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Cosa rappresenta in termini di ecoturismo il Parco Nazionale della Sila? Punti di forza e di debolezza Il punto d

forza del Parco è rappresentato da:

1) Biodiversità

Per quanto riguarda la tematica della biodiversità la si può definire un punto di forza del Parco dal momento che l’altopiano è formato da una pluralità di paesaggi a carattere principalmente alluvionale e vallivo, con andamenti collinari, spesso a terrazze o pianeggiante.

Pertanto una biodiversità vegetale variegata e mutevole con il variare dell’altitudine caratterizza il paesaggio naturale del Parco.

-Flora:

Il Parco Nazionale della Sila è principalmente un parco montano, dove i boschi occupano una superficie dell’81%, mentre i pascoli solo il 4%. In esso si può scorgere un’ampia diffusione del Faggio (circa il 35% della superficie a bosco) nelle aree più in quota, mentre nelle vaste aree pianeggianti o in leggero pendio si trova una forte componente di Pino laricio (nel 43% dei boschi)42.

41http://www.parcosila.it/it/l-area-mab/la-fondazione.html (aggiornato il 7 agosto 2018).

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Figura 12 Faggio silano Figura 13 Pino laricio

In Sila Piccola importanti dal punto di vista storico-culturale e della vegetazione sono i boschi misti Faggio-Abete presenti sul monte Gariglione e sul Monte Femminamorta. Sulla Sila Greca assume rilevanza la forte diffusione di Querce (soprattutto Cerro e Farneto), localmente misti con Aceri e Frassini e altre latifoglie.

Nella presila di Catanzaro, dove il territorio del Parco scende a quote modeste si nota la presenza di Cedui e Castagneti da frutto, soprassuoli di leccio, localmente misto a sughera e rimboschimento di pini mediterranei. Caratteristici di tutta l’area del Parco sono anche i pioppeti di tremolo, nelle zone attraversate da incendi e le formazioni di ontano nero, lungo i corsi d’acqua.

Per quanto riguarda l’agricoltura silana si presenta per la maggior parte di tipo tradizionale, mantenendo le sue peculiarità ed evitando di perdere le sue diversità. Pertanto l’obiettivo è continuare a garantire ai viaggiatori che decidono di andare a visitare il Parco la possibilità di ammirare un paesaggio in gran parte primitivo, integro, attraente e fortemente suggestivo e tutto ciò è possibile regolando le tendenze di trasformazione e di uso del suolo, proteggendo gli ambiti dotati di una forte tendenza naturalistica e diversificando i modi e i tempi di godimento dell’ambiente.

Sempre per quanto riguarda l’elemento flora nel Parco è possibile notare le splendide fioriture, principalmente primaverili ed estive che riempiono

43http://www.insila.it/index.php/natura/95-il-pino-laricio (consultato il 10 luglio 2020).

44 Giusippina Pascuzzo http://www.portalesila.it/e-salvo-il-grande-faggio-nel-parco-nazionale-

57 il verde dei pascoli e dei boschi circostanti realizzando una piacevole e rilassante suggestione paesaggistica45.

 Flora nella fascia mediterranea

La fascia mediterranea è caratterizzata dalla presenza della macchia mediterranea alta dove si ritrovano: il corbezzolo, i cisti, la ginestra di

Spagna, l’erica, il ginestrone, la ginestra spinosa insieme a soprassuoli di

leccio, carpino, frassino ed acero. Ad occupare la fascia mediterranea si presentano anche gli uliveti e i vigneti, coltivati su terreni organizzati a terrazzamenti, testimonianza del duro lavoro compiuto nei tempi passati dai contadini. Inoltre sparsi sul territorio vi sono piante di ciliegio, fichi, gelsi e altri tipi di frutteto. Non mancano i querceti come (roverella, cerro, farnia, rovere) e vasti castagnetti, anche essi posizionati sotto forma di terrazzamenti o lunette46

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Figura 14 Corbezzolo Figura 15 Erica

 Flora nella fascia basale

Questa fascia è così chiamata perché è un tipo di vegetazione che cresce alla base delle montagne, qui fra i vasti e rigogliosi pascoli si alternano terreni coltivati a patate, a grano, a segale, a prato, a frutteto e a estese foreste in cui il pino laricio domina incontrastato. Il pino laricio nella parte centrale

45http://www.parcosila.it/it/la-natura/flora.html (aggiornato il 15 ottobre 2018).

46http://www.parcosila.it/it/la-natura/flora/fascia-mediterranea.html (aggiornato il 10 luglio

2018).

47https://strilleat.strill.it/corbezzoli-piccoli-frutti-dimenticati-dalle-molteplici-proprieta-

benefiche/ (consultato il 14 luglio 2020).

48http://www.reportageonline.it/lerica-arborea-e-le-preziose-pipe-di-calabria/ (consultato il 14

58 di questa fascia si trova allo stato puro, mentre al limite inferiore si unisce con il cerro, il castagno e ad altre querce caducifoglie come il la roverella e il rovere.

Nel limite superiore e nelle zone a maggiore piovosità e umidità si scopre la giustapposizione del pino con il faggio. Quando avviene una coesistenza del pino con il faggio nella giovane età di entrambe le specie, accade che il pino, dal momento che ha una crescita più rapida il più delle volte è possibile che superi le piante di faggio e prenda il sopravvento su di esse. Possono essere colte le notevoli differenze di temperamento tra le due specie e solitamente i limiti tra pineta e faggeta sono abbastanza netti e segnati da burroni, fossi vari ma soprattutto da luoghi umidi e freddi in cui il pino è nettamente poco diffuso a vantaggio del faggio.

Il Pioppo tremulo viene considerata una specie pioniera con alte capacità di diffusione nelle zone in cui si sono creati dei vuoti nella pineta a causa di tagli o incendi. Mentre l’ontano napoletano è in grado di assimilare l’azoto atmosferico arricchendone il suolo e questo suo potere fertilizzante non è rimasto sconosciuto ai contadini silani, i quali hanno trasformato a coltura agraria i terreni precedentemente occupati da questa specie.

Le pinete silane si distinguono in pinete fitte e pinete rade. Nelle

pinete fitte, sia per l’eccessiva ombra che per il clima rigido e la presenza di

aghi sul terreno, il sottobosco risulta povero e vi si trovano solo piante erbacee come la felce aquilina, da sempre utilizzata per confezionare mozzarelle e ricotte. Invece nelle pinete rade alla felce aquilina si mescola il litospermo calabro. Tra gli arbusti si trovano: il melo selvatico, il pero selvatico, il

cocumilio, il biancospino, l’agrifoglio, il pungitopo, il lampone e la

fragola49.

 Flora nella fascia montana

Alle altitudini superiori domina il faggio, specie forestale predominante che qui ha trovato l’ambiente adatto alle sue esigenze.

59 Altra specie arborea che si ritrova a queste altitudini è l’abete bianco, lontano dai crinali e dalle zone battute dai venti. Nelle aree più riparate dai venti si denota un regresso del faggio a favore dell’abete bianco. Nelle foreste del Gariglione si possono ammirare alcuni plurisecolari e maestosi esemplari di abete bianco e faggio, monumenti viventi e residui della giungla50.

-Fauna:

La biodiversità animale all’interno del Parco della Sila conta nel suo complesso 175 specie di vertebrati autoctoni, suddivise in: Mammiferi, Uccelli (presi in considerazione solo i nidificanti), Anfibi, Rettili, Pesci senza tenere in considerazione le entità di comparsa occasionale. La fauna invertebrata è molto più numerosa e si stima intorno a 4.500-5.000 specie, incluse le 14 specie endemiche della Calabria.

La fauna, essendo l’insieme delle specie animali che popolano la regione, è uno degli elementi essenziali dell’ecosistema e risente dell’interazione fra vari elementi quali: il clima, l’ambiente ecologico e l’intervento dell’uomo. La Calabria, essendo stata soggetta a numerose glaciazioni e diverse mutazioni delle caratteristiche della vegetazione, ha garantito l’evoluzione di specie animali molto varie, la cui individuazione e classificazione si è resa possibile attraverso svariati ritrovamenti fossili. Accertata è la presenza di ippopotami, elefanti, bisonti, orsi e cervi nelle varie ere. Gli ultimi a scomparire sono stati l’orso e il cervo per la caccia a cui erano sottoposti da parte dell’uomo. La scomparsa di specie animali comporta un forte impoverimento dell’ecosistema e per combattere questa tendenza si spinge verso la gestione delle Aree Protette. Infatti, il solo fatto che in Sila e in Aspromonte sia presente il lupo, il più grande predatore carnivoro che chiude il ciclo della catena alimentare, giustificherebbe l’istituzione di un Parco51.

50http://www.parcosila.it/it/la-natura/flora/fascia-montana.html (aggiornato il 22 luglio 2018).

60  Mammiferi

Nel Parco è stata confermata la presenza di almeno 49 specie di mammiferi. Tra i mammiferi presenti nel Parco vi sono alcune specie minacciate a scala nazionale, in particolare il lupo, il gatto selvatico e la lontra.

Per quanto riguarda il lupo, la sua area di distribuzione ha subito una drastica riduzione fino agli inizi degli anni ’70, mentre negli ultimi 40 anni è avvenuta una inversione di tendenza e attualmente il lupo è nuovamente distribuito lungo tutta la dorsale appenninica, dalla Calabria alla Liguria, e ha ricolonizzato alcuni settori alpini52.

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Figura 16 Lupo della Sila

Negli ultimi anni le popolazioni italiane di lontra si sono ridotte a poche centinaia, un numero davvero basso se si tiene in considerazione che solo nel decennio 1963-1973 in Italia furono uccise oltre 660 lontre.

Negli anni 2002-2003 nel comprensorio silano la presenza della lontra è stata avvistata per il tratto centrale del fiume Neto, per il fiume Savuto e per il fiume Crocchio, che rappresenta il limite estremo meridionale dell’areale della specie54.

52http://www.parcosila.it/it/la-natura/fauna/mammiferi.html (aggiornato il 3 agosto 2018).

53https://www.leggoscrivo.com/silastorytelling/il-lupo-della-sila/ (consultato il 14 luglio 2020).

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Figura 17 Lontra

Il raro gatto selvatico è stato di recente avvistato in un progetto di monitoraggio della fauna selvatica56.

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Figura 18 Gatto selvatico

Nel Parco è inoltre presente la lepre italica o appenninica, una specie endemica del Mediterraneo, presente in Italia centro-meridionale e in Sicilia. Le indagini hanno confermato che questa specie convive con la lepre europea in diversi settori del Parco. Un recente studio mostra anche l’esistenza di uno scoiattolo rosso presente in Sila e considerato una specie distinta.

Tra gli altri mammiferi si possono rintracciare il tasso, la volpe, la faina, la puzzola, la donnola, il cinghiale, il cervo e il capriolo. Tra i roditori vengono segnalati il ghiro, il moscardino e il driomio58.

55http://www.ilnuovocorrieredellasila.it/ (consultato il 14 luglio 2020).

56http://www.parcosila.it/it/la-natura/fauna/mammiferi.html (aggiornato il 3 agosto 2018).

57http://www.ecodellojonio.it/gatto-selvatico-aspromonte/ (consultato il 14 luglio 2020).

62  Uccelli

Nella Sila è stata confermata la presenza di 113 specie di uccelli e grazie alla disponibilità di vari habitat esistono comunità di uccelli ricche e differenziate.

Tra le specie di uccelli nidificanti di importanza conservazionistica vi è il picchio nero. Questo picchio ha una distribuzione disgiunta in Italia con due sottopopolazioni, una che vive sulle Alpi e sull’Appennino settentrionale e l’altra nell’Appennino meridionale.

La prima legata a popolazioni europee, mostra un buon stato di conservazione ed è localmente in espansione. La seconda formata da nuclei localizzati in Appennino meridionale e questa popolazione meridionale appare continuamente minacciata dal forte sfruttamento forestale che distrugge il suo habitat. Il Parco della Sila ospita cinque tipi di picchi: il picchio nero, il picchio

rosso maggiore, il picchio rosso mezzano, il picchio verde e il torcicollo59.

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Figura 19 picchio rosso maggiore

Di interesse conservazionistico sono anche sei rapaci: il nibbio reale, il nibbio bruno, il falco pellegrino, il falco pecchiaiolo, il biancone e il gheppio.

59http://www.parcosila.it/it/la-natura/fauna/uccelli.html (aggiornato il 23 luglio 2018).

63 Il nibbio reale nidifica nella parte sud-est del comune di San Giovanni in Fiore, a circa 700 m di altitudine, ai margini del Parco Nazionale della Sila. Per il nibbio bruno sono stati osservati due individui svernati ai confini tra San Giovanni e Caccuri61.

 Anfibi e rettili

Il comprensorio silano offre comunità di anfibi importanti sotto il profilo ecologico e biogeografico. In Sila sono segnalate quasi tutte le specie di anfibi presenti in Calabria con diverse forme endemiche e subendemiche dell’Italia. L’Ululone Appenninico è un anuro endemico dell’Italia peninsulare con areale frammentato e in stato di conservazione molto sfavorevole nell’Italia meridionale62.

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Figura 20 Ululone Appenninico

Nel Parco sono anche presenti 12 specie di rettili, tra queste si annoverano il saettone occhi rossi e l’orbettino italiano, forme endemiche della penisola italiana recentemente riconosciute come specie distinte64.

 Invertebrati

Per quanto riguarda gli insetti, da soli comprendono i due terzi di tutti gli organismi viventi e la loro alta diversità è associata all’elevata diversità

61http://www.parcosila.it/it/la-natura/fauna/uccelli.html (aggiornato il 23 luglio 2018).

62http://www.parcosila.it/it/la-natura/fauna/anfibi-e-rettili.html (aggiornato il 3 agosto 2018).

63http://www.ecosistema.it/centroanfibi/ululone00.htm (consultato il 14 luglio 2020).

64 floristica combinata con una notevole diversificazione degli habitat anche sotto il profilo geologico e paesaggistico65.

Il punto di debolezza del Parco è invece