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Prendendo il solo coagulo, quale si forma ia una massa di sangue abbandonata a se stessa, ed agendovi sopra col gas

Nel documento NORTHEASTERN UNIVERSITY LIBRARY (pagine 85-91)

ossigene, vedesi prendere il colore vermiglio. Lascialo que-sto ccagulo alTaria eposcia taglialo, si trova d'un colore fosco airinterno,mentre è rosso alla superficie; le

nuove

superfici formale col taglio lasciale ali"aria divengono poco

dopo

rosse. Indubitatamente sono iglobuli del sangue che subiscono al contatto dell'ossigene il cangiamento di co-lore . liaudrimonl e ]^Iartin Saint-Ange

hanno

moslato in questi ultimi tempi, che nel

tempo

dell'incubazione v'è, a traverso il guscio calcare dell'uovo degli uccelli,

asso|;-82

bimento d'ossigeno, esalazione d'acidocarbonico, ed

han-no provato che se si impediscono questifenomeni

non

veg-gonsi comparire nell'embrione i globetti rossi e l'embrio-ne

non

si sviluppa.

Rimane

ora a sapersi se i globuli si fanno rossi per il solo ossigeno che assorbono o per

il solo acido carbonico che perdono nella respirazione, o sealcontrarioil sangue diviene venoso peril

maggior

acido carbonico di cui si carica o per la

minor

quantità d' os-sigeno che vi

rimane,

o se per

ambedue

queste cagioni riunite. Ci

mancano

sopra di ciò esperienze precise.

Magnus ha

provato che il sangue venoso nel perdere la

maggior

quantità possibile d'acido corbonico diviene

meno

fosco, senza però

mai

prendere ilcolor vermiglio*,il che condur-rebbe ad

ammettere

che le

due

cagioni influiscano

contem-poraneamente

nel cangiamento di coloro, che subisce il

sangue nella respirazione.

Devo

anche aggiungervi, che se si asciuga con esattezza il coagulo del sangue di tutto

il siero che lo

bagna,

e se poi si lavacon

acqua

distilla-ta , nella vista

sempre

di spogliarlo d' ogni traccia di siero. Allora a contatto dell'ossigeno

non

prende più il bel colore vermiglio che acquista

quando

il siero lo

bagna Eccovi una

soluzione satura di sai

marino

che verso a goc-cio sopra il coagulo di sangue:

dopo poco

ne vedete ipunti bagnati prendere

un

color vermiglio,

mentre

il resto della superiìcie

non cambia

di colore.

Sombrerebbe dunque non

essere i sali del siero indiflerenti nel

cangiamento

di coc-iore che subisce il sangue , al contatto dell'ossigeno. Si sa oggi che ilsieroassorbe un'abbondantequantitàdiacido car-bonico, molto

maggiore

di quella che assorbe l'

acqua

.

Potrebbe perciò dirsi che la presenza del siero influisce nel cangiamento di colore delsangue, in quanto che si ca-rica osso siero dell'acido carbonico che l'ossigeno poi discaccia.

Ma

inche consiste chimicamenteil cangiamentodi colore

d^

globuli sanguigni.

A

questopropositolascienza

può

dirsi

8:}

aflattoneiroscurità.

La

quantitàabbondantedi ferro (cinque o seiper cento) cbe entra costanlcnionte nei gioì,,ili san-guigni, eche

non

sitrova in tale proporzione in nessun al-tra sostanza animale,

ha

fatto

sempre

credere che questo metallo,ora allo stato di perossido, ora allo stato di car-bonato

non

fosse inditferente nel cangiamentodi coloredel sangue.

V

ossigene scaccia infatti l'acido caibonico del carbonato di ferro, e dal suo lato

T

acido carbonico

può

discacciare l'ossigene del perossido,secondo le quantità re-lative dell'ossigene e dell'acidocarbonico che si trovanoin presenza ad agire sul ferro ossidato

.

Mulder

e Liebig

sembrano

abbracciare queste idee.

Tut-ti i risultati clinici meglio constatati

sembrano

consentire che

Tuso

del ferro in certe malattìe ravviva, in qualche

modo,

il colore delsangue. Se

non

che Scherer in questi ul-timi tempi

sembra

esser giuntoad ottenere la sostanza co-lorante del sangue spogliata intieramente di ferro

.

Se

r

osservazione di Scherer verrà confermata,

provan-do

in oltre che la sostanza colorante spogliala del ferro subisce a contatto dell' ossigene e dell'acido carbonico , i

cangiamenti che

abbiamo

visto accadere nei globuli san-guigni,

saremo

costretti a rinunziare all'idea che il ferro interviene nei cangiamenti di colore del sangue

.

Il sangue arterioso spinto dalle ripetute contrazioni del cuore, e dalle successive dilatazioni e contrazioni dovute all'elasticità propria delle pareti dei vasi arteriosi, giunge vermigliosinoalleramilicazioniCapillari.Attraversainquesti vasituttiitessuti,perdeilsuocolor rosso, ritorna per i vasi venosi al cuore e ripassa quindi per il

polmone. È

in que-sto passaggio del sangue arterioso per i capillari che dicesi inFisiologia accadere la nutrizione. Si

ammette

in questa Scienza cheleparti tutte dei tessuti animali

vanno

trasfornuuido e rimiovando cojitinuamente, e che questi fenomeni sono proporzionali al vario grado di attività del sistema capillare proprio dei diversi tessuti.

Maucano

in

84

Verità le prove sperimentalidi questa rinnovazione conti*

ima

, e

mi

è parsa

sempre

insiiflìciente quella che dedu^

cesidal coloramento delie parti ossee degli animali nutriti con sostanze coloranti, e dal loro successivo scoloramen-to al cessare diquel nutrimento. Se

non

che è forza confes-sare,che questa rinnovazione risultaprovata dal complesso dei fatti fisiologici. Se volessi qui dirvi tutti gii elementi sperimentali checi

mancano,

e che sarebbero necessarii a rischiarareil fatto dellanutrizione, sarei molto piùlungo di quello che lo sarò esponendovi quelli che sipossiedono. I globuli sanguigni non fanno parte di alcun tessuto,

ma

es^

fieuzia'i,

come

sonoalianutrizione, possono riguardarsi con

una

certa probabilità,

come

il corpo cafaìùico che eccita la trasformazione dei tessuti e la loro successiva rinnova-zione. Un'analogiadi questo carattere dei globuli si trova

anche

nella necessità , che essi

hanno

per acquistare la suddetta attitudine, di caricarsi d'ossigene.

Notate ancora che,

come

nei vegetabili, la diastasi con-verte

Famido

in desfrina, che poi si

cambia

in cellulosa, in legnoso , cioè in corpi isomerici fra loro, cosi i glo-buli sanguigni possono convertire 1'

albumina

in fibrina

,

ciò che di certo a-viene nell'

embrione

;

Vorrei potervi dire che 1' esperienza

ha

dimostrata la realtà di questi cangiamenti,

come

ce l'ha dimostrata per

V

amido.

Ho

tentate molte sperienze sopra questo sogget'-lo , e

non

ne

ho

tratto che dubbiezza di resultamenti.

Ho

tenuto per lo spazio di

Un mese

, ad

una

temperatura costante di

+

40'' C. deir

albume d'ovo,

mescolato ad

una

piccola quantità di globuli sanguigni di sangue di pol-lo, e in presenza dell'ossigene . l\ recipiente

dove

si rac»

coglieva

un

acqua termale

mi

offriva la comodità di

un mezzo

caldo costautcm^Mite allo sti'ssogrado.

Ho

visto che

una

porzione deirossigene scompariva, che era rimpiaz-zata da

una

porzione d'acido carbonico, che si

deponeva

in fondo al recipiente

un

gran

numero

di liocchi rossa?"

85

siri,

mentre

il liquido

messo

da

prima

era appi'na «olo-' rato e limpido. Ksauiiiiaiido qiu'sli lìocclielli

non mi

par-vero però

mai

identici alla flbrina.

Non

vorrei però con-chiudere da questi resultati negativi la falsità del princi-pio, su cui erano fondate le

mie

sperienze.

E

questo

un

soggetto che merita piìi lunghe, più variate ricerche.

Una

parte dell'ossigene del sangue arterioso

scompare

e

v'ha

in sua vece

un

eccesso d'acido carbonico nel san-gue venoso. L' ossigene si

combina

al carbonio nei ca-pillari, in essi si fa di certo questa combustione, e allor

quando

si trova che il

volume

dell'acido carbonico espi-rato è

minore

di quello deir ossigene

scomparso

nella re-spirazione, conviene

ammettere

che

non

solo il carbonio,

ma r

idrogene ancora, il quale faparte degli elementi or-ganici del sangue o dei tessuti, si

combina

coli'ossigene per

formar

acqua.

Ecco un

altra combustione, che sappiamo accadere nei carnivori, oltre quella del carbonio.

Gli acetati, i tartrati, gli ossalati che disciolti entrano nel circolo sanguigno, escono per le vie urinarieallo sta-to di carbonati. L'acido

b

nzoico introdotto nella circo^

iazione sanguigna, esce per le stesse vie urinarie allo stalo di acido ipurico.

Tutti»questi fatti provano, che la principale azione

chi-mica

che si osserva nella circolazione sanguigna e nella nutrizione è

una

combustione,è

una

combinazione dell' os-sigeno col carbonio, coli'idrogene.

Ma

lo ripeto, v'è tut-tora molta incertezza in questi fenomeni.

Qual

differenza passa fra la composizione chimica di tutti glielementi del sangue arterioso e quella di tutti gli elementi del sangue venoso?

Qual

èquesta differenza nel sangue,

prima

e do-po il suo passaggio per i reni, peril fegato, per idiversi tessuti? Eccovi alcune delle moltissimequestioni, che do-vrebberoessere risolute

da

esperienze precise,

da

ricerche

tutte d' accordo nei risultati,

prima

di farci ad indagare

il fatto della nutrizione e delle secrezioni.

Gli alimenti modificati,

come

lo

abbiam

visto, nell' atto della digestione entrano nel sangue. Molti fra di essi sono identici agli elementi organici dei tessuti animali:

sono questi le sostanze neutre azotate. Cosi pure accade delle sostanze grasse , le quali o

come

sono, o

appena

moditìcate si trovano negli alimenti,

come

nel tessuto a-diposo.

Non

è naturale, sarebbe anzi strano

V ammettere

che

r urea

,

V

acido carbonico e

T acqua

, i quali sono 1

definitivi prodotti delle trasformazioni che

avvengono

nel-la nutrizione,

provengano

dagli elementi organici del san-gue introdottividagli alimenti.

Deve

credersi che quei pro-dotti

vengano

dai tessuti trasformati, i quali sono rim-piazzati dainuovi elementi organici che entrano cogli

ali-menti.

E

difatti negli animali alimentati per lungo

tem-po

collo zucchero, coli'

amido

, colla

gomma

continua la

produzione delf urea,

come prima

deiruso di questi ali-menti.

Lo

stesso avviene negli animali fatti morire d' ina-nizione.

Per parlarvi

meno vagamente

di queste trasformazioni, vi citerò alcuni esempj, quali si trovano nel libro di Liebig,di

Chimica

Organica applicata alla Fisiologia

Ani-male

.

Un

serpente lasciatoper

un

certo

tempo

senza alimenti e poi cibato

con una

capra,

un

coniglio,

un

pollo, rende in escrementi 1 peli, le ossa dell'animale

mangiato

, e-spira acido carbonicoe acqua, e

non

rigetta che 1'uratodi

ammoniaca

per le vie urinarie.

Riprende così il serpente il suo peso, e tutto è

scom-parso dell'animale divorato. Interpretiamo questo sempli-ce caso di nutrizione. L'urato d'

ammoniaca

contiene 1 equivalente d'azoto per 2 equival. di carbonio; intanto

i muscoli, il sangue dell'animale

mangiato contenevano

per

un

equivalente d'azoto 8 equival. di carbonico e se a questo carbonio s'aggiunge tutto il carbonio del grasso, del cervello dell'animale mangialo, si vede che il

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