984; PIGGOT, Francis T.

Extraterritoriality: the law relating to consular jurisdiction and to residence in oriental countries. Kelly and Walsh, 1907; HINKLEY, Frank E. American consular jurisdiction in the Orient. WH Lowdermilk, 1906; TURNER, Skinner. Extraterritoriality in China. 1929; WOODHEAD, Henry G. Extraterritoriality in China: the case against abolition. 1929; JONES, Francis C. Extraterritoriality in Japan and the Diplomatic Relations Resulting in its Abolition, 1853–1899. Yale University Press, 1931; FISHEL, Wesley. The end of extraterritoriality in China. University of California Press, 1952; WILLOUGHBY, Westel Woodbury. China at the conference: a report. Johns Hopkins Press, 1922; KEETON, George Williams. The development of extraterritoriality in China. Longmans, 1928; DENBY, Charles. Extraterritoriality in China, in: The american journal of international law, vol. 18, n. 4, 1924, pp. 667-675; VINCENT, John Carter. The extraterritorial system in China: final phase. Harvard University Press, 1970.

405 PEREZ, Louis G. Japan comes of age: Mutsu Munemitsu and the revision of the unequal treaties. Fairleigh Dickinson

Chiara Gallese - La riforma del diritto internazionale privato in Giappone

ancora in vigore quando la legge Hourei fu emanata. Nonostante le successive revisioni dei trattati, le clausole sull’autonomia tariffaria non furono abolite, quindi il Giappone continuò a trovarsi in una situazione di svantaggio per lungo tempo, anche se la questione della giurisdizione era stata risolta406.

La questione dei trattati ineguali è stata più volte trattata dalla dottrina internazionalistica407, anche

se alcuni autori hanno negato che questo fenomeno ricopra o abbia ricoperto un qualche ruolo nel diritto internazionale408, mentre altri ne hanno messo in discussione la validità409. Secondo il diritto

internazionale moderno, a seguito della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto dei trattati, sicuramente non sarebbe più possibile imporre delle clausole vessatorie con l’uso della forza, in quanto ciò sarebbe contrario all’art. 52.

È in questo contesto, quindi, che si inserisce la stesura della legge Hourei, creata come tentativo di modernizzare il diritto per ottenere la revisione dei trattati e fare in modo che il diritto giapponese assurgesse allo stesso rango di quello straniero. La legge è strutturata infatti secondo lo schema tipico delle leggi europee e contiene molti istituti di derivazione romana, francese e tedesca410, come

ad esempio la disciplina delle obbligazioni.

In un testo del 1919, sorprendentemente moderno e privo di orientalismo, De Becker411 giustificò

406 CORTAZZI, Hugh; HOARE, James; BRALEY, Nigel; HOTTA-LISTER, Ayako. The revision of Japan’s early

commercial treaties, in: Suntory and Toyota international centres for economics and related disciplines, London school of economics and political science, 1999.

407 NOZARI, Fariborz. Unequal treaties in international law. S. Bryan Sundt and Company press, 1971; DETTER, Ingrid.

The problem of unequal treaties, in: International and comparative law quarterly, 1966, pp. 1069-1089; LESTER, Anthony. Bizerta and the unequal treaty theory, in: International and comparative law quarterly, vol. 11, n. 3, 1962, pp. 847-855; CRAVEN, Matthew. What happened to unequal treaties? The continuities of informal empire, in: Nordic journal of international law, vol. 74, n. 3-4, 2005, p. 335.

408 REUTER, Paul. Introduction to the Law of Treaties. Routledge, 1995; AUST, Anthony. Modern treaty law and practice.

Cambridge University Press, 2000, p. 257; MUSHKAT, Roda. The international legal status of Hong Kong under post- transitional rule, in: Houston journal of international law, vol. 10, 1987, p. 2; BROWNLIE, Ian. Principles of public international law. Oxford University Press, 5th ed., 1998, p. 620; CAFLISCH, Lucius. Unequal treaties, in: German yearbook of international law, 1992, pp. 52-80.

409 HARASZTI, György. Questions of international law. Brill Archive, 1980.

410 KANAMORI, Shigenari. German influences on Japanese pre-war constitution and civil code, in: European journal

of law and economics, vol. 7, n. 1, 1999, pp. 93-95.

Chiara Gallese - La riforma del diritto internazionale privato in Giappone

l’assenza di norme di conflitto nel diritto giapponese tradizionale secondo una prospettiva storica: “Persino in Europa, il diritto internazionale privato è un ramo della giurisprudenza di origine relativamente recente, e in Giappone è ancora allo stadio embrionale, non avendo gli organi esecutivi e giurisdizionali avuto sufficiente tempo per interpretare e sviluppare i suoi principi in maniera considerevole. La ragione dell’apparente ritardo del Giappone nell’introdurre e applicare delle regole per determinare quale tra due o più corpus normativi in conflitto debbano essere utilizzati per accertare i diritti delle parti, allorché sorga un conflitto di leggi, furono principalmente due. In primo luogo, l’Impero, in conseguenza delle politiche notevolmente illiberali della classe dominante, fu tagliato fuori dalla libera comunicazione con i Paesi stranieri per molti secoli, e dunque occupò una posizione isolata tra le nazioni; e in secondo luogo, anche dopo che il Paese fu aperto al commercio estero nel 1858, le potenze straniere godettero dei diritti territoriali fino al 1899, anno in cui il sistema di extraterritorialità fu abolito tramite la revisione dei trattati. Il diritto internazionale privato postula l’esistenza di rapporti con l’estero e un conseguente conflitto di territorialità con le leggi straniere; perciò, fintanto che in Giappone non ci furono stranieri che chiedevano protezione, non ci fu alcun bisogno di tale ramo del diritto, né ci fu alcuna occasione di applicarlo nel periodo in cui , benché nell’Impero ci fossero stranieri che richiedevano protezione giuridica, essi potevano rivolgersi al proprio consolato e richiederla a un console avente la loro stessa nazionalità e residente nello Stato”.

La Hourei fa parte, quindi, di quel corpus normativo di stampo europeo412, comprendente tutti i

codici e la Costituzione, voluto dal governo Meiji alla fine del XIX secolo per modernizzare il Paese agli occhi delle potenze straniere.