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27 Le soluzioni saline producono cflelli molto oiUMpici di

Nel documento NORTHEASTERN UNIVERSITY LIBRARY (pagine 31-35)

endosmosi,

ma

poco durevoli, attraverso

una membrana

. Questi liquidi

sembrano

alterare le

membrane.

L'accre-scimento di temperatura

aumenta

la celerità della corrente di endosmosi

.

Ciò che v'

ha

di più curioso in questo

fenomeno

del-l'

endosmosi

si è, che la più piccola quantità d'acido sol-forico o di idrogeno solforato, basta per impedirla air in-stante nei liquidi i più atti a produrla,

mentre

-che gli al-tri acidi,

come

l'acido idroclorico, ilnitricolafavoriscono.

Tutti i liquidi animali

producono

1"

endosmosi

con ener-gia, per rapporto all'acqua,

ad

eccezione dei liquidi con-tenuti nel!'intestinocrasso, iquali ne sono privi, forse per

l' idrogeno solforato che contengono

.

Questo

gas è talmente contrario al

fenomeno

dell'endo-smosi che questo

non

si manifestatra

due

liquidi, d'

altron-de

attissimi a manifestarlo, se si fa uso d'

una membrana appena imbevuta

di quel gas .

Noi abbiamo

più volte ve-rificato questa importante osservazione

.

La

celerità collaquale

un

liquido

può

penetrare,in virtù deirendosmosi, dalP esterno alFinterno del tubo, è poco considerevole. Cosi, per esempio, se Testremità inferiore deltubosiaallargata in

modo,

che la

membrana

abbia

un

pollice e

mezzo

di diametro, e il tubo stesso 2

mm.

di diametro, si

vedrà

con

una

soluzione di zucchero, la cui densità sia l,!^'^*»^'liquido elevarsi di

53

divisioni in un'ora e

mezzo,

ciascunadivisioneessendod'

un decimo

di pollice.

È

però anotarsi,che questaceleritàdell'endosmosi

sembra

direttamente proporzionale all'eccessodidensità dei liquidi interni, sulla densità dell'acqua adoperata all'esterno.

Confrontando fra loro soluzioni di diverse sostanze

,

presetuttealla stessadensità, e

sempre messe

in confronto coir

aequa

separata da esse per

un

pezzodi vescica, Dutro-chet

ha

trovato, che i rapporti in cui Tendosmosi si fa-ceva, potevanoesi)rimersi coi

numeri

che sieguono:

28

20

sof*scUi alla stessa legge.

Ne

verrebbe, clic siipposlo die la legge si verificasse in ogni casn, lo sciroppo alla (h'ii-si(à di 1,3

produrrebbe un endosmosi

capace di sollevare

uua

colonna di

127

pollici di mercurio, o ciò clie (orna lo stesso il peso

enorme

di quattro atmosfere e

mezzo,

, iDutrochetliacercato di dare la spiegazione dei fenon»eni ileirendosmosi; Poisson e Bequerel

hanno

pure imaginalo

ailtre spiegazioni. Così si è attribuilo T

endosmosi

all' a-zi^onei della corrente elettrica, la quale generandosi nel dontatlo dei

due

liquidi diversi, produeeva, couie nella nota sperienzadi Pòrret, il

movimento

dell'

acqua

aUra-v^crso la

mendirana

dal polo positivo al negali>o. Per-chò^ però questa spiegazione avesse qualche ])roba-bllità sarebbe mestieri, cbe fosse

prima

provato, ciò che

non

è , svilui)parsi elettricità fra il contatto dell"

acqua

coiralcool, coir

acqua

zuccherata ec. . Poisson

ha

pen-sato, che il liquido

meno

denso penetrava per i tubi ca-pillari della

membrana,

per cui

ne

veniva cbe il fdetto capillare, essendo attirato in basso dall' azione dell'

acqua

pura, e in alto

da

quella d'

mi

liquido più

denso,

1' ec^

oess© dell',attrazione molecolare superiore

delermhiava

r ascensione .

Ma anche

questa spiegazione

non

è piìi

ammissibile se si considera, che 1' alcool,

meno

denso del-rac(Jua,produce l'endosmosi; che

una

piccola traccia d' idro-gjeno solforato lo arresta; che certe pietre calcaree e si-licee, prese nelle stesse condizioni delle

meudirane

e de-gli strati d' argilla

non operano

il

fenomeno

.

Non

al)-biamo

nulla, conviene confessarlo, di soddisfacente nella teoria dell'endosmosi,

sappiamo

bensì le condizionigenerali del

fenomeno

esser queste: l.o che i

due

liquidi, od

uno

almeno, abbia affinità per la sostanza delio strato inter-jmsto : 2." cbe i

due

liquidi abbiano atTinità, e possano mescolarsi fra loro. Se

manca una

di queste condizioni,

ancbe

V

endosmosi manca

.

La

corrente d* ojidosmosi

non

è

dovuta, come

le sperieuze lo

provano,

al liquido

30

il

meno

denso , ne al

meno

viscoso,

ne

a quello che

ha

più forza ascendente nei tubi capillari: questa corrente appartiene generalmente al liquido che

ha maggiore

aiTi-nità, che

imbeve

più facilmente, la sostanza dello strato interposto

.

Le

cose dette suir

endosmosi

bastano a provarvi con tutta l'evidenza, esser forse questo il fatto fisico il più importante nelle sue applicazioni alle funzioni dei corpi viventi. L'osservazione microscopica

ha

oggi

messo

fuor di dubbio, che in ogni tessuto vegetabile o animale, nel seno diquei liquidi che si

generano

nell'alterarsi dei corpi organizzati e viventi vi si trovano

sempre, ad una

certa

epoca

del loro sviluppo, corpuscoli microscopici di

una forma

particolare e caratteristica, e che furono chiamati cellule elementari o primitive. Consistono quei

corpu-scoli in

una membrana

finissima di

forma

sferica, che rac-chiude

un

liquido, e sulla cui parete interna si trova

un

corpicciuolo che fu detto nucleo o cistoblasfe.

Le

cellule poi

nuotano dapprima

in

un

liquido, che

Schwann chiamò

cìstoblasteme , e finiscono per esservi

comprese

e quasi impastate, allorché questo liquido è divenuto più o

meno denso

.

Secondo

i diversi tessuti, le cellule elementari so-'

no

più o

meno

ravvicinate 1'

una

all'altra, e il

cìstohlaste-me^

o sostanza intercellulare, è in ogni caso il

mezzo

d'u-nione tra

una

cellula e l'altra.

Torneremo

forse altrove, sopra questo soggetto importante, che

non abbiamo

qui ci-tato se

non

che, per rendere

anche

più palese tutta

F

im-:

portanza del fattodell'

endosmosi

.

La

vita delle cellule ele-mentari

forma

di certo la più

gran

parte dello sviluppo e della conservazione dei tessuti dei corpi viventi, e poiché queste cellule si trovano nelle condizioni dell'

endosmosi

,

non

v' è ragione perchè

V

endosmosi

non debba

accader-vi .

Una

vescichetta, che contiene

un

liquido, che è at-torniata

da un

altro liquido,

non può

agire al di fuori

,

non può

ricevere questo,

emettere quello, se

non

se

operando

in

un modo

analogo all'endosmosi.

(lonvicn pelò coiif«\ssaro , cìk^ assai poco furono finora estesi^li studj deirendosmosi,

onde

poterne fare alla Fisio-logia tutta rapplicazione dicui apparisce suscettibile. Con-veniva variare i liquidi, fra cui

V endosmosi deve

operarsi, scegliere

membrane

diverse, ravvicinandosi

sempre

più alle condizioni, nelle quali avvenir possono nei corpi vi-venti i

fenomeni

che

hanno

analogia coir

endosmosi

,

È

perciò che io credo di qualche interesse V esporvi le poche esperienzeche

abbiamo

potuto tentare dietro

que-ste viste, e i di cui risultati sonsuflicienti aprovare, che il

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