Monica Martinelli
Abstract
Settenove edizioni è un progetto editoriale italiano che ha l’o- biettivo di prevenire la violenza di genere da un punto di vista cul- turale, attraverso l’offerta di strumenti di divulgazione di carattere popolare, per sensibilizzare lettrici e lettori in modo divertente e accattivante. Elemento principale della linea editoriale è la ‘pro- posta’, lasciando alla denuncia uno spazio marginale. Settenove prende spunto dalle ricerche esistenti e dalle nuove ricerche di psicologia sociale sulla deumanizzazione, e cerca di rappresentare la realtà senza filtri, offrendo al pubblico le infinite varietà e possi- bilità dell’essere umano.
Parole chiave: Attività editoriale, Femminismo, Interdisciplina- rietà.
Settenove edizioni is an Italian publishing project aiming to prevent gender-based violence from a cultural point of view, by of- fering mass divulgation tools, to raise awareness among young and adult readers in a pleasant and engaging way. The editorial line distinctive feature is propositionality, it leaves a marginal space to social criticism. Settenove takes its cue from a plenty of gender issue research works and new social psychology research on dehu- manization, and tries to represent reality without ‘filters’, offering the public the infinite variety of the human being.
Keywords: Editorial activity, Feminism, Interdisciplinarity.
Il convegno Guardiamola in faccia. I mille volti della violenza di genere. Realtà, teorie e pratiche è stata un’occasione preziosa per confrontare il lavoro di questi anni sul campo con gli studi su questo ambito e con altre esperienze nel territorio pesarese e marchigiano.
La prospettiva di genere, di cui si è a lungo dibattuto, ha inve- stito la mission della casa editrice Settenove fin dal suo esordio, nel 2013, quando si è data come obiettivo il contributo alla pre- venzione della violenza di genere da un punto di vista culturale, attraverso l’offerta di strumenti non accademici, utili a divulgare il fenomeno e a sensibilizzare lettori e lettrici su un tema che può apparire ostico e talvolta persino respingente.
Da qui, la prima scelta di Settenove di adottare un registro di- vulgativo e toccare, talvolta ‘sfiorare’, l’argomento attraverso vari generi letterari, dall’albo illustrato al saggio, al manuale di forma- zione, per raggiungere un pubblico popolare, vasto e dal bagaglio culturale eterogeneo.
La seconda, di pari importanza in termini di definizione del progetto, è stata quella di prediligere la ‘proposta’ alla denuncia, nella scelta dei testi da pubblicare e nella definizione delle attivi- tà a corredo degli stessi. Per proposta intendiamo l’offerta di un immaginario non discriminatorio negli albi illustrati e, contestual- mente, l’incoraggiamento di modelli di collaborazione e rispetto tra i generi, esistenti nella società ma non adeguatamente rappre- sentati.
Il progetto, semplice nella sua struttura quanto complesso nella realizzazione, ha un obiettivo a lungo termine: rendere la discri- minazione e la violenza di genere ‘socialmente’ inaccettabili. Il di- svalore sociale che dovrebbe accompagnare un comportamento, un’azione o una frase sessista ha valore ‘generativo’: da un lato rappresenta il primo passo per introiettare la ratio della legislazio- ne contro la violenza di genere e ritenerla utile ed essenziale per la comunità, dall’altro può diventare sorgente di ulteriori richieste di cambiamento dal basso, per adeguare la legislazione vigente a una maggiore sensibilità della popolazione.
Per parlare di ‘prevenzione’ nell’ambito della violenza di gene- re è utile una premessa: la distinzione tra sesso e genere, ossia la differenza tra il dato biologico che con i caratteri sessuali primari e secondari individua ciascuna e ciascuno di noi come femmine, ma- schi o intersessuali e il rinforzo culturale del dato biologico, che a tali caratteri attribuisce un ‘corredo simbolico e culturale’, tenden- do alla polarizzazione tra il genere maschile e il genere femminile. Il lavoro svolto dalla casa editrice, nell’ambito di tutti i generi letterari e mediante le varie collane è rivolto a: decostruire i pre- giudizi e gli stereotipi di genere, provare a rappresentare le infinite varietà e possibilità dell’essere umano, raccontare la Storia e le sto- rie attraverso una prospettiva inclusiva che accolga anche il punto di vista «non maschile», quindi femminile e di generi minoritari.
Gli studi di psicologia sociale, relativi al fenomeno della deuma- nizzazione, stanno esplorando le varie forme di delegittimazione dell’altro/a che portano, in maniera aperta e violenta o in modo sottile o subdolo, all’allontanamento o esclusione di uno o più in- dividui dalla categoria di «essere umano», privandoli – in conse- guenza di questo – del rispetto e della dignità che ciascun essere umano merita, in quanto tale. La sociologa Chiara Volpato nel suo volume Deumanizzazione, come si legittima la violenza (2011) indi- vidua il ‘dettaglio’ come riconoscimento della reciproca umanità:
«L’umanità risiede nel dettaglio, nella narrazione, nell’indivi- dualità; la deumanizzazione si insinua nei numeri, nella trattazio- ne impersonale del gruppo, nella generalità» (Volpato, 2011:80).
Settenove è concorde a questo principio il lavoro che si svolge, infatti, non consiste nell’inventare modelli da seguire, ma nel rap- presentare ciò che già esiste e che resta sommerso.
Nel 1996, riferendosi nello specifico ai sussidiari scolastici, il Documento accompagnatorio del Codice di autoregolamentazione
POLITE, per le Pari opportunità nei libri di testo1 indicava che per ‘stereotipo’ si intende non solo ciò che esclude e sottorappresenta le donne ma ogni forma di giudizio schematico o di pregiudizio che rende indifferenziato al suo interno un gruppo o una categoria di persone. Una spiegazione dettagliata dello spirito del progetto è presente in Educazione Sessista. Stereotipi di genere nei libri delle elementari di Irene Biemmi (p. 57), la quale segnala in nota che, al momento della pubblicazione della sua ricerca, alcuni brani o documenti non sono più presenti nel sito dell’AIE – Associazione Italiana Editori, indice evidente di un blocco delle attività su questo fronte. A distanza di oltre vent’anni dal codice POLITE, nell’ambito dell’editoria scolastica ci sono stati pochi passi avanti.
Nell’ambito dell’editoria di varia2 esistono invece più realtà, alcune attente al tema, altre indifferenti.
In alcuni casi, la mancata rappresentazione è dovuta alla poca con- sapevolezza sulla ‘naturale’ varietà dell’essere umano e sui rischi che la generalizzazione comporta, in altri casi la volontà di na- scondere è deliberata, con l’obiettivo esplicito di ricondurre la società nei binari dei modelli cosiddetti ‘tradizionali’ e mantenere un ordine sociale di tipo patriarcale, anche con forme di sessismo ‘benevolo’.
Gli esempi sono numerosi e riportati in varie ricerche. La prima fu quella di Elena Gianini Belotti, che con il celebre saggio Dalla parte delle bambine (1973) indagò i condizionamenti socioculturali al ruolo e all’identità di genere subiti dalle bambine e trasmessi nella letteratura per l’infanzia, nei libri scolastici, nella televisione. Vari anni dopo la ricerca di Alma Sabatini, Il sessismo nella lingua italiana (1987) analizzò la lingua dei mass media e, di nuovo, dell’editoria scolastica, evidenziando molte asimmetrie linguistiche (uso prevalente e volontario del maschile universale) e la rappresentazione limitata (numericamente e qualitativamente) del femminile.
L’ultima e più recente analisi sull’editoria scolastica è quella di Irene Biemmi, Educazione sessista, (2011), della quale riporto po- chi elementi rappresentativi.
Ancora oggi, nei sussidiari vi è una netta prevalenza di prota- gonisti maschili e, ove è presente una protagonista femminile, si aggiunge il ‘rinforzo’ di un personaggio maschile. Si evidenzia una differenza nelle attività svolte: avventurose per i maschi e seden- tarie per le femmine. I personaggi femminili hanno un ruolo mar- ginale o di contorno. La cura, la dolcezza e la famiglia sono legati a figure femminili, mentre il lavoro, la produzione e l’autorità sono legati a figure maschili.
1 Consultabile al sito https://www.aie.it/Portals/38/Allegati/CodicePolite.pdf.
2 ’Editoria di varia’ è la denominazione che individua l’editoria generica, fiction e non fiction, che si distingua all’editoria accademica, scientifica e scolastica. È un canale specifico.
Analisi più recenti compiute da alcune esponenti della Società Italiana delle Storiche, hanno dimostrato che anche la didattica della Storia rivolta alla scuola primaria e secondaria di primo gra- do è dominata dalla prospettiva maschile, in tutte le epoche. Le donne compaiono in box esplicativi separati dal testo, dedicati pre- valentemente al trucco, ai costumi e ad attività che, per contenuti e collocazione grafica, appaiono del tutto marginali nell’evoluzione dell’umanità.
In ambito educativo, rispetto ai condizionamenti culturali, trovia- mo poi lo studio Stereotipi di genere, relazioni educative e infanzie sui servizi 0-6 anni della regione Emilia Romagna condotto dalle ricerca- trici del Centro di Studi sul Genere e l’Educazione (CSGE) dell’Uni- versità di Bologna (2012). Lo studio, analizzando azioni, parole, modulazione della voce, comunicazione non verbale e ogni forma di comportamento adottata da parte delle operatrici e degli operatori dei nidi, ha evidenziato dinamiche educative inconsapevoli nell’inte- razione tra educatori/trici e bambini e bambine che tendono a rimarcare alcuni pregiudizi o stereotipi, attraverso censure o gratificazioni diverse o addirittura opposte per lo stesso atteggia- mento tenuto, azione compiuta o propensione espressa da bambine oppure da bambini. Elemento comune alla maggior parte degli educatori e delle educatrici è la convinzione della propria neutralità.
Tra le forme di deumanizzazione di cui scrive Volpato (2011), vi è anche l’oggettivazione sessuale, praticata con una rappresen- tazione distorta e stereotipata del corpo e delle capacità femmi- nili. Volpato scrive: «L’oggettivazione sessuale si verifica quando, invece di considerare una persona nella sua completezza, ci si con- centra sul suo corpo, o su parti di esso, che vengono considerati strumenti del piacere e del desiderio maschile» (p. 112). Fenomeno che avviene tipicamente tramite la pubblicità sessista.
Considerando il quadro rappresentato, il lavoro di Settenove si articola in diverse modalità in base alla collana e al genere letterario. In estrema sintesi, nell’albo illustrato, la selezione dei testi o lo scouting all’estero, la traduzione e il lavoro di editing su testo e immagini seguono queste regole:
forma: attenzione alla qualità letteraria del testo, qualità stili- stica delle immagini e qualità dell’impianto grafico generale. Sette- nove è stata affiancata da un designer fin dal suo primo libro.
Contenuto: storie che non capovolgano gli stereotipi ma offrano strumenti critici per la riflessione trattando argomenti diversi e complessi. Illustrazioni con immagini non discriminatorie, atten- zione alle immagini di primo piano e al contesto espresso dalle im- magini di sfondo.
Linguaggio: si adotta un linguaggio rispettoso del genere, che limiti il maschile universale e adotti formule che includano il più possibile il genere maschile e il genere femminile, come richiesto dalle Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana di Alma Sabatini (1987).
Nel caso della narrativa, i contenuti vengono trasmessi in for- ma differente in base al target di riferimento. Quando si tratta di adolescenti:
— il linguaggio sarà esplicito, anche su temi legati alla violenza e alla sessualità, ma ’corretto’, vale a dire con modalità che non autorizzino forme di erotizzazione della violenza;
— attenzione agli stereotipi sulla violenza e/o vittimizzazione; — cura del profilo psicologico dei personaggi;
— attenzione al contesto di sfondo, alla pari dell’immagine illu- strata.
Nel caso dei narrativi per l’infanzia (6-8 anni) gli argomenti le- gati a eventuali forme di pregiudizio sessista o stereotipo di genere sono affrontati con ironia, in forma giocosa e offrendo spunti di riflessione.
In definitiva, il lavoro di Settenove si avvia a partire dai nume- rosi studi sull’educazione al genere e cerca di mettere in pratica quanto auspicato da questi. Offre spunti per uno sviluppo indivi- duale libero da condizionamenti e racconta l’umanità esistente e possibile perché ogni persona possa essere considerata, e consideri se stessa, degna di esistere e di essere rappresentata come membro attivo della società.
In tempi non sospetti, liberi dalla presunta minaccia del ‘gen- der’ Elena Gianini Belotti scrisse «L’operazione da compiere […] non è quella di tentare di formare le bambine a immagine e somi- glianza dei maschi, ma di restituire a ogni individuo che nasce la possibilità di svilupparsi nel modo che gli è più congeniale» (Gia- nini Belotti, 1973: 8), un pensiero al quale ci sentiamo di aderire e appartenere.
Bibliografia
— F. BELLUCCI, A. F. CELI, L. GAZZETTA (a cura di), I secoli delle donne. Fonti e materiali per la didattica della storia, Biblink, Roma 2019. — I. BIEMMI, Educazione sessista. Stereotipi di genere dei libri delle
elementari, Rosenberg & Sellier, Torino 2011.
— CSGE – Centro per gli studi sul genere e l’educazione – Università di Bologna, Stereotipi di genere, relazioni educative e infanzie sui servizi 0-6 anni della regione Emilia Romagna, Bologna, 2012. — E. GIANNINI BELOTTI, Dalla parte delle bambine, Feltrinelli, Milano
1973.
— Presidenza Consiglio dei ministri - Dipartimento per le pari oppor- tunità, AIE (Associazione Italiana Editori), CISEM – Centro Innova- zione Sperimentale Educativa Milano, Poliedra, Codice di autorego- lamentazione POLITE, per le Pari opportunità nei libri di testo, 1996.
— A. SABATINI, Il sessismo nella lingua italiana, Presidenza del Con- siglio dei ministri - Dipartimento per l’informazione e l’editoria, Roma, 1987
— C. VOLPATO, Deumanizzazione. Come si legittima la violenza, Later- za, Roma-Bari 2011.
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