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169 coppie, e l'allra alla correlilo d'una pila simile la di cui

Nel documento NORTHEASTERN UNIVERSITY LIBRARY (pagine 173-177)

azione però veniva rinnovata a corlissimi intervalli. L'espe-rienza dnra\a da dieci o quindici minuti in

ambe

le rane.

Sottomettendo quindi separatamentele

due

rane al |)assa^';;io

d^una

corrente

che

introducava per i loro nervi lombari, osservava esser

d'uopo

d'

un

ma;jijfior

numero

dicoppie per far contrarrelaranache era stataprecedentementesottoposta alla corrente interrotta.

Mi

assicurai anche della diirerenza dell'eccitabilità delle

due

rane,sottomettendole

contempora-neamente

al passaggio d'una corrente continua5 laperdita era

sempre maggiore

nella rana che

aveva

di già subita l'azione della corrente interrotta.

Marianini si è anche assicurato confrontando

due rane

,

r una

delle quali èpercorsa

da una

corrente continua

sem-pre nel

medesimo

senso, e l'altra

da una

simile corrente, direttaora in

un

senso,oranell'altro, che nella

prima

l'ec-citabilità dei nervi

rimaneva

esaurita per il passaggio della corrente, più che nell'altra.

Questo

grande esaurimento dell'eccitabilità deinervi per

il passaggio della corrente rinnovata a cortissimi intervalli di

tempo

viene più particolarmente dimostralo dalle spe-rienze di

Masson

.

Ecco

l'apparecchio col

mezzo

del quale questo Fisico ègiunto ad eccitare

un

gran

numero

di scosse elettriche in

un tempo

brevissimo. Consiste in

una

ruota

me-tallica, fissa a

un

asse parimente metallico la quale si fa girareper

mezzo d'un manubrio

esopra

due

cuscinetti amal-gamati.

Uno

di questicuscinettiè incomunicazione con

uno

dei poli della pila, e l'altro polo è incontatto con

un

filo

ilquale,

dopo

essersiavvolto spiralmente su di

un

cilindro di ferro dolce

comunica

con

una

lastra metallica (issa, la

quale viene urtata succes-sivamente dai denti della ruota.

170

Girando laruofa si chiude il circuito a ciascun contatto della lastra metallica con

un

dente, e siinterrompe nelf in-tervallo che divide

due

contatti successivi. Toccaìido col-le

mani

bagnate le

due

estremità del conduttore situate ai latidelpunto ovesichiude e si apre il circuito, si

prova una

successione discosse moltoforti.

Quando

la velocità di rotazione è molto grande,queste scosse

producono

nelle brac-cia Uria sensazione di tensione dolorosa, la quale fa che

lo sperimentatore

non

possalasciare iConduttoriche

ha

nelle

mani

e lo costringono anzi a stringerlo fortemente.

Masson ha

potuto con questo apparecchio e con

una

pila d'unpiccolo

numero

di elementi,uccidere

un

gattoincinque o sei minuti.

È

importante il fatto scopertodallo stesso

Masson,

che la

sensazione e le scosse

scompaiono quando

la velocità concuigira laruota è molto grande. Pouillet

ha

trovatoche allorquando la durata dell'intervallo tra

una

scossa e l'altra eradicirCa Y300di secondo

non

si giungevapiù a distinguere Finterruzionedella corrente,per cui reCfetto era lostesso di quello d'

una

corrente continua.

Eccovi

un

coniglio che assoggettoal passaggio

d'una

cor-rente interrotta,

adoprando

la ruota di Masson.

Le due

e-stremità della corrente gli sono applicate nella

bocca

e su

i muscoli del dorso.

Benché

lapila

non

sia che di dieci cop-pie ti coniglio

muore dopo

pochi secondidel passaggio cosi interrotto della corrente.

Non

terminerò questa Lezione senza parlarvi dell'appli-cazione terapeutica della corrente elettrica, poiché dessa si

fonda

sui

principii scientificiche vi ho esposto.

Indipendentemente

da qualunque

idea teoretica e da ogni ipotesi sullaforza nervosa,

dobbiamo ammettere,

che incerti casi

almeno

di paralisi i nervi siano alterati in

un modo

a-nalogo a quelloche sarebbe in essi accaduto peril passaggio continuo della corrente elettrica.

Abbiamo

veduto che per ridonare a

un

nervo 1'eccitabilità al passaggio della

cor-171

l'ente,

dopoché T ha

perdutapei* il passagio prolunirato della stessa corrente, bisogna servirsi d'

una

corrente diretta in senso inverso a questa. Parimenti, per far cessare la

para-lisi, si dovrà fare passare

una

corrente insenso contrario a quella che l'avrebbepotuta produrre. Sì vede

da

ciò che noi

supponghiamo

che la paralisi che si

deve

sottomette-re altrattamento elettrico siao del solo

movimento,

o della sola sensibilità.Cosiper

una

paralisi di

movimento

conver-rebbe applicare lacorrente inversa,

mentre

per

una

paralisi della sensibilità si

dovrebbe

usare la corrente diretta. Ts'el

caso di

una

paralisi completa

non

v'ha più ragione alcuna

per

decidersi piuttostoper la corrente diretta che per V

in-versa; se pure

non

si voglia calcolare qualedelle

due

indi-cate funzioni è stata la

prima

ad alterarsi.

Non

vi lascierò ignorare alcune regole che credo im-portanti neirapplicazione della corrente elettrica nella cu-ra della paralisi. Cominciate in ogni caso

da una

corrente molto debole.Questaregola

mi sembra

oggi più importante di quello che

non

la credeva

prima

d'aver veduto

un

pa-ralitico cadere in convulsioni decisamente tetaniche per l'azione

d'una

corrente

d'una

sola coppia.

Abbiate cura di

non

prolungare

mai

troppo il passaggio della corrente,e ciò tanto più quantoèpiù intensa la cor-rente cheadoperate. Applicate la corrente interrotta, piut-tosto che la corrente continua,

ma dopo 20

o

30

scosse al più, lasciate il malato per alcuni istanti in riposo.

Gli apparecchi che potrete adoprare nellacuraelettrica sono varii.

La

pila a corona di tazze è in generale il

migliore , o

almeno

il più

comodo

degli istrumenti: giac-che con essa è assai facile il toglier delle coppie, di

va-riare la conducibilità del liquido. Se vorrete usare la cor-rente interrotta con

una

certa regolarità, potrete ricorre-re,alla ruota di

Masson

che

v'ho

mostrato.

Magendie

si

serve della

macchina

elettro-magnetica di Clark, i di cui ef-fetti possono moderarsi con

un

ancora di ferro dolce,

ap-172

plicata su i

due

poli della calamita. Potete adopfare per reofori

due

strisce di lamina di

piombo

o di

rame,

e cuo-prirete con

un

pannolino

imbevuto d'acqua

salatale estre-mità che

vanno

applicate sulla cute. In qualche caso po-trete servirvi degli aghi che si

adoprauo

per 1' ago-puntu-ra

come

estremità dei reofori.

Le

storie delleguarigioni di paralisi col trattamento elet-trico degne di fiducia, sono già in

numero

sufficientemente grande per incoraggiare i medici e gli ammalati nella per-severanza che ènecessaria nell'applicazione della corrente elettrica, senza di che

non

v'è speranza di

buon

resultato.

Un

altra malattia per la quale si è proposta l'applica-zione della corrente elettica è il tetano.

Credo

essere stato

il

primo

a tentare questa applicazione nell'uomo.

Eccovi su quali principi è fondato l'uso della corrente elettrica nella cura dal tetano.

Una

corrente che passi interrottamente per qualche

tempo

neinervid'

un

animale produce le contrazioni tetaniche ;

una

corrente continua

produce

al contrario la paralisi

dopo

qualche

tempo

del suo passaggio.

Era dunque

naturale il dedurre che il

passaggio continuo d'una corrente per

un membro

tetaniz-zato avrebbe distrutto questo stato, riducendolo aquellodi paralisi.

La

verità di questa deduzione è dimostrata

dal-l'esperienza.

Agendo

sopra rane tetanizzate con narcotici o con acido idrocianico si vede, sotto ilpassaggio continuato d'una debole corrente elettrica, lo stato tetanico cessare.

Le

rane

muoiono

senza quelle convulsioni che

mostrano quando non vengono

assoggettate all'azione della corrente.

L'applicazione della corrente elettrica in

un

caso di tetano,

da me

pubblicato nel

maggio

del

1838

nella Biblìo'r thèqucUmverseUe.)

sembrami

provarelagiustezza delle indi*

cate conclusioni teoretiche.

Durante

il

tempo

del passag-gio della corrente elettrica, V

ammalato non

presentava le solite violente scosse, poteva aprire e chiudere la bocca,

la circolazione e la traspirazione

sembravano

ristabilirsi.

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