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REDDITO NETTO (7-8)

CAPITALE INVESTITO

9. REDDITO NETTO (7-8)

Possiamo notare come non vi sia una distinzione precisa tra le varie aree della gestione. E- scludendo la prima parte, unicamente dedicata alla gestione caratteristica, possiamo notare tra gli altri aggregati un insieme di altri componenti, non distinti per gestione patrimoniale, fi- nanziaria e accessoria. In sede di analisi di bilancio questi aggregati potrebbero essere indica-

43 SOSTERO U., FERRARESE P., MANCIN M., MARCON C., Elementi di bilancio e di analisi economico-

finanziaria, Cafoscarina, Venezia, 2011, Pag. 221.

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Fonte tabella: 44 SOSTERO U., FERRARESE P., MANCIN M., MARCON C., Elementi di bilancio e di anali- si economico-finanziaria, Cafoscarina, Venezia, 2011, Pag. 222 l‟autore specifica: ―risulta preferibile utilizzare

tale schema di riclassificazione in quelle realtà aziendali che presentano dei cicli produttivi di breve durata, che producono in serie più che su commessa e soprattutto laddove esiste solo la fase di commercializzazione dei be- ni acquistati.‖

32 tivi in quanto si riesce a capire quanto queste gestioni hanno impattato sulla produzione del reddito (o perdita) d‟esercizio.

L‟autore individua come lo schema proposto possa essere potenziato con una serie di infor- mazioni provenienti dalla contabilità analitica. Per quanto riguarda i costi operativi essi pos- sono essere classificati in base alla loro destinazione funzionale, in diretti e indiretti, oppure in fissi e variabili.45 Questa operazione tuttavia non può essere svolta da tutti i soggetti che effet- tuano la riclassificazione di bilancio, ma solo da soggetti interni in grado di ottenere un sup- porto informativo, proveniente dalla contabilità analitica, che esprima con dettaglio tutte le varie componenti di costo. Un soggetto esterno non sarà mai in grado di ottenere una così det- tagliata informazione.

Uno schema più analitico del precedente ci viene proposto da Provasoli e Viganò46. Gli autori propongono tre differenti modi di disaggregare il costo del venduto:

1) Prima disaggregazione del costo del venduto. Distinzione tra costi fissi e costi variabi- li: lo schema proposto individua un aggregato rilevante, ossia il margine di contribu- zione ai costi fissi. Questo risultato evidenzia quale margine resta per la copertura dei costi fissi, detratti i costi variabili. Il costo del venduto si verrebbe così a comporre:

+ Ricavi netti delle vendite

- Costo complessivo variabile del venduto

= margine di contribuzione ai costi fissi

- Costi fissi industriali

- Costi fissi di amministrazione e vendita

= reddito operativo della gestione caratteristica

2) Seconda disaggregazione del costo del venduto: il secondo approccio si basa sulla di- stinzione dei costi industriali, costi di vendita e costi amministrativi, indipendentemen- te che essi siano fissi o variabili. Lo schema ricavabile da questa impostazione è il se- guente:

45 Cfr. SOSTERO U., FERRARESE P., MANCIN M., MARCON C., Elementi di bilancio e di analisi economi-

co-finanziaria, Cafoscarina, Venezia, 2011, Pag. 223.

46 PROVASOLI, VIGANO‟, Bilancio, valutazione, lettura, analisi, EGEA, Milano, 2007, Pag. 378 capitolo

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+ Ricavi netti delle vendite - Costi industriali del venduto

= Reddito lordo industriale

- Costi di vendita

- Costi di amministrazione

= reddito operativo della gestione caratteristica

In questo modo è possibile evidenziare come le varie attività che vengono svolte han- no un impatto sulla generazione del reddito operativo della gestione caratteristica.

3) Terza disaggregazione del costo del venduto: evidenzia la relazione tra prodotto otte- nuto e prodotto venduto. Lo schema prevede di includere tutti i costi sostenuti per produrre l‟output aziendale, indipendentemente dalle quantità vendute, e poi, una volta trovato il costo del prodotto ottenuto, sottraendo o sommando la variazione delle ri- manenze di prodotti finiti (ovviamente valutati al costo di produzione), si ottiene il co- sto del venduto. Sottraendolo ai ricavi netti di vendita si ottiene il reddito operativo della gestione caratteristica.

+ Costo delle materie prime

+/- Variazione delle rimanenze di materie prime + Acquisti di servizi

+ Costi del personale + Costi della produzione

+ Costi amministrativi e commerciali

+/- Variazione delle rimanenze di semilavorati = costo del prodotto ottenuto

+/- Variazione delle rimanenze di prodotti finiti =Costo del venduto

La descrizione riportata dagli autori continua con una classificazione delle aree extra caratte- ristiche che mettono in rilievo le varie gestioni, ossia la gestione patrimoniale, la gestione fi- nanziaria e la gestione straordinaria. Lo schema da seguire per completare il conto economico riclassificato a costo del venduto è il seguente:

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+ Ricavi netti di vendita

- Costo del venduto

= ROGC

+ Reddito della gestione patrimoniale + Proventi finanziari

= Reddito operativo aziendale +/- Oneri finanziari

+ Componenti straordinari

= Reddito ante imposte - Imposte sul reddito = Reddito netto

L‟impostazione proposta da Provasoli e Viganò è più analitica e assolve l‟esigenza informati- va di conoscere l‟apporto di ogni singola gestione al reddito operativo. Per quanto riguarda il metodo di rappresentazione del costo del venduto si ritiene che l‟informativa che ci viene consegnata dal primo metodo sia corretta ma in un sistema di bilancio integrato otteniamo già questa informazione in sede di controllo di gestione. L‟aggregato del margine di contribuzio- ne deve essere utilizzato ai fini decisionali in fase di programmazione. Inoltre il suo significa- to è limitato poiché non vengono distinte le varie linee produttive e non possono essere prese scelte strategiche. Il terzo schema propone il costo del venduto includendo al suo interno an- che i costi amministrativi e commerciali, ottenendo un totale che, posto nella riclassificazione, non ci permette di individuare l‟impatto delle varie attività sul reddito operativo della gestione caratteristica. Il secondo metodo invece è il più adatto all‟analisi reddituale in quanto distin- gue le varie attività. Uno schema che racchiude assieme sia la distinzione del costo del vendu- to in base alle attività, sia la distinzione dei costi extracaratteristici tra le varie gestioni, è lo schema proposto da Avi M. S.

Per la quantificazione del costo del venduto viene indicato che, come primo step, è opportuno calcolare i costo del prodotto finito, in quanto le spese contabilizzate sono relative a quanto l‟azienda ha prodotto e non in base a quanto è stato venduto. Per trasformare l‟aggregato in cost of sale si aggiungono (o tolgono) le variazioni delle rimanenze di prodotti finiti e i mo- vimenti intervenuti nelle rimanenze di merci.

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COST OF SALE (COSTO DEL PRODOTTO VENDUTO)