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6. Il ruolo dello Stato

6.3. Il contrasto al riciclaggio di capitali

“Mafie, in Emilia-Romagna è allarme riciclaggio”. È così che esordisce l’Agenzia di Stampa Nazionale DIRE nell’articolo pubblicato il 4 ottobre 2017. Non si tratta di certo di un fatto nuovo, visto che già più di trent’anni fa Pippo Fava aveva definito l’Emilia-Romagna “la più grande lavanderia d’Italia”. Dagli ultimi dati pervenuti dalla UIF, riferiti al primo semestre del 2017, sono 3.250 le segnalazioni di operazioni sospette pervenute nel territorio emiliano-romagnolo. "La nostra regione appare del rosso più intenso e diffuso, confermando l’estensione radicata del riciclo e delle illegalità economiche, che pongono l’Emilia-Romagna al quinto posto dopo Lombardia, Campania, Lazio e Veneto. Nel primo semestre di quest’anno, nelle nostre province si sono raccolti 3.250 casi segnalati: ben 522 in più rispetto allo stesso semestre 2015. Diciotto pratiche ogni santo giorno, feste comprese". Queste le parole del coordinatore di legalità e sicurezza della Cgil Emilia-Romagna, il modenese Franco Zavatti, comprovate dalle testimonianze del maxiprocesso Aemilia contro la

‘Ndrangheta, che confermano ancora una volta la triste affermazione di Pippo Fava.

Così riporta l’articolo di Repubblica del 4 ottobre 2017: “Nelle segnalazioni antiriciclaggio c’è di tutto, dai bonifici bancari alla vendita di titoli azionari, passando per assegni e finanziamenti. Le operazioni effettuate dagli intermediari finanziari in media valgono 1,38 milioni di euro l’una, quelle di industriali o costruttori intorno ai 71mila euro.”122Aumentano le operazioni sospette di scambio oro (7,5 mln di euro) con Modena, Bologna e Ferrara tra le province più attive. Per contrastare il riciclaggio dei capitali illeciti, la Banca d’Italia si è dotata di un organismo di vigilanza “Unità di informazione finanziaria” (UIF) incaricata di ricevere (da una serie di soggetti obbligati es: istituti bancari, Poste ecc. ), analizzare e trasmettere agli organi investigativi, informazioni di operazioni in cui è ravvedibile un’attività di riciclaggio di denaro.

Al fine di poter assicurare una maggiore efficacia, si è cercato di creare una collaborazione attiva all’interno del sistema di prevenzione e contrasto (è stata attivata una collaborazione con la DDA e con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli volta a individuare infiltrazioni della criminalità organizzata), valorizzando il dialogo con gli altri operatori, determinando un coinvolgimento diretto ed una partecipazione motivata da parte dei soggetti obbligati, al fine di far percepire l’osservanza degli adempimenti non come meri obblighi burocratici imposti dall’alto, quanto come un sistema condiviso, in cui ciascuno contribuisce, con la propria funzione, al perseguimento dell’obiettivo comune. Un altro passo importante nella realizzazione di maggiore sicurezza, rapidità ed efficienza del sistema è stato la creazione di una rete di collaborazioni tra le varie autorità nazionali e organismi internazionali impegnati nell’antiriciclaggio, soprattutto con le Financial Intelligence Units (FIU) estere, poiché una buona azione di contrasto e di prevenzione può avere successo solamente attraverso l’adozione di un sistema unitario, superando le frammentazioni e i particolarismi nazionali.

122 Articolo di Repubblica del 4 ottobre 2017, Enrico Miele

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2017/10/04/news/riciclaggio_le_segnalazioni_in_emilia-romagna-177340791/

Negli ultimi anni, infatti l’UIF si è adoperata per semplificare gli adempimenti delle procedure ed incentivare le occasioni di scambio e dialogo, non solo tra i vari soggetti segnalanti, ma anche con le associazioni di categoria e gli organismi di autoregolamentazione, mediante una serie di incontri. Tutto ciò si è tradotto in un aumento del flusso delle segnalazioni in termini di tempestività, consapevolezza e significatività dei fenomeni che, nel solo 2016, ha raggiunto 101.065 unità, di gran lunga superiore a quello registrato nei primi anni dopo la costituzione dell’UIF. Esso ha permesso la rilevazione di alcune informazioni atte ad aprire nuovi scenari d’indagine e di supporto a procedimenti già in corso (è stato rilevato che il 31% delle segnalazioni sospette analizzate nel 2016 riguardavano soggetti su cui non gravavano informazioni pregiudizievoli); ha altresì permesso l’adozione di provvedimenti di sospensione di operazioni non ancora concluse, portando al sequestro da parte dell’Autorità giudiziaria di ingenti fondi illeciti. I soggetti obbligati, che all’inizio erano restii alla collaborazione spinti da motivazioni di lealtà verso i propri clienti, oggi hanno acquisito sempre più la consapevolezza dell’importanza del sistema di prevenzione, capace di assicurare ai professionisti segnalanti l’anonimato.

Negli ultimi anni, l’osservatorio sulla criminalità organizzata dell’UIF ha evidenziato le segnalazioni riguardanti i fenomeni riconducibili a consorterie criminali, alla corruzione e all’evasione fiscale. Si sono riscontrati elementi di sovrapposizioni tra le diverse fattispecie: la violazione del fisco, spesso e volentieri, rappresenta solamente la punta dell’iceberg di schemi più complessi e articolati, che svelano reati di altra natura riconducibili alle organizzazioni criminali, esempio tipico sono l’emissione di fatture false con le quali le mafie giustificano ingenti trasferimenti di denaro apparentemente legittimati da attività consulenziale, derivanti invece dall’estorsione ed usura, da reimmettere nell’economia legale. Fondamentale in questa attività è stata la collaborazione con le FIU al fine di identificare i beni posseduti all’estero di soggetti indagati in Italia, anche se continuano a permanere notevoli ostacoli e carenze informative, connesse alla diversità di contesto e regolamentazione dei singoli Stati.

Nonostante la crescita collaborativa da parte dei soggetti obbligati, permangono diversi problemi ad oggi rimasti insoluti: la presenza di una moltitudine di segnalazioni che hanno scarsa utilità, legata in parte alla pigrizia dei segnalanti di indagare

attentamente sul sospetto, dall’altra alla tendenza ad effettuare segnalazioni in via cautelativa senza una, seppur minima, probabilità di sospetto, dettata dall’eventuale rischio di una contestazione futura, dalla quale potrebbe emergere un interesse criminale.

Un efficace correttivo, già presente negli altri Paesi, potrebbe essere l’introduzione delle “comunicazioni oggettive” che riguardano le operazioni potenzialmente sospette, definite tali in base a precisi criteri individuati dalla UIF, che andranno a diminuire il flusso delle operazioni effettivamente sospette focalizzando l’attenzione solamente su quest’ultime. Inoltre esse determinerebbero anche un abbattimento dei costi di sistema dovuti alla mancanza di valutazione dei rischi, permettendo comunque approfondimenti delle segnalazioni pervenute.

L’impegno dell’UIF è rivolto verso un maggior coinvolgimento degli attori ancora scarsamente attivi (legati all’uso della moneta virtuale), un incremento di occasioni di dialogo con gli organismi di autoregolamentazione, nuovi sistemi per la trasmissione automatica dei risultati delle segnalazioni sospette e delle informazioni investigative, ed infine la realizzazioni di sistemi di intelligenza artificiale (machine learning) in grado di saper effettuare in modo automatico, una prima classificazione delle operazioni sospette sulla base dei pregressi dati inseriti.

Per comprendere il fenomeno del riciclaggio gestito della criminalità organizzata è indispensabile l’integrazione dell’attività di analisi finanziarie e investigative, per tale motivo è indispensabile la collaborazione con la Guardia di Finanza e la DIA per la realizzazione di un interesse unico della tutela della legalità.

Nella relazione dell’UIF “Presentazione del Rapporto Annuale dell’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia” si legge: “Per un sistema di prevenzione l’esito più rilevante è aiutare la società civile a sviluppare e potenziare il proprio sistema immunitario nei confronti dell’illegalità e contribuire a farle acquisire la fiducia che il crimine può essere vinto se cittadini e istituzioni si sentono parte di un fronte comune.”

Occorre, dunque continuare ad intervenire sulle tecniche di prevenzione, valutando

attentamente tutta una serie di elementi: dall’anomalia finanziaria delle operazioni, all’autore, alla provenienza, alla destinazione dei fondi, utilizzando ed integrando nel sistema tutte le informazioni disponibili.

L’aumento del numero di segnalazioni di operazioni sospette, a parte i problemi e le incertezze riscontrate, testimonia un significativo miglioramento delle capacità e della sensibilità degli operatori di intercettare e segnalare questi fenomeni.