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DATI E FENOMENOLOGIA DELLA VIOLENZA DI GENERE Roberta Barletta

3. Cosa è stato fatto e cosa resta ancora da fare

A fronte di una evidente diminuzione, soprattutto per le donne più giovani, delle molestie sessuali, della violenza psicologica da partner attuale e di alcune forme di violenza fisica, i dati illustrati fin qui evidenziano che le forme più gravi di tutti i tipi di violenza – fisica, sessuale, psicologica – e gli omicidi rimangono sostanzial- mente stabili. Ne emerge, dunque, la gravità del fenomeno, che è diffuso e che riguarda le donne appartenenti a tutte le classi sociali. Tuttavia, e allo stesso tempo, dai dati emergono degli importan- ti segnali positivi: la maggiore consapevolezza delle vittime che, più frequentemente che in passato, considerano la violenza subita

2 Fonte: dati del Ministero dell’Interno.

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0

maschi femmine maschi femmine maschi femmine maschi femmine

2004 2009 2014 2018

un reato, ne parlano con qualcuno, si rivolgono ai centri antivio- lenza per avere aiuto, denunciano i fatti alle forze dell’ordine e, quando denunciano, esprimono più soddisfazione che in passato per l’operato delle forze dell’ordine (Tavola 4).

Tavola 4 - Donne da 16 a 70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale negli ultimi 5 anni, per tipo di autore e comportamenti a seguito del fatto (composizione percen- tuale - dati riferiti all’ultima violenza subita).

Partner attuale o ex* Non-partner

2006 2014 2006 2014

Ne ha parlato con qualcuno 67.8 75.9 79.5 78.2

Non ne ha parlato con nessuno 32.0 22.9 19.3 21.0

Ha denunciato* 6.7 11.8 4.2 7.4

Soddisfazione per l’operato della polizia:

Molto soddisfatta 9.9 28.5 9.7 23.9

Abbastanza soddisfatta 21.9 25.1 22.5 37.3

Poco soddisfatta 32.2 21.7 26.0 19.7

Per niente soddisfatta 34.4 24.1 28.1 16.9

Si è rivolta a un centro violenza/a servizi di aiuto etc. 2.4 4.9 1.5 2.2 * Nel caso delle violenze da partner o ex partner, i dati si riferiscono anche ad altri episodi precedenti l’ultimo

Quali sono le cause di questo cambiamento? Naturalmente, con il passare degli anni, mutamenti culturali e sociali possono essere intervenuti a determinare, almeno in parte, questi cambiamenti, ma riteniamo che un contributo importante sia venuto anche dalla diffusione dei primi dati sulla violenza dopo l’indagine del 2006. L’opinione pubblica ne fu molto colpita, i mass media diedero un grande risalto al tema; ne seguirono numerose analisi, interviste, programmi televisivi dedicati.

Negli anni successivi furono promossi corsi di formazione sul tema destinati agli operatori dei servizi sociali, delle forze dell’or- dine, a giudici e avvocati. Importanti iniziative politiche e legislati- ve sono state intraprese per sostenere e proteggere le donne vitti- me di violenza3. Nel 2014 il Dipartimento per le Pari Opportunità lanciò una grande campagna di sensibilizzazione progettata con la consulenza dell’Istat (Figura 1).

Se da una parte i dati ci dicono che qualcosa sta cambiando nel

3 Decreto legge 23 febbraio 2009, n.11 «Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di con- trasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori», convertito in Legge 23 aprile 2009, n. 38; Decreto legge 14 agosto 2013, n. 93 «Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province», convertito in Legge 15 ottobre 2013, n. 119.

nostro Paese, dall’altra gli stessi dati evidenziano che c’è ancora molta strada da fare per combattere ed ‘eliminare’ la violenza con- tro le donne. La Convenzione sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica del Consiglio d’Europa, adottata ad Istanbul nel 2011 (la Convenzione di Istanbul) e ratificata dal nostro Paese nel 2013, impegna, fra le altre cose, gli Stati che l’hanno ratificata «[…] ad adottare misure legislative o di altro tipo per raccogliere a intervalli regolari i dati statistici disaggregati pertinenti su questioni relative a qualsiasi forma di violenza che rientra nel campo di applicazione della Con- venzione medesima, a sostenere la ricerca e realizzare indagini in merito».

Figura 1 - Alcune immagini della campagna del Governo «La violenza ha mille volti, impara a riconoscerli», 2014.

Il nostro Paese ha risposto con la costituzione nel 2013 di una Task Force interministeriale sulla violenza contro le donne fi- nalizzata a sviluppare una rete di collaborazione fra Ministero dell’Interno, Ministero della Giustizia e Ministero della Salute, As- sociazioni non governative (ONG), Istat ed esperti, per affrontare il problema della violenza di genere e mettere in campo tutte le azioni necessarie a prevenirla e combatterla.

Nell’ambito di questa Task Force l’Istat ha coordinato il sotto- gruppo ‘raccolta dati’ collaborando al disegno di un sistema infor- mativo a livello nazionale – la Banca dati sulla violenza di genere – la cui architettura prevede la raccolta di dati provenienti da fonti diverse:

— indagini campionarie periodiche, indagine sulla violenza con- tro le donne da condursi ogni quattro anni, indagine sugli stere- otipi e pregiudizi connessi ai ruoli di genere e gli atteggiamenti e la tolleranza verso le diverse forme di violenza;

— dati sanitari (strutture sanitarie, Pronto soccorso, consultori, servizi socio-sanitari territoriali);

— dati delle Forze dell’Ordine (Ministero dell’interno) e dal siste- ma giustizia (Ministero della Giustizia), raccolti con cadenza annuale;

— dati raccolti a cadenza annuale presso i Centri Antiviolenza e le case rifugio per il monitoraggio e il follow up sulla condizione delle vittime;

— dati raccolti dal numero 1522 (help line nazionale).

L’insieme di questi dati può fornire un sistema di monitoraggio del fenomeno corretto e completo. Un sistema essenziale per lo svi- luppo, a livello istituzionale, delle politiche e dei servizi necessari a conseguire gli obiettivi della Convenzione di Istanbul: «proteggere le donne da ogni forma di violenza e di prevenire, perseguire ed eliminare la violenza contro le donne e la violenza domestica».

Per raggiungere quest’obiettivo sono necessari dati costante- mente aggiornati, ma anche azioni coordinate di contrasto e di pre- venzione e un monitoraggio continuo delle azioni promosse. C’è la necessità di porre in campo strategie volte a prevenire la violenza sulle donne combattendo ogni forma di discriminazione di gene- re in famiglia, a scuola, al lavoro e in qualsiasi altro luogo essa si verifichi. E c’è la necessità di finanziare, implementare e valutare questi programmi di prevenzione.

VIOLENZA VERBALE NEI MEDIA E QUESTIONI DI GENERE