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COST OF SALE (COSTO DEL PRODOTTO VENDUTO) Consumi di materie prime

CAPITALE INVESTITO

COST OF SALE (COSTO DEL PRODOTTO VENDUTO) Consumi di materie prime

Consumi di materie sussidiarie Consumi di semilavorati di acquisto Ammortamenti produttivi

Salari produttivi Tfr produttivi

Altri costi industriali

+ rimanenze iniziali Prodotti in corso - rimanenze finali Prodotti in corso

+ rimanenze iniziali di semilavorati di produzione - Rimanenze finali di semilavorati di produzione COSTO DEL PRODOTTO FINITO

+ rimanenze iniziali di prodotti finiti - rimanenze finali di prodotto finito + rimanenze iniziali di merci + acquisto di merci

COSTO DEL PRODOTTO VENDUTO (COST OF SALES)47

Per quanto riguarda la riclassificazione del conto economico quella proposta vede un primo totale, chiamato Gross Profit, generato dalla differenza tra ricavi caratteristici e costo del ven- duto. Poi vengono evidenziate le varie attività, ossia i costi riguardanti la funzione ammini- strativa, i costi commerciali, costi di ricerca e sviluppo e overhead cost, sottraendo dal Gross Profit questi costi si ottiene il reddito operativo della gestione caratteristica. Da qui sono ag- giunti e sottratti risultati positivi o negativi delle gestioni patrimoniali, finanziarie e non carat- teristiche per definizione.

36 Caratteristico

Ricavi caratteristici

(costo del venduto (cost of sales) Gross Profit

(Costi Amministrativi) (Costi Commerciali)

(Costi di Ricerca e Sviluppo) (Overhead Cost)

Reddito Operativo della Gestione Caratteristica (GOP)

Non caratteristico

Ricavi della gestione patrimoniale (Costi della gestione patrimoniale) Ricavi della gestione finanziaria Reddito operativo

(Costi della gestione finanziaria)

Ricavi della gestione non caratteristica per definizione (Costi della gestione non caratteristica per definizione) Reddito ante imposte

(Costi della gestione tributaria) Reddito d’esercizio48

Per quanto riguarda le varie gestioni possiamo riassumere cosa va posto al loro interno così: per quanto riguarda la gestione patrimoniale vanno inseriti ricavi e costi che derivano da inve- stimenti non utilizzati nell‟attività caratteristica dell‟impresa, di origine ovviamene patrimo- niale. La gestione finanziaria deve includere proventi e oneri derivanti da crediti o debiti di natura finanziaria. Per quanto riguarda i costi e ricavi della gestione non caratteristica è oppor- tuno precisare l‟utilizzo di questa locuzione. L‟autrice spiega che: ―spesso, l‘aggregato in e-

same venga, impropriamente identificato con la locuzione ―costi e ricavi straordinari‖. L‘insieme degli oneri/proventi straordinari non coincide però con l‘insieme delle poste non caratteristiche per definizione in quanto è possibile identificare numerosi valori contabili che, pur essendo ordinarie, individuano elementi reddituali di natura non caratteristica (es. plu-

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svalenze/minusvalenze derivanti da vendita immobilizzi connessa alla nomale sostituzione dei beni nell‘ambito del processo produttivo).‖49

Per quanto riguarda i costi che concorrono a formare il GOP abbiamo, oltre a quelli produtti- vi, i costi amministrativi, i costi commerciali, i costi di ricerca e sviluppo e gli overhead cost. Mentre le prime tre tipologie sono facilmente individuabili ed i costi da imputare sono quelli relativi alle tre funzioni aziendali svolte, gli overhead cost, che spesso non vengono presi in considerazione, sono ―[…] quei costi che la casa madre addebita, in via extracontabile, alle

filiali o alle controllate senza avere un corrispettivo monetario in cambio.‖50

Questi costi sono rilevati nella contabilità generale della casa madre, ma essa ritiene di doverli addebitare alle varie filiali in quanto sostenuti dalla casa madre ma funzionali allo svolgimen- to dell‟attività da parte delle filiali. Questi costi non sono inseriti nella contabilità generale delle controllate, ma solo in via riclassificatoria del bilancio. È necessario imputare questi co- sti in quanto sono determinanti per lo svolgimento dell‟attività delle varie filiali ed in questo modo si rendono comparabili i risultati delle varie aziende del gruppo. Conseguenza di questo inserimento è la mancata quadratura tra Reddito d‟esercizio del bilancio riclassificato e civili- stico il che non costituisce un problema né dal punto di vista operativo né dal punto di vista legale.

La riclassificazione appena proposta appare sì la più dettagliata ma anche la più funzionale in un‟ottica di sistema integrato di bilancio. Con una precisione di questo tipo è possibile analiz- zare l‟impatto delle varie gestioni sul risultato d‟esercizio e delle varie funzioni tipiche svolte all‟interno dell‟organizzazione aziendale.

Al fine di completare l‟analisi, viene evidenziata da alcuni autori, l‟importanza dell‟apporto informativo del conto economico riclassificato secondo il metodo funzionale percentualizzato.

―Ai fini interpretativi risulta utile non solo analizzare nel tempo l‘andamento dei ricavi e del- le voci che compongono il costo del venduto espressi in valore assoluto, ma anche indagare le determinanti della redditività delle vendite attraverso la rielaborazione del Conto econo- mico a valori percentuali, in cui i componenti del costo del venduto vengono esposti in per- centuale sui ricavi netti di vendita. L‘esame dello schema a valori percentuali, infatti, consen- te di monitorare l‘incidenza dei costi operativi sui ricavi agevolando i confronti sia nel tempo (analizzando una serie storica significativa) che nello spazio (ossia rispetto ai concorrenti più

49 AVI M. S., Management accounting, finance analysis, volume 1, EIF-e.Book, 2012, Pag. 102. 50

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rilevanti). È possibile verificare se si registrano dei recuperi di efficienza (ad esempio nel consumo delle materie prime o nell‘impiego del personale) oppure se sono state adottate po- litiche di prezzo di vendita più remunerative.‖51 Questo punto è di estrema importanza per- ché l‟analisi percentuale del conto economico individua scostamenti e modifiche di incidenza dei costi. Nell‟analisi reddituale si vedrà come il calcolo delle percentuali prime e seconde dia risposte importanti circa le modifiche della redditività delle vendite, per quanto attiene le per- centuali prime, mentre lo studio dell‟impatto delle variazioni nelle politiche aziendali adottate per quanto riguarda le percentuali seconde. Questa analisi sarà oggetto di approfondimento nel successivo capitolo.

2.4.2 Riclassificazione del conto economico a valore aggiunto.

Nella riclassificazione del conto economico a costo del venduto l‟obiettivo che ci si pone è quello di evidenziare come i vari costi hanno influenzato la creazione del reddito d‟esercizio, in modo da individuare, in sede di analisi, le cause di scostamento che determinano perdite di efficienza per incrementare il profitto aziendale. I manuali molto spesso affiancano a questa riclassificazione a costo del venduto quella a valore aggiunto. L‟obiettivo che si propone que- sta riaggregazione è tuttavia differente poiché identifica come il valore aggiunto creato dall‟azienda viene distribuito tra i vari portatori di interesse coinvolti nell‟attività aziendale. La riclassificazione porta lo stravolgimento della visione aziendale perché le categorie inte- ressate vengono inserite nel contesto produttivo in un altro ruolo. Se prendiamo, ad esempio, il personale viene visto come un costo per l‟azienda in un'ottica di bilancio d‟esercizio, men- tre secondo il punto di vista della riclassificazione a valore aggiunto i lavoratori vengono visti come soggetti interni all‟azienda e destinatari di parte del valore aggiunto aziendale.

La riclassificazione a valore aggiunto presenta il seguente schema:

Valore della produzione -consumi

-altri costi di gestione esterni = valore aggiunto

-costo del lavoro

=margine operativo lordo

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SOSTERO U., FERRARESE P., MANCIN M., MARCON C., Elementi di bilancio e di analisi economico- finanziaria, Cafoscarina, Venezia, 2011, Pag. 222.

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-ammortamenti -altri accantonamenti =reddito operativo

+/- proventi e oneri della gestione accessoria +/-proventi e oneri finanziari

+/- proventi e oneri straordinari =utile netto di esercizio

Lo schema riportato rappresenta la riclassificazione come proposta in alcuni manuali. Ovvia- mente la classificazione della parte superiore al reddito operativo può avere dettagli diversi ma la logica che configura il calcolo del valore aggiunto e del reddito operativo è sempre la medesima.

Tuttavia in un'ottica di sistema integrato, occorre individuare un sistema di schemi riclassifi- catori di riferimento che comunichino tra loro e diano risposte coerenti l‟uno con l‟altro. Una riclassificazione innovativa in grado di fornirci una serie di valori intermedi importanti ci viene proposto da Avi M. S. Evidenzia, ad esempio, la distinzione del valore aggiunto caratte- ristico da quello globale netto. Questa impostazione è significativa, in quanto, in modo coe- rente con la riclassificazione del costo del venduto, si distingue ciò che è prodotto dall‟attività tipica dal resto. Lo schema proposto individua inoltre come, una volta ottenuto il valore ag- giunto globale netto, sia opportuno preoccuparsi di come questo valore aggiunto sia distribui- to tra i vari soggetti interni, non ponendosi l‟obiettivo di individuare altri aggregati come il reddito operativo e l‟utile netto di esercizio.

Lo schema di riferimento è il seguente:

ricavi di vendita

+ ricavi di prodotti distribuiti e reimpiegati +/- variazione delle rimanenze di semilavorati

+/- variazioni di rimanenze di prodotti finiti VALORE DELLA PRODUZIONE EFFETTUATA

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-consumi di materie prime (rim. Iniziali + acquisti – rim. Finali) - costi ―esterni‖ ovverosia:

costi di natura commerciale e di vendita

costi di natura generale – ammnistrativa

costi inerenti alla produzione dei servizi alberghieri

VALORE AGGIUNTO GESTIONE CARATTERISTICA LORDO